Libertà di Opinione Occidentale. Negli USA 21 Persone in Galera per Preghiere e Volantinaggi anti-Aborto. Formicola.
22 Gennaio 2025
1 CommentoMarco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, offriamo alla vostra attenzione questo messaggio che abbiamo ricevuto dall’amico Giovanni Formicola. Buona lettura e condivisione.
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Non lo sapevo. E non credo d’essere il meno informato e il più disattento, in ordine a certi temi. Negli USA, attualmente, sono detenute ventuno persone per le loro opinioni pro life (come si dice da quelle parti), manifestate con presidi di preghiera e volantinaggi davanti agli abortifici, cioè dove protetti dalla “legge” si dilania e viviseziona l’essere umano più inerme e innocente, il figlio nel grembo di sua madre. E pare che il presidente Trump voglia graziare questi militanti per la vita.
Accade intanto che, da questa parte del mondo, qualche anima bella si rizeli perché un sacerdote cattolico è stato arrestato in Bielorussia – per non meglio precisati motivi -, e perciò dichiari che “di là” è la barbarie nemica. E questo, perché “di qua” sarebbe tutelata e promossa la libertà d’opinione e di manifestazione del pensiero, invece repressa nel mondo russo, eternamente autoritario.
Ora, Papa Gregorio XVI – non il primo, ma l’espressione letterale è sua – definì la libertà d’opinione come intesa dalla Rivoluzione, cioè il diritto dell’errore nell’indifferenza o nella negazione della verità, un “delirio”. Principio magisteriale confermato da tutti i pontefici, prima e dopo di lui, fino a quelli moderni – e non uso l’aggettivo in senso meramente cronologico -, e che quindi la latria corrente per ogni parola papale dovrebbe per coerenza rispettare, pena cadere in quello che il card. Muller definisce “positivismo magisteriale”, cioè “è vero comunque quel che dice il Papa” e non “lo dice il Papa perché è vero”.
Ed in effetti, ovviamente, per dirla con Richard M. Weaver, Ideas have consequences. Cioè, la miserevole e tragica condizione spirituale, morale, culturale, politica, sociale ed economica in cui versiamo è conseguenza dell’adesione alle opinioni rivoluzionarie, che con un processo ben preciso sono state prima tollerate (cioè sopportate), poi “liberate”, poi implementate, infine elevate a “verità” nella pubblica piazza, “costituzionalizzate”, vere e proprie platoniche idola tribus. Dunque e anzitutto, la libertà d’opinione non è in sé un bene sociale, e perciò non è un criterio dirimente il confronto tra culture e civiltà. Insomma, “di qua” non è meglio perché c’è la libertà d’opinione, da difendere con forza, secondo le suddette “anime belle”.
Ma non è neanche vero che “di qua” ci sia una completa libertà d’opinione. In realtà, nessuna società, nemmeno quella ipotetica che tenderebbe all’anarchia relativista, può sussistere sulla base di una libertà per qualsiasi opinione. Sempre – e dico sempre – qualcuna sarà censurata e vietata. E così in occidente si va in carcere e si può essere perseguiti per determinate opinioni e la loro manifestazione, come lo dimostrano – e solo a titolo d’esempio – i pro life arrestati e sanzionati più e più volte negli USA, in Francia, in UK, etc., o come avviene per i cd “omofobi”. La differenza la fa non la “libertà d’opinione”, ma quali opinioni sono libere o addirittura istituzionalizzate, protette e diffuse dalla legge. “Di qua” vige quella che il prof. Plinio Corrêa de Oliveira chiamava “libertà per il male”, mentre quella per il bene, è al più tollerata, e comunque formalmente condannata e ostacolata, se non proibita e repressa, dai poteri costituiti, com’è accaduto per coloro che hanno rifiutato, quorum ego, i cosiddetti “vaccini” (in realtà sieri mRNA potenzialmente tossici e comunque certo non risolutivi rispetto alla CoViD 19), le cui pacifiche manifestazioni sono state violentemente punite dallo stato a colpi di manganelli e idranti.
In conclusione, non solo il delirio della libertà per ogni opinione non è un criterio in sé per preferire e scegliere una cultura, una società e una civiltà, ma certo in occidente (e la minuscola sta a dire che quello oggi detto così non ha niente a che vedere con il continente culturale, trans-atlantico e trans-pacifico, forgiato dal cristianesimo, anche nelle sue forme residuali e puramente superstiti, ma è un puro “lato” geopolitico, e se l’Occidente con la maiuscola sussiste ancora, in qualche modo sussiste nell’oriente Grande Russo, in una vera translatio imperi), tale libertà esiste solo per il male, e perciò non solo non va esaltata e rivendicata, bensì combattuta.
Salute a voi
in J. et M.
Giovanni Formicola
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Tag: formicola, libertà di opinione, usa
Categoria: Generale
Solo una notarella per ricordare che Tolkien, autore della trilogia de “Il Signore degli Anelli”, ha ambientato le vicende dei protagonisti del suo romanzo-capolavoro nella “Terra di Mezzo”, che, fuor della metafora fantasy, pare corrispondere all’Europa.
Praticamente la perdita di centralità politica, avvenuta a partire della prima guerra mondiale, ha determinato l’irrilevanza geografica e lessicale dell’Europa stessa, che è divenuta parte di un costrutto astratto e sempre più eterodiretto.