«L’Asse del Male»? Se Guardiamo senza Paraocchi, l’Asse del Male Siamo Noi. Giovanni Lazzaretti.
29 Gennaio 2025
3 CommentiMarco Tosatti
Carissimi StilumCuriali, il prof. Giovanni Lazzaretti, che ringraziamo di cuore, offre alla vostra attenzione queste riflessioni ben documentate e ben condivisibili, sull’ipocrisia sanguinosa dell’Occidente. Buona lettura e diffusione.
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Taglio Laser
25 gennaio 2025, Conversione di San Paolo
27 gennaio 2025, Sant’Angela Merici
28 gennaio 2025, San Tommaso d’Aquino
«L’Asse del Male» siamo noi
L’IMPERO DEL MALE
L’espressione “Impero del Male” riferito all’Unione Sovietica uscì dalla bocca del presidente USA Ronald Reagan l’8 marzo 1983 parlando all’annuale assemblea della National Association of Evangelicals. Un discorso corposo, 20.000 caratteri, 8 pagine A4.
Vediamo l’espressione nel suo contesto.
«Quindi, vi esorto a parlare contro coloro che vorrebbero mettere gli Stati Uniti in una posizione di inferiorità militare e morale. Sapete, ho sempre creduto che il vecchio Berlicche(1) riservasse i suoi migliori sforzi a voi nella chiesa. Quindi, nelle vostre discussioni sulle proposte di congelamento nucleare, vi esorto a stare attenti alla tentazione dell’orgoglio, alla tentazione di dichiararvi allegramente superiori a tutto e di etichettare entrambe le parti come ugualmente colpevoli, di ignorare i fatti della storia e gli impulsi aggressivi di un impero malvagio, di definire semplicemente la corsa agli armamenti un gigantesco malinteso e di conseguenza di togliervi dalla lotta tra giusto e sbagliato, bene e male.»
Come tutti i discorsi, andrebbe letto in integrale per capire cosa voleva comunicare Reagan.
All’inizio c’è un lungo percorso attraverso la preghiera, le tematiche della vita e dell’aborto, la contraccezione, la pornografia, il sesso tra adolescenti, le droghe. Non credo che fosse solo una “captatio benevolentiae” nei confronti di un’assemblea religiosa, sono convinto che ci credesse davvero.
Ma alla fine questo “impeto morale” sfocia in altro.
«Fu C. S. Lewis che, nelle sue indimenticabili “Lettere di Berlicche”, scrisse: “Il male più grande non viene compiuto ora in quelle sordide ‘tane del crimine’’ che Dickens amava dipingere. Non viene compiuto nemmeno nei campi di concentramento e nei campi di lavoro. In quelli vediamo il suo risultato finale. Ma viene concepito e ordinato […] in uffici puliti, ricoperti di moquette, riscaldati e ben illuminati, da uomini silenziosi con colletti bianchi, unghie tagliate e guance rasate che non hanno bisogno di alzare la voce.”»
Questi, secondo Reagan, sarebbero i Sovietici, nelle loro finte pretese di pace e di fratellanza. E quindi, dopo aver esortato l’assemblea a non essere complici dell’impero malvagio, si arriva al finale.
«Credo che saremo all’altezza della sfida. Credo che il comunismo sia un altro triste e bizzarro capitolo della storia umana le cui ultime pagine si stanno ancora scrivendo. Credo questo perché la fonte della nostra forza nella ricerca della libertà umana non è materiale, ma spirituale. E poiché non conosce limiti, deve terrorizzare e alla fine trionfare su coloro che vorrebbero rendere schiavi i loro simili. Perché nelle parole di Isaia: “Egli dà forza allo stanco e accresce il vigore a colui che è spossato. … Ma quelli che sperano nel Signore acquistano nuove forze, si alzano a volo come aquile, corrono e non si stancano”»
È un discorso del tipo “Dio è con noi”, abbastanza usuale per un popolo come gli statunitensi che si crede “messianico”.
Poi capita che l’impero del male si dissolva. E allora bisogna inventare altro.
L’ASSE DEL MALE
A Reagan toccarono in fondo piccole cose: l’invasione di Grenada, il bombardamento di Bengasi per colpire Gheddafi.
In quell’occasione il governo libico dichiarò che gli USA erano divenuti preda di un delirio di onnipotenza: ambivano al ruolo di gendarme del mondo. Ogni soggetto non disposto a essere vassallo dell’America diveniva per questo un fuorilegge, un terrorista, o il diavolo in persona.
Una sorta di profezia.
In effetti nel 1991, con la Guerra del Golfo di Bush padre, il “gendarme del mondo” alza il tiro.
Poi alza il tiro Clinton: bombarda in Europa, sulla ex Jugoslavia e su Belgrado.
Finché arriva la “manna” delle Torri Gemelle, e il “gendarme del mondo” può invadere l’Afghanistan.
A quel punto Bush figlio può coniare l’espressione “Asse del Male”(2): riprende la parola Asse che ha sempre una certa efficacia (Asse Roma-Berlino-Tokio, il RoBerTo di fascistica memoria), riprende il concetto di Reagan sul Male che sta “altrove”, piazza l’etichetta su Iraq, Iran e Corea del Nord, e poi mediaticamente viene fuori una versione più estesa che comprende anche la Libia e la Siria.
L’Asse del Male sarebbe una congerie di Stati fomentatori di terrorismo internazionale e produttori di armi di distruzione di massa. L’espressione, in tre parole, illustra di fatto il piano poliennale di intervento armato degli Stati Uniti.
E quindi giù botte sull’Iraq (2003), con mano ben più pesante rispetto al 1991.
Poi addosso alla Libia (2011) che, da paese più prospero dell’Africa, diventa luogo di guerra permanente (siamo a 14 anni di Libia dissestata). Stavolta il presidente USA è Obama, ben connesso con Francia e Regno Unito.
La Siria vive gli stessi 14 anni di guerra (sotto Obama, Trump e Biden), solo che la caduta dell’uomo forte Bashar al-Assad avviene nel finale della guerra e non all’inizio come per Gheddafi in Libia.
Adesso a Damasco comanda Al Jolani. Cosa ci si possa aspettare di “democratico” da un ex-Isis che ha radunato una quarantina di gruppi jihadisti, non è dato sapere. Da un rappresentante dell’Islam politico non ci si può aspettare altro che uno stato islamico.
Ma chi se ne importa, l’importante è aver dato un colpo all’Asse del Male.
«Israele sta smantellando l’asse del male dell’Iran». Lo ha dichiarato il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, alla Knesset in occasione della visita del presidente del Paraguay, Santiago Pena.(3)
Netanyahu? Cosa c’entra Israele con l’Asse del Male? Beh, Bush figlio conia l’espressione e Israele ne gode i frutti. Insanguinati.
Terrorizzare e trionfare.
RIPARTIAMO DA CAPO. ISLAM E DEMOCRAZIA.
Accantoniamo per un momento l’Asse del Male, e veniamo a Correggio, Reggio Emilia.
Ho letto il libro “Solo Sindaco” di Marzio Iotti, già sindaco di Correggio dal 2004 al 2013. Metà del libro è occupato dalla vicenda En.Cor., nota a livello locale, ma ci sono anche diverse storie e aneddoti amministrativi.
A Correggio un paio di negozi in disuso erano stati adibiti a luoghi di preghiera mussulmana. Il sindaco, dopo una rissa tra pakistani in centro al paese, propone agli islamici un luogo fuori paese, vicino al cimitero. Luogo ragionevole, che riscuote un generico assenso da parte degli islamici. Ma c’erano due diverse associazioni sul territorio, che non si amavano particolarmente tra loro.
Il sindaco si appoggia allora a un pakistano che parla un buon italiano, e ne fa un “mediatore culturale”. Gli propone una soluzione democratica: votate, chi vince gestisce il luogo, garantendo comunque l’accesso anche all’altra componente.
Lui mi guardò con un sorriso pieno di comprensione e mi rispose a bassa voce, quasi a non voler farsi sentire da altri: «Vede signor sindaco, noi non siamo abituati alla democrazia… abbiamo bisogno che qualcuno ci dia degli ordini. Solo così per noi le cose possono funzionare…». Mi sentii molto ingenuo e spiazzato.
L’ovvio. Il mondo mussulmano è incompatibile con la democrazia.
Mi è ritornato in mano un vecchio DVD del 2014, con una conferenza del cristiano siriano Samaan Daoud nel salone parrocchiale di San Martino in Rio: l’incompatibilità tra islam e democrazia l’ha ribadita più volte.
E Samaan auspicava la tenuta di Bashar al-Assad, perché era l’unica ancora di salvezza per il mondo cristiano in Siria.
È COSÌ STRANO CHE L’ISLAM SIA INCOMPATIBILE CON LA DEMOCRAZIA?
Non c’è niente di strano nell’incompatibilità tra islam e democrazia.
- Esiste la legge naturale universale. Precede le leggi degli Stati, le guida, le giudica.
- La democrazia è una ragionevole forma di gestione dello Stato solo se è fondata sulla legge naturale universale. Altrimenti è solamente “formalismo democratico – elettorale”.
- L’Islam per sua natura è incompatibile con la democrazia, avendo nel suo DNA diverse violazioni della legge naturale universale: quanto meno la disparità tra uomo e donna, tra mussulmano e non mussulmano.
- L’Islam può invece aderire a un formalismo democratico – elettorale; normalmente lo fa se qualcuno gli punta una pistola alla tempia.
- Nell’Islam vediamo storicamente 4 macro-forme di governo: dittature che non lasciano spazio alle minoranze (Arabia Saudita), regimi collettivi fondamentalisti (regime degli ayatollah in Iran, regime dei talebani in Afghanistan), dittatura laiche (Saddam in Iraq, Assad in Siria, Gheddafi in Libia, Mubarak e poi Al-Sisi in Egitto, eccetera), formalismo democratico (più o meno si mettono delle schede nell’urna nell’attuale Libia, nell’attuale Tunisia, e in qualche altro paese).
- Il formalismo democratico nell’Islam non funziona: o vincono le elezioni i fondamentalisti, e ricadiamo quindi in un’altra forma di regime; oppure chi vince non è in grado di controllare il territorio (Iraq, Libia, Tunisia).
L’unica forma che consente alle minoranze di sussistere all’interno dell’Islam è la presenza di un uomo forte di impostazione laica.
- Mussulmano abbastanza da non scontentare i mussulmani.
- Forte abbastanza da stroncare fondamentalisti e terroristi.
- Laico abbastanza da lasciar vivere e da tutelare la comunità cristiana e le altre minoranze.
L’uomo forte laico non piace all’occidente, infatti li spazziamo via tutti(4).
Il pakistano che diceva all’ex sindaco di Correggio «abbiamo bisogno che qualcuno ci dia degli ordini» diceva una grande verità.
E un cristiano di Siria potrebbe aggiungere: «ed è bene che quello che dà gli ordini sia un uomo forte laico, invece che un fondamentalista islamico».
LA DEMOCRAZIA NON È UN VALORE
La democrazia non è un “valore”.
La democrazia è un ragionevole metodo di partecipazione popolare, purché soddisfi ad almeno due condizioni.
- La società è permeata di diritto naturale.
- I partiti sono enti presenti sul territorio e luoghi di ritrovo e di dibattito per i cittadini.
Queste condizioni si sono più o meno verificate nel trentennio d’oro della prima repubblica.
Mancando il diritto naturale ci si ritrova con la solita frase di San Giovanni Paolo II: «Una democrazia senza valori si converte facilmente in un totalitarismo aperto oppure subdolo, come dimostra la storia».
E, se i partiti non sono luoghi presenti sul territorio, diventano semplicemente un menu di scelta elettorale, come se fossimo al ristorante. Solo che, pur essendo i piatti sempre scadenti, non abbiamo un altro ristorante al quale rivolgerci in alternativa.
Questi piatti scadenti stanno ormai in tutto l’occidente, secondo la sua gerarchia.
Prima ci sono gli USA, ça va sans dire: padroni del mondo grazie al dollaro, gendarmi del mondo grazie a una spesa militare abnorme finanziata dal dollaro (ossia finanziata dalla esportazione del loro debito).
Poi c’è la rete dei Cinque Occhi (Australia, Canada, Nuova Zelanda, Regno Unito, USA).
Poi c’è la NATO, che ingloba la quasi totalità dell’Europa.
Poi c’è la UE, ampiamente sovrapposta con la NATO.
Poi c’è Israele, che lascio collocare a voi nell’ordine gerarchico. Potete anche metterlo sopra agli USA: nessuno infatti può diventare presidente USA mostrando distacco da Israele.
Tutta questa rete ha assunto la “mentalità messianica” del gendarme del mondo, gendarme perché si auto-attribuisce una superiorità morale, in qualità di “paesi democratici” che tutelano “i valori occidentali”.
Ma, poiché siamo apostati del diritto naturale (l’abbiamo avuto in mano, e abbiamo abiurato), la nostra democrazia è solo formalismo democratico, esattamente come quella che andiamo a imporre occasionalmente in un paese islamico.
ASSAD ERA UN MOSTRO?
Assad era un mostro? Beh, lo è diventato mediaticamente quando l’occidente ha deciso che doveva diventarlo.
Qualunque male vogliate attribuire a Bashar al-Assad è niente in confronto al male che abbiamo fatto alla Siria per abbatterlo: sanzioni terribili per il popolo e guerra permanente.
Tra i princìpi di diritto naturale c’è anche quello della “guerra giusta” o della “giusta ribellione all’oppressore”. Il Catechismo scrive così.
2243 La resistenza all’oppressione del potere politico non ricorrerà legittimamente alle armi, salvo quando sussistano tutte insieme le seguenti condizioni: 1. In caso di violazioni certe, gravi e prolungate dei diritti fondamentali; 2. Dopo che si siano tentate tutte le altre vie; 3. Senza che si provochino disordini peggiori; 4. Qualora vi sia una fondata speranza di successo; 5. Se è impossibile intravedere ragionevolmente soluzioni migliori.
C’è però un’ulteriore condizione implicita che bisogna ben evidenziare: ossia che “la resistenza all’oppressione” non deve essere fatta da oppressori peggiori. Nel caso della Siria la cosa è evidente.
Solo l’uomo forte (e uomo forte significa uno che mena) è in grado di tenere a bada il fondamentalismo islamico, ossia l’islam politico che tenta di creare Stati islamici governati dalla Shari’a.
«Senza che si provochino disordini peggiori». Pensate che l’abbattimento di Assad sia avvenuto senza provocare disordini peggiori? Vedete voi. La Siria era un paese stabile, senza debito, con un ragionevole livello di vita e di cultura, con una minoranza cristiana del 10%, con una convivenza tra sunniti e sciiti (in maggioranza alawiti).
Il tutto sotto il necessario uomo forte: il pugno duro del partito unico prima, il progressivo cammino di partecipazione poi, guidato comunque da un uomo forte.
Adesso potrà solo diventare uno stato islamico sunnita, dal quale verranno “ritagliate” fette di terra controllate dalla Turchia e da Israele. E sarà probabile teatro di guerra stabile tra turchi e curdi, nonché guerra civile tra maggioranza sunnita e minoranza sciita (alawita).
La minoranza cristiana verrà ovviamente via via smantellata, perché sarà in balia della “Shari’a di fatto” a livello locale in attesa che arrivi la “Shari’a di diritto” a livello nazionale.
Perché è avvenuto tutto questo? Perché la Siria dava fastidio a Israele, la cui ossessione è quella di trascinare il mondo in una guerra contro l’Iran. Non lo dico io, lo dice Netanyahu.
«Israele sta smantellando l’asse del male dell’Iran».
GUARDIAMO IL MONDO SENZA PARAOCCHI
Facciamo un po’ di inventario.
La Libia è il luogo dell’instabilità permanente e della guerra civile permanente. Dopo la guerra del 2011, la guerra 2014-2020 (6 anni e mezzo) portò alla creazione di 435.000 sfollati interni su una popolazione di 6.800.000 abitanti. L’Indice di Sviluppo Umano, che vedeva la Libia 2011 al 53° posto, adesso la vede al 92° posto.
La Siria è distrutta. Comandata da jihadisti, priva ormai di protezione per le minoranze, è distrutta nel senso più profondo della parola (struttura statale, infrastrutture, depredazione delle risorse, morti a valanga, povertà estrema causata dalla guerra e soprattutto dalle sanzioni create dai nostri “valori occidentali”, assenza di confini).
La Striscia di Gaza è distrutta.
La Cisgiordania è ridotta a un’autonomia fatiscente, con violenze continue.
Il Libano è perennemente sotto tiro, pressato tra Siria e Israele. La bancarotta del marzo 2020 seguita dalla terribile esplosione di Beirut del 2020 sono devastanti episodi “non bellici” che si uniscono a una situazione di instabilità e di guerra più o meno permanente dal 1975.
L’Iraq è un macello: guerra del 1991, embargo decennale, seconda guerra del 2003, guerra civile e guerriglia anti USA fino al 2011, sconfinamenti nella guerra di Siria, guerra allo Stato Islamico (ISIS, Daesh) fino al 2017. Facciamo 1 milione di morti per fare cifra tonda (per difetto), oltre alla distruzione di tutto. Secondo la Costituzione del 2005, l’Iraq è una repubblica parlamentare, federale e democratica. Il codice civile prevede la legge islamica come fonte del diritto. Ossia è uno Stato islamico, con democrazia formale.
L’Afghanistan ha vissuto 20 anni di guerra, per ritornare al punto di partenza, ossia il governo dei Talebani.
La nostra azione di “gendarmi del mondo” produce questi esiti.
E non dimentichiamo la guerra d’Ucraina. Il “tirare a cimento” la Russia fino a provocare la guerra d’Ucraina aveva anche lo scopo di renderle impossibile la difesa dell’alleato siriano. E anche lì facciamo i gendarmi del mondo finanziando il regime ucraino nato dal colpo di Stato del 2014, fingendo a noi stessi di “difendere la democrazia”.
TORNIAMO A LEWIS
«Fu C. S. Lewis che, nelle sue indimenticabili “Lettere di Berlicche”, scrisse: “Il male più grande non viene compiuto ora in quelle sordide ‘tane del crimine’’ che Dickens amava dipingere. Non viene compiuto nemmeno nei campi di concentramento e nei campi di lavoro. In quelli vediamo il suo risultato finale. Ma viene concepito e ordinato […] in uffici puliti, ricoperti di moquette, riscaldati e ben illuminati, da uomini silenziosi con colletti bianchi, unghie tagliate e guance rasate che non hanno bisogno di alzare la voce.»
Reagan propose questa frase applicandola ai Sovietici.
Ma, oggettivamente, viene meglio se applicata all’apparato militare-finanziario che gestisce gli USA e l’occidente in generale.
In altre parole prima o poi bisogna che la guardiamo in faccia la nostra coscienza sporca: l’Asse del Male siamo noi.
C’è qualche porcheria dalla quale siamo esenti?
- Distrutta la democrazia, trasformata in democrazia formale, con i politici sottomessi ai finanzieri, e i finanzieri che fanno fare il lavoro sporco ai politici.
- Distrutta la proprietà del singolo, attraverso il debito e gli interessi passivi.
- Distrutta la libertà degli Stati, attraverso il debito e gli interessi passivi.
- Distrutta la famiglia.
- Distrutta la vita: contraccezione, aborto, denatalità, eutanasia.
- Distrutta l’identità più profonda: teorie gender e correlati.
- Distrutta l’infanzia: pornografia, accesso precoce a Internet.
- Distrutta l’informazione, basata tutta sulla rete degli “editori responsabili”, che riprendono rilanci di agenzia senza un minimo di ragionamento, e che prima o poi faranno fare il lavoro alla cosiddetta “intelligenza” artificiale.
- Distrutta la sicurezza energetica, dando la gestione ai privati e tagliandoci fuori dall’energia a basso costo.
- Distrutti interi paesi per favorire la finanza (Libia). Non lo dico io, lo disse Sarkozy, presidente della Francia: «La Libia è una minaccia per la sicurezza finanziaria del genere umano».
- Distrutti interi paesi per favorire Israele (Iraq, Siria). Non lo dico io, lo dice Natanyahu: «Israele sta smantellando l’asse del male dell’Iran».
- Distrutto il diritto di guerra. Ormai uccidere i civili è la norma, non l’incidente.
- Elevata la menzogna a supporto dell’azione politica: armi di distruzione di massa, covid incurabile, cambiamenti climatici, demonizzazione dell’anidride carbonica, eccetera.
Con questo voglio dire che gli altri sono migliori di noi?
No, dico solo che noi, che possedevamo il diritto naturale, siamo diventati apostati e quindi siamo diventati per nostra scelta i peggiori di tutti.
Il mondo islamico non è certo il regno del diritto naturale, ma, nei fatti, aveva trovato qua e là forme di autoritarismo ragionevole nelle quali anche una minoranza cristiana poteva campare.
Abbiamo fatto i gendarmi e siamo stati dei gendarmi fallimentari.
Noi, l’Asse del Male.
FINALINO
«Ma tu non stai bene in occidente?»
Certo che sto bene. Ma forse ho assorbito un po’ l’espressione “I care” che usava don Milani e vorrei che stessero bene anche gli altri.
E poi so benissimo che lo “stare bene” in una società dove tutti i fondamentali sono violati è una condizione effimera: il totalitarismo subdolo ci mette un attimo a diventare totalitarismo aperto, basta guardare la gestione del covid.
Oppure può far sparire i tuoi beni in un attimo, come accadde con la crisi dei mutui subprime.
Certamente stavamo meglio nel trentennio d’oro a traino democristiano, dove il diritto naturale, il diritto internazionale, il rispetto per i civili, la volontà di mediazione, l’economia reale, erano tenuti un po’ più in considerazione.
E in ogni caso non voglio essere complice: se Israele, gli USA, i Cinque Occhi, la NATO, la UE, l’OMS, e compagnia cantante fanno delle porcherie, mi viene naturale dirlo.
Non mi tiro fuori dall’occidente. Ma, avendo il Catechismo del 1997 in libreria assieme a tante altre cose interessanti, mi ritengo un “occidentale non decaduto” che ancora si abbarbica al diritto naturale.
Purtroppo il bastone del comando è in mano agli “occidentali decaduti”, gli occidentalisti per i quali l’occidente è diventato ideologia.
Un’ideologia molto semplice: «noi siamo i buoni e perciò abbiamo sempre ragione»(5).
Giovanni Lazzaretti
NOTE
[1] Screwtape, nel testo inglese. The Screwtape Letters è il titolo originale de “Le lettere di Berlicche” di Clive Staples Lewis.
[2] Discorso sullo stato dell’Unione, 29 gennaio 2002.
[4] Sto più o meno copiando me stesso. È l’argomento del numero Zero di Taglio Laser, 29 giugno 2015.
[5] Già scritto nel Samizdat n.19 del 26 febbraio 2022.
Andare su Youtube, far partire
https://www.youtube.com/watch?v=Et8eiLURIFk
poi, al minuto 1 e 38”, alzarsi in piedi e mettersi a cantare: «e sempre in fila per tre // marciate tutti con me // e ricordatevi i libri di storia // noi siamo i buoni e perciò // abbiamo sempre ragione // andiamo dritti verso la gloria».
Questa è l’essenza dell’occidentalismo.
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Categoria: Generale
Tra l’altro…
“Da 40 anni facciamo guerre senza vincerne nemmeno una. È evidente che vincerle non è mai stato il vero scopo.” (Pete Hegseth, nuovo capo del Pentagono).
Questo articolo riporta in cronologia fatti storici. E contro i fatti a nulla valgono le argomentazioni. L’asse del male è in occidente controllato dalla finanza sioyankees. I suoi complottistici fini, sono delineati e disponibili per chi vuole porre un minimo di attenzione alle dinamiche e sottoporle a ragionamento. Siamo in un guaio molto grosso.
Grazie per questo articolo molti duro,la verità fa male.La differenza col trentennio d’oro sta nel fatto che non sapevamo niente,ma il materialismo nichilista della massoneria su cui si fonda l’Occidente finanziario guerrafondaio c’era già tutto in nuce.Non rimpiangerei i democristiani,il compromesso tra il bene e il male non è possibile,se i buoni stanno zitti ,vincono i cattivi .