Benedetta De Vito e il Fiato di Malefica che Soffia dalle Televisioni.

14 Febbraio 2021 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, Benedetta De Vito ci regala un altro dei suoi excursus a metà fra il passato e il misero presente di Roma. Un racconto che in certi momenti e tocchi ha del pastello in prosa; e in altri i ritmi di un’invettiva misurata ma serrata, che nasconde il desiderio di alzare tono e volume…buona lettura.

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Era bello, durante l’ottobrata monticiana, scendere in piazzetta, sotto alla bella fontana dei Catecumeni, dove si apparecchiavano le lunghe tavolate per mangiar la porchetta d’Ariccia, panini e vino dei Castelli. E tutto era vivo, allegro, e non si pronunciavano parolacce come “assembramento” per raccontar  l’allegro e colorato scambio di chiacchiere e d’abbracci che erano pietanza dello stare insieme. Bar e ristoranti erano aperti, pieni di rumore e, i primi, di caffè e cornetti, e i secondi di spaghetti al sugo. Era il tempo dell’uomo che conosceva, sapiente, la grande verità.

Che cioè chi è solo è morto, come recita la geniale poesia “Pensa, uomo civile” di Rodolfo Wilckock, un bizzarro scrittore argentino che fece dell’Italia la sua Patria, scrivendo nella lingua nostra le sue intense poesie. E dunque, eccoci, soli, tutti quanti, e morti, con indosso, come scriveva il nostro poeta, la “maschera di Agamennone” che però non è d’oro, ma color clilestrino, nera o bianca, e comperata mestamente in farmacia. E il bello è che moriamo per non morire. Come se la morte avesse cominciato la sua danza a marzo dello scorso anno. E intanto muoiono, ma per davvero, esercenti, ristoratori, proprietari di palestre e piscine, aziende intere. La malattia c’è, ebbene curiamo i malati, con le cure che molti medici segnalano come ottime e abbondanti, ma non uccidiamo per questo un Paese.

Il fiato di Malefica, armato dalla paura, percorre le strade e le piazze del Rione Monti mio, delle nostre città e dei paesi. Lo “story telling” del terrore, insufflato dai telegiornali bianchi, rossi, gialli e verdi (cioè arcobaleno) divide le generazioni, mette le nonne contro i nipotini, invita i vicini di casa a farsi delatori, accende nella popolazione l’odio e il rancore ora verso i giovani che hanno la sola colpa di voler stare insieme, ora contro chi torna dal Brasile o dall’Inghilterra, in ondate d’odio che poco hanno di razionale e molto di psicotico. La “psicopandemia” ha trasformato i raduni e i ritrovi in deprecabili “assembramenti”, i luoghi dove essi si celebrano, da tempo immemore con allegre bicchierate e sorrisi e danze, cari al cuore, in pericolosi focolai di contagio da punire, chiudere, sbarrare, tenere sotto un pugno di ferro con regole senza capo né coda e dal respiro mozzo.  Colorar l’Italia serve a tener sul filo tutti, come sotto un’eterna spada di Damocle che può essere calata, a piacimento, come punizione per i birichini.

Sì, perché, nel fondo, diciamocelo, il governo ha reso infanti gli uomini e le donne, chiudendoli nell’utero rimediato della casa, incapaci di ribellarsi, come direbbe Pier Paolo Pasolini (e quanto ci manca) “feti adulti”. Che strano, mi viene in mente che proprio PPP, nella sua ultima intervista prima di morire, disse: “Io vado all’inferno, ma l’inferno sta salendo su da voi”. Un inferno di ghiaccio. Infatti nella Divina Commedia, Dante ha infilato nel ghiaccio i grandi, terribili traditori cioè Giuda, Bruto e Cassio.

Le regole dei colori fanno acqua da tutte le parti. Qualcuno, tra gli scienziati, potrebbe spiegarmi perché, in zona gialla, bisogna chiuder i ristoranti alla sera, quando il giorno posso mangiare in trattoria? E perché non posso bere un caffè al bar in zona arancione, quando vado a bermelo per strada, insieme a chi mi pare? La notte poi: coprifuoco. Che parolone, un latinorum per evocar guerra, l’orrore della notte, l’ignoto che scora il cuore… Il virus, infatti – lo sanno anche i bambini – indossato il mantello di Paperinik, parte all’attacco e tutti barricati in casa, senza poter respirare l’aria fresca che il Signore ci regala e che non è di proprietà del Comitato scientifico. Respirare ossigeno è un diritto, così come aprire il proprio ristorante in piena sicurezza, con l’amore che si deve avere per il prossimo e l’attenzione che chi ha un’attività possiede in modo naturale. E nel caos che ci governa qualcuno ha anche detto che proprio le case sono tane perfette per il Covid 19. La mia risposta da credente è: se mi ammalo, i casi sono due. Muoio e allora vado nelle dolci mani del Signore, oppure guarisco e allora resto in questa valle di lacrime.

Invece niente, c’è sempre uno scienziato pronto a minacciarci dal video, tirandoci le orecchie, e avvertendoci che la mazza può calarci addosso in qualunque momento e che noi non possiamo far nulla contro l’inevitabile. E noi, dietro le mascherine, gli occhi torvi affacciati al balcone della tristezza, vaghiamo, soli, nel gelo. Mancano soltanto i cani neri del film Quintet per render ancor più gramo il panorama. E io che per Roma circolo, sgambando dai Monti all’Ostiense, a volte incontro sulla via solo gabbiani impettiti dai freddi occhi che mi sembrano verdastri. Altroché gli assembramenti di cui vedo i racconti sui tg… E sogno, a volte, di ritrovarmi negli autobus affollati, carichi dell’odore dell’umanità e non di amuchina, vorrei essere in uno dei mercatini per hobbisti, dove non riuscivo magari a vender nulla, ma facevo amicizia con la vicina di stand che era una gran simpaticona e nello scambio merci c’era il sugo della vita. E vorrei abbracciare mia madre, senza che lei mi guardi torva, cercando di leggermi negli occhi se ho un poco di mal di gola oppure no…

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13 commenti

  • Maria Michela Petti ha detto:

    Torvo lo sguardo di una madre? E se fosse soltanto – anche se forse un po’ troppo – acceso dalla preoccupazione che un virus comunque resistente ai tentativi (fallimentari, sì) di debellarlo possa colpire quello che ha di più caro al mondo?
    In attesa che nella comunicazione istituzionale si imponga finalmente il linguaggio della chiarezza e della precisione e che i politici cooperino fattivamente – non limitandosi ad annunci – con task forces meno loquaci e più coordinate fra loro e con i referenti deliberanti. In modo da evitare anche gli effetti malefici di un’informazione che è specchietto e megafono di una Babele.

  • antonio cafazzo ha detto:

    Affinché questa domenica non sia tanto “infelice” è bene “divagare” un po’ con una notizia
    di “speranza” (Hope) e una noterella “giocosa”.
    La sonda spaziale HOPE degli Emirati Arabi Uniti è arrivata su Marte ieri.
    https://www.astronautinews.it/2020/11/la-sonda-hope-arrivera-su-marte-il-9-febbraio-2021/

    Vi lascerà un pacco con 100 copie della “Fratelli tutti” (in arabo).
    Il nostro Osservatore Marziano colà residente è stato incaricato di leggerla e spiegarla agli abitanti del pianeta rosso.

    • Nicola Buono ha detto:

      In realtà la missione segreta della sonda è quella di verificare l’abitabilità del corpo celeste. Se l’esito delle rilevazioni sarà positivo, gli europei saranno in massa trasferiti manu militari sul corpo celeste ed il vecchio continente sarà abitato dai residenti della Umma appartenenti alla religione dell’Ammore Eterno. Verrà così portato a termine con soddisfazione di tutti ( tranne degli europei) il Piano KALERGI.

  • Enrico Nippo ha detto:

    All’ingresso delle aule delle Istituzioni governative, delle Scuole pubbliche e private, dei Palazzi, dei Condomini, dei Grandi Magazzini e delle Case dovrebbe appendersi quello che in giapponese si chiama “Dokun” , ovvero le “Istruzioni della Via”, e che suona così:

    “ll sentiero nasce dal cielo come terreno comune su cui tutte le persone possono fare affidamento.

    Perciò coloro che ottengono questo sentiero dovrebbero proseguire su di esso e dovrebbero mantenerlo; perdere questo sentiero è immediatamente perdere l’orientamento, quindi non ci si dovrebbe allontanare dal sentiero nemmeno per un momento.

    Data la vita in questo mondo, si onora il sentiero umano realizzandolo, e quando si è saldamente sul sentiero dell’umanità si può resistere e unire le glorie dei cieli e della terra.

    Ma se uno esiste eppure non contribuisce con misura piena di magnanimità, giustizia, lealtà, dovere filiale e decoro, anche se il corpo può essere vivo, il cuore è già morto, e dovremmo considerare questo come un rubare la vita.

    In sostanza, lo spirito umano è divino, il divino è lo spirito; se non c’è allontanamento dal cuore, non c’è allontanamento dal divino. Così ogni movimento e ogni quiete è testimoniato dal divino, le conseguenze accompagnano ogni azione, e niente, nemmeno un ciuffo di capelli, viene disperso.

    Pertanto, quando veneriamo il cielo e la terra, rispettiamo il divino, onoriamo gli antenati, agiamo rispettosamente verso i genitori, obbediamo alla legge, stimiamo gli insegnanti, amiamo fratelli e sorelle, ci fidiamo degli amici, ci leghiamo come parenti, ci uniamo come vicini, viviamo in armonia come mariti e mogli, sosteniamo le persone in difficoltà, soccorriamo le persone in situazioni di emergenza, diffondiamo questo insegnamento e consigliamo gli altri, seguiamo il percorso con il cuore concentrato, correggiamo i nostri eccessi ci rinnoviamo, e cessando i nostri pensieri maligni, compiamo tutte le nostre buone azioni con cuori fedeli, ed anche se altri potrebbero non accorgersene, il divino lo sa immediatamente, e siamo in grado di ottenere maggiore felicità, vita più lunga, benefici per i nostri discendenti, diminuzione della malattia e sventura evitata: ognuna di queste è una benedizione del Dharma (Legge)”.

    • stilumcuriale emerito ha detto:

      Stai fondando una nuova religione ?

      • Enrico Nippo ha detto:

        No e non ci penso proprio, La Saggezza è già espressa da secoli in tutte le lingue e basterebbe prenderne atto, ovviamente allo scopo si incarnarla, altrimenti restano parole, anzi chiacchiere.

        Dokun, Le istruzioni della Via, fanno parte della cultura nipponica inerente il Budo: le Vie marziali giapponesi.

        Piuttosto, dimmi se ci trovi qualcosa di sconveniente e che non si addice al vivere cristiano. Anzi, ti sarai accorto che c’è addirittura una passaggio che richiama chiaramente il Vangelo.

  • antonio cafazzo ha detto:

    Ma domani… o al massimo dopodomani sarà peggio…

    Dal sito di A.M.Valli (https://www.aldomariavalli.it/2021/02/14/la-scimmia-felice-di-elon-musk-il-transumanesimo-e-il-mondo-nuovo/) riporto l’incipit per chi non ha avuto l’occasione di leggere già l’articolo…

    “Uno dei più avveniristici progetti di Elon Musk (il secondo uomo più ricco del mondo, imprenditore visionario, creatore di SolarCity, Tesla e SpaceX) consiste nell’impiantare un chip nel cervello delle persone allo scopo di regolare l’umore bilanciando i livelli ormonali all’interno dell’ipotalamo.
    Si tratta del progetto Neuralink, che è stato già avviato e che riguarda non solo il controllo delle emozioni, ma anche la raccolta dati, attraverso connessioni sempre più sofisticate tra computer e cervello.
    “Abbiamo già una scimmia con un impianto wireless, implementato nel cranio, che le permette di giocare ai videogiochi usando la mente” ha annunciato Musk. “Una delle cose che stiamo cercando di studiare è come far giocare le scimmie tra di loro in una versione cerebrale di Pong”. E poi, riferendosi alla scimmia, ha aggiunto: “Sembra davvero felice”.
    In un video di qualche tempo fa Neuralink ha mostrato le applicazioni attualmente possibili utilizzando un maiale, di nome Gertrude, nel cui cervello è stato installato un dispositivo in grado di inviare a un computer i dati sull’attività cerebrale. “
    …leggetelo tutto.

    • Paolo Giuseppe ha detto:

      @ Antonio Cafazzo
      Il problema è che tante persone credono a ciò che racconta Elon Musk.

  • Enrico Nippo ha detto:

    “E sogno, a volte, di ritrovarmi negli autobus affollati, carichi dell’odore dell’umanità”.

    L’articolo è apprezzabile ma “dell’odore dell’umanità” non sarei così sognante ed entusiasta.

  • stilumcuriale emerito ha detto:

    C’è un’ape che se posa
    su un bottone de rosa:
    lo succhia e se ne va…
    Tutto sommato, la felicità
    è una piccola cosa.
    (Trilussa)

  • pignolo e antipatico ha detto:

    Nella Commedia dantesca, Giuda, Bruto e Cassio non sono infilati nel ghiaccio, bensì masticati dalle tre bocche di Lucifero.