Perché l’UE deve Cambiare Politiche Radicalmente, se Vuole Sopravvivere all’Era Trump. Matteo Castagna.
25 Gennaio 2025
2 CommentiMarco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, Matteo castagna, che ringraziamo di cuore, offre alla vostra attenzione queste riflessioni su come l’UERSS stia reagendo nelle sue politiche folli all’avvento di Donald Trump e al ritorno del buon senso alla guida degli Stati Uniti. Che Dio ci protegga da questa Unione Europea! Buona lettura e condivisione. In calce vi offriamo anche il discorso del presidente argentino, Milei. Buona lettura e condivisione.
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Uno di questi sberloni è certamente rappresentato dal progetto Stargate, presentato da Trump, che prevede l’investimento di 500 miliardi di dollari nella creazione delle infrastrutture necessarie per rafforzare il dominio statunitense nel campo dell’intelligenza artificiale (AI). Ciò ha causato uno shock in Europa – afferma il giornale statunitense Politico.
I leader dell’UE ripongono le loro speranze nell’intelligenza artificiale per contribuire a ripristinare la leadership globale del continente. Tuttavia, la portata del piano americano sminuisce le ambizioni dell’UE. L’Europa, che era già in ritardo nei social media, nella tecnologia cloud e molto altro, ora sarà lasciata indietro nell’intelligenza artificiale. Per non parlare dello spazio. La UE sarà in grado di mettersi alla pari con i satelliti, non prima del 2030, mentre gli Stati Uniti dominano già, soprattutto grazie a SpaceX di Elon Musk.
L’energia è un altro ostacolo sul percorso dell’Europa verso la parità con gli Stati Uniti nel campo dell’intelligenza artificiale. Trump intende aumentare la produzione di gas e petrolio per sostenere il settore energetico. L’UE non ha questa opportunità. I prezzi dell’energia in Europa sono saliti alle stelle in mezzo alle sanzioni anti-russe, rendendo ancora più irrealistici i piani per lo sviluppo del settore dell’intelligenza artificiale.
Trump ha tenuto un discorso speciale in collegamento da remoto e partecipato a un dibattito pubblico con quattro importanti amministratori delegati: Stephen Schwarzman, presidente, CEO e co-fondatore di Blackstone; Ana Botin, presidente esecutivo di Banca Santander; Patrick Pouyanné, presidente e CEO di Total Energies; Brian Moynihan, presidente del consiglio di amministrazione e CEO di Bank of America.
“Sotto l’amministrazione Trump, non ci sarà posto migliore sulla Terra per creare posti di lavoro, costruire fabbriche o far crescere un’azienda che qui nei buoni vecchi Stati Uniti”, ha affermato Trump nel suo discorso.
Nella retorica e nelle azioni, Trump ha indicato che gli Stati Uniti stanno entrando in un’era di regolamentazioni ridotte e politiche pro-business rafforzate. Nel suo primo giorno in carica, ad esempio, Trump ha emesso un ordine esecutivo che ha allentato le normative sulla produzione di energia. L’amministrazione, ha detto Trump nelle sue osservazioni, ha intrapreso la “più grande campagna di deregolamentazione della storia” ed ha invitato ad investire in America, quasi credesse che la UE sia giunta, oramai, al capolinea.
La posizione di Trump nei confronti del settore privato ha aumentato l’ottimismo tra i dirigenti aziendali. Infatti, in un sondaggio condotto a dicembre, la US National Federation of Independent Business ha scoperto che il suo Smail Business Optimism Index ha raggiunto il punto più alto dal 2018. “La fiducia economica sta salendo alle stelle come non vedevamo da molti, molti decenni”, ha aggiunto Trump.
Tuttavia, i leader aziendali hanno anche espresso a lungo preoccupazione per la retorica e le posizioni protezionistiche di Trump. Egli, ad esempio, minaccia sistematicamente di imporre dazi, che la maggior parte degli economisti concordano essere inflazionistiche e distruttrici della crescita economica, su economie importanti come Cina, Canada e Messico.
A Davos, i quattro CEO hanno interrogato Trump su una serie di questioni aziendali e geopolitiche, che spaziano dai quadri normativi internazionali alla produzione energetica globale.
In una domanda rivolta a Trump, Schwarzman ha chiesto come gli Stati Uniti potrebbero gestire le normative aziendali nell’Unione Europea, che da tempo ha regole più severe in merito a questioni quali i diritti dei lavoratori e l’impatto climatico.
Trump ha esortato l’UE ad “accelerare il processo”, aggiungendo che gli europei “vogliono essere in grado di competere meglio e non si può competere se non si riesce a superare rapidamente il processo di approvazione”.
La lettera aperta delle federazioni, che chiedono meno burocrazia e uno slancio produttivo è seguita alla pubblicazione di un importante rapporto dell’ex presidente della Banca centrale europea Mario Draghi, che ha avvertito che la competitività europea stava calando a una velocità allarmante.
Non sarà coi dispettucci né con le stoccatine che la Ue potrà diventare competitiva, ma cambiando radicalmente la sua politica. L’impressione che il deep State stia scricchiolando, soprattutto a causa della sua impostazione ultraliberista e dei suoi dogmi laici globalisti potrebbe subire delle importanti spallate da un’America in ripresa, a trazione Trump. La prima potrebbe essere l’isolamento, di cui un assaggio che si ripercuoterà su tutti riguarda la sanità pubblica perché il ritiro dei finanziamenti statunitensi all’OMS è di una portata dirompente, così come le trattative di The Donald con la Russia, che dovranno portare la pace in Ucraina, ma anche nuovi assetti di alleanze commerciali e finanziarie, dalle quali la Ue di Von der Leyen sembrerebbe già essere messa alla porta.
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Tag: castagna, milei, trump, ue
Categoria: Generale
La rivoluzione Trumpiana prima di essere economica è culturale ; vuole abbattere il politically correct teorizzato negli anni ‘70 ad Harward e i suoi più recenti figli e figliastri: il gender, la cultura woke, l’ambientalismo ideologico, il controllo del dissenso tramite l’artificio delle fake news,etc..
Ciò produrrà almeno due effetti importanti uno di carattere generale e ciò che non sarà piu’ facile come accade adesso manipolare l’opinione pubblica sui temi divisivi ora citati; l’altro che riguarda più specificamente la ns. vecchia Europa, la quale se non aderirà presto al nuovo corso mettendo da parte tutta l’ideologia mortifera per l’Occidente imposta dai circoli legati al WEF , è destinata a disintegrarsi. Speriamo di non dover assistere a questo funerale.
1) l’europa NON vuole essere competitiva, l’obiettivo della gang della commissione è riportarla all’età della pietra e possibilmente ammazzarci tutti
2) la guerra in ucraina finirà solo con la guerra atomica