Auschwitz – Gaza City
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Tra tre giorni, 27 gennaio, si celebrerà la “Giornata della Memoria”, in ricordo dello sterminio degli ebrei attuato dal regime nazista. Avremo le consuete alluvioni di discorsi, cerimonie e rituali vari, vivacizzati un po’ da qualche polemica tra ANPI e la Comunità Ebraica di Milano.
Sentiremo dire per la millesima volontà che bisogna “fare memoria” affinché certi crimini non accadano più. Eccetera eccetera. Magari tralasciando il particolare, non proprio secondario, che crimini contro l’umanità continuano ad avvenire, a cominciare dall’aborto, che in tantissime parti del mondo, e anche nella nostra Italia, ogni giorno ammazza i più innocenti tra gli innocenti: i bimbi non ancora nati.
Ma tant’è. Così, mentre si celebra la “Memoria”, forse non ci si accorge nemmeno che il mondo è pieno di guerre, massacri, di cui si parla solo se e in quanto “facciano notizia” e la facciano a vantaggio di chi quelle guerre le ha volute e le alimenta.
Niente di tutto ciò. Dopodomani saremo tutti buoni e pensosi su avvenimenti di ottant’anni fa. L’odio e il male che dilagano tutt’oggi dappertutto, non esistono. C’è la Shoah.
Ho molti amici e conoscenti ebrei. Sono nipote di un ebreo (mio nonno materno). Ai miei amici ebrei ho sempre detto, e alcuni di loro erano anche d’accordo, che non possono fare i perseguitati di professione, vedendo antisemitismo in ogni angolo, oltretutto in un Paese come l’Italia, che razzista non è mai stata, nemmeno dopo le infauste leggi razziali, applicate “all’italiana”, salvo inasprirsi quando, nel periodo della Repubblica Sociale, i tedeschi facevano, di fatto, ciò che volevano. È pur vero che ebbero a volte anche la collaborazione di milizie fasciste, ma è altrettanto vero che la gran maggioranza dei fascisti, e in particolare degli Ufficiali della Guardia Nazionale Repubblicana, fecero il possibile per salvare gli ebrei.
Sto parlando di cose che mi furono raccontate, da ragazzo, dai diretti interessati. Mio nonno, come vi dicevo, era ebreo e tante cose le imparai dai racconti di mia madre e di amici di famiglia.
Ma tutto questo appartiene al passato.
Torniamo a oggi.
27 gennaio 2025, Giornata della Memoria.
Ebbene, vorrei fare una proposta alle comunità ebraiche italiane: perché non dedicare questa giornata alle decine di migliaia di vittime innocenti uccise nella striscia di Gaza, e poi in Libano e poi la prossima puntata potrebbe essere la Cisgiordania?
Perché non far arrivare al governo di Israele un chiaro e inequivocabile messaggio di “basta!”? Non si chiede un “cessate il fuoco”, che può servire anche semplicemente per rimettersi un po’ in ordine, rinnovare gli arsenali e poi ricominciare.
Si chieda un “basta” con la politica dello sterminio. Non parliamo dei combattenti di Hamas e altre fazioni che comunque con le loro azioni mettono in preventivo anche di essere uccisi. Non neghiamo il diritto di Israele di difendersi.
Chiediamo che cessi subito, senza condizioni, questa politica folle e sciagurata, che ha causato la morte di decine di migliaia di civili innocenti: donne, bambini, vecchi. E che ha posto le basi per nuovi anni di odio e rappresaglie reciproche.
Ecco, come sarebbe bello se dopodomani le Comunità Ebraiche, eredi degli sventurati che sulla loro pelle hanno vissuto la terribile esperienza di essere “colpevoli di esistere”, avessero il coraggio e la grande dignità di dedicare la “Giornata della Memoria” alle vittime innocenti delle scatenate rappresaglie contro una popolazione inerme, volute da un governo israeliano guidato da odio e manie di grandezza.
Sarebbe bello. Bellissimo.
Ma sarà possibile? Non lo credo. Gli Ebrei vivono il dramma del loro errore fondamentale, non aver mai riconosciuto la Salvezza portata da Nostro Signore Gesù Cristo. E di conseguenza, non aver mai potuto avere nel loro cuore la dimensione del Perdono.
Il rancore permanente li guida. Non sanno perdonare al nemico né sapranno mai farlo, finché non si convertiranno. La tragedia di Gaza è lì, a dimostrare questa cruda realtà.
E così tra tre giorni ci sentiremo ancora dire che bisogna “fare memoria” perché certi crimini non accadano più. E intanto a Gaza si scava ancora. Quanti cadaveri ci sono ancora da estrarre dalle macerie?
Preghiamo il Signore perché porti la Sua pace, la pace vera, su questo povero mondo, sconvolto dall’odio e mascherato dalla menzogna.
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QUELLO GIUSTO E’:
In breve dette giornate della memoria sembrano alquanto ipocrite perchè:
1) Si vuole ricordare Auschwitz ed il nazismo ma non le vittime del terrore comunista che quantitativamente è stata la più grossa tragedia dell’umanità. Ritengo che ricordare solo “alcuni” morti, pur nell’enormità del genocidio ebraico, che nessuno nega, rischia di far dimenticare gli “altri” morti vittime del totalitarismo e della violenza ideologica, ricordo ad esempio che per numero di morti e capacità organizzative molti storici ritengono che il genocidio armeno sia stato il primo del XX secolo.
2) Osservo che la memoria delle persone a me care, stimolata nei mille modi offerti dal proprio destino, non avviene un giorno l’anno, ma avviene tutti i giorni. Ecco: l’utilizzo selettivo della memoria offre la sgradevole sensazione che esistano “mali intollerabili” e mali per cui “il fine giustifica i mezzi” e l’altrettanto sgradevole sensazione che “la Storia sia scritta dai vincitori”:
Bellissimo articolo, profondamente ispirato alla vera pace che viene da Colui che morì sulla Croce, è Risorto e ci ha riscattato.
Articolo molto bello. Le leggi razziali sono state un vero abominio, comunque. E’ possibile che , per propaganda, non tutta la narrazione sul genocidio sia vera. Ciò non toglie che milioni di persone sono state perseguitate, portate via di casa, morte in circostanze varie. E morire di tifo nei campi polacchi o tedeschi durante gli inverno di 80 anni non e’ simpatico. Detto questo credo che sarebbe ora di approfondire le motivazioni alla base di tutto questo e capire come mai il potere britannico- che è anche sionista- non sia intervenuto con forza, se non a cose fatte. Per il resto non confondiamo Israele col giudaismo,anche se,va ammesso, molti ebrei appoggiano sempre i misfatti si quello stato. Ma non tutti,in specie tra i cittadini non troppo ricchi o in posizione di potere
Un articolo sacrosanto questo di Paolo Deotto,l’Olocausto lo abbiamo negli anni ricordato e commemorato,ormai diventato il Natale degli ebrei;ogni anno è stata demonizzata l’Italia colpevole delle leggi razziali fasciste e dei rastrellamenti operati prevalentemente dai tedeschi,ma non sento mai parlare dell’aiuto dato dai militari italiani agli ebrei,come è avvenuto nei territori oltremare dove l’Esercito e i Carabinieri hanno soccorso tanti ebrei salvandoli dagli ustascia di Ante Pavelic,dittatore dello Stato libero di Croazia,lo ricorda il libro “Un debito di gratitudine” di Menachem Shelah. Ritornando a Paolo Deotto concordo chei sarebbe un atto doveroso da parte degli ebrei dedicare la Giornata della Memoria alle migliaia di donne,bambini e anziani palestinesi uccisi dalle bombe israeliane,significherebbe non più vittimismo,ma partecipazione al dolore delle vittime del genocidio perpetrato da chi è mosso dalla ybris