Miserere Mei Risponde a Benedetta De Vito: al Serpente già Duole la Testa…non Prevarranno.

7 Gennaio 2025 Pubblicato da 1 Commento

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, il nostro Miserere Mei aveva risposto così all’articolo di Benedetta De Vito, che trovate in calce. Da un po’ volevo proporlo a una platea più ampi dei frequentatori di commenti, e con colpevole ritardo lo faccio oggi, nel momento in cui l’Epifania tutte le Feste ha portato via…Buona lettura e meditazione.

§§§

 

Cara Benedetta, buon Natale!

Il martire Stefano denuncia il fatto e muore perdonando.

Il cristianesimo funziona così: l’amore per la Verità non preclude quello per i nemici, chiedendo a Dio di non imputare loro il peccato ingiusto che commettono.

Il martire Stefano contempla la gloria dei cieli aperti: gli basta!

Tornando al tuo bell’articolo, perché ci siamo ridotti così? Perché ci siamo lasciati rubare la vera gioia? Perché confondiamo la vera luce con altre illusorie?

Chi ci impone l’illusione, facendola passare per vera?

Si può dirne tanto, ma sintetizzo: Fatima, terzo segreto.

Doveva essere rivelato nel 1960.

Bolliva in pentola il Concilio, l’URSS incombeva.

Dire di “conversione della Russia” avrebbe disturbato.

Allora fu messo tutto in un cassetto.

Diplomaticamente era necessario. Così va il mondo.

E poi non era solo “la Russia”. C’era anche “la Chiesa”.

Da Garabandal, immediato, un brontolio del Cielo.

Sappiamo che cosa fu l’immediato post-concilio, gli spretamenti di massa, la rivoluzione dei costumi, il catechismo olandese… Qualcosa di non cattolico insinuato nel cattolicesimo… Fumo di satana (Paolo VI).

La “Russia” bolscevica stava diffondendo i suoi errori.

Il resto del mondo li assorbiva pur combattendo il comunismo. Di divorzio in aborto si arriva a sparare al Papa. Un 13 maggio e Fatima riaffiora. Giovanni Paolo II ne aveva già fatto cenno a Fulda nel 1980.

Evito cronistorie dettagliate. Si sanno. La pallottola di Ali Agca finisce a Fatima, ma il terzo segreto resta detto a metà, a rilascio controllato dalla Segreteria di Stato (il Card. Sodano si distinse, ma anche Bertone, marcando stretto Suor Lucia).

Arrampicandosi sui vetri nelle spiegazioni anche il Card. Ratzinger, che divenuto papa Benedetto XVI ritornò sull’argomento con quel “s’illuderebbe chi pensasse che…” del 2010.

Dal 2013 in poi è tutto molto più chiaro.

Il vescovo vestito di bianco che sembra il Santo Padre…

La grande guerra (diversa da quelle del passato, ma mortifera altrettanto) è scatenata da almeno un ventennio (è la seconda metà del XX secolo dalla redenzione: 1983-2033) . Ha per obiettivo non la conquista di averi, ma l’essere dell’umanità, dell’anima.

Vuole cancellare Cristo. E si avvale di Cardinali che hanno detto di voler “distruggere Fatima”.

Su tutto campeggia il catechismo post conciliare ai paragrafi 675, 676 e 677. E ancora mi viene in mente Santo Stefano, perchè fa parte della visione dei cieli aperti, durante il martirio.

Il terzo segreto di Fatima non parla di bombe atomiche, ma di fede e di apostasia.

Mentre la Russia edifica chiese dopo averle rese dei palazzi dello sport, Roma trasforma le sue in location per “eventi culturali”.

Beh, le porte degli inferi non prevarranno. E’ di fede.

L’attacco peggiore, la “Russia” che ha diffuso gli errori, lo spirito del mondo, l’odio verso Cristo, pare incistato dentro la Chiesa stessa per trasformare la Sposa, il Corpo Mistico, in un qualcosa di transumano buono per tutti gli usi, specialmente in odio allo Sposo.

Ma le porte degli inferi non prevarranno…

Intanto c’è lei, la Madonna. Accanto a lei non c’è solo la Prostituta, c’è anche la Sposa. Ti pare poco? Al serpente duole già la testa.

***

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, la nostra Benedetta De Vito offre alla vostra attenzione qualche amara riflessione su come la nostra società ha trasformato la festa del Bambinello in qualche cosa di profondamente diverso, anzi opposto. Buona lettura e diffusione.

§§§

 

C’erano le stelle, tante stelle, i puntolini accesi in un firmamento di velluto blu, c’era l’erba spigata nel bianco della brina che crocchiava al calpestarla, c’era il piccolo mistero della porticina che s’apriva sul fianco della scalinata di San Gregorio Magno la quale conduceva al piccolo oratorio di Sant’Andrea, dove ci attendevano gli scout in divisa e Monsignor Nobles che celebrava la Santa Messa. C’era il piccolo mistero e c’era il Grande Mistero del Bambino in fasce, povero, in pannetti di cotone, che però è Re dell’Universo, sovrano di ogni cuore. E c’ero anche io, ancora bambina,  in quilt di tartan rosso, le ginocchia nude e ghiacce perché così allora si faceva, il loden blu m’abbracciava e io abbracciavo con lo sguardo l’intorno, la persona  bella di mia madre, i fratelli riuniti. Sotto il presepio, a casa, eran pronti latte e noci per il Bambinello che portava i regali. Era Mezzanotte e…

Puf, via, rullano i tamburi del tempo e non c’è più niente di quelle Vigilie lì. Sepolte dagli anni, dimenticate dai frivoli uomini, tentati in eterno, sempre pronti a inseguire le mode del momento. Prima, pian pianino, il faccione odioso di Babbo Natale (per mia madre e per me) ha sostituito il dolce Bambino dai raggi d’oro sul capo biondo, poi renne, nanetti dai grossi nasi rossi e fatine hanno usurpato il posto che era dei pastorelli, degli angeli e dei Re Magi. Il natale delle luci false (Lucifero, il finto sole che splende quando ancora deve sorgere l’astro d’oro, il vero portatore di luce, cioè Gesù) si è seduto su quello povero e nudo di Betlemme. Non più le stelle, ma gli addobbi, le strade inghirlandate di lumini, la frenesia del regalo che ha perduto l’antico sapore e tutto il suo sale.

Anche la Messa di Mezzanotte ci è stata rubata, portata via come da ladri nella notte. E mi chiedevo, proprio ieri, nella mia Vigilia del cuore, perché. Perché, celebrar la Messa all’ora della cena quando le tavole sono imbandite e impazienti gli stomaci delle famiglie riunite? Guardavo in tv la santa funzione e uno dei parenti, indispettito dal mio silenzio assorto in San Pietro alle sue domande, si è lamentato: “Ma che cos’è sta roba, dobbiamo mangiare!”. Sta roba era la Santa Messa.

Il cuore mio ha pianto e allora perché, di nuovo e di nuovo mi sono chiesta mentre mangiavo il pesce di magro del ventiquattro. E la risposta è arrivata, ma nel cuore della notte, lasciandomi sveglia per ore davanti alla mangiatoia di Betlemme. E ho capito che Babbo Natale, in inglese, Santa Klaus (dove Santa, in diavoliano s’intende, è anagramma di Satan) non è quel che sembra e che nella notte s’aggira, come spettro saturnino, portando non vita ma morte.

La morte della Fede, la materialità della Speranza, la fine della Carità. Ecco i doni di quell’omaccione vestito di rosso, che, fosse per me, rimarrebbe a casa sua al Polo Nord. Dai ghiacci arriva e in ghiaccio trasforma i cuori. Che cosa poi debbano fare, alla Mezzanotte, i suoi adoratori, che fingono di voler bene al Bambinello, io lo immagino con dolore. Mezzanotte, ora buia senza la luce della Via, della Verità e della Vita, risveglia gli antichi dei e i suoi riti cannibali, i saturnalia, il mondo pagano che cerca di rimangiare la cristianità, stendendo la sua coltre di menzogne sull’unica Verità. Che il Signore, Gesù Bambino, da solo salva. Nell’eterna lotta tra cannibali e non cannibali, restiamo davanti alla stalla di Betlemme con i pastori. Sotto le lucenti stelle che sono gli occhietti di Dio.

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1 commento

  • Catholicus ha detto:

    ….”e scusate se è poco”, direbbe qualcuno….. una realtà di fatto che la massa de l clero, preti, frati, suore, monaci e monache e, ovviamente, fedeli praticanti ( in primis le zelanti signore parrocchiane tuttofare : lettrici, distributrici della comunione, guide dei Rosari , ecc) si rufiutano ostinatamente di vedere, discutere, ipotizzare, ammettere. Un conformismo suicida, che ha come conseguenza la scomparsa del cattolicesimo preconciliare e, a deguire, dello stesso Cristianesimo ( protestanti e cattolici, i primi quasi estinti, quanto a pratica religiosa)…ma tant’è, mal voluto non fu mai troppo, dice il proverbio.

    https://www.aldomariavalli.it/2025/01/07/la-parola-e-le-parole-di-bergoglio-due-mondi-opposti/amp/

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