Voci Ebraiche per la Pace. Elementi e Notizie da USA, Gaza, Cisgiordania.
30 Gennaio 2025
1 CommentoMarco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, offriamo alla vostra attenzione alcuni elementi che sicuramente non trovano spazio sui giornali di regime, e che invece vanno conosciuti e diffusi per contrastare l’antisemitismo di chi vuole vedere negli ebrei tout court e non in un governo e in un’ideologia nefasta che lo ispira – e nelle complicità interessate – i responsabili dello sterminio a Gaza e in Cisgiordania. Il primo è un ricordo di Hind Rajab.
La memoria di Hind Rajab vivrà per sempre, proprio come lo spirito della Palestina non si spegnerà mai.
Oggi è un anno da quando Hind Rajab, una bambina di sei anni, ha trascorso tre ore agonizzanti al telefono, pregando i primi soccorritori di salvarla dall’auto dove i militari israeliani l’avevano intrappolata e uccisa la sua famiglia.
@palestineredcrescent i medici Ahmed Al-Madhoun e Yusuf El-Zeino hanno tentato di salvare Hind, ma i militari israeliani li hanno uccisi prima che potessero raggiungerla. Un’indagine di @forensicarchitecture ha rivelato che i soldati israeliani hanno sparato 355 proiettili nell’auto, nonostante avessero una visione chiara e libera di Hind intrappolata nell’auto, e ricevendo messaggi da decine di organizzazioni mediche e per i diritti umani che imploravano di poter salvare il bambino.
Hind, e tutti i bambini della sua età, dovrebbero poter trascorrere il loro tempo a ridere e giocare con gli amici, circondati dall’amore, non assistendo a tragedia inimmaginabile, solo per diventarne vittima. Hind meritava una vita bellissima, piena di crescita, gioia e il calore di una famiglia e di una comunità fiorenti.
La scorsa primavera, quando gli studenti della Columbia University hanno lanciato il più grande movimento contro la guerra degli ultimi 70 anni con il loro accampamento, hanno ribattezzato Hamilton Hall “Hind’s Hall. ” Sui social media hanno postato: “Che la memoria di Hind viva in tutte le persone e i luoghi che la onorano. ”
Che sia così.
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Poi c’è questo post pubblicato su Instagram da voceebraicaperlapace con un video di testimonianza sulla Shoah. Cliccate sul collegamento per vedere il video.
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Mi sembra interessante anche questo video sulle torture subite dai palestinesi nelle prigioni israeliane.
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Questo invece è un post pubblicato su Instagram da Jewish Voice for Peace, che testimonia di come quel gruppo in Vermont abbia voluto ricordare, il 27 gennaio, tutti i genocidi, e non solo quello compiuto verso gli ebrei.

Membri di Jewish Voice for Peace VT-NH si sono riuniti sul prato dello Stato per piangere vite perse nell’Olocausto nazista e tutti i genocidi storici con azioni rituali.
I discendenti dei sopravvissuti all’Olocausto e di altri genocidi hanno parlato domenica 26 gennaio sulle scale dello Stato in vista della Giornata Internazionale della Memoria dell’Olocausto. Il capitolo Vermont/New Hampshire di Jewish Voice for Peace, la più grande organizzazione ebraica del mondo solidale con la Palestina, ha organizzato l’evento e il rituale per commemorare vite perse a causa di genocidi storici e in corso. Nella sua designazione, questo giorno di lutto esiste sia per riconoscere l’orribile perdita di vite umane avvenuta nel genocidio nazista, sia per evitare che il genocidio si ripeta.
Cittadini del Vermont si sono riuniti sul prato dello Stato per partecipare ai riti di lutto ebraico e ascoltare le testimonianze di diversi discendenti dei sopravvissuti all’Olocausto e di un discendente del genocidio armeno. Diverse centinaia di fiori di papavero fatti di carta rossa sono stati piantati nella neve per ricordare le migliaia di vite palestinesi perse nell’ultimo anno dell’assalto di Israele a Gaza, che numerose indagini internazionali e gruppi per i diritti umani hanno determinato essere un genocidio.
Le canzoni erano guidate dal L’Chaim Collective, un gruppo con sede nel Vermont che costruisce una comunità ebraica gioiosa e in cerca di giustizia, e dai Brass Balagan, una band di musica di strada con sede nel Vermont. Partecipano anche un certo numero di grandi marionette create dal Teatro Pane e dei Burattini, che rappresentano gli antenati che vegliano su coloro che si sono riuniti per l’azione rituale.
Il capitolo JVP VT/NH tornerà alla Camera di Stato martedì 28 gennaio per una giornata di avvocatura legislativa. I membri della JVP chiederanno ai legislatori statali, nello spirito del Giorno della Memoria dell’Olocausto, di unirsi alla delegazione del Congresso del Vermont per esprimersi contro il genocidio del governo israeliano contro il popolo palestinese, abilitato e sostenuto dai dollari delle tasse dei cittadini del Vermont.
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E infine due elementi relativi alla guerra che Israele conduce contro l’informazione. Come sapete non è permesso a giornalisti stranieri entrare a Gaza, neanche adesso durante la “tregua”. il primo elemento è un video che elenca i giornalisti uccisi a Gaza, oltre duecento, un numero straordinario.
Il secondo elemento racconta come due giornalisti del New York Times siano stati aggrediti e minacciati da soldati israeliani mentre svolgevano il loro lavoro, “coprendo” il rilascio di prigionieri palestinesi.
Un soldato israeliano ha usato la canna del suo fucile per colpire il giornalista del New York Times Aaron Boxerman, secondo un servizio del giornale lunedì.
Boxerman si trovava vicino all’ingresso di una casa a Gerusalemme dove si stava celebrando l’accoglienza di Ashraf Zughhayer di ritorno a casa dalla prigione. Zughhayer è stato liberato come parte dello scambio di ostaggi di Gaza, ha riferito il New York Times.
Il soldato ha poi sventolato il suo fucile carico contro un altro giornalista del New York Times, Natan Odenheimer, che si è identificato come giornalista, secondo il NYT. Lo stesso ha detto a Odenheimer che non gliene importava nulla, aggiungendo quello che il giornalista ha definito un insulto.
I soldati israeliani hanno anche puntato i loro fucili contro i partecipanti al partito, anche se un video verificato dal NYT mostrava che i partecipanti rispettavano i comandi dei soldati e non rappresentavano alcuna minaccia. I soldati hanno urlato volgarità ai parenti di Zughhayer e hanno “colpito” suo padre al petto.
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Tag: cisgiordania, gaza, jewish voice, voce ebraica
Categoria: Generale
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