Utero in Affitto e Programma Lebensborn. Agostino Nobile.

11 Aprile 2023 Pubblicato da 1 Commento

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, Agostino Nobile offre alla vostra attenzione queste considerazioni sulle analogie fra alcuni deliri nazisti e l’attuale follia criminale dell’utero in affitto o gestazione per altri, che è una cavallo di battaglia delle élite globaliste e dei suoi lacchè nostrani (veste voi chi sono…). Buona lettura e diffusione.

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Utero in affitto e programma Lebensborn 

La Lebensborn (Fontana della vita) fu fondata il 12 dicembre 1935 dal leader delle SS Heinrich Himmler. Era un’organizzazione sostenuta dallo Stato con lo scopo di aumentare il tasso di natalità dei figli ariani, classificati come “razzialmente puri e sani”. Le donne ariane erano incoraggiate ad avere figli con uomini delle SS e della Wehrmacht, sposati o non sposati, per mettere al mondo bambini ideali per la futura élite del Terzo Reich. 

L’eugenetica nazista, o igiene razziale, aveva un programma distinto in due aspetti. Il sostegno alle madri ariane e ai loro figli, e l’eliminazione di tutti i gruppi “malsani e indegni”, sia nella popolazione tedesca che in quella europea. 

Gran parte dei membri della Lebensborn erano soprattutto ufficiali delle SS con mogli, mentre più della metà delle donne non erano sposate. Dopo l’inizio della guerra le case Lebensborn furono istituite anche nei territori occupati. 

Le donne ariane delle nazioni conquistate, che avevano avuto relazioni con soldati della Wehrmacht o delle SS, potevano dare alla luce il loro bambino nascoste dalla società. Subito dopo la nascita, il bambino veniva solitamente dato in adozione in Germania a genitori nazisti. Circa 8.000 bambini nacquero nelle case Lebensborn, altri 25.000 bambini nei paesi occupati. Solo in Norvegia erano nati tra gli 8.000 e i 12.000 bambini, di cui circa 250 furono adottati da genitori tedeschi. 

Ci sono anche diversi casi documentati, soprattutto nell’Europa nord-orientale, in cui gli ufficiali delle SS sequestravano i bambini, spesso in presenza della madre, e poi decidevano una linea d’azione a seconda del “patrimonio razziale”, delle condizioni fisiche e dell’aspetto del bambino. I bambini sequestrati venivano presi e classificati in base all’età e alla razza. Se era considerato indesiderato o indesiderabile, veniva mandato in un campo di lavoro. Se invece rientrava nei criteri ideali, era accolto in un orfanotrofio, in affidamento o in un collegio dove indottrinavano i bambini nell’ideologia nazista.

Breve parentesi. Nello Stato neonazista ucraino, dove la maternità surrogata è legale, ogni anno,  almeno prima che iniziasse il conflitto con la Russia, centinaia di donne vengono ingravidate per vendere la creatura a 40/60mila euro. Mentre i bambini Lebensborn venivano affidati solo a genitori etero, il centro ucraino di riproduzione umana BiotexCom realizza “i sogni di genitori single, coppie eterosessuali e dello stesso sesso”. Questo, e il prezzo contenuto, ha contribuito a far diventare l’Ucraina il “mercato” più popolare per la maternità surrogata internazionale. Tant’è che ogni anno “producono” tra 2.500 e 3.000 bambini. 

I criminali nazisti seguivano un ideale razzista disumano, mentre i paesi “democratici”, che mercanteggiano bambini come in Ucraina, sono criminali razzisti che approfittano della povertà delle donne. Non solo. Se nella Germania nazista esistevano i documenti della madre “donatrice”, nella nazista Ucraina e in diversi paesi “democratici, la documentazione viene eliminata. Un figlio non saprà mai chi l’ha generato. 

Finita la Seconda Guerra Mondiale, le vittime Lebensborn dei paesi liberati furono emarginate dai governanti locali e dalla popolazione. I bambini venivano umiliati con soprannomi spregiativi, maltrattati, imprigionati in istituti psichiatrici. Le madri nubili fecondate dai tedeschi erano considerate “puttane tedesche”, disadattate sociali, traditrici della patria. 

Anni-Frid Lyngstad, cantante degli ABBA nata nel 1945, fa parte dei bambini Lebensborn. Sebbene abbia ricevuto il cognome della madre, è stata etichettata come bambina tedesca. Data l’aria di persecuzione che tirava in Norvegia, la nonna pensò bene di scappare portandola con sè nella relativa tollerante Svezia. A titolo di cronaca, nel 1977 una rivista tedesca pubblicò l’esperienza di Anni-Frid Lyngstad. Il fratellastro Peter Haase lesse la storia e ne parlò al padre, il quale durante la guerra era stato mandato in Norvegia. Qualche mese dopo, Anni-Frid Lyngstad incontrò finalmente suo padre Alfred Haase.

Come in tutte le guerre, quando mancano le necessità primarie, le relazioni con l’invasore non sono rare. Per quanto riguarda il programma Lebensborn, si trattava di ragazze inconsapevoli o di donne che, conoscendo i metodi nazisti, volevano evitare di fare una brutta fine. A meno che non si pensi che queste donne, con la mentalità degli anni 30/40, si accoppiavano col primo arrivato e regalavano allegramente i propri figli. 

I governi norvegesi, e gli altri paesi “democratici” che si sono comportati allo stesso modo, non ci fanno una bella figura. Per queste vendette abominevoli sui propri cittadini, il  governo norvegese si è scusato solo nel 2018, quando tutte le madri Lebensborn erano già morte. Delle scuse degli altri paesi “democratici” non si hanno notizie.

Agostino Nobile

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1 commento

  • FRANJO ha detto:

    Quando gli illuminati progressisti vengono messi alle strette e gli si chiede se alla fine condannino le pratiche infami della predazione di gameti e dell’utero in affitto, di questo compendio di eugenetica, razzismo, mercificazione e blasfemia, di solito se la cavano dicendo: “E’ un problema complesso……..”
    Nausea e rabbia.

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