Cosa Fare in Tempi di Morta Fede ed Empietà Trionfante? Don Curzio Nitoglia Risponde a Cinzia Notaro.
4 Gennaio 2025
5 CommentiMarco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Cinzia Notaro, che ringraziamo di cuore, offre alla vostra attenzione questa intervista con don Curzio Nitoglia sui tempi che stiamo vivendo nella Chiesa. Buona lettura e diffusione.
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” Cosa fare in tempi di morta fede ed empietà trionfante?”
“Meditare e aggrapparsi alla Parola di Dio, al Magistero perenne della Chiesa, al Catechismo non adulterato dalla parola degli uomini , credere più che mai nella presenza reale e sostanziale del Dio fatto uomo nel Sacramento dell’Altare, leggere la vita dei Santi, ricorrere all’esame di coscienza,fare atti di mortificazione, visite al Santissimo, confessione e comunione frequente, preghiera continua,buone opere e, in modo particolare , la recita quotidiana del rosario della Madonna”.
Così don Curzio Nitoglia che esorta i fedeli a ricevere secondo le norme tradizionali della Chiesa la santa comunione sempre in ginocchio, mantenendo l’usanza del capo coperto per le donne e le ragazze (1Corinzi 11,4-7), che mai devono accostarsi ai santi Sacramenti indossando abiti indecenti (1Timoteo 2,8-10 ) che contrastano con il rispetto e la riverenza dovuti alle cose sacre.
Esiste ancora la differenza tra sacro e profano?
Siamo in tempi di desacralizzazione. Anche i luoghi sacri sono profanati. Tutto viene ridotto al profano in nome della “religiosità nuova” che non ha bisogno di edifici di culto. Ciò che è sacro viene dissolto nella vita comune dell’individuo a discapito della salvezza eterna. Occorre seguire l’esempio di chi ci ha preceduto nella fede : le pratiche tradizionali di pietà,il santo timore di Dio, l’amore a Gesù Cristo , l’osservanza della Sua dottrina e dei Suoi precetti. Paolo VI vincola nella sua Esortazione Apostolica, gravemente la coscienza dei Vescovi, a fare buona guardia perché la dottrina sia trasmessa pura non solo nell’insegnamento, ma anche nella condotta di vita che deve incarnare e far fruttificare la Parola.
La confusione dottrinale dove sta conducendo ?
Al relativismo, al naturalismo, alla sovversione del dogma e della morale rivelati. La dottrina tradizionale viene distrutta con il silenzio, le omissioni ed esprimendo concetti contrari alla verità sempre insegnata dalla Chiesa.Il pensiero moderno servendosi di correnti evoluzionistiche e razionaliste penetra nelle menti dei fedeli per dare vita ad una nuova religione. Ricordiamo che il nemico come leone ruggente si aggira in cerca della preda (1Pt 5,8 ) approfittando dei turbamenti causati dai pruriti di novità (2Timoteo 4,3-4 ) per corrompere la fede e pervertire i costumi. Il catechismo si presta a questo scempio, perchè è lo strumento per arrivare all’autodemolizione della Chiesa. I nuovi catechismi dettati dallo spirito modernista ( senza formulare nessun giudizio sulle intenzioni degli autori ) a questo servono. I nemici sono dentro la casa e quindi la nostra salvezza è condizionata all’impiego di tutti i mezzi necessari a preservare l’integrità della nostra fede.
Come viene stravolta la Tradizione ?
Istruendo, consigliando l’opposto di quanto viene condannato dall’ insegnamento tradizionale in modo ininterrotto dal Magistero ecclesiastico … ad esempio teologi e finanche autorità ecclesiastiche rifiutano la decisione dell’enciclica Humanae vitae di dichiarare illecito l’uso di anticoncezionali ; continuando a fare professione di fede nel mistero della santissima Trinità, ma sostituire sistematicamente il termine consustanziale con un altro che non ha lo stesso significato, come la parola natura; affermando che il Papa, in virtù della collegialità, non può decidere nulla senza avere udito il collegio episcopale, cadendo nel conciliarismo che sovverte la Chiesa di Cristo.
E’ necessaria la vigilanza per non arrivare ad assimilare il veleno inconsapevolmente.In buona fede o per ignoranza, ingenuità o superficialità vi sono fedeli che accettano le novità, ma non bisogna sottovalutare l’astuzia del demonio che se ne serve per allontanarli dall’ortodossia cattolica. Inoltre in campo liturgico i nuovi usi che sostituiscono gli antichi insinuano altri concetti religiosi,a scapito della fede, dal momento in cui il comportamento presuppone e pertanto diffonde, significati erronei sulle verità rivelate.
La Chiesa è stata trasformata in “Istituto di accoglienza e assistenza sociale”?
Si, rendendo inintelligibile il sacro, comprensibile solo in una società gerarchica. Da qui, l’eccessiva preoccupazione per la promozione sociale. Allo stesso tempo assistiamo alla secolarizzazione del clero , il cui celibato viene considerato assurdo e strano il genere di vita come consacrato in modo esclusivo al servizio dell’altare … ove viene visto come semplice rappresentante del popolo cessando con infiniti mutamenti di presentare agli occhi dei fedeli, l’immagine della Sposa dell’Agnello, una santa e immacolata.
Una confusione mai vista prima, fedeli che brancolano nel buio. A che punto è il processo di autodemolizione della Chiesa?
Ci si domanda cosa sia rimasto intatto nel Cristianesimo. Non c’ è certezza sul dogma trinitario, prevale ambiguità sulla Persona adorabile dell’Uomo-Dio, Gesù Cristo; si è titubanti circa la Santissima Eucaristia; non si concepisce la Chiesa come istituzione di salvezza; non si sa che posto occupa il sacerdote in mezzo ai fedeli e non c’è sicurezza per quanto concerne gli obblighi morali; anche la preghiera ha perso il suo valore così come la Sacra Scrittura.
Ecco perché è essenziale mantenere le formule dogmatiche tradizionali ?
Quanto mai opportuno dato che in certi ambienti ecclesiali la parola “transustanziazione” (che indica il mutamento totale della sostanza del pane e della sostanza del vino nel Corpo e Sangue di Gesù Cristo sull’altare al momento della consacrazione ) , è stata sostituita con altri termini quali “transignificazione” e /o “transfinalizzazione” dando ragione all’affermazione del Papa che si pone in dubbio il mistero dell’Eucaristia e della presenza reale. Per questo il Concilio di Trento, che si tenne dal 1545 al 1563, contro il simbolismo protestante, consacrò il vocabolo transustanziazione. Mentre il Concilio di Nicea (325 d.C. ) dopo anni di lotta contro gli Ariani fissò nella parola “consustanziale”, il concetto della unità di essenza delle Tre Persone Divine, abbandonato in certi ambienti cattolici inducendo perplessità riguardo ai dogmi della santissima Trinità e del divino Salvatore. Nella pratica, si eliminano i segni di adorazione, di rispetto al santissimo Sacramento, come la comunione in ginocchio, sulla lingua, con il velo, la benedizione col Santissimo, la visita al Tabernacolo e via di seguito.
Una nuova terminologia per una nuova religione?
Non ci troviamo più dinanzi ad un Cristianesimo autentico e non solo per il cambio di parole, in quanto le innovazioni portano ad una sovversione totale nella Chiesa.I fedeli angustiati non sono più certi in cosa devono credere. La causa è l’abbandono della Tradizione apostolica e patristica ,l’unico antidoto alla crisi profonda di linguaggio, di pensiero e di azione. Il vescovo è chiamato a vigilare affinchè i nuovi studi non tradiscano la Verità e la continuità della dottrina della fede , ricordando ai teologi che la vera teologia si basa sulla Parola di Dio scritta e inseparabile dalla Sacra Tradizione il cui valore è tale che anche le encicliche e gli altri documenti del Magistero ordinario del Sommo Pontefice, sono infallibili soltanto negli insegnamenti confermati dalla Tradizione, cioè da un continuo insegnamento della dottrina, svolto da diversi Papi e per un ampio lasso di tempo. Di conseguenza, l’atto del Magistero ordinario di un Papa che contrasti con l’insegnamento garantito dalla Tradizione magisteriale di diversi Papi e attraverso un considerevole lasso di tempo, non dovrebbe essere accettato.
Quali devono essere i criteri per giudicare le novità ?
Bisogna verificare se si accordano con la Tradizione, se sono frutto di una buona legge, se si conformano alla Tradizione. Solo così possono essere accolte. Il “malsano aggiornamento” ha portato – dal Concilio Vaticano II sino a oggi – a pratiche e dottrine diametralmente contrarie alla Fede e Morale cattolica, come sono state definite infallibilmente dalla Chiesa sin dal Concilio di Gerusalemme (anno 49).
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Tag: chiesa, fede, nitoglia, notaro
Categoria: Generale
Calcolando che la deviazione inizia col feudalesimo e l’imbarbarimento franco-germanico si comprende bene come tutti coloro che si cuciono la Rivelazione a proprio uso e consumo ( eh beh, quanti canoni si nascondono altrimenti ci si condannerebbe da sé! ) abbiano trovato in ques’epoca e nel modernismo lo spauracchio perfetto!
Davide T.
Conosco una suora
Dalla faccia d’aceto.
Instancabile lavora
Tra’l serio e il faceto,
Serve ,studia, implora
Lo fa in modo discreto.
ll suo lume gronda
D’olio, la fiamma brilla,
Sempre accesa, monda,
Senza foto e gorilla,
Non è alta o bionda,
Ma l’occhio le scintilla
Della gioia più sincera:
Essere sposa di Cristo,
Esserlo una vita intera
E scusate se insisto.
La fede la fa così vera,
Devo dirlo, non resisto!
Don Curzio ci parla con una chiarezza e competenza tali che dovrebbero svegliarci sulla domanda più importante : chi è che comanda ? che fare per fermarlo ? A mio parere don Nitoglia ci invita a capire che: I° la lotta di base è spirituale II° il fine ultimo è la vittoria del male sul bene III° vittoria del male nel capovolgimento radicale del Credo e della Fede in Dio. La Provvidenza -penso- va e andrà per la Sua strada ma noi dobbiamo CAMBIARE Vita Azioni e piccoli gesti apparentemente marginali -…e molto altro- per mezzo di ATTI DI FEDE opposti a quelli apparsi come modello ed esempio. Devono essere capovolti con la fermezza che il Celeste Creatore dona e distribuisce ad ognuno DI NOI. In fine, Dio vede Dio provvede ma, forse, Egli ci chiede di collaborare. Per questo limpido scossone, UMILMENTE, La ringrazio
Cara Cadenasso, una volta si rispettavano certe regole e opportunità. Mi riferisco all’articolo. Prima di tutto occorreva dare l’esempio e poi parlare o scrivere e, magari dopo un approfondito esame di coscienza, valutare la propria vita usata come una “banderuola” possa essere una base per fare la morale agli altri e persino ai papi. A parte l’indegna critica che ha sempre fatto a Benedetto, credo che un ex cattolico non possa permettersi di far lezioni (Nitoglia, ricordiamolo fra sedeprivazionismo, sedevacantismo e critica ai papi post Concilio e al ConcilioV2, è tuttora eretico e scomunicato latae sententiae)… ma come disse una Signora qui: la vergogna è morta!
Poi non dimentichiamo, che la lotta al male che attanaglia la Chiesa passa Innanzitutto dallo svergognamento fino alla cacciata di quel tizio che ha usurpato il Soglio dell’ultimo vero papa Benedetto.
Centralissima l’intervista di Don Curzio, traduce in parole il nocciolo duro del problema.