Vita. Guardando l’Umanità Dosata Tramite Siringa. Arrendersi All’Evidenza.

7 Febbraio 2023 Pubblicato da Lascia il tuo commento

Marco Tosatti

Carissimi StilumCuriali, il 5 febbraio è stata celebrata la 45° Giornata Nazionale per la Vita. Il nostro Arrendersi All’Evidenza offre alla vostra attenzione queste riflessioni. Buona lettura e condivsione.

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A MARGINE DELLA GIORNATA DELLA VITA GUARDANDO L’UMANITÀ DOSATA TRAMITE UNA SIRINGA    

Un’ovvietà per iniziare: chi propone un prodotto medicinale dovrebbe fornire la prova che esso serva a qualcosa e che non faccia male, unitamente all’evidenza che quel medicinale viene realizzato con una qualità (in termini di convalida dei processi e dei metodi di analisi, robustezza e ripetitività) confacente ai requisiti.

Chi approva quella documentazione dovrebbe aver ricevuto informazioni sufficienti per valutare assicurato in tutti i sensi il paziente che riceverà quella cura, anche in un contesto di urgenza (sempre stando terra terra: l’urgenza non assolve dall’operare seguendo ogni scrupolo in una sala operatoria del pronto soccorso).

Nel caso dei sieri genici le “prove” assicurate non sono mai state tali (e tanto meno “scientifiche”) ed anzi emerse più di una falla nella validità dei lavori clinici condotti e nella trasparenza dei “garanti”.

Gravi falle procedurali caratterizzano l’esecuzione di questi studi (uno studio clinico, per quanto terribilmente frettoloso, deve pur sempre rispettare delle regole): la più eclatante è quella sul gruppo placebo, le persone che avrebbero dovuto costituire il “gruppo di controllo” per valutare la salute dei somministrati del “caprino”. Infatti ben prima che trascorresse il tempo necessario per evidenziare un’eventuale diversa incidenza degli effetti collaterali, quattro mesi dopo anche il gruppo placebo ha ricevuto l’iniezione salvifica, con la motivazione di non privare di tanto portentoso rimedio coloro che avevano collaborato a farlo autorizzare.

Questo è accaduto dopo soli quattro mesi da quando i realmente sierati della sperimentazione avevano ricevuto le loro due dosi.  Non è necessario essere degli esperti per capire che un trial fatto così è “null and void”, cioè invalidato, privo di consistenza scientifica.

E senza dimenticare le denunce che erano emerse sull’effettiva conduzione degli studi clinici “in cieco” (se chi legge i dati conosce se il paziente ha ricevuto il siero o il placebo, il suo giudizio non è più neutro e può mitigare o accrescere il significato delle osservazioni, spingendole dove vorrebbe che giungesse).

O senza dimenticare che molti sedicenti arbitri indossavano sotto la divisa esterna anche la maglietta della casa produttrice dei sieri genici. Come nel caso della dottoressa K. Edwards, a suo tempo consulente nel Comitato di monitoraggio dei dati chiamato a valutare la sicurezza del “caprino” Pfizer.

Tutto lascia pensare che FDA, EMA etc siano state davvero molto superficiali e frettolose nel valutare i dati ricevuti. O, più realisticamente, che il potere di Big Pharma sia stato sufficientemente energico (e spalleggiato da inossidabili appoggi nei posti che contano) da garantirsi un plebiscito di consensi a mezzo mass media, esperti e virostar, pubblicazioni scientifiche di settore, opinionisti ed influencers… tacitando o screditando violentemente qualsiasi voce potesse far trapelare un sospetto, una cautela, un distinguo o un’eccezione.

Ma tant’è: il mainstream ha garantito che “la scienza” aveva parlato: che altro ci sarebbe stato da aggiungere?

Quelli come me non sono dei “no-v.ax”. A parte il fatto che il “caprino” non è tecnicamente definibile un va.ccino, il problema è che la sua inefficacia e i suoi effetti collaterali si commentano da soli, non c’è bisogno di ipotizzarli a margine di comunque gravissime irregolarità formali e procedurali e inspiegabili silenzi da parte delle Autorità regolatorie, che se la sono cavata con il triangolino nero sul foglietto illustrativo (medicinale soggetto a monitoraggio aggiuntivo), in assenza di studi di cancerogenicità o genotossicità, con una richiesta di informazioni (ad esempio sui nanolipidi utilizzati come eccipienti) salvo mostrarsi prive –e senza batter ciglio- dei dati attesi alle date stabilite.

Purtroppo sono le stesse Autorità regolatorie che hanno permesso il fast track (la procedura veloce) per giungere ad approvare i sieri genici, asserendoli gli unici in grado di fronteggiare le conseguenze del contagio virale (e non è vero, perché i farmaci efficaci c’erano e ci sono) e addirittura inserendo nelle linee guida un comportamento oltremodo deleterio quale “tachipirina e vigile attesa”, tuttora consigliato dai meno vigili.

Quindi ripeto l’ovvietà: è chi propone (impone) questi trattamenti a dover dimostrare che servono e non fanno male, senza che sia necessario giungere a conclusioni contrarie per il pregiudizio di qualche improvvisato “no-v.ax”, rimasto all’età della pietra senza prostrarsi a benefattori del calibro di Bill Gates.

E, a milioni di ignari di tutto, hanno anche fatto firmare un “consenso informato” a scanso di guai.

Però loro, i “buoni”, si giustificano dicendo di aver salvato delle vite. Le avranno salvate trafficando su un virus che di naturale ha poco o nulla e che era noto e studiato prima che iniziasse ufficialmente  la pandemia? Ho seri dubbi. Trafficando sulla nanotecnologia e l’mRNA, praticando aborti volontari per trarne le linee cellulari? A naso, no. Imponendo un test (il tampone) che ha creato l’asintomatico positivo e il malato di Covid anche se era in ospedale per ogni altra malattia curata peggio di prima? Forse no. Avranno salvato qualcuno con “tachipirina e vigile attesa”? Proprio no. E con l’intubazione/ventilazione previa dose da cavallo di sedativi? Forse no. E rinchiudendo nella solitudine “i fragili”? Ancora no. Oppure causando milioni di effetti collaterali alle dosi della terapia genica, di cui centinaia di migliaia gravi e mortali? Ancora no. O riducendo il numero di nati, perché questo intruglio agisce negativamente sulla fertilità e la gravidanza? Sempre no.

E dire che siamo nell’epoca bio in cui i salutisti di ogni risma inorridiscono di fronte al cibo geneticamente modificato! Chi dovrebbe dimostrare che un OGM non fa male in tavola? I palafrenieri del liberismo al soldo delle lobby che li pagano vorrebbero che a dimostrare eventuali problemi di salute fossero i criticoni. Ma è impossibile fare certi studi senza ingenti somme. Insomma, a tutelare il consumatore non può essere un comitato di quartiere… Le Autorità regolatorie fanno parte di ciò che il cittadino paga con le tasse.

E qui le tasse sembrano state spese male… Per essere costretti a tamponarsi per lavorare e poi, se over50, non è bastato nemmeno quello! Può consolare i resistenti l’essersi risparmiati di fare da cavia e i più sensibili da un punto di vista cristiano di non aver assecondato pratiche assai discutibili in tema di aborto. A ridosso della giornata per la vita, non fa male dirsi attenti alla vita umana in tanti modi, restando critici su certi “atti d’amore”.

AAE

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