Perché la Cina è, in Realtà, il Miglior Amico degli Stati Uniti. Matteo Castagna.
11 Gennaio 2025
2 CommentiMarco Tosatti
Carissimi Stilum Curiali, Matteo Castagna, che ringraziamo di cuore, offre alla vostra attenzione queste riflessioni sul ruolo della Cina nel contesto mondiale. Buona lettura e diffusione.
§§§
di Matteo Castagna
Il 21 ottobre 2024, nell’ambito di alcuni incontri sull’economia internazionale presso il Council on Foreign Relations, l’Amministratore Delegato di MCC Production e membro del CFR, Michelle Caruso-Cabrera ha intervistato il principale analista del Financial Times, l’ottantenne Martin Wolf.
Egli dichiara che l’elezione di Donald Trump del 5 Novembre 2024 farà prendere al mondo una direzione che non si sarebbe mai aspettato, nel corso della sua lunga carriera.
Gli USA del tycoon vogliono recedere dalla globalizzazione. Sul piano mondiale, The Donald vorrebbe porre fine a quel ruolo messianico di “gendarmi del mondo” che gli americani si sono dati, almeno a partire dal 1945. L’idea che il compito dell’America fosse quello di andare ovunque a importare il suo modello di democrazia, per rendere “un posto migliore” questo e quell’altro Stato, si è dimostrata fallimentare, producendo nel corso degli anni, più malcontento internazionale, contro la una certa sua smania “egemonico-coloniale”, che effettivi benefici.
Per questo motivo, Trump vorrebbe distruggere il modello di Occidente, finora conosciuto, in cui gli USA hanno un ruolo primario e protettivo degli altri alleati – sostiene Martin Wolf – a favore di una loro maggiore autonomia e sovranità, che consenta al nuovo Presidente ed al suo governo di concentrarsi su quell'”America First”, di cui si fa da tempo portavoce. “Dati il suo ruolo e la sua potenza, l’idea che l’America possa ritirarsi dal mondo non arride a nessuno. Persino ai cinesi, questa prospettiva crea problemi”. Su questo torneremo dopo.
Secondo Wolf, “i cinesi si stanno impegnando con zelo a rovinarsi da soli”, di fronte al fatto che la loro paranoia stia nel fatto che il reale obiettivo degli americani sia quello di distruggere la Cina e non di contenerla, mentre secondo il noto economista “dovremo, in un modo o nell’altro, convivere con la potenza cinese”.
“Dobbiamo cercare di cooperare in maniera pacifica con la Cina, quale superpotenza militare, al fine di garantire la nostra sicurezza nazionale”. Per far questo ed evitare che la competizione militare vada fuori controllo, sarà necessario uno sforzo imponente a livello politico-diplomatico, precisa Wolf.
Storicamente, egli è contrario ad implementare una politica industriale interna, come parrebbe voler fare Trump, in particolare su quella manifatturiera. “Il fatto è che in futuro – puntualizza Wolf – non ci sarà nessuno a lavorare in fabbrica: fra trent’anni faranno tutto le macchine e i robot. Dunque il tentativo di ricreare la vecchia classe degli operai è destinato a fallire”.
Perciò, la soluzione di Wolf sarebbe quella di investire nell’innovazione, “creando nuove industrie, e di punta, competitive a livello globale, che concorrano a rendere il mondo un posto migliore”. Sebbene egli ammetta che, per il momento, non vede qualcuno capace di realizzarlo, né in UE, né in USA. Ma auspica che gli USA riescano in fretta, perché la Ue è molto più indietro rispetto a loro in termini di PIL pro capite e totale, nonché la dinamica demografica è nettamente in favore degli Stati Uniti.
Investire nei settori tecnologici ed informatici è stata una carta vincente, sia per l’America, che per la Cina. L’Europa viene molto dopo e “sta affrontando una crisi economica molto, molto seria, con la diminuzione della produttività e della natalità, riducendo considerevolmente la sua competitività sui mercati globali”. Secondo Wolf, il rapporto Draghi sugli ultimi cinquant’anni, dimostra che l’Europa non è riuscita nell’intento di diventare una leader nelle tecnologie informatiche, soprattutto, attraverso il mercato unico europeo, che non ha funzionato.
Infine, l’economista del Financial Times, conclude con una battuta sulla Cina, che potenzialmente potrebbe rilanciare un modello economico prospero e vincente, mentre si limita e forse si limiterà alla vecchia politica industriale dirigista.
“Non credo che i leader cinesi abbiano intenzione di introdurre le innovazioni necessarie. Quindi il problema, risolvibile in teoria, resterà irrisolto. Ecco il senso di quanto ho detto prima: nel conflitto con la Cina, il migliore amico dell’America è, in realtà, la dirigenza cinese”.
§§§
IBAN: IT79N0 200805319000400690898
BIC/SWIFT: UNCRITM1E35
ATTENZIONE:
L’IBAN INDICATO NELLA FOTO A DESTRA E’ OBSOLETO.
QUELLO GIUSTO E’:
IBAN: IT79N0 200805319000400690898
Condividi i miei articoli:
Tag: castagna, cina, matteo castagna, usa
Categoria: Generale
Non si dà ricchezza finanziaria senza mercato. È come pensare ad un concetto di vita escludendo il movimento.
Impossibile!
La ricerca della perfezione di questo concetto è la suprema legge biblica, secondo alcune illuminate menti ebree.
Ma la sapienza orientale cinese ne è l’avanguardia!
Dalla Cina la speranza. Porta del Giubileo del Signore del Cielo.
Sintetizza bene, facendoci due risate.