Giovanni Formicola. Riflessioni su Natale, Chiesa, Covid e Re Francesco II.

2 Gennaio 2021 Pubblicato da

(Immagine di Marco Matteucci)

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, Giovanni Formicola ci ha inviato alcune riflessioni sui tempi che stiamo vivendo, nella Chiesa e nel Mondo, e su un annuncio che è stato fatto nei giorni scorsi. Buona lettura, e Buon Anno. 

§§§

  1. Credo che ormai sia chiaro che cosa penso del covid (ieri sera ho cenato con la mia famiglia, comprese le mie due nipotine, mangiando deliziosi esseri che di solito nuotano nel mare e altre piacevolezze, nove persone a tavola più le due piccole, abbiamo atteso la mezzanotte, abbiamo brindato e verso l’una siamo tornati a casa). Un fenomeno sanitario, sopravvalutato e strumentalizzato (ciò dico alla stregua dei numeri veri, cioè percentuali, sulla popolazione, di positivi, malati, deceduti), fino a diventare un fenomeno psico-sociale di volontario asservimento, che sta producendo danni antropologici, politici ed economici propri d’ogni totalitarismo negatore delle più naturali e irrinunciabili libertà (sempre al plurale). Danni più gravi e di durata di gran lunga maggiore, di quelli causati dal coronavirus (che qualcuno denomina “cinavirus”).

Ora, però, emerge sempre meglio definito e riconoscibile un aspetto che riguarda i credenti, gli appartenenti alla Chiesa, chierici (anche molto altolocati) e fedeli. Tutti costoro (salvo sempre lodevoli eccezioni), nella scorsa primavera, hanno subito passivamente – se non con soddisfazione, in nome della santa profilassi medicale – la proibizione del culto pubblico, e quindi l’esercizio dei diritti e l’adempimento dei doveri di religione, perfino riguardante la celebrazione del triduo pasquale, compresa la partecipazione alla Santa Messa (quella televisiva NON è in alcun modo partecipazione), e la tutt’ora vigente restrizione e limitazione di tali doveri e diritti, a cominciare dal prosieguo dell’obbligo di profanazione dell’Eucaristia prendendola alla mano (DISINFETTATA!!!!!), ovvero di privarsene se non s’intende in alcun modo obbedire e seguire questa prassi oggettivamente blasfema. Ma soprattutto è stata ratificata l’ingerenza in stile messicano nel culto da parte dello stato, che ha proibito la Messa di mezzanotte a Natale.

Quest’atteggiamento “rispettoso” e timoroso delle autorità politico-sanitarie e delle loro invasioni di campo, in nome della paura della malattia e della morte (travestita o “giustificata” da preteso rispetto per il prossimo), si è ora evoluta in qualcosa di sostanzialmente altro.

Il covid sembra diventato, infatti, nella percezione della massa dei cristiani contemporanei una sorta di anticristo o di “precursore” di esso, l’unico e vero male, e il vaccino un evento escatologico, tanto che si è sentito dire ch’esso è fra le “luci di speranza”. Ora – è duro dirlo, ma sfido chiunque a negarlo – una simile affermazione esprime una fiducia poco sostenibile nel suo potere taumaturgico, proviene da chi è radicalmente incompetente per materia ad asseverarlo, e manifesta l’indifferenza verso il fatto ch’esso è il risultato della cannibalizzazione di esseri umani volontariamente “scartati” (rectius, assassinati prima di nascere), così “battezzando” il paradigma non cristiano secondo il quale “il fine giustifica i mezzi”, mentre in realtà se il mezzo è ignobile, tale diventa anche il fine (cit. Solzenicyn). Ma soprattutto un detto simile rivela un grave smarrimento d’orizzonte: un “normale” (nell’eone del peccato originale) male fisico diventa un fatto centrale, e non nei discorsi d’un’autorità sanitaria, ma in quelli dell’autorità morale; e la sua soluzione (più millantata che reale) una “luce di speranza”, là dove, in bocca a chi ha pronunciato questa locuzione, speranza può avere SOLO un senso teologale, trascendente, cioè finale, escatologico. E di escatologico, covid e vaccino non hanno e non possono avere nulla. L’orizzonte trascendente è evidentemente smarrito, e sostituito da quello – vano per definizione – immanente.

E vale il vero se si pensa che da ambienti, che una volta offrivano luce per comprendere e giudicare i fatti della storia e prendere retta posizione rispetto ad essi in chiave cristiana, è provenuto il giudizio secondo il quale il covid è da ritenersi l’evento dell’anno scorso più significativo, anche della sconfitta di Trump.

Orbene, anzitutto da questi ambienti sarebbe stato lecito attendersi che non si allineassero all’universo della tirannia e della falsificazione massmediatica della realtà, affermando per data una sconfitta ch’è probabile, anche molto probabile, ma non certa e comunque non dichiarata ancora istituzionalmente, e non riconosciuta dalla parte interessata. E sarebbe stato altresì lecito attendersi almeno un cenno ai brogli elettorali – alla fine dei conti dichiarati previamente (cfr. Hillary Clinton) e accertati successivamente – che potrebbero averla determinata. Ma, di più, sarebbe stato lecito attendersi che cogliessero in questa (ancora non certa: https://rumble.com/vcb089-30-12-2020-elezioni-usa-la-strategia-pence-si-rafforza-mn-63.html) sconfitta la vittoria del duo Biden/Harris, che significa l’intronizzazione del male, l’istituzionalizzazione del peccato mortale nel Paese più potente del mondo, cioè un’onda malefica che per decenni sommergerà il mondo occidentale, e non solo. E penso che tutti i credenti, anche chi s’è espresso valutando il covid un evento più significativo di tale intronizzazione, sappiano che un solo peccato mortale è fatto più grave della perdita di tutte le vite temporali presenti. Un buon sacerdote ha detto, con verità e giustizia, che neppure la peggiore pestilenza (non certo il covid) è comparabile con la vittoria di Biden/Harris, cioè con l’impero del male di cui sono mandatari/espressione. E solo in un mondo in cui non si crede più alla vita dopo la morte – e cioè ai novissimi, morte-giudizio-inferno-paradiso – si può avere vilmente paura di ammalarsi e morire (ancorché in misura quantitativamente minima: mai oltre lo zero virgola zero qualcosa per cento  sulla popolazione), più di quanto si tema il peccato. Ciò che ha dato occasione alla strumentalizzazione totalitaria dell’influenza da coronavirus (o cinavirus), per quanto maligna. Se però s’intende che il covid è l’evento più significativo dell’anno perch’è stato con i brogli la vera causa della “sconfitta” di Trump, che altrimenti avrebbe vinto in misura tale che non ci sarebbero stati brogli a tenere, e causa occasionale della svolta totalitaria dei governi “democratici” occidentali e soprattutto della prostrazione degli uomini di Chiesa e del loro smarrimento (rectius, sostituzione) d’orizzonte, allora si potrebbe essere d’accordo. Ma occorrerebbe essere più espliciti.

 

  1. Sapete tutti che l’ultimo re delle Due Sicilie è candidato formalmente alla canonizzazione, e quindi è stato dichiarato Servo di Dio. Sapete anche che sua madre, Maria Cristina, è già stata dichiarata beata. Quindi, non solo una santità discesa di madre in figlio – il che dai tempi di santa Monica e sant’Agostino non è più stato tanto frequente -, ma addirittura le ultime due coppie di regnanti nelle Due Sicilie (regno a suo tempo non tra i più piccoli e meno significativi del mondo) sono state toccate dalla santità. C’è stato un mondo, la Cristianità detta spregiativamente Medio Evo, in cui a regnare erano i santi – da Luigi IX di Francia, a santa Brigida di Svezia, a sant’Alfredo d’Inghilterra, a sant’Enrico imperatore e a tanti altri il cui elenco sarebbe troppo lungo, fino all’imperatore beato Carlo d’Austria, ultimo regnante in quello che fu il sacro romano impero -, il che dà ad una civiltà l’unica sua vera cifra: quanti santi ha “prodotto”, non quanti migranti ha accolto (qui vincerebbe la celebrata Svezia, peccato che di santi, da secoli, nisba). Il nostro Sud è stato segnato dalla santità dei suoi ultimi sovrani. Saranno loro a farlo riemergere dall’abisso in cui – complici i suoi nemici storici, cioè i regnanti affiliati alla Rivoluzione – è oggettivamente precipitato. Le radici profonde e irrorate dall’acqua santa e dalla grazia di Dio prima o poi germogliano: è sedimentato un inesauribile, prezioso giacimento di santità.  

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20 commenti

  • EquesFidus ha detto:

    I satanisti, che lo siano sul serio (e sono più di quanti immaginiamo, anche in alto loco, ne sono certo) o solo per convenienza (e sono tutti i piccoli anticristi che si agitano come larve sulla carcassa di questo Occidente miserabile e senza Dio) sono alla frutta, per questo devono muoversi.
    Anzitutto, la gente è stufa marcia del Covid. E Covid qui, e Covid là, e Covid su, e Covid giù; sempre e solo il virus cinese, in tutte le salse, in tutte le conversazioni, a tutte le ore del giorno e della notte, su tutti i media di regime che a voce unisona riportano statistiche lecitamente sospette di una epidemia gonfiata ad arte per propositi politici: basta, non se ne può più! Non aumenta la paura e la sottomissione (come vorrebbero), aumenta l’irritazione, l’ansia, la voglia di strapparsi dalla faccia quella museruola che ci hanno imposto e di gettarla a terra! Al netto dei pochi ipocondriaci e di chi ancora si abbevera alle fonti velenose di un governo illegittimo che governa con un certo piglio dittatoriale, che distruggerà l’Italia pur di arrivare al semestre bianco per poter eleggere un futuro Presidente della Repubblica che possa boicottare le prossime elezioni, fatto a loro immagine e somiglianza (quindi, un radical-comunista), nessuno si fida più della follia di un governo di incompetenti al servizio di potenze straniere e di potentati economici. E’ di oggi la notizia che l’87% degli italiani (una percentuale assolutamente bulgara) non vuole più “Giuseppi” e sodali al potere, e che ben il 32% vuole andare subito ad elezioni. Sono un governo finito, con partiti che saranno costretti (loro sì come un virus) a mutare ed a cambiare nome pur di continuare a promuovere il sistema clientelare che mantiene al potere la sinistra in Italia dai tempi del fascismo ad oggi.
    Costoro, i piccoli opportunisti nostrani ed i grandi satanisti stranieri, sanno di essere alla frutta: per questo brigano, a Londra come da noi, di introdurre lo psicoreato, di abolire il prima possibile il contante (su cui non hanno il controllo assoluto e che può essere usato contro di loro), di bandire la (vera) religione e la morale con le leggi sull’”omofobia” e sui vari “crimini d’odio”. Lo sanno e hanno paura: hanno paura perché pensavano di avere il controllo sul mondo, che sarebbe bastato abolire la proprietà privata (sogno comunista) a favore di pochi super-ricchi che controllino il destino del mondo (sogno liberalista), magari alterati geneticamente e fusi con le macchine per vivere in eterno (delirio transumanista), spandendo al contempo miseri spiccioli alla vasta massa di disperati senza Dio col velenoso “reddito universale”, per avere il dominio sull’uomo. Beh, si sbagliavano, e ora rischiano: rischiano che, se per quest’estate, vaccino o meno, dittatura de facto o meno, non saranno riusciti a conquistare definitivamente il potere rischieranno di finire con le loro teste mozzate piantate sui pali (figuratamente o letteralmente). Hanno paura perché loro obbediscono al loro oscuro padrone, “ma Dio aveva altri progetti”. Hanno paura perché il male corrompe (e infatti sono bravissimi a corrompere, diffondendo ogni vizio ed ogni perversione), ma solo il bene crea; e se il motore riuscisse, anche solo per un soffio, a ripartire tossendo, saranno cavoli amari per molti.
    Questo lo sanno benissimo, e lo temono: come hanno detto loro stessi per bocca dei loro servetti, il tempo per “il Grande Reset”, che dovrebbe inaugurare l’Era del Demonio dopo quella Cristiana, fondando il “Reich dei Mille Anni” che è la fantasia più sfrenata (oserei dire erotica) della zeccaglia straniera che detta legge a noi italiani, è limitato, se la finestra di opportunità verrà chiusa potrebbero passare anni, forse decenni prima che la tecnologia ed il popolo bue dimentichi e loro (o i loro figli, apprendisti e leccaterga vari) possano tornare alla carica. A quel punto, dovremo assicurarci che quanto accaduto ora, in questi mesi non abbia più da ripetersi: anche dovesse scoppiare un’epidemia di peste bubbonica, anche dovessero volare le atomiche, noi dovremo essere ora e sempre liberi, liberi di esercitare la giustizia (rendere a ciascuno ciò che gli spetta) e la pietà (rendere a Dio ciò che gli spetta, cioè il culto) sempre e comunque.
    Allora, io vi propongo una cosa: da qui fino a luglio, ogni venerdì del mese, preghiamo e digiuniamo tutti assieme, perché si avveri la promessa del Magnificat. Preghiamo e digiuniamo perché Dio disperda i superbi nei pensieri del loro cuore; perché rovesci i potenti dai troni ed innalzi gli umili; perché ricolmi di beni gli affamati e rimandi i ricchi a mani vuote; perché soccorra il popolo cristiano (=la nuova Gerusalemme) che, nonostante i suoi peccati e la sua inadeguatezza, cerchi di rimanergli fedele. Preghiamo e digiuniamo, perché la partita non è ancora persa; perché i radical-comunisti sanno che hanno puntato grosso e ora rischiano di perdere tutto; perché i satanisti, pur tra bestemmie e strepiti, odiano e temono il Salvatore (in cui credono, anche se in pubblicano si professano atei o, come dicono loro, “laici” eccome se ci credono), e sanno che il loro oscuro principe rischia di tornare in quella cloaca infernale che è l’unico posto che lo merita. Uniamoci assieme, nei Sacramenti (celebrati in modo cattolico, e non al piacere del masson Bugnini!), nella preghiera e del digiuno e riusciremo a respingerli tutti. C’è chi diceva che servirebbero almeno 3 o 4000 uomini armati per salvare l’Italia dal virus diabolico che la impesta (che non è il Covid, ma l’anticristianesimo, l’incredulità militante, l’odio verso Dio e verso i Suoi figli di adozione tramite il Battesimo), ebbene io vi dico che per la promessa di Cristo ne bastano tre: due fedeli uniti nell’intenzione di preghiera, e Cristo stesso. Perché con Dio dalla propria parte tutti i numeri del mondo non contano nulla: Dio ha tratto l’umanità dal fango di una pallina che rotola nello spazio, Dio può suscitare figli di Abramo anche dai sassi, Dio può tranquillamente mettere fine a questa farsa diabolica, abbattere finalmente questo mefitico rudere che è l’Occidente senza Dio, facendolo crollare sulla testa dei parassiti, avvoltoi e scheletri danzanti che lo infestano.

  • Cesaremaria Glori ha detto:

    Il povero e apparentemente sfortunato Franceschiello che, persino nella casa reale, era ridicolizzato con l’epiteto di Lasagna, si rese grato a Dio con una fermezza sostenuta dalla fede e da una moglie tanto coraggiosa quanto fedele (quanta differenza con la sorella Sissi che adorava solo se stessa!). I suoi fedeli soldati dimostrarono sul campo il loro valore non solo contrastando il più forte e agguerrito nemico ma dando un fulgido esempio di fedeltà a Messina e a Civitella del Tronto. Galantuomini come il colonnello Beneventano del Bosco che per la sua lealtà fu stimato persino da Garibaldi, lasciano concludere che il Regno delle Due Sicilie fu sconfitto da un potere maligno e pilatesco e non per codardia del suo popolo. Popolo cui fu tolto anche l’onore col disprezzo dei suoi figli che furono chiamati briganti.

    • Enrico Nippo ha detto:

      Solo una parola è stonata: “pilatesco”.

      Lasciamo stare Pilato, invece di usarlo come il prezzemolo.

    • Iginio ha detto:

      Il popolo delle Due Sicilie? In Sicilia era ferocemente antiborbonico. Nella “Sicilia citra Farum”, ossia la parte peninsulare, i briganti fecero danni soprattutto ai loro conterranei. Il brigantaggio era un fenomeno endemico, che anche i Borboni avevano cercato di reprimere, per esempio in Puglia.
      La storia bisogna studiarla, non orecchiarla.
      Tra l’altro, bizzarra questa fissazione per il “popolo” da parte di chi si dichiara nostalgico di aristocrazie fantasticate…

  • Iginio ha detto:

    Dimenticavo: l’avv. Formicola, se vuol darsi alla politica, farebbe bene a darsi da fare per far ripristinare la filovia da Napoli a Torre del Greco, utile mezzo di trasporto realizzato negli anni Cinquanta, quando a Napoli le cose funzionavano e i lavori pubblici si facevano, e oltretutto non inquinante.

  • Iginio ha detto:

    Premesso che santa Brigida di Svezia non regnava su alcunché e premesso che non tutti i regnanti medievali erano santi (Filippo il Bello dove lo mettiamo?) e premesso che Carlo d’Asburgo NON regnava sul Sacro Romano Impero e che il Sacro Romano Impero (estinto nel 1804) da secoli non era né sacro né romano né impero e che anche nell’Impero asburgico la massoneria era forte, mischiare religione e politica è quanto mai pericoloso. A destra come a sinistra. Basta pliniate e trombonate alla Invernizzi&Sanguinetti.
    O dobbiamo rimpiangere anche Giuseppe II, magari?
    Sorvoliamo poi per pietà sulla patetica affermazione del Sud salvato dai suoi ultimi regnanti dal Cielo.
    Due storielle, tanto per gradire.
    1. Negli anni ’40 dell’Ottocento il foggiano Francesco Saverio Altamura si trasferì a Napoli per diventare un pittore. Fu introdotto alla corte di re Ferdinando II, il quale però non gradì i suoi dipinti. Altamura fu sulle barricate del 1848, dove colpì qualche soldato borbonico, e poi fuggì in esilio (nel Granducato di Toscana, pensate un po’), condannato a morte in contumacia. Nel 1860 tornò a Napoli al seguito di Garibaldi. Divenne consigliere comunale ma non si trovò a suo agio e presto abbandonò la politica. Anni più tardi, mentre esponeva i suoi quadri a Parigi, l’esposizione fu visitata dall’ex re Francesco II il quale, a chi gli faceva notare: “Ecco un vostro suddito che si fa onore”, replicò amaramente: “Ex suddito, semmai”, mentre Altamura assisteva in silenzio imbarazzato compiangendo l’ex re. Qualche anno prima, nella Napoli post 1860, ritiratosi dalla politica, dipinse un quadro raffigurante fanciulle che portavano fiori a un crocifisso sul Vomero, allora campagna. Il dipinto fu acquistato dalla Deputazione provinciale, quindi da un organo politico amministrativo del Regno d’Italia dei cattivoni Savoia e dei massoni, secondo la vulgata plinian-formicoliana.
    Tutto questo a dimostrazione del fatto che la realtà è molto più complessa degli schematismi ideologici.
    2. «Quali i dati, secondo cui le due Sicilie sarebbero state, al 1860, superiori alle altre regioni d’Italia, in particolar modo al Piemonte ? Poche le imposte, un gran demanio, tenue e solidissimo il debito pubblico, una grande quantità di moneta metallica in circolazione… È quello che ogni giorno si ripete comunemente. Ora, né tutto è esatto né esso vale come indice di maggiore ricchezza pubblica e privata. Poche le imposte, perché la ricchezza mobile e le successioni erano del tutto libere; ma ben gravi le tariffe doganali e la imposta sui terreni, assai più gravi che altrove. La fondiaria, con gli addizionali, saliva tra noi a circa 35 milioni, mentre in Piemonte non dava più di 20; così anche per le dogane, che avevano cinto il Regno d’una immensa muraglia, peggio che nel medio evo, quando almeno ora Pisa e Venezia ora Genova e Firenze avevano quaggiù grazia di privilegi e di favori. Tutto ricadeva, come nel medio evo, per vie dirette sui prodotti della terra, per vie indirette su le materie prime e le più usuali di consumo delle classi lavoratrici. Eran poche, si, le imposte, ma malamente ripartite, e tali, nell’insieme, da rappresentare una quota di lire 21 per abitante, che nel Piemonte, la cui privata ricchezza molto avanzava la nostra, era di lire 25,60. Non il terzo, dunque, ma solo un quinto il Piemonte pagava più di noi. E, del resto, se le imposte erano quaggiù più lievi, non tanto lievi da non indurre il Settembrini, nella famosa «Protesta» del 1847, a farne uno dei principali capi di accusa contro il Governo borbonico, assai meno vi si spendeva per tutti i pubblici servizi: noi, con 7 milioni di abitanti, davamo via trentaquattro milioni di lire, il Piemonte, con 5, quarantadue. L’esercito, e quell’esercito!, che era come il fulcro dello Stato, assorbiva presso che tutto; le città mancavano di scuole, le campagne di strade, le spiagge di approdi; e i traffici andavano ancora a schiena di giumenti, come per le plaghe dell’Oriente. Secoli di miseria e di isolamento, non i Borboni, ultimi venuti e, come un giorno sarà chiaro allo storico imparziale, non essi — di fronte al paese — unici responsabili del poco o nessun cammino fatto dal ’15 al ’60, durante quei tre o quattro decenni di fortunata tregua economica non mai avveratasi per lo innanzi: lunghi e tristi secoli di storia avevano compressa ogni forza, inceppato ogni moto, spento ogni lume, perché, suonata l’avventurosa ora del Risorgimento, noi avessimo potuto essere qualche cosa dippiù di quel niente che eravamo. De’ due terribili malanni — secondo il Cavour — del Mezzogiorno, la grande povertà, e, frutto di questa, la grande corruttela, i Borboni furono la espressione, non la causa: essi trovarono, forse aggravarono, non certo crearono il problema meridionale, che ha cause ben più antiche e profonde. Alle mostre delle industrie mondiali, prima di Londra 1855, poi di Parigi del 1857 ove finanche la Turchia ed il Giappone mandarono i loro prodotti, noi soli mancammo, noi, gli abitanti della piccola Cina di Europa …. Questo il felice Regno dalle poche imposte ? […]»

    (Il Mezzogiorno e lo Stato Italiano, Giustino Fortunato, pp. 336-337)

  • Enrico Nippo ha detto:

    Piuttosto, invece di correre troppo dietro al fatale, inarrestabile sconquasso che assorbe troppo le nostre menti, nutriamoci di cose belle

    https://youtu.be/W0tFByw_Y_g

    • MARIO ha detto:

      Dirò di più: nella Valtorta Gesù dice che il comando di Dio ad Adamo ed Eva (circa l’albero della conoscenza del bene e del male, e l’albero della VITA) riguardava proprio la procreazione.
      Essa doveva avvenire come è avvenuto in Maria Vergine (generando veri figli di Dio), e per questo Maria è chiamata “Nuova Eva”.

      • Boanerghes ha detto:

        Infatti.
        E senza nessun rimpianto, poiché questo stato rappresentava nella carne la signoria dell’uomo, fatto di carne e anima, nei confronti del resto del creato.
        Nessun dolore e nessuna sofferenza.
        Lo stato della donna poi è veramente invidiabile.
        Forse non si riflette abbastanza sul versetto: chi ti ha fatto sapere che eri nudo? Hai forse mangiato dall’albero ?
        Però, Mario, parlare di questo in un mondo che ormai ,anche tramite la sua Chiesa, sta legittimando moralmente l’omosessualità, è come dare le cose sante ai cani.

  • Enrico Nippo ha detto:

    Non sono affatto convinto sull’uso di Immagini sacre a scopo di denuncia del malaffare imperante.

    A mio parere, equivale a tirarle giù dalla loro Trascendenza ed a mischiarle con le squallide beghe umane.

    Giuseppe che parla di mascherine è abbastanza squallido.

    Poi non ci lamentiamo se ci imbattiamo in presepi strani, a partire da quello a san Pietro.

    Occorre guardarsi, a mio avviso, da ogni invischiamento del Sacro col profano. Altrimenti facciamo il gioco degli Orchi.

  • ALESSANDRO O ha detto:

    Sono d’accordo su tutto, ma occorre ricordare che purtroppo viviamo già in un mondo orwelliano, in cui non è vero ciò che è vero, ma è vero ciò che l’elite VUOLE che sia vero. Come l’elite va affermando la sciocchezza che si possa essere di sesso diverso da quello biologico, E PUNISCE SEVERAMENTE CHI PENSA IL CONTRARIO, sostiene pure che il vaccino sarebbe la promessa escatologica. Ma io, questa percezione, non la vedo nei fatti. Ovunque leggo commenti di gente che IL VACCINO NON LO VUOLE FARE. Preso atto di questo l’elite massonica, e gli utili idioti ad essa connessi, come mattarella e il conte giuseppe, che vanno affermando che è un dovere vaccinarsi, COSTRINGERANNO LA GENTE AD ASSUMERE IL VACCINO, un veleno eticamente e fisicamente nocivo, e si proclameranno Salvatori dell’umanità, insieme all’OMS che a quanto pare sta per Organizzazione Massonico-Satanista.

  • Applausi ha detto:

    Alla splendida vignetta che andrebbe diffusa ovunque, in questi tempi così privi di speranza !

    • Ignazio antiocheno ha detto:

      Ci sono vignettisti che, pubblicando le loro vignette, hanno fatto fortuna. Giorgio Forattini docet. Non conosce qualcuno alla Verità, dottor Tosatti, a cui raccomandare il nostro ?
      Tratto sicuro, battute feroci. Altro che Altan !

  • Marco Matteucci ha detto:

    NOSTRA SIGNORA DI ANGUERA – REGINA DELLA PACE

    “Cari figli, Io sono la Regina della Pace. Sono venuta dal Cielo per chiamarvi a una conversione sincera e per dirvi che questo è il momento opportuno per il vostro ritorno al Signore. La guerra tra la vera e la falsa chiesa sarà intensa. Restate con Gesù. Questo è il tempo del dolore per gli uomini e le donne di fede. Nulla sarà facile, ma il Signore agirà per il Suo Popolo. Non dovete perdere la speranza. Coloro che rimangono fedeli fino alla fine riceveranno la ricompensa dei giusti. Il Mio Signore attende la vostra testimonianza sincera e coraggiosa. Cercate la forza nella preghiera e nell’Eucaristia. Ascoltate i Miei Appelli, perché desidero condurvi a Colui che è la vostra Via, Verità e Vita. Non c’è vittoria senza croce. Datemi le mani. Camminerò insieme a voi e vi condurrò su un cammino sicuro. Siate del Signore. Non dovete permettere che il fango delle false dottrine vi trascini nell’abisso. Voi siete del Signore e solamente Lui dovete seguire e servire. Qualunque cosa accada, rimanete fedeli al vero Magistero della Chiesa del Mio Gesù. STATE ATTENTI. ASCOLTATEMI…”

    Se vuoi leggere tutto:
    https://reginadelcielo.wordpress.com/2021/01/02/nostra-signora-di-anguera-regina-della-pace-173/