Benedetta de Vito e il Régime del generale Figliuolo (Per non dire Regìme)…

6 Maggio 2021 Pubblicato da

Marco Tosatti

Carissimi Stilumcuriali, la nostra BDV (Benedetta De Vito) ci regala questo articolo garbato e irridente alla situazione in cui ci troviamo a vivere e in cui, pezzetto per pezzetto ( e anche  grossi bocconi…), si stanno mangiando tutte le libertà di cui abbiamo goduto fino a oggi. Buona lettura.

§§§

Quando ero ragazza, nel gruppo che frequentavo, c’era un bel tipo di una famiglia romana importante, fatta di cugini e fratelli numerosi e tutti quanti fieri del cognome che portavano e che squillava Roma come un aquilone in cielo. Il ragazzo di allora, che ora è quasi anziano come me, portava il nome di un re borbonico ed era, tra tutti, fratelli e cugini, il più sensibile e, forse perché disgustato dall’ipocrisia mondana in cui era immerso, o forse per motivi suoi ancora più nascosti, fatto sta che, un bel giorno, decise di partire militare nel corpo degli alpini.

Non durò molto la sua leva tra le Dolomiti. Stracco per le lunghe marce notturne, per i carichi e i basti sulle spalle e poi per chissà che cosa d’altro che non ha mai rivelato, se n’è tornato a casa sua, dove ha fatto la vita, credo, di tutti gli altri, lasciandosi dietro le spalle le cime innevate, le stelle alpine e la penna nera. Il corpo degli alpini che, di per sé solo, è simbolo di rocciosa fierezza, di granitica risolutezza, di valori profondi, religiosi, radicati, Di un alpino puoi e devi fidarti.

D’un tratto, sono di nuovo piccola, in un groviglio di fratelli, e, nella Peugeot color vinaccia di mio padre, stiamo percorrendo mezza Penisola, da Roma a Pordenone. Sì, stiamo andando a San Giuliano nel casolare rosa della nonna Lisetta, dove gli alpini sono di casa. Mio padre guida e mia madre, con su una penna nera nella mia fantasia, canta “Vecchio scarpone” e poi “stelutis alpinis”. E noi con lei.

Chiuso dunque il quadretto famigliare, eccoci all’oggi in cui un generale degli alpini, Francesco Paolo Figliuolo guida la task force per la vaccinazione nazionale. Scegliere un alpino, che è fiducia rotonda per tutti gli italiani, per inoculare un siero di cui si sa ben poco (visto che non è stato sperimentato sufficientemente a lungo), e che contiene, come si sa, cellule fetali, è stata una mossa astuta del Draghi che guida il governo: da un alpino ti aspetti solo il bene, fiducia a scatola chiusa. Fa da garanzia la penna sul cappello! Altroché Arcuri!

E quindi, olè, avanti, in coda, il prossimo! E poi, con quel cognome. Come, come, non capite? E allora salite con me sulla macchina del tempo e torniamo, per pochi minuti, nel casolare rosa di mia nonna, il quale aveva, dipinta sul viso color cipria, una stupenda meridiana ed era stato casino di caccia sulla terraferma di una famiglia dogale veneziana, la quale, rimasta senza tralci, aveva chiesto a mia nonna di aggiungere al suo il cognome loro.

Il nonno, fiero ufficiale di cavalleria, cattolico, rifiutò: “Noi siamo Fer. Tout court!”: E giù in ginocchio un segno della Croce. E ora, piano, piano, entrate in punta di piedi, perché mia nonna, a quest’ora, sta pregando, ginocchioni, e piegata sull’inginocchiatoio che ora sonnecchia inutilizzato in casa di mia madre e che un giorno, spero, sarà mio. Osservate, adesso, e aguzzate le orecchie. Ecco, si sta facendo il segno della Croce e dice: “Nel nome del Padre del Figliuolo e dello Spirito Santo”. Sì, sì avete udito bene, ha detto proprio Figliuolo. Il cognome del nostro alpino! E andiamo a capo.

Ditemi, non vi sovviene nulla? I vaccini sono arrivati il giorno di Natale un dono del Messia (ma in realtà sono ben altro, ovviamente) e a offrirli è il Figliuolo, cioè, secondo le luminose filologie del nostro arcinemico, il Generale chiamato a far da cane da guardia alle distribuzioni vaccinali. Il finto Figliuolo che semina  le finte grazie prodotte dalle multinazionali farmaceutiche che hanno a cuore più che le vite le loro casseforti se non persino, chissà, qualcosa anche di peggio. Eccoci, di nuovo, nel magico mondo di Satana, sotto l’arcobaleno che stritola la Verità, offrendo ai poveri dormienti (noi) tutte le alchemiche menzogne che sparigliano il nume delle idee, lasciando dentro dubbi e tiepidezze. Tutta la filologia e la simbologia cristiana trasmutata in zolfo e fuoco infernale… Satana e i suoi una ne fanno e centomila ne pensano!

Così secondo il sillogismo socratico: Tutti gli alpini dicono la verità, Figliuolo è un alpino, Figliuolo, ergo, dice la verità, ed è anche il Messia delle farmaceutiche, arrivato nel sacro tempo del Natale… E poco importa se non fa che cambiar idea. Prima Astrazeneca no, ora astrazeneca sì. Bando a Johnson, Pfizer va bene per questi ma non per quelli e un minuto dopo tutto il contrario.

E senza dire che Pfizer, come ha detto Paolo Mieli, ex direttore del Corriere della Sera, è più pericoloso di Astrazeneca. Lasciamo questo punto e via a un’altra chicca del nostro nemico. Perché mai il Generale Figliuolo sbaglia sempre l’accento nella parola “regime”, facendo diventare sdrucciola una parola piana? Va bene, può essere un errore la prima volta, ma perché intestardirsi? Vuoi che un’anima bella non glielo abbia fatto notare? Eddai, su, non scherziamo! No, no, il buon Figliuolo, ben sapendo che regime (piana() vuol dire in pratica fascismo evita di evocar la verità, anche soltanto i n forma di una innocua parola, e sfida il ridicolo, seguitando a far diventare proparossitona una parola che non lo è. Va bene, nonostante le tre lauree, non gli farebbe male rinfrescar la grammatica italiana, a meno che, come pensiamo senza malizia, non sia un règime voluto…

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Ecco il collegamento per il libro in italiano.

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14 commenti

  • Davide Scarano ha detto:

    Francesco Paolo Figliuolo, in quanto responsabile della logistica degli alpini, è colui che ha organizzato la famosa “parata dei camion” a Bergamo. Maurizio Blondet, in un suo articolo, lo ha definito “il generale europeista e climatico”. Serve aggiungere altro? Era possibile aspettarsi che una diversa tempra di generale arrivasse al vertice stante il “pilota automatico” (copyright Draghi) applicato all’Italia via “euro regime”?

  • Olivetanus ha detto:

    Il Vocabolario Treccani dà come prima forma regìme e come “non comune” quella alla latina règime.

  • stilumcuriale emerito ha detto:

    Nel linguaggio tecnico régime e regìme hanno lo stesso significato: termine di una fase transitoria di un determinato evento e raggiungimento di una situazione stabile.
    Penna bianca è un alpino burocrate e forse più che di corde, piccozze e ramponi se ne intende di scartoffie: ordini di acquisto, bolle di consegna, movimento merci, gestione dei magazzini. E siccome il vaccinismo è un grosso affare non poteva essere messo nessuno migliore di lui a gestirlo.
    Good afternoon everybody.

  • stefano raimondo ha detto:

    Amici miei, oggi bisogna strisciare a quattro zampe, in questo “Stato”, e ragliare come un asino; è necessario far credere, in questa epidemia, che si è un asino – unico mezzo per tenersi incontaminato da questa follia. (Nietzsche – Frammenti postumi)

  • Enrico Nippo ha detto:

    “E senza dire che Pfizer, come ha detto Paolo Mieli, ex direttore del Corriere della Sera, è più pericoloso di Astrazeneca”.

    Ah …beh … se l’ha detto Paolo Mieli …

  • Adriana 1 ha detto:

    Giustissima l’attenzione della De Vito sulla scelta, sul tempismo e sull’uso delle parole. Orwell insegna…e il termine “negazionista” anche.

  • Chedisastro ha detto:

    Non mi è capitato di sentirlo il Figliuolo mentre pronuncia règime e stento quasi a crederlo. Non sono errori di grammatica, però, tutte le fantasiose alterazioni dei nomi più in uso, basti ricordare il famigerato “sindaca” prontamente adottato da giornalisti e personaggio alla moda. Sono in realtà un voluto rovesciamento dell’ordine naturale che esiste anche in una lingua, un rinnegamento di ciò che è stato da sempre e che ora deve essere abbandonato perché così vogliono i poteri asserviti al demonio,il quale nulla trascura di ciò che di bello esiste.
    Persino nelle scarpe costui è arrivato a mettere il naso, tanto che quel nulla che si fa chiamare fedez, indossa il numero 1 di una serie limitata di 666 paia con inserite alla base gocce di sangue umano.
    Leggere per credere:
    https://gloria.tv/post/FMQMiaxYfNrF37B21rPfUMLbV

  • enrico66 ha detto:

    Chiedo scusa a Benedetta De Vito ed a Marco Tosatti, ma devo andare fuori argomento.
    Mentre i morti sul lavoro sono quotidiani (stamani un altro a Pagazzano) la sedicente sinistra autoproclamatasi pro operai e lavoratori spende tutte le sue forze per l’approvazione del DL Zan.
    Gli italiani apriranno mai gli occhi?

    https://bergamo.corriere.it/notizie/cronaca/21_maggio_06/pagazzano-operaio-46-anni-muore-un-cantiere-edile-98b0dd94-ae49-11eb-8f4e-e883921d39f5.shtml

  • invinveritas ha detto:

    Mi son Alpin me pias el vin ..
    Il generale farà fare vaccinazioni di Barbera…

    • Marco Tosatti ha detto:

      Magari! E anche di Grignolino…

      • stilumcuriale emerito ha detto:

        Infatti io, sulle orme dei miei antenati, mi disinfetto due volte al giorno con un mezzo bicchierino di “aqua vitae”.

  • Veronica Cireneo ha detto:

    Chapeau…
    Chapeau che… non fa una piega.!
    Brava!