Giulio Cesare. Esito Ridicolo del Tentativo di Linciaggio della Preside. Chissà Perché…

27 Febbraio 2021 Pubblicato da

Marco Tosatti

L’incredibile vicenda del linciaggio mediatico a cui Repubblica ha sottoposto la preside del Liceo Giulio Cesare di Roma, rea semplicemente di far rispettare le regole della vita di Istituto e per questo attaccata dal collettivo studentesco Zero Alibi, supportato dalla cassa di risonanza del quotidiano romano dovrebbe essere giunta al capolinea, grazie al comunicato firmato dai genitori del  Consiglio di Istituto. I genitori del Liceo Giulio Cesare di Roma, rispondono al quotidiano Repubblica che ha recentemente attaccato gratuitamente la preside dell’Istituto, dopo la nota vicenda che ha riguardato un presunto divieto di parlare di tematiche come l’aborto e l’identità di genere.

Ecco il testo:

Siamo venuti a conoscenza di un articolo sul nostro Liceo Giulio Cesare, pubblicato on line sul sito di Repubblica Roma in data 22 febbraio u.s..

Già il titolo fa ben intendere quale sia il taglio dell’articolo, perché se le parole hanno ancora un senso (soprattutto nella comunicazione), il loro utilizzo non può essere certo casuale! “Liceo Giulio Cesare, chi è Paola Senesi: la preside che piega gli studenti e divide il quartiere” …piegare gli studenti e dividere il quartiere. Già il titolo, evocando un’immagine lontana da quella reale, avrebbe meritato immediata replica, ma nel volere dare una chance alle nostre cortesi autrici, abbiamo pensato di leggere tutto l’articolo, di documentarci bene e con informazioni certe, come ci si aspetterebbe da ogni giornalista/autore di articoli; l’abbiamo pensato noi genitori, che giornalisti non siamo….ma che insegniamo ai nostri figli l’importanza di approfondire sempre, di non fermarsi mai alla superficie delle cose, di ricercare sempre la Verità ed evitare il facile sensazionalismo. E soprattutto testimoniamo il rispetto delle idee altrui, rivendicando il diritto di poter sempre esprimere le proprie idee.

Tutto l’articolo, purtroppo, nei toni e nella modalità espressiva, va nella direzione esattamente opposta a quello in cui noi crediamo. Sulla vicenda in sé ci sono già comunicati, dichiarazioni che chiariscono nello specifico quanto avvenuto, sia da parte della Dirigente scolastica che dei ragazzi, e che evidenziano inequivocabilmente la realtà dei fatti accaduti che peraltro le stesse autrici dell’articolo per onestà di verità sono state costrette a riportare al termine del loro articolo, senza tuttavia potersi esimere dal definirli come “un’apparente pax dal sapore agrodolce”.

Come genitori del Consiglio di Istituto, membri eletti dai genitori del Liceo Giulio Cesare, esprimiamo la nostra più totale disapprovazione verso ogni tentativo di strumentalizzazione “ideologica” e “politica” di quanto avviene all’interno delle attività del Liceo Giulio Cesare. Non consentiamo che continuino ad utilizzarsi gratuitamente termini come “liceo nero” o di qualunque altro colore! Lo chiediamo non solo per rispetto nostro, ma soprattutto dei nostri figli: i ragazzi non sono merce di scambio per le vostre battaglie politico/ideologiche e sono ben lontani dalla definizione con cui le “gentili” giornaliste del tutto gratuitamente e arbitrariamente li etichettano “…. più che giovani affamati di rivoluzione, sembrano parole da consumati politici della prima repubblica.”

La nostra scuola ha dei fini educativi ben più elevati, in cui noi crediamo profondamente e per tale ragione ne rivendichiamo il rispetto come Istituzione. Allo stato dei fatti rinnoviamo la nostra piena fiducia alla Dirigente scolastica, al Corpo Docente e quanti, a diversi livelli, collaborano all’interno del Liceo. E soprattutto ringraziamo tutti i nostri ragazzi che hanno continuato in questi giorni a vivere la loro scuola serenamente, lasciando tutte queste polemiche all’esterno e dando loro il giusto peso, dimostrando in questa vicenda una maturità e autonomia di pensiero che di questi tempi è davvero merce rara.

I genitori del Consiglio di Istituto del Liceo Giulio Cesare

§§§

Nel frattempo si è svolto il “corso” voluto dagli studenti, nei giardini vicini all’Istituto, e come si vede dalla fotografia del quotidiano online H24 Trieste-Salario la partecipazione è stata sparuta.

Si sono svolti nel pomeriggio di oggi, 26 febbraio, in piazza Trasimeno, i corsi su aborto e identità di genere organizzati dagli studenti del Giulio Cesare. Circa 30 alunni si sono ritrovati nella piazza davanti al liceo: “Quello che è accaduto, con la censura dei corsi durante la Settimana dello studente, è stato grave – spiega Marcella Arena, del collettivo Zero Alibi -. Noi volevamo uno spazio all’interno della scuola per trattare tematiche di grande importanza come l’aborto e l’identità di genere. Non ci è stato concesso e ora ce lo siamo ritagliato all’esterno, a piazza Trasimeno. Non chiediamo altro se non la libertà di espressione”.

Il collettivo Zero Alibi, settimane fa, aveva raccontato di essersi visti vietare dalla preside, Paola Senesi, lo svolgimento dei suddetti corsi in occasione della Settimana dello studente. La dirigente aveva tuttavia respinto le accuse di censura in un comunicato.

Ecco il comunicato della Preside, come riportato da H24 Trieste Salario:

La preside del Giulio Cesare, Paola Senesi, respinge le accuse di aver censurato i suoi studenti. E lo fa tramite un comunicato diramato in seguito al caso scoppiato nello storico istituto del quartiere, dove gli alunni del collettivo Zero Alibi – in occasione della Settimana dello studente – hanno raccontato di essersi visti vietare dalla dirigente lo svolgimento di alcuni corsi su aborto e identità di genere.

La lettera della preside è scandita in sette punti, che sono i seguenti:

  1. “Questa dirigenza ha preso atto con sorpresa di alcuni titoli e articoli di stampa, di un post di studenti e di una nota firmata collettivamente da “I docenti del liceo Giulio Cesare” a proposito dell’annuale “Progetto Giornate dello Studente” organizzato dal 9 al 12 febbraio.
  1. Come d’abitudine la Dirigenza ha incontrato gli studenti rappresentanti di istituto; quest’anno è accaduto il 4 e il 5 febbraio 2021, naturalmente prima del Collegio docenti cui il programma sarebbe stato sottoposto per una valutazione.
  2. L’ultima versione del programma inviato dai ragazzi e poi trasmesso al Collegio non comprendeva due dei corsi inizialmente prospettati. La dirigenza ha ritenuto che le sue considerazioni, alcune perplessità sui titoli e contenuti delle proposte e l’invito a riformularle fossero state condivise dai rappresentanti degli studenti.
  3. Per quanto riguarda in particolare la proposta sul tema dell’aborto, la dirigenza ha ritenuto che essa non dovesse concentrarsi solo su una dimensione sociosanitaria, ma dovesse acquisire una maggiore rilevanza comprendendo anche altri aspetti essenziali della tematica, del resto principi fondanti della legge 194. I rappresentanti degli studenti non hanno inserito la proposta nella versione definitiva del programma da trasmettere al Collegio docenti né hanno riformulato la stessa né hanno riportato specifiche obiezioni in merito.
  4. Sul tema dell’identità di genere la dirigenza ha rimandato all’orientamento ministeriale che con la Nota n. 1972 del 15.09.2015 ha ribadito che “tra i diritti e i doveri e le conoscenza da trasmettere non rientrano in nessun modo né ‘ideologie gender’ né l’insegnamento di pratiche estranee al mondo educativo“. Anche in questo caso i rappresentanti degli studenti non hanno inserito la proposta nella versione definitiva da trasmettere al collegio docenti.
  • Per quanto attiene alla proposta riguardante l’occupazione italiana dei Balcani, la tematica è stata accolta con una riserva di riflessione legata al fatto che già era presente nel programma un argomento analogo riguardante il giorno del Ricordo delle foibe e dell’esodo. Anche in questo caso i rappresentanti degli studenti non hanno inserito la proposta nella versione definitiva inviata dagli studenti.
  1. Si precisa inoltre, a fronte di notizie perlomeno inesatte, che il dibattito di martedì 9 febbraio sulla situazione scolastica italiana si è regolarmente tenuto con relatori del Pd-Giovani democratici e di Generazione popolare; il Collegio docenti ha deliberato di espungere dal dibattito il relatore del Blocco Studentesco. Si rileva inoltre che i corsi offerti nell’ambito del “Progetto Giornate dello Studente”, in corso di svolgimento, sono i più vari e sono all’insegna del più ampio pluralismo ideologico e culturale, come si può facilmente constatare dalla lettura del programma e dal nome dei relatori.
  2. In sintesi le modifiche apportate al programma iniziale non sono certo frutto di un atteggiamento “censorio”, ma dell’esercizio della funzione di indirizzo e valutazione delle proposte degli studenti sul piano formativo. Analisi insomma delle proposte stesse e in qualche caso invito alla loro riformulazione in modo da poterle inserire in un contesto coerente con i programmi scolastici e dunque in accordo anche con le famiglie il cui ruolo educativo è richiamato nel Patto di corresponsabilità sottoscritto ogni anno”.

Resta da capire perché Repubblica ha deciso di scatenare questo assalto senza senso. A parte il fattore politico-ideologico, certamente fortissimo nel quotidiano, bisogna anche rilevare che la leader di Zero Alibi, Marcella Arena, è figlia di Filippo Arena, un grand commis dello Stato, Segretario Generale dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (più brevemente, l’Antitrust). Un cognome di fronte a cui un quotidiano come Repubblica può difficilmente rimanere insensibile…

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8 commenti

  • Iginio ha detto:

    Due cose.
    1. “Repubblica” ha pubblicato la doverosa lettera di smentita?
    2. Che i figli dei papaveri giochino a fare i rivoluzionari non è una novità, è cominciata già nel 1968. Evidentemente la storia non ha insegnato niente. Anzi, almeno allora i padri non erano sinistrorsi. Adesso sono i genitori i primi ad atteggiarsi a radical-chic e allo stesso tempo a fare carriera nelle istituzioni. E’ questo il groviglio da sbrogliare. E lo sarà solo se anche i “bempensanti” si sporcano le mani nella scuola, nell’università, nei mass media, nelle istituzioni statali. Magari guadagnando poco di stipendio, ma svolgendo un lavoro essenziale e di importanza capitale per il mitico Bene Comune.

  • FRANJO ha detto:

    La liquefazione della sinistra (non solo italiana, da altre parti è ancora peggio) è uno spettacolo abbastanza deprimente e sconfortante. La previsione di Augusto Del Noce si è pienamente realizzata.
    Complimenti alla Preside e ai genitori che hanno scelto di non cedere a tanto banale e acritico conformismo.

  • Virginio ha detto:

    Il sistema scolastico e quello universitario sono irriformabili, come è irriformabile il sistema democratico e repubblicano. Dovranno marcire e corrompersi completamente prima di rinascere sotto nuove forme; se mai rinasceranno, in vece di essere sostituiti e travolti da altri sistemi.

  • Adriana 1 ha detto:

    ” Snow-flakes” d’alto bordo. Cirinnipedi. Patetici.

  • stilumcuriale emerito ha detto:

    Sono contento per la Signora Preside e che continui così. Ordine e disciplina sono valori da trasmettere, non sono optional.

    • Iginio ha detto:

      “Signora preside”, eh? Mai sentito parlare di organi collegiali, dirigenti scolastici, rappresentanti di istituto, autonomia scolastica, piano dell’offerta formativa..?
      Andiamo bene, questo qui sarebbe il tizio che mi insultava perché gli facevo notare di essere fuori dal mondo reale da almeno quarant’anni…

      Per inciso: Ordine e disciplina non significano che la scuola debba essere caserma o collegio.

  • Enrico Nippo ha detto:

    Beh, che il Giulio Cesare sia un “liceo nero” non è che sia proprio infondato.

    Esattamente come il Mamiani è un “liceo rosso”.

    Il problema di sempre e inestinguibile è il fatto che fra i colori il nero è visto come il colore del diavolo, e il rosso (che è il vero colore del diavolo) è visto come il bianco dell’innocenza proletaria e radical-chic.

    Chi ha un po’ di anni ricorderà signore imbottite di soldi, imbellettate con pelliccia, scarpe da ginnastica e Repubblica sotto il braccio.

    Mi sembra che Repubblica sia peggiorata e di molto.

    E, che dire di quei poveri giovani sbandati di “Alibi
    Zero”? Lo Zero ce l’hanno dentro. E forse non è tutta colpa loro. Che poi è lo stesso Zero di Repubblica.

  • EquesFidus ha detto:

    “La libertà non è un’ideoligia”, leggo su quello striscione.
    Non vi dispiace se rido, vero?
    Io vedo un pugno di ragazzotti (per lo più ragazze, come da copione femminista) che giocano a fare i rivoluzionari, ovviamente rispettando distanziamento e mascherine d’ordinanza. Ebbene, come possono costoro (e soprattutto gli adulti dietro di loro, in primis i pretoriani de “La Repubblica”, che vogliono intimidire chiunque non la pensi come i loro padroni) discettare di libertà quando nemmeno sanno cos’è? Come possono parlare di libertà quando sono seduti per terra distanziati, con le museruole di stoffa sul volto, ad ascoltare passivi una tipa che insegna loro cos’è la liceità (che altro non è che una perversione della libertà), liceità che peraltro nel 90% dei casi è per costoro la normalità (fatta, per loro, di bestemmie ed incredulità, di sesso prematrimoniale, di stranosessualità praticata e/o accettata)? Cosa vogliono farsi insegnare, ciò che nei fatti già sanno e praticano? Cosa vogliono sentirsi raccontare, che l’aborto va benissimo, è un diritto, che chiunque può accoppiarsi con chi vuole, quando già queste cose, complice Internet, già sono state loro insegnate fin dalla culla?
    Questi, ricordatevelo, saranno i cittadini di domani; “La Repubblica” e padroni lo sanno bene, quindi vogliono intimidire chiunque non è dalla loro parte, con la scusa della “pluralità”, della “libertà”, per evitare che questi ragazzotti possano sentire una campana diversa e, a differenza della loro, veramente libera e sensata. Non esiste la “pluralità”, la “libertà” (che altro non è che una clava per bastonare chi non si adegua al politicamente corretto ed alla “cancellazione culture”) farlocca da loro promulgata: esistono la Verità (nella persona di Nostro Signore Gesù Cristo) e la Libertà (cioè essere messi nella condizione di poter scegliere di fare il bene, coerentemente con la Verità). Insegnate questo, ai ragazzi, invece del brutto, del volgare, dell’osceno, del banale; insegnate loro che la libertà non è una mascherina, il distanziamento, l’accoppiarsi con chi si vuole per poi, eventualmente, abortire ma seguire (per parafrasare Dante) virtù e conoscenza il più possibile, come pilastri (anche se fragili) della propria vita.
    Siete un liceo, giusto? Allora, se anche foste per la vostra rovina atei o agnostici (de facto, se non apostati dichiarati), almeno leggete Seneca e i suoi discorsi morali, almeno: il guaio è che la nostra società non solo ha dimenticato (anzi odia) i suoi maestri cristiani, ma ha pure dimenticato quelli pagani.