I Due Signori del Mondo – e Noi. Robert Royal.

27 Aprile 2023 Pubblicato da Lascia il tuo commento

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, offriamo alla vostra attenzione, nella traduzione di Vincenzo Fedele, che ringraziamo di cuore, questo commento di Robert Royal, apparso su The Catholic Thing. Buona lettura e condivisione.

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I due signori del mondo – e noi

  LUNEDÌ 24 APRILE 2023

All’inizio del suo pontificato, papa Francesco faceva spesso riferimento a “Il signore del mondo” , un romanzo del 1907 di p. Robert Hugh Benson su uno scontro apocalittico tra due forze opposte.

Una è la Chiesa cattolica, rinnovata e purificata, che sopravvive solo marginalmente in piccole sacche di credenti in varie provincie, ma che governa con potenza su Roma e su una vasta area intorno alla Città Eterna, dove si sono riuniti 6.000.000 di cattolici – una concessione del governo italiano in cambio alla rinuncia, da parte della Chiesa, delle sue pretese sul resto del Paese.

L’altra parte è quella che oggi chiameremmo “globalismo”, che domina il resto del mondo con promesse di pace e prosperità (entrambi i beni  nel loro specifico posizionamento, come è  ovvio).

Il titolo del libro solleva abilmente una domanda: qual è il vero “signore”? Il Dio che ha creato il cielo e la terra, o “il signore di questo mondo”, un sovrano “umanista” – in realtà una copertura per forze diaboliche – con le sue potenti macchine e la seduzione dei cuori e delle menti?

Nel 1992, anche il cardinale Joseph Ratzinger citò Benson (uno scrittore brillante e convertito il cui padre era allora arcivescovo di Canterbury!) in un discorso all’Università Cattolica di Milano. Il presidente George HW Bush aveva appena invocato un Nuovo Ordine Mondiale, dopo la fine dell’Unione Sovietica. Il futuro pontefice aveva citato Benson a proposito della minaccia più acuta per l’umanità nel nostro tempo: “L’anticristo è rappresentato come il grande portatore di pace in un simile nuovo ordine mondiale”.

Sono a Roma questa settimana per diversi progetti, tra cui quello successivo alla stesura dell’Instrumentum laboris , il Piano di lavoro per il Sinodo sulla sinodalità, che doveva essere pubblicato giovedì scorso. Non è stato pubblicato. Ma la posizione del Sinodo nei confronti delle devozioni postmoderne correlate mi ha fatto riflettere sulla visione di Benson e su come si è – e non si è – avverata. Almeno non ancora.

Gli osservatori del papa sono rimasti perplessi – come per molte cose che Francesco ha detto e fatto – che il pontefice abbia avvertito in apertura sull’ingannevole Città dell’Uomo – specialmente in riferimenti associati agli Stati Uniti – ma sembra relativamente poco cauto riguardo a simili minacce derivanti dalle Nazioni Unite e dall’ Unione Europea. Infatti, durante la tirannia sanitaria che ha bloccato il mondo per due anni, la Santa Sede ha cooperato con forze globali potenzialmente pericolose.

Nessuno sapeva davvero come gestire la pandemia. Ma l’entusiasmo di molte nazioni, compreso il Vaticano, di accettare restrizioni radicali alla vita quotidiana, presumibilmente basate sulla “scienza”, ha rivelato uno spirito che Benson, un secolo prima, aveva capito nel profondo.

Non aveva predetto, tuttavia, che lo spirito mondano si sarebbe infiltrato in una certa misura nella Chiesa stessa. Ha anticipato invece – stava narrando qualcosa di romanzato ma intesa come una sorta di racconto ammonitore – che Roma avrebbe dovuto difendersi dall’assalto di un umanesimo/anticristo. Le pagine che ha scritto, su come si sarebbe attuato questo, sono tuttora interessanti poiché mostrano come un giorno la vita cattolica potrebbe dover essere vissuta giorno per giorno.

Quando il protagonista, un prete inglese, si reca nella Città Santa, dapprima sente la tensione tra la vita semiclandestina a cui era abituato a Londra e il cattolicesimo sociale impenitente della fortezza di Roma. Aerei e treni sono stati vietati. Le persone viaggiano su carri e animali. Mancano le “comodità” più moderne (TV e cellulari non sono stati ancora inventati, ma si può immaginare come sarebbero stati trattati). Decorazioni elaborate e rituali erano tornati: “Pur trovandoli strani, li aveva trovati un ristoro. Sembrava ricordargli che l’uomo era umano, e non divino come proclamava il resto del mondo: umano, e quindi incurante e individualista; umano, e quindi occupato con interessi diversi da quelli della velocità, della pulizia e della precisione”.

Ma questo è solo il preludio a un cambiamento di prospettiva ancora più profondo:

“La vita sembrava più semplice qui; il mondo interiore era più che scontato; non era nemmeno una questione di dibattito. Eccolo lì, imperioso e oggettivo, e attraverso di esso balenavano agli occhi dell’anima le vecchie Figure che erano state avvolte dietro l’impeto delle circostanze mondane. L’ombra stessa di Dio sembrava posarsi qui; non era più impossibile rendersi conto che i santi vegliavano e intercedevano, che Maria sedeva sul suo trono, che il disco bianco sull’altare era Gesù Cristo. . . . Egli si sentiva più a suo agio, meno disperatamente ansioso, più infantile, più contento di riposare sull’autorità che affermava senza spiegazioni, e asseriva che il mondo, in realtà, provato da prove esterne e interne, era fatto in questo modo e non in quello. . . .Quì era seduto in un luogo che era una stagnante pozzanghera della vita oppure era proprio il cuore della sua stessa corrente; non era ancora sicuro di quale dei due.”

Ma questo è presto risolto. È pienezza di vita.

Girando per Roma in questi giorni – che non è decisamente il rifugio semplificato e santificato di Benson – non si può fare a meno di notare due mondi in forte contrasto.

La città è principalmente dedicata al turismo, il che significa che i visitatori fanno acquisti e pranzano in modi che avrebbero potuto facilmente effettuare a casa loro. C’è un po’ di visita alle chiese e alle antiche rovine – a suo modo socievole e divertente. Ma è una continuazione del mondo postmoderno con altri mezzi.

Poi c’è l’altra Roma, di coloro che vengono qui da pellegrini, non da turisti. Ho lottato io stesso durante questa visita – dopo tutte le recenti polemiche – per riscoprire la magia che ho sentito per la prima volta qui decenni fa. Anche nel bel mezzo della Guerra Fredda e della Mutua Distruzione Assicurata, Roma allora sembrava più umana, nel senso di Benson, di quanto non sia adesso. E la Chiesa, sotto il neoeletto Giovanni Paolo II, sembrava una vera alternativa – a tutto.

Oggi non puoi fare a meno di chiederti – se i nostri signori secolari continuano con i loro atteggiamenti distruttivi – se l’unica risorsa mondana per i cattolici non sia un tipo di vita radicalmente diverso, come immaginava Benson. Prega Dio che non si arrivi a questo. Ma come hanno notato due papi, Benson è stato profetico: essere fedeli oggi può richiedere l’accettazione di grandi sacrifici, un tempo inimmaginabili.

Traduzione di Vincenzo Fedele 

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