Eh no, Cari Gazzettieri di Regime, il Vaticano non Fa Retromarcia sul DDL Zan.

25 Giugno 2021 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Carissimi Stilumcuriali, è interessante osservare la disperazione della grande stampa di marca PD (Repubblica, Stampa, Corriere et alios) di fronte alla presa di posizione della Santa Sede sul DDL liberticida – e anticostituzionale – Zan. Caduta per evidente conclamata stupidità l’ipotesi di un complotto ordito chissà da chi alle spalle del Pontefice (che era ben al corrente, e d’accordo sulla mossa vaticana) rilanciati i flebili gemiti dei fautori della lobby gay in Vaticano (“quella nota non andava scritta…”) un’intervista del Segretario di Stato, card. Pietro Parolin, a Vatican News, per la penna autorevole di Andrea Tornielli ha obbligato i gazzettieri di regime piedino-lgbtq ecc. a nuove contorsioni. Rilanciamo a questo proposito quanto scrive Giuseppe Rusconi su Rosso Porpora, sempre attento e puntuale. E non è un caso che il collega apra il suo blog con le vergognose pressioni – e ingerenze, quelle sì che lo sono! – dell’EURSS nei confronti dell’Ungheria, rea di non vole follie antropologiche politically correct. Buona lettura.

§§§

QUELLA NOTA ANDAVA SCRITTA: LA CONFERMA DI PAROLIN (CON PREMESSA)- di GIUSEPPE RUSCONI – www.rossoporpora.org – 25 giugno 2021

 

Qualche considerazione sull’intervista del Segretario di Stato a ’Vatican News’ del 24 giugno – Nella premessa i violenti attacchi all’Ungheria da parte dell’Ue e il gravissimo episodio di Monaco di Baviera, quando un attivista ha sventolato la bandiera lgbt in faccia ai giocatori ungheresi che stavano cantando l’inno nazionale.

PREMESSA: PIENA SOLIDARIETA’ ALL’UNGHERIA – IL GRAVISSIMO EPISODIO DI MONACO DI BAVIERA

 

In questi giorni è stata impressa un’accelerazione molto preoccupante all’ l’offensiva sfrontata e su vari fronti della nota lobby a livello continentale. Anche il mondo calcistico, sensibile ormai più all’andamento delle azioni in borsa che ai valori sportivi, sta cedendo vergognosamente al ‘politicamente corretto’. Basti pensare ad esempio al fatto- per restare in Italia – che la Juventus ha colorato di arcobaleno il suo logo bianco-nero, che il Milan ha distribuito 600 magliette rosso-nere con logo arcobaleno al personale medico milanese, che perfino Palermo e Bari hanno tinto di arcobaleno il loro logo: ci pensino i tifosi a reagire vigorosamente contro tale imposizione totalitaria che contribuisce a dare un’ulteriore picconata alla credibilità anche del calcio.

Gravissimo poi quanto avvenuto mercoledì 23 giugno allo stadio di Monaco di Baviera, dove si incontravano l’altezzosa Germania e l’Ungheria, piccola ma dal grande cuore. Non solo ai tifosi sono state distribuite bandierine lgbt, non solo il capitano della nazionale germanica Manuel Neuer ha voluto di nuovo indossare la fascia di capitano in versione arcobaleno. No, ci mancava anche l’irruzione di un attivista con maglietta germanica: in segno di sfregio ha voluto sventolare in faccia agli ungheresi che stavano cantando l’inno nazionale una grande bandiera lgbt. Un episodio tanto vergognoso quanto preoccupante, da imputare sia all’Uefa (in giornata la stessa Uefa aveva reso arcobaleno il suo logo) che al servizio d’ordine germanico (tonto o complice?). Ci viene da dire che quando i germanici si innamorano della teoria dell’ ‘uomo nuovo’ (come è quello voluto dalla nota lobby) inducono a pensieri tristi e fanno paura. Come dimostra la storia del Novecento.

Piena e convinta solidarietà all’Ungheria non solo per il gravissimo episodio di Monaco ma per l’ondata di attacchi violenti e ‘politicamente corretti’ che le vengono portati dall’Unione europea a causa di una legge rigorosamente anti-pedofilia e per la protezione dei minori dall’indottrinamento dei gruppi lgbt votata il 15 giugno dal Parlamento di Budapest. La nota lobby totalitaria e liberticida in materia di famiglia e di vita (generosamente finanziata da altrettanto noti filantropi come George Soros) trionfa a livello di commissione (per tutti la germanica Von der Leyen), a livello di capi di governo (incredibilmente arrogante in particolare l’olandese Rutte, quello dell’Olanda di Amsterdam, che fa strame del diritto alla vita), a livello di parlamento europeo, presieduto da tale David Sassoli, pd (ieri è stata approvata a maggioranza una risoluzione – non vincolante, ma ugualmente ‘pesante’ – che definisce l’aborto un diritto umano, limita in materia l’autonomia degli Stati, intacca gravemente l’obiezione di coscienza).

Il tentativo è quello di ridurre l’Ungheria a colonia ideologica dell’Ue oltre che di intimidire gravemente il dissenso su questioni antropologiche in tutti i Paesi comunitari (vedi il famigerato ddl Zan in Italia). A questo punto: Forza Ungheria, non lasciarti sopraffare!  E, per l’Italia, un grande incoraggiamento a tutte le realtà che lottano in materia di vita e famiglia contro l’imposizione della sovversione antropologica: in prima fila le organizzazioni come Provita&Famiglia, la cui sede nazionale romana è stata imbrattata l’altra notte dai soliti ‘tolleranti’ e che scende in piazza con manifestazioni creative per sensibilizzare sul pericolo del bavaglio in tutto il Paese (vedi www.provitaefamiglia.it )

 

PAROLIN: “PACTA SUNT SERVANDA”

Giovedì 17 giugno 2021, cogliendo l’occasione della presentazione in Sala Stampa di un incontro vaticano su fede e scienza, l’arcivescovo Paul Gallagher ha trasmesso all’ambasciatore d’Italia presso la Santa Sede Pietro Sebastiani una ‘Nota’ diplomatica verbale a proposito del testo del disegno di legge Zan cosiddetto “contro l’omotransfobia, ecc…”. Martedì 22 giugno la Nota è stata pubblicizzata con grande evidenza (come logico) dal Corriere della Sera a firma di Giovanni Viafora  (vedi https://www.rossoporpora.org/rubriche/vaticano/1023-ddl-zan-nota-diplomatica-della-santa-sede-il-coraggio-della-verita.html )

L’intervento vaticano ha suscitato ha suscitato un gran vespaio di commenti tra politici, giuristi, studiosi di varia estrazione e anche tra le tonache. Se i cardinali Camillo Ruini e Giovanni Battista Re hanno evidenziato la legittimità della nota così come il vescovo Antonio Suetta di Sanremo-Ventimiglia, altri – naturalmente ben selezionati dai media del ‘politicamente corretto’ – hanno espresso critiche anche dure. Ci sono storici che hanno evidenziato come la mossa della Segreteria di Stato (“più che altro di ambienti italiani” della stessa)  sia “molto rara nelle relazioni tra Santa Sede e governo italiano. In genere si usa il telefono, l’incontro” e che “i rischi di questo linguaggio diplomatico sono quelli che la Santa Sede si schieri con una parte politica” (NdR: però qui ci si affacciano subito alla mente certi ‘pronunciamenti’ sinistri di papa Bergoglio a proposito di migranti…).

Qualche tonaca – di comprovatissima, certissima, notissima e riconosciutissima cultura in materia di diritto internazionale, costituzione italiana, codice canonico – ha sentenziato:  “Quella nota non andava scritta” (qui risuona un’eco vagamente manzoniana) e ha aggiunto: “Il ddl Zan non c’entra niente con il Concordato”. I maligni potrebbero essere indotti, pardon, abbandonati alla tentazione di porsi una domanda: quanto sono innocenti i siluri lanciati dalla tonaca contro la Segreteria di Stato?

Ieri, giovedì 24 giugno, il Segretario di Stato ha risposto su Vatican News tramite un’intervista di Andrea Tornielli, direttore editoriale del Dicastero per la Comunicazione. In sintesi: diversamente da quanto si è letto in queste ore (leggi: quando si scambiano i desideri per la realtà e perciò si manipola la comunicazione), il cardinale Pietro Parolin non ha fatto nessuna “retromarcia”, nessuna “frenata”, ma ha confermato la ‘Nota’ sia nei tempi che nei contenuti. Rilevando esplicitamente, all’indirizzo del Governo italiano a proposito di Concordato e della tutela della libertà religiosa, di opinione e di organizzazione della Chiesa (e non solo), che “pacta sunt servanda”.

Entriamo nei dettaglio delle risposte del Segretario di Stato vaticano, caratterizzate da una garbatezza diplomatica che può trarre in inganno chi scorre il testo con superficialità o in malafede.

1. La Nota è “un documento interno, scambiato tra amministrazioni governative per via diplomatica. Un testo scritto e pensato per comunicare alcune preoccupazioni e non certo per essere pubblicato”. Resta il fatto che la Nota c’è, con i suoi contenuti che non possono sbianchettati. Questo è quello che conta, mentre discettare su chi e perché l’ha passata al Corriere della Sera è puro esercizio da salotto, buono a riempire le pagine dei giornaloni.

2. Parolin aveva messo in conto che potessero esserci “reazioni”.

3. Il cardinale ha sottolineato che l’intenzione non era quella di “bloccare la legge”, nel cui testo tuttavia si evidenziano contenuti “vaghi e incerti”: “In assenza di una specificazione adeguata corre il rischio di mettere insieme le condotte più diverse e rendere pertanto punibile ogni possibile distinzione tra uomo e donna, con delle conseguenze che possono rivelarsi paradossali e che a nostro avviso vanno evitate, finché si è in tempo. L’esigenza di definizione è particolarmente importante perché la normativa si muove in un ambito di rilevanza penale dove, com’è noto, deve essere ben determinato ciò che è consentito e ciò che è vietato fare”. Dunque: c’è “l’esigenza” di rimediare e conseguentemente modificare “adeguatamente” i punti richiamati nella Nota e relativi ai commi 1 e 3 dell’art. 2 del Concordato.

4. La Nota era doverosa, anche per ciò che attiene ai tempi: “Un intervento solo successivo, una volta cioè che la legge fosse stata adottata, sarebbe stato tardivo. Alla Santa Sede si sarebbe potuto imputare un colpevole silenzio, soprattutto quando la materia riguarda aspetti che sono oggetto di un accordo”.

5. Il Segretario di Stato nell’intervista a Vatican News ha anche evidenziato che la Nota “non è stata un’ingerenza”, ma “il mezzo proprio del dialogo nelle relazioni internazionali”.

6. Parolin – dopo aver (scontatamente) condiviso le parole di Mario Draghi su laicità dello Stato e sovranità del Parlamento – ha detto (non a caso) di aver apprezzato “il richiamo fatto dal Presidente del Consiglio al rispetto dei principi costituzionali e agli impegni internazionali”. In tale ambito – ha proseguito – “vige un principio fondamentale, quello per cui pacta sunt servanda”. Ecco il punto: “Pacta sunt servanda” e dunque con la Nota si è voluto richiamare “il testo delle disposizioni principali dell’Accordo con lo Stato italiano, che potrebbero essere intaccate”. Del resto, “come è stato anche fatto presente da qualcuno dei commentatori (NdR: il riferimento è probabilmente all’intervista che il giurista Carlo Cardia ha dato a Avvenire il 23 giugno), il tema della libertà di opinione non riguarda soltanto i cattolici, ma tutte le persone, toccando quello che il Concilio Vaticano II definisce come il ‘sacrario’ della coscienza”.

7. La Nota è stata scritta in consonanza con l’atteggiamento della Cei sul ddl Zan. E qui è legittimo pensare che, per Parolin, quanto fatto fin qui dalla Conferenza episcopale italiana sia stato sostanzialmente inefficace, tanto da rendere necessario il documento vaticano.

8. L’intervista si chiude con un “Discutere è sempre lecito” da parte del Segretario di Stato: è la rivendicazione della legittimità del contrasto verso un’imposizione totalitaria come quella della nota lobby che vuole imbavagliare ogni dissenso.

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32 commenti

  • Virginio ha detto:

    Che cosa significa “Stato laico” se non che le sue funzioni sono limitate alle cose laiche? Se lo Stato è laico non può legiferare sulle questioni di morale e di fede se non travalicando i suoi stessi limiti. I fautori di tutte le rivoluzioni, forzando e invertendo il significato delle parole e delle proposizioni, si appellano al laicismo di fronte ad una presunta ingerenza della Chiesa; in realtà è lo Stato che sta invadendo un campo che non gli è proprio e non gli appartiene. Non esiste alcuna maggioranza di voti, né la metà più uno e nemmeno la totalità dei voti, che possa cambiare le leggi naturali e divine.

  • massimo trevia ha detto:

    Quante parole dal vaticano……!Ela legge Zan la vogliamo solo discutere……e ci vuole il dialogo…….:cavolo!!!!!!e non si dice che si toccano i bambini!!!!!!!!E che i gay sono contro-natura!E che Sodoma e Gomorra ……ecc.:la Chiesa ,scusate,non ha piu’ le palle e infatti la reazione non e’ molto virile!!!!!!!Comunque vediamo come andremo a finire.

  • Luca ha detto:

    Il decreto Zan non è avverso solo al Cristianesimo, ma in quanto va a intaccare la legge naturale, coinvolge tutte le persone religiose indistintamente. Non esiste, infatti, una religione tradizionale favorevole all’omosessualità, per non parlare della deriva gender di questo ultimi anni. I media, però, si concentrano solo sul Cristianesimo, fomentando divisioni laddove non esisterebbero. In linea teorica, una legge del genere metterebbe a tacere anche Confucio, i nostri antichi filosofi, il Buddha… Dovremmo insistere su questo punto, sul fatto che sta nascendo una nuova religione fondata sul rifiuto del Logos.

    • Anonimo verace ha detto:

      È il modo di introdurre la cancel culture qui in Italia. Evidentemente i gay pride e gli assalti degli immigrati alle forze dell’ordine non erano sufficienti. Occorre, per la certezza del successo, utilizzare la via legislativa. Così i recalcitranti potranno essere costretti per legge all’obbedienza . E tanti saluti alla libertà di pensiero e di parola.

  • GINO ha detto:

    Mettiamo caso , molto probabile, che a seguito dell’approvazione del ddl Zanna sto… Alcuni fedeli cattolici vengono perseguitati dalla autorità civile, oppure dalla società, oppure come capita ora vengono additati alla folla inferocita, quei cattolici LettaMaio non devono essere scomunicati? Così dimaio la finisce di baciare le reliquie in pubblico, anzi lo vedremo baciare membri pagani.

  • daouda ha detto:

    Quel che non capisco è questo e lo scrivo sotto forma di domanda: che uno stato debba promuovere l’una/unica Rivelazione o perlomeno riconoscerne l’indipendenza ed in ogni caso difendere il diritto naturale è cosa che può esigersi dallo stesso alla luce della Fede pergiunta?

    Mi sembra un po’ stupido prima che disprovato dai nostri martiri che non è che compissero manifestazioni od indirono conferenze o mossero azioni legali contro gli idolatri ed immorali dai romani a proseguire.

    Per il resto è strabiliante come , per pochi fatti del genere, si esaltino le ex colonie sovietiche ignari della strategia politica soggiacente che stanno portando in porto tramite queste simulazioni.

    • Zuzz ha detto:

      E quale sarebbe questa strategia politica soggiacente ?
      P.S. sia il vostro parlare si si no no.

      • daouda ha detto:

        “Questi tali sono falsi apostoli, operai fraudolenti, che si mascherano da apostoli di Cristo. Ciò non fa meraviglia, perché anche satana si maschera da angelo di luce. Non è perciò gran cosa se anche i suoi ministri si mascherano da ministri di giustizia; ma la loro fine sarà secondo le loro opere”

        2 Corinzi 11,13-15

        Se ciò può accadere nella Chiesa di DIO, figuriamoci altrove.
        La strategia è presto detta : simulare in modo seducente ( per depistare ed irretire i refrattari all’ordine di cose “occidentalista” ) una resistenza favorendo l’illusione di una pseudo restaurazione.
        I due poli della solita dialettica, infondo le solite bugie, visto che a maggior ragione lo stesso mondo detto di sinistra agisce per mera operazione dissolutiva, i grandi potentati non credono affatto in quel che propugnano per gli schiavi.
        Calcolando che poi una situazione dissoluta non permette governabilità stabile, è ipotizzabile che la sinistra stia lavorando per altri, in un passaggio di consegne la cui realizzazione farà contente parecchie persone alternative ma assai poco lungimiranti.
        Infondo le veggenze sul gran Papa od il gran Monarca potrebbero esser state suscitate proprio per questo.

  • antonio cafazzo ha detto:

    Per il momento i colori della “cristianità” RESISTONO.
    Il Papa veste ancora di bianco e la bandiera dello Stato Pontificio è ancora giallo-bianca.
    Ma dopo ogni “temporale” di solito appare un arcobaleno.

    • Purtroppo ha detto:

      Come ha ragione ! Lei non ne è a conoscenza ma oggi al tg3 lazio hanno fatto vedere molti monumenti romani colorati di colori arcobaleno. Tutti vogliono la legge Zan.
      P. S. Ci sfugge un dettaglio ; ci siamo talmente concentrati sull’omotransfobia che non ci siamo resi conto del fatto che detta legge proibira’ anche l’islamofobia. Ovvero non solo verrà censurato il Vecchio Testamento ed anche il nuovo ma non si potrà più criticare il Corano.
      Gli islamici (o meglio alcuni tra loro) considerano la jihad culturale estremamente importante. A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca . Si potrebbe forse ipotizzare che dietro la cancel culture che sta cercando di distruggere le basi culturali dell’occidente ci siano i finanziamenti dei ricchi sceicchi islamici ?
      Come si può impiantare una società islamica se non si cancella la cultura cristiana ?

      • Luca ha detto:

        Mah, i Musulmani sarebbero solo vittime di questa legge, ma anche un Buddhista lo sarebbe… Ogni religioso. Se i musulmani fossero meno tonti, capirebbero che stiamo dalla stessa parte su certe cose.

        • Purtroppo ha detto:

          No, i musulmani non sarebbero vittime perché non si potrebbe più confutare il Corano. Ovvero questo libro potrebbe, purtroppo, essere presentato come parola di Dio. Ma ciò è falso.

  • LUCIA S. ha detto:

    Non solo “pacta sunt servanda” ma per me il dispaccio non prevede alcuna mediazione.

    “Ci sono espressioni della Sacra Scrittura e delle tradizioni ecclesiastiche del magistero autentico del Papa e dei vescovi, che considerano la differenza sessuale, secondo una prospettiva antropologica che la Chiesa cattolica NON RITIENE DISPONIBILE perché derivata dalla stessa Rivelazione divina”.

    Non disponibile = non negoziabile

  • elvi ha detto:

    Sarebbe interessante sapere cosa “concordano” poi nelle segrete stanze!!!

  • giovanni ha detto:

    Devo ammettere che la moda di calarsi le braghe, in ogni senso, ha superato i patrii confini ( spero si possa ancora dire ) e si sparge in quasi tutta europa. I teutonici poi, ci stanno addirittura superando, sembra incredibile ma e’ cosi’. In Ungheria , beati loro, hanno un vero Leader. Quale immensa fortuna. A noi, purtroppo, rimane questa poltiglia politica a sapore europoide che, ad onor del vero, buona parte della popolazione autoctona merita. Per la falsa chiesa, la confusione e’ l’elemento principale della cucina di ” governo ” pertanto nulla di nuovo sotto il sole. Finisco di annoiarvi e quindi passo e chiudo.

  • IMMATURO IRRESPONSABILE ha detto:

    Bisognerebbe avere maggior prudenza nell’ attribuire “sovranità” a questa o quella istituzione; in quanto alla “laicità ” poi, se ne potrebbe proprio far a meno, in campo cattolico; e per dirla tutta, in certi momenti la voce della Chiesa (istituzione) dovrebbe risuonare rara e solenne piuttosto che frammentarsi in cento interviste estemporanee, regolarmente strumentalizzate. Comunque, il Concordato è nella Costituzione, qualcuno lo ricordi ai nostri politici.
    P.s. in Ungheria, dove risiede la sovranità ?

  • W l'Ungheria ha detto:

    “Il tentativo è quello di ridurre l’Ungheria a colonia ideologica dell’Ue”.

    Avendo consorte ungherese e frequentando il paese da metà degli anni novanta, posso affermare che non ce la faranno. Gli ungheresi sono un popolo magnifico, fiero e di grandi soldati. Ricordo che sono gli unici al mondo che hanno affrontato e sconfitto a mani nude i tank dell’armata rossa, liberando Budapest per 5-6 mesi (nella rivoluzione veramente di popolo contro il comunismo del 1956: c’erano tutti, studenti operai professori). Bellissima la “cronaca” che ne fece Indro Montanelli, inviato a Budapest (ora raccolta nei suoi scritti storici). E sono anche stati coloro che, costituendo una continua spina nel fianco, costrinsero infine la monarchia asburgica nel 1867 a trasformare l’impero austriaco in impero austro-ungarico…

    • Iginio ha detto:

      Purtroppo liberarono Budapest solo per 5-6 giorni, e solo perché inizialmente i sovietici si ritirarono.
      Quanto a Montanelli, era un contaballe che sull’Ungheria seppe dire solo che i rivoltosi in realtà erano giovani comunisti che volevano instaurare un comunismo più puro. Non s’era preso nemmeno la briga di conoscere la storia ungherese, altrimenti avrebbe saputo che l’Ungheria aveva una lunga tradizione di vita politica pluripartitica e parlamentare. Il comunismo era piombato quindi in Ungheria come un autentico scempio.

      • W l'Ungheria ha detto:

        Errata corrige: “giorni” non “mesi”. Intendevo anch’io scrivere così, anche se in realtà la somma va portata circa al doppio dei giorni.

        Per quanto riguarda Montanelli, lo lessi diversi anni fa e non ricordo ciò che lei riferisce, ma grande enfasi positiva sostenuta da un’ottima prosa. Piuttosto dissero che era molto furbo nello stare rintanato in albergo, procurandosi poi le notizie dai reporter che andavano realmente in giro…

      • cattolico ha detto:

        erano rivoltosi che volevano una social democrazia parlamentare ed uscire dal patto di varsavia.montanelli aveva visto giusto

        • W l'Ungheria ha detto:

          Quando una rivolta del genere scoppia, essendo in parte anche una guerra civile e lasciando sul campo in pochi giorni migliaia di ungheresi e molte centinaia di soldati sovietici, mi pare temerario attribuirne la paternità a rivoltosi univocamente connotati dal punto di vista degli ideali morali e politici. Posso testimoniare che mio suocero, uomo estremamente mite, cristiano e allora appena laureato in medicina, venne “precettato” dal famoso professore con cui aveva iniziato la specialità, onde non gli venisse nemmeno lontanamente in mente di gettarsi in strada come molti altri fecero. Questo per dire che alla rivolta parteciparono spontaneamente persone comuni di tutti i tipi e in tal senso io la vedo come una rivolta sprigionatasi dall’identità ungherese stessa, che non sopporta facilmente i soprusi.

  • Adriana 1 ha detto:

    Forse i Gerarchi si sono finalmente accorti che abbondanti porzioni dell’Antico Testamento verrebbero censurate, o meglio, eliminate ope legis e arrestato e costretto al lavoro coatto chi osasse parlarne, non parliamo poi degli Atti degli Apostoli…
    P.S. Gentile Tosatti , perchè l’accusativo maschile alios dopo l’elenco dei giornali ( soggetti, non compl. oggetto)? Meglio “alia” intendendo- al neutro- ,altre cose o “alia similia”, altre robe- schifezze del medesimo genere-…Saluti

    • Marco Tosatti ha detto:

      Anche del Nuovo…San Paolo..

      • : ha detto:

        Già. Soprattutto San Paolo, di una chiarezza e crudezza estrema (Rom 1, 25-32 e 1Cor 6, 9-10).

      • Adriana 1 ha detto:

        Gentile Tosatti,
        quando cito gli Atti degli Apostoli mi riferisco al Nuovo infatti.

    • stilumcuriale emerito ha detto:

      Riflessione troppo sottile, cara Adriana. Questi di cui stiamo parlando sono personaggi che procedono per tentativi ed errori, che vivono di “facciamo finta e poi vediamo”. Personalmente non mi fido più di nessuno.

      • Adriana 1 ha detto:

        Caro Stilumcur. Emerito,
        non mi pare ci voglia molta sottigliezza, basta leggere…qualcosetta.
        Nutro il sospetto che cerchino di tirare in lungo e di barcamenarsi finchè non avranno finito di comporre il Vangelo della nuova dottrina, esclusivamente accessibile su Tik-Tok.

  • cosimo De Matteis ha detto:

    Spiace leggere che persino un Vaticanista espero come Rusconi non riesca a cogliere trattarsi di un gioco delle parti.
    Che non avrà nessun effetto.
    Anzi, paradossalmente (come ha già rilevato prontamente Cascioli) ci sarà ora una accellerazione dell’iter parlamentare .

    Spero naturalmente di sbagliare…

    • IL BRIANZOLO ha detto:

      D’accordissimo con Lei, gentile Cosimo, e con R. Cascioli.
      Così sua Eminenza Reverendissima potrà dire “abbiamo fatto di tutto per impedire norme liberticide, abbiamo combattuto come leoni, ma siamo stati sopraffatti da forze soverchianti …. sob!”.
      Se non si trattasse di un Cardinale di S.R.C. direi proprio che si tratta – per usare un francesismo – del più classico paraculismo [“atteggiamento furbo e spesso anche opportunistico”, dice il dizionario Treccani].

      • wisteria ha detto:

        D’accordo.
        Nel mio piccolo, ho fatto un’osservazione del genere commentando l’articolo di ieri di Mons. X.

        • Anonimo verace ha detto:

          Il dibattito in aula al Senato sembra verrà calendarizzato alla prossima riunione della competente commissione. Così ha detto il tg4.