Mussolini, un Secolo Fa. Rileggere il Discorso – e la Storia – senza le Lenti della Faziosità. Mario Adinolfi.

4 Gennaio 2025 Pubblicato da 14 Commenti

Marco Tosatti

Carissimi StilumCuriali, offriamo alla vostra attenzione queste riflessioni di Mario Adinolfi, a cui va il nostro grazie, sul famoso discorso di Mussolini di un secolo fa. Buona lettura e condivisione. 

 

NOTE A MARGINE DI UN DISCORSO DI CENT’ANNI FA

di Mario Adinolfi

Il discorso del 3 gennaio 1925 di Benito Mussolini che si assume la responsabilità “politica, morale, storica” dell’omicidio Matteotti è l’intervento parlamentare più rilevante della storia italiana perché cancella la democrazia nel Paese e instaura una dittatura durata vent’anni, preparando la via a quelle “leggi fascistissime” che fanno tabula rasa dei partiti politici, della libertà di associazione, della libertà di stampa e infine anche della libertà d’espressione.

Va di moda, da Scurati a Cazzullo alle serie tv, dipingere Mussolini come una sorta di volgare capobanda che con la violenza si è impadronito del potere, imponendosi agli italiani. Basta la lettura del discorso del 3 gennaio 1925 per capire che non è vero: Mussolini fu senza dubbio un dittatore e la sua principale responsabilità fu il totalitarismo fascista espresso con leggi liberticide. Ma non fu un capobanda: fu il politico più abile della storia italiana, sostenuto da un vastissimo consenso popolare (derivato anche da una non indifferente capacità di governo) oltre che dalle istituzioni e dai poteri diffusi del Paese: monarchia, Chiesa, ceto industriale e padronale, intellettuali e accademici. Al giuramento di fedeltà al regime imposto ai docenti universitari si sottrassero solo in dodici, la maggioranza dei quali arrivati all’età della pensione.

Parafrasando il discorso del 3 gennaio 1925 “se il fascismo è un’associazione a delinquere”, la stragrande maggioranza degli italiani è stata affiliata a quell’associazione a delinquere. La narrazione di un Mussolini cattivo che soggioga col calcagno un popolo italiano impaurito è, semplicemente, falsa anche se va di moda. Il fascismo è la più specchiata biografia della nostra nazione, Mussolini fu statista ammirato anche all’estero, gli italiani erano mussoliniani prima ancora che iscritti al Pnf. Dirlo fa paura perché il fascismo fu anche leggi razziali, alleanza con Hitler, stragi e deportazioni. La verità è che quando gli ebrei romani furono rastrellati e messi sui vagoni piombati destinazione Auschwitz, gli italiani non solo lasciarono fare ma collaborarono chi col silenzio chi addirittura col consenso: su La Difesa della Razza, non dimentichiamolo mai, scrivevano anche Amintore Fanfani e Giovanni Spadolini, Indro Montanelli e Giorgio Almirante, che sarebbero poi diventati protagonisti assoluti dell’Italia repubblicana. E i vari Eugenio Scalfari e Dario Fo, Pietro Ingrao e Norberto Bobbio hanno trascorso la vita intera a cercare di far dimenticare il loro entusiastico sostegno giovanile a Mussolini.

Non faremo mai pace con la nostra storia se non la finiremo con la contraffatta narrazione di un Mussolini capobanda volgarotto e grottesco che per una sorta di ipnosi collettiva si è impadronito dell’Italia. Il fascismo fu violento ma erano violenti anche socialisti e comunisti, il biennio rosso che precedette la marcia su Roma del 28 ottobre 1922 fu carico di atti di sopraffazione provenienti da una sinistra che mirava ad una sollevazione rivoluzionaria di stampo sovietico che, ricordiamolo, nel 1917 in Russia si era concretamente realizzata e dunque non era un generico spauracchio, ma una opzione considerata come realistica e praticabile tramite azioni cruente. Gli italiani, spaventati da quella prospettiva, si affidarono a Mussolini e per decenni lo sostennero. Così è andata.

Gli italiani furono complici di quell’uomo che il 3 gennaio 1925 poteva essere spazzato via dalla storia e invece se ne impadronì con il discorso parlamentare più importante di sempre. Questa è la nostra vicenda nazionale, può non piacerci ma non possiamo raccontarla in altri modi troppo platealmente falsi per essere accettabili. Cazzullo, Scurati, le serie di Sky con quel Marinelli che in ogni intervista si dichiara “antifascista”, non dicono la verità.

E finché non ci diremo la verita fino in fondo, non potremo chiudere una pagina storica che viene usata per una polemica politica stucchevole quanto insensata, per cui ogni nuovo leader che sia Craxi o Berlusconi, la Meloni o persino Renzi, diventa “fascista” perché sgradito all’establishment di una sinistra che oggi come allora non sa ottenere democraticamente il consenso della maggioranza degli italiani, perché da essi vista come menzognera e sostanzialmente oppressiva.

L’invito è a rileggere la nostra storia nazionale senza le lenti dell’ideologia. Vedrete che è una storia appassionante, ricca di miserie e di grandezze perché di miseria e grandezze è composto l’animo degli italiani, che furono fascisti e poi si trasformarono tutti in antifascisti partigiani resistenti, secondo una cifra comportamentale che è il vero tratto caratteristico del nostro popolo: il conformismo rispetto al potere, il trasformismo permanente. Un po’ di salutare bagno di verità rispetto a ciò che è stato, può farci solo bene.

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14 commenti

  • Giovanni ha detto:

    È buono l’articolo di Adinolfi , da non trascurare l’ invito a fare chiarezza ed accettare responsabilità. Per conoscere la storia ed avvicinarsi alla verità, bisogna almeno non accettare quale oro colato quella dei vincitori, veicolata attraverso i colonizzati. Ancor di più se i colonizzati sono abilissimi nel salire sul carro della vittoria. . Col sempliciotto poi, vittima di sovralimentazione mediale a menzogna continua, inutile perder tempo.

  • enrico ha detto:

    Condivido buona parte dell’articolo. Devo però fare presente che né Fanfani, né Spadolini, che oltre tutto era giovanissimo all’epoca, né Montanelli scrissero articoli sulla “Difesa della Razza”. Questo non toglie nulla alla sostanza del ragionamento.

  • Francesco22 ha detto:

    Quello che mi fa irritare è l’ ipocrisia dei vari Mieli e Scurati. Uno fa una puntata sul fascismo una volta al mese, l’ altro scrive il copione per le serie TV. Lo fanno per guadagnare!!!! Sallusti diceva la verità: quando in allegato ai giornali esce un inserto su mussolini/fascismo i quotidiani vendono di più!

  • FRANCO LAGUNA ha detto:

    Eccellente realistico breve riassunto nato in occasione di questo centesimo anniversario passato sotto tono, ovviamente.

  • Sempliciotto (già BP) ha detto:

    L’ennesima conferma della spregevole indole nera di questo terrificante blog. Mussolini fu un dittatore criminale e, allo stesso tempo, un enorme, emerito cretino.

    • Marco Tosatti ha detto:

      Io, se fossi in lei, non parlerei di cretini.

      • Enrico Nippo ha detto:

        Caro Sempliciotto (nome omen), tu il terrore (e il disprezzo spietato) ce l’hai dentro. Un consiglio: liberatene.

    • Don Ettore Barbieri ha detto:

      Lei, invece, è l’esempio mirabile dell’ipocrisia italiana: la stragrande maggioranza del Paese era fascista ed è diventata miracolosamente antifascista quando il regime è caduto. E i più accaniti antifascisti sono stati proprio quelli che fino a pochi mesi o qualche anno prima erano fascistissimi. Un esempio su tutti: Eugenio Scalfari. Se lei fosse vissuto durante il Ventennio sarebbe stato quasi certamente uno di questi personaggi.
      Il fascismo, come dice giustamente Franco Cardini e, insieme a lui Renzo De Felice e Augusto Del Noce, è una parte della storia d’Iralia e ha una propria complessità che va capita. Invece, l’unica cosa che ha saputo portare avanti la sinistra socialcomunista e radicale,formata in gran parte da ex fascisti che hanno messo la camicia nera in varichina quando non gli ha fatto più comodo esserlo, è la sua demonizzazione. Ed è proprio questo atteggiamento irrazionale e rancoroso che tiene in vita i gruppuscoli che fanno il saluto romano in via di Acca Larentia e non solo. È questa totale arroganza molto fascista degli antifascisti che ha portato una Francesca Mambro ad abbracciare il terrorismo. L’assenza volutamente irrazionale di qualunque riconoscimento dell’avversario, parlando di male “assoluto” che introduce, tra l’altro, un elemento religioso manicheo nel pensiero di chi si professa ateo (o giù di lì) è il grande alimento – dopo 80 anni dalla fine della guerra – che tiene in vita ciò che si vorrebbe eliminare.

    • FRANCO LAGUNA ha detto:

      Sig. Sempliciotto (ex British Petroleum) : la storia puo’ essere manomessa alla bisogna per l’interesse; ma per un periodo temporale relativamente breve: ovvero fino a quando ad un altro interesse necessita il ripristino della verita’; e’ sempre stato cosi’, guardi la storia dell’ Agip prima della guerra quando governava quello che lei ingiustamente definisce il cretino e dopo Mattei. Le bugie hanno le gambe anche lunghe a volte ma la verita’ galleggia. Poi ho imparato a non preoccuparmi dell’indole di nessuno, guardo a me stesso, un saluto amichevole, lei vede troppo nero tutto quanto.

  • Tobia ha detto:

    “…All’Italia, perché sede del mio Vicario, ho mandato Benito Mussolini, per salvarla dall’abisso verso cui si era avviata, altrimenti sarebbe arrivata in condizioni peggiori della Russia….”
    (Gesù a Suor Elena Aiello, 23 aprile 1940)
    Tobia

  • Virro ha detto:

    beh, almeno Mussolini difendeva gli italiani,
    ma la Meloni è andata a Washington ad appoggiare la sua testa sotto il mento di quel “Biden”.
    vero è che, chi sapeva comunicare, sono diventati poi gli opportunisti politici.

    BUON ANNO A TUTTI

  • Cristina ha detto:

    Bravo e coraggioso come sempre Adinolfi che da Cristiano sa che la Verità ci farà liberi .

  • Massimo De Carli ha detto:

    Il migliore articolo letto da me sul fascismo e sul discorso di Mussolini! Bravissimo dr. Adinolfi!! Giustissimi anche i rilievi sui vari Cazzullo, Scurati, ecc. ecc. Costoro nulla hanno appreso dagli studi del grandissimo Renzo De Felice. Incapaci di fare la Storia, perché post sessantottini….

    • P. Vilfredo Lovani ha detto:

      Se dice che Mussolini sarebbe stato facilmente cancellato dalla storia dopo il discorso del bivacco, temo che anche Adinolfi abbia capito poco di De Felice.

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