La Singolare Persecuzione di Jorge Mario Bergoglio verso Realtà Religiose in Argentina. Bernardino Montejano.

15 Gennaio 2025 Pubblicato da 3 Commenti

Marco Tosatti

Cari amici e nemici il prof. Bernardino Montejano, che ringraziamo di cuore, offre alla vostra attenzione queste riflessioni sulla persecuzione che Jorge Mario Bergoglio continua a portare avanti verso l’Istituto del Verbo Incarnato, questa volta nel suo ramo femminile. E ancora una volta, stranamente, si tratta di realtà che a differenza di quanto accade nella chiesa bergogliana, sono ricche di vocazioni. E sembrano cattoliche…Singolare, vero? Buona lettura e diffusione.

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CATTIVE NOTIZIE

Abbiamo appreso che le Serve del Signore e della Vergine di Matará sono state commissionate e che per tre anni non possono ricevere nuove postulanti. E siccome non vogliamo impazzire, per mantenere la testa con un po’ di logica, dobbiamo commentare la brutta notizia.

Anche il cardinale Cupich si è lamentato della scarsità di vocazioni giovanili, ma il suo maestro e capo, con un provvedimento arbitrario, sospende per tre anni le ammissioni al ramo femminile dell’Istituto del Verbo Incarnato, dove si moltiplicano, rende cioè impossibile quello il suo lacchè desidera.

Ma, ci chiediamo, cosa attrae e suscita nuove vocazioni? L’esemplarità di altre suore, la loro vita religiosa seria, la loro povertà e la loro austerità, la loro presenza nei luoghi più difficili e pericolosi, Gaza, Aleppo, Ucraina e, allo stesso tempo, la loro gioia sana, il loro sorriso, la loro felicità, anche terrena , per aver trovato una direzione e un luogo per camminare, in linea retta, verso la vita eterna.

Ho tanti ricordi, tutti molto belli, dei Servi. Ricordo un giorno a San Rafael, un incidente in una casa religiosa destinata ad ospitare donne anziane e donne, a volte violente, che non sono nel pieno godimento delle loro facoltà mentali. Una detenuta aveva aggredito un’altra donna anziana ed era stato difficile trattenerla. Quando l’ho scoperto, il giorno dopo, ho chiesto alla madre responsabile della residenza come era andata la notte? Con un sorriso angelico mi ha risposto con una sola parola: “Movida”.

Un giorno eravamo a Roma e, nell’Ufficio dei Servi, la superiora, una donna olandese, mi invitò un pomeriggio a tenere una conferenza. Alla fine mi invitò a messa il giorno dopo: «Tu vieni con il cappellano, dopo la messa fai colazione con noi e poi ti porteremo dove vuoi», furono le sue parole.

Naturalmente accettai il regalo e dopo una buona colazione gli ricordai la sua promessa con la quale mi avvertiva della sua imprudenza e mi diceva: “Non si aspetterà che lo portiamo a Napoli”. Non preoccuparti, madre, ho risposto; voglio solo andare a Bolsena, meno lontana, ma non così vicina, per ricordare il miracolo eucaristico. E lì siamo andati con due suore, trascorrendo una giornata straordinaria, che comprendeva anche la visita ad Assisi, una città di destra, come diceva il mio ricordato amico Claudio Finzi, in cui gli unici mancini erano i monaci.

Negli ultimi anni tre suore, una delle quali ha cambiato congregazione, hanno parlato all’Istituto di Filosofia Pratica, una venuta da La Plata, in un corso sull’umiltà, un’altra raccontando la sua esperienza ad Aleppo, in Siria, e la terza, commentando il suo magnifico libro su Santa Giovanna d’Arco.

Successivamente ho visto e parlato con qualche monaca a Buenos Aires, nel Carmelo di Amenábar, nella Chiesa castrense di Nostra Signora di Luján e nella Cappella Benedettina del Santo Cristo, come sempre con il loro abito rigoroso e con la bella croce che portano e abbiamo sulla nostra scrivania.

In questa recensione non può mancare la nostra gratitudine a Madre Maria di Pentecoste, il cui aiuto ci ha sostenuto in momenti molto difficili. Ricordo che ero a San Rafael per i suoi voti e poiché non c’erano i biglietti in classe turistica, per l’unica volta nella mia vita, viaggiai in prima classe; e il commento di mia moglie: “Devi amare moltissimo quella suora, per poter viaggiare in prima classe, con quello che costa”.

Oggi quella suora è ancora in Islanda, a sopportare il freddo, ma, ne sono certo, con la gioia di servire. Grazie al progresso delle comunicazioni, oggi saprà che il nostro affetto e la nostra gratitudine restano intatti. Quest’isola è molto lontana da San Serapio de Azul, dal ranch di San Joaquín dove vivo, ma ci unisce, per dirla con le parole di Saint-Exupéry: “guardare insieme nella stessa direzione”.

I Servi oggi sono sparsi in tutto il mondo e anche nei luoghi più pericolosi e Papa Francesco è testimone di questa realtà, verificata dai suoi stessi occhi durante i suoi numerosi viaggi.

Lo accolsero come vicario di Cristo durante le sue visite, senza il minimo risentimento. Non ricordavano il divieto di risiedere a Buenos Aires quando era arcivescovo, né la persecuzione del loro  fondatore, padre Buela, né il commissariamento, il cui responsabile di quella macchina di blocco e intralcio si chiama Santos y Abril y Castelló, che infastidisce con i suoi quasi 90 anni anni, senza andare in pensione.

Gli hanno mostrato la Vergine di Luján portata nei luoghi dove vivono e anche la presenza di quella comune patria argentina, che non visita dall’inizio del suo pontificato.

Ora, in cambio, ricevono una punizione. Ma Dio, che tutto vede e giudica, e che non ha riguardo alle persone, darà a ciascuno ciò che è suo.

Ha già ricevuto ciò che è suo, padre Carlos Buela, che, in riscatto dei suoi peccati e delle sue miserie, ha presentato davanti a Dio quest’opera meravigliosa che sono l’Istituto del Verbo Incarnato, (IVE) e le Servidoras, con i loro rami contemplativi che lavorano e pregano ogni giorno per tutti noi, nello spirito di San Benedetto.

Quest’opera meravigliosa, lo ripetiamo, non appartiene all’IVE, un’eccellente ambasciata argentina non ufficiale in molti paesi del mondo, che oltre alla Vergine di Luján e alla nostra bandiera, ha fatto conoscere la figura e l’opera di Padre Julio Meinvielle , la cui morte lasciò un vuoto culturale impossibile da colmare nel cattolicesimo argentino.

È il momento in cui di fronte a tanti silenzi clericali ed episcopali, di fronte a tanti “cani muti”, noi laici abbiamo il dovere di parlare e protestare contro le ingiustizie che si ripetono all’interno della nostra Chiesa.

Che Dio ci aiuti, benedica l’IVE e confermi i Servi del Signore e della Vergine di Matará in questa nuova prova.

Estancia San Joaquín, 12 gennaio 2025.

Bernardino Montejano

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3 commenti

  • Giampiero ha detto:

    L’esperienza ha dimostrato, e continua a farlo, che per quel che concerne soprattutto l’ambito religioso più si allentano le cinghie e meno attraente diventa, con il conseguente calo delle vocazioni.

  • Camilla ha detto:

    Che articolo scorretto. L’Istituto del Verbo Incarnato, di cui le Serve fanno parte, era già stato commissariato sia da San Giovanni Paolo II che da Papà Benedetto XVI. Ugualmente, quella che l’autore di questo scritto chiama “persecuzione”, cioè la condanna al fondatore Buela per abusi sessuali su religiosi maschi dell’Istituto, è arrivata durante il pontificato di Papa Benedetto XVI. Il commissariamento di Papa Francesco è solo l’ultimo e in linea con le decisioni dei suoi predecessori. Parlare solo dell’ultimo commissariamento omettendo la storia problematica dell’Istituto e i commissariamenti dell’IVE disposti da TUTTI i Pontefici vissuti da quando l’IVE è stato fondatore sarà pure funzionale alla narrazione “gli istituti conservatori sono perseguitati dalla Chiesa” ma non alla Verità.

  • Mario ha detto:

    Se non ha timor di Dio, perché forse non ci crede o almeno non crede nel Dio cristiano ma solo in una generica divinità buonista e pacioccona, che abbia almeno il timore tutto umano di passare alla storia come un anticristo. No, niente, non gli importa… Anzi si illude che sarà ricordato come un grande della storia, ecclesiastica e mondiale. Povero fesso bergoglione.

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