Notizie dal Medio Oriente mentre si Dibatte se Sia in Corso un Genocidio o una Semplice Pulizia Etnica.
28 Gennaio 2025
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, mentre si è appena celebrato il giorno della Liberazione di Auschwitz e della Memoria della Shoah, il 27 gennaio 1945, offriamo alla vostra attenzione alcuni elementi relativi a quanto sta accadendo, ora, in Medio Oriente. Cominciamo con un post su Instagram di Jewish Voice for Peace, il coraggioso gruppo ebraico americano:
Oggi è la Giornata internazionale della memoria dell’Olocausto. Oggi, ci addoloriamo per le vittime dei genocidi sia della Germania che di Israele mentre lottiamo insieme per un futuro liberato.
***
Il secondo è un post de L’Antidiplomatico. Cliccate sul collegamento per il video.
***
Il terzo è un post pubblicato da jasminamadne su Instagram:
Un nuovo crimine si aggiunge alla lunga lista dei crimini dell’occupazione izzrahelliana.
Cercavano di tornare al nord su un semplice carretto trainato da un asino.
Questo attacco è una chiara violazione degli accordi di cessate il fuoco,
un’altra dimostrazione dell’indifferenza verso la vita umana dei palestinesi …..
***
Poi c’è questo articolo de Il Post, che ringraziamo per la cortesia:
Nel sud del Libano l’esercito israeliano ha di nuovo ucciso persone libanesi che cercavano di rientrare nelle proprie case

Lunedì 27 gennaio, per il secondo giorno consecutivo, l’esercito israeliano che occupa il sud del Libano ha attaccato un gruppo di persone libanesi che stavano cercando di tornare nelle loro case: due sono state uccise e almeno 17 sono state ferite, ha detto il ministero della Salute libanese. Domenica, in un attacco simile, l’esercito israeliano aveva ucciso più di 20 persone e ne aveva ferite più di 130. L’esercito israeliano ha sostenuto di aver sparato dei colpi di avvertimento per eliminare quelle che ha definito delle generiche «minacce», senza spiegare di che genere di minacce si trattasse.
Alcuni gruppi di persone libanesi stanno cercando di rientrare nelle proprie case dopo che nella notte tra il 25 e il 26 gennaio è scaduto il cessate il fuoco tra Israele e il gruppo politico e militare Hezbollah stipulato lo scorso novembre. Dopo la fine del cessate il fuoco l’esercito israeliano avrebbe dovuto ritirarsi dalla zona, ma già la scorsa settimana aveva fatto sapere che non lo avrebbe fatto. Lunedì il governo degli Stati Uniti ha detto che l’accordo per il cessate il fuoco è stato prolungato, grazie alla sua mediazione, di tre settimane, fino al 18 febbraio.
***
Poi c’è questo articolo de l’IndipendenteOnline:
RAMALLAH, PALESTINA OCCUPATA – Sono duecento i prigionieri palestinesi rilasciati nel pomeriggio di ieri, 25 gennaio, in cambio delle quattro soldatesse arrestate da Hamas il 7 ottobre scorso in una delle basi militari che sorvegliavano la frontiera con Gaza.
Sedici dei detenuti politici palestinesi liberati sono stati trasferiti all’ospedale europeo di Khan Younis (Gaza), mentre 114 sono arrivati a bordo di due pullman al Ramallah Entertainment Complex.
Gli ex-prigionieri scesi dai bus indossano ancora la tuta grigia delle carceri israeliane, molti portano cicatrici visibili sul volto e sulla nuca. Tutti appaiono fragili e magri.
Alcuni mostrano evidenti difficoltà a camminare, e numerosi indossano guanti di plastica blu, probabilmente a causa di un’infezione da scabbia, malattia utilizzata come metodo di tortura nelle prigioni di Tel Aviv.
Nelle “democratiche” carceri israeliane appaiono aver subito condizioni detentive peggiori di quelle riservate da Hamas alle soldatesse israeliane liberate poche ore prima.
Ad aspettarli c’erano centinaia di persone, tra parenti, amici e cittadini desiderosi di esprimere solidarietà.
Tra loro c’è R., che sta aspettando il rilascio di suo cugino. «Sono troppo felice, grazie Gaza – dice a L’Indipendente – mio cugino sta venendo rilasciato dopo sette anni di prigione. Ne avrebbe dovuti fare 17», afferma. Non riesce a trattenere la gioia e ha quasi le lacrime agli occhi.
«Hanno impedito ai suoi genitori di venire, li hanno bloccati a Beita. Ma noi siamo qua».
«Grazie Gaza – ripete – grazie per quello che ha fatto per tutti noi».
***
Inoltre c’è questo articolo di Inside Over, che ricorda il rapimento e la prigionia del direttore dell’ospedale di Gaza nord, Hussan Abu Safiya:
Un mese fa, il 27 dicembre 2024, l’esercito israeliano faceva irruzione nell’ospedale Kamal Adwan a Beit Lahiya e ne arrestava arbitrariamente il direttore, il dott. Hussam Abu Safiya , insieme ad altro personale medico e pazienti. Il raid israeliano di dicembre ha messo fuori servizio l’ultima grande struttura sanitaria nel nord di Gaza.
Nei primi giorni della sua detenzione arbitraria, le autorità israeliane hanno negato di tenere il dott. Abu Safiya sotto la loro custodia. Solo il 5 gennaio 2025 hanno notificato che il dott. Abu Safiya era sotto la loro custodia.
Secondo le testimonianze dei prigionieri rilasciati, il dott. Abu Safiya era trattenuto nel campo militare di Sde Teiman, definita da organizzazioni per i diritti umani un “inferno”.
Il dott. Abu Safiya è stato poi trasferito nella prigione di Shikma prima di un’udienza fissata per il 9 gennaio quando il tribunale di Ashkelon ha esteso la sua detenzione senza accuse fino al 13 febbraio 2025. Gli è stato negato l’accesso all’assistenza legale e ha partecipato all’udienza tramite videochiamata.
Dopo l’udienza, è stato trasferito nella prigione di Ofer, in Cisgiordania occupata, dove è attualmente detenuto. Il 22 gennaio Israele ha prolungato il divieto di accesso all’assistenza legale fino al 6 febbraio 2025.
Numerosissime le mobilitazioni di cittadini e organizzazioni per i diritti umani che chiedono la liberazione del dottor Abu Safiya che non è ancora stato inserito nell’elenco dei prigionieri da liberare nell’ambito dell’accordo di cessate il fuoco tra Israele e Hamas.
#freedrhussamabusafiya #gaza #palestine
***
Di conseguenza, i palestinesi sono costretti a usare un numero limitato e limitato di strade per uscire o entrare dal governatorato passando attraverso posti di blocco militari dove le forze di occupazione israeliane perquisiscono le loro auto, controllano l’identità dei cittadini e trattengono i civili. Le nuove limitazioni estano ulteriormente la vita quotidiana dei palestinesi.
Le misure dell’esercito israeliano sono parallelamente agli attacchi in corso dei coloni nelle aree meridionali, occidentali e orientali del governatorato, con l’obiettivo di terrorizzare i palestinesi e di sfollarli dalle loro terre per sequestrarli e costruire insediamenti ebrei illegali che separano le comunità palestinesi.
Hassan Breijieh, un ricercatore nel campo degli insediamenti, ha affermato che le forze di occupazione israeliane hanno installato 53 porte militari nel governatorato di Betlemme dall’inizio della guerra israeliana a Gaza il 7 ottobre 2023, la maggior parte di loro sono definitivamente chiusi, quindi i palestinesi non possono attraversarli. I blocchi di cemento sono stati posizionati su altre 36 strade.
https://www.middleeastmonitor.com/20250121-israel-seals-bethlehem-with-89-gates-barriers-concrete-blocks/
***
Vedete questo video postato da L’Antidiplomatico
***

La missione dei medici è stata autorizzata dalle autorità israeliane il 9 gennaio 2024, con piani per la loro partenza sicura il 22 gennaio 2025, ha dichiarato il gruppo. Tuttavia, da allora le autorità israeliane hanno negato le loro richieste di spostarsi verso sud, impedendo loro di lasciare il nord di Gaza.
“Il blocco israeliano che impedisce il loro movimento da nord a sud di Gaza ha messo le loro vite a rischio imminente tra pesanti bombardamenti, nonostante un cessate il fuoco in corso”, ha detto il gruppo.
“Questa non è solo una crisi umanitaria, ma un’urgente questione di vita o di morte”.
§§§
E infine questo post su un bambino palestinese Ahmed Manasra, detenuto nelle carceri militari israeliane.
Ahmed Manasra è un bambino palestinese diventato simbolo delle sofferenze che i bambini palestinesi affrontano sotto l’occupazione israeliana. Nato nel 2002 a Gerusalemme Est occupata, Ahmed fu arrestato nel 2015 all’età di 13 anni, RIPETO 1️⃣3️⃣ anni, in un caso che suscitò indignazione globale.
### **Dettagli del suo arresto:**
– Il 12 ottobre 2015, Ahmed Manasra e suo cugino Hassan furono accusati di aver tentato un attacco con coltelli nella colonia di “Pisgat Ze’ev” a Gerusalemme Est.
– Suo cugino Hassan fu ucciso dalle forze israeliane subitolo, mentre Ahmed fu gravemente ferito dopo essere stato investito da un’auto israeliana. Un video scioccante mostrava Ahmed a terra, sanguinante e insultato dai coloni israeliani.
– Successivamente, fu sottoposto a un interrogatorio brutale, documentato in un video che mostrava le pressioni psicologiche e fisiche a cui fu sottoposto per estorcergli una confessione.
– Fu condannato a 12 anni di carcere, pena successivamente ridotta a 9 anni e mezzo.
– Durante la sua detenzione, Ahmed fu messo in isolamento per lunghi periodi, cosa che portò a un grave deterioramento della sua salute mentale. Successivamente gli fu diagnosticato un grave disturbo psicologico a causa delle torture e dell’isolamento.
– Ahmed continua a vivere in condizioni difficili in prigione, mentre le organizzazioni internazionali per i diritti umani chiedono il suo rilascio, considerando la sua salute mentale gravemente compromessa e la sua incarcerazione una grave violazione dei diritti dell’infanzia e delle leggi internazionali.
La vicenda di Ahmed Manasra non è solo una storia individuale, ma rappresenta le violazioni quotidiane che i bambini palestinesi subiscono sotto l’occupazione israeliana.….
***
Questa tabella dà un’idea di quello che è l’occupazione militare di Israele a Gerusalemme Est e in Cisgiordania:
§§§
IBAN: IT79N0 200805319000400690898
BIC/SWIFT: UNCRITM1E35
ATTENZIONE:
L’IBAN INDICATO NELLA FOTO A DESTRA E’ OBSOLETO.
QUELLO GIUSTO E’:
IBAN: IT79N0 200805319000400690898
Condividi i miei articoli:
Tag: abu safiya, cisgiordani, gaza, genocidio, israele, libano, memoria
Categoria: Generale
Lottare strenuamente contro la “politica” di Israele e, in particolare, di Netanyahu nei confronti dei Palestinesi è semplicemente doveroso (senza tuttavia mai invocare, per qualsivoglia tipologia di confronto, la Shoah).
Ma voi, come tutti i (pessimi) fondamentalisti religiosi, non avete alcuna credibilità e, anzi, siete dannosi nella suddetta battaglia.
Infatti, la posizione di un fondamentalista cattolico è palesemente strumentale a quella millenaria cretinata del deicidio (del resto, da quando in qua a un fondamentalista cattolico sta a cuore la sorte dei musulmani?).
In questi tempi, poi, ancor più specificamente è semplicemente ridicolo (o forse tragico) criticare Netanyahu senza accorgersi che si tratta della versione mediorientale di quel campione di violenza e sopraffazione che ha nome Putin.