La Doglianza di un Vecchio Confessore e il Catechismo di S. Pio X. Alleati dell’Eucarestia e del Vangelo.

30 Dicembre 2024 Pubblicato da 11 Commenti

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, offriamo alla vostra attenzione questo articolo pubblicato sul sito degli Alleati dell’Eucarestia e del Vangelo, che ringraziamo per la cortesia. Buona lettura e diffusione.

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CONFESSARSI BENE, FA BENE! La doglianza di un vecchio confessore e il Catechismo di S. Pio X
 di Veronica Cireneo

Il mondo è pieno di peccato, ma i confessionali sono sempre più vuoti. Un po’ per la generale superficialità spirituale, un po’ per la mancata disponibilità dei sacerdoti, sempre più frequentemente si accosta alla Comunione, anche chi non è in stato di Grazia.

In questo articolo riportiamo la testimonianza di un confessore ottantenne bergamasco, e a chi è interessato a fare una bella confessione per affrontare il nuovo anno senza zavorre, un fondamentale suggerimento di lettura utile a fare luce sullo stato di salute della propria coscienza. Buona lettura.

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La testimonianza di un vecchio confessore 

I preti non hanno più tempo. Il rito è stato banalizzato (…).

Oggi si confessa in maniche di camicia, in casa, nei banchi, all’aperto, ovunque! Con la farsa del Covid anche il vecchio “confessionale” è stato abbandonato. La gente fatica a confessarsi, perché anche la Chiesa – e i preti in particolare – sembrano faticare a crederci davvero a questo sacramento .

Come ogni Domenica ho confessato. Come sempre: pochi, ma buoni. Se sono buoni i – pochi – penitenti rimasti, non è altrettanto buono il modo come noi li riceviamo.

Ho confessato davanti a un altare laterale, a sinistra, entrando ( in chiesa). Ovviamente, non ha nulla di adatto al sacramento: è solo uno spazio in cui si sono collocate due sedie. Non ha nulla di bello, se si eccettua, naturalmente, la splendida tela del Moroni che, però, non ha nulla a che fare con il Sacramento della Penitenza.

D’altronde non si può fare diversamente. Si occupano gli spazi rimasti liberi. Ma sono spazi che non sono stati concepiti per confessare.

Il non-spazio del sacramento della penitenza è, forse, l’ultimo atto di una deriva di questo sacramento, sempre meno praticato dai fedeli e sempre meno considerato dalla stessa liturgia e dai preti che ne sono i “ministri” e quindi i primi responsabili.

Siamo arrivati, ormai a una fase in cui è stato tolto al sacramento della confessione ogni tipo di identità liturgica.

Già da tempo, si confessa in chiesa o in casa. Si confessa in maniche di camicia o – molto raramente – con un paramento liturgico. D’altra parte, quale è il paramento liturgico “adeguato” per questo sacramento? Oggi i novelli sacerdoti come altri meno giovani non lo sanno.

Da qualche parte deve essere scritto. Ma non si sa dove è scritto e non si sa che cosa è scritto, ma carissimi confratelli ve lo dico io: “Si indossa cotta e stola viola, sulla talare!”.

Quando si discute facendo simposi sul sacramento della penitenza, come i teologi chiamano quello che la gente nomina come confessione, si parla subito di crisi, di allontanamento massiccio dei cattolici da questa pratica. Certamente se chi entra in chiesa non trovi più il sacerdote seduto al confessionale, e quando lo trovi dice che non ha tempo, perché assorbito in tutt’altre faccende, è  chiaro che un fedele non torna più e se torna non usufruirà più del sacramento.

La confessione è un mezzo concreto per riconciliarci con noi stessi e con Dio, per continuare a esercitarci nella conversione e per fare esperienza di Dio come di Colui che ci ama incondizionatamente e non dobbiamo isolare la confessione, separandola dall’intero annuncio di Gesù Cristo. Essa, infatti, ha il suo significato solo all’interno della chiamata di Gesù a una vita che corrisponda alla volontà di Dio e, nello stesso tempo, al nostro essere persone umane. Nella confessione incontriamo Gesù che ha perdonato ai peccatori la loro colpa e il Dio-Gesù Cristo che ci fa sperimentare il suo amore misericordioso.

Pio XII scriveva:”Forse il più grande peccato nel mondo di oggi è che gli uomini abbiano incominciato a perdere il senso del peccato” (26 ottobre 1946). Il motivo della dimenticanza della legge di Dio, sta nella perdita del linguaggio spirituale.

Vorrei concludere ricordando che – non è un caso se – quelle parrocchie in cui è stato nuovamente ripristinato il confessionale con il “penitenziere”, per una dignitosa celebrazione del rito del sacramento, sperimentano continuamente una crescita di fede e di vocazioni.

Vorrei ricordare soprattutto quei – pochi – fedeli che ci credono ancora e che si confessano per lo più molto bene. Sono pochi e anche per questo, avrebbero diritto a un migliore, più dignitoso trattamento da parte di noi sacerdoti, perché confessarsi bene, fa bene!

Torna la voglia di ricominciare, di pregare meglio, di rapportarsi in modo nuovo (con Dio), con gli altri e con se stessi.

Fonte qui

***

Per una buona confessione, cosa può essere più utile che rispolverare il Catechismo di San Pio X  in particolare il Capo VI: dal num 672 al 794?

Fatto di domande e risposte, anche riguardanti l’esame di coscienza, sarà davvero utile per fare un po’ di chiarezza sullo stato di salute della propria anima.

Ricordiamo che il paradisiaco Sacramento dell’Eucarestia, che fisicamente va ricevuto in ginocchio e sulla lingua, se ricevuto in peccato conduce alla condanna eterna.

Con l’arrivo del nuovo anno, risolviamoci di permettere al Sangue Preziosissimo di Gesù Cristo di purificarci nel Confessionale, settimanalmente o mensilmente, anche per rendere un po’ più accogliente la stalla del nostro cuore, al Divino Ospite Bambino che ci raggiunge a Natale e ad ogni  Comunione.

Laudetur Jesus Christus nunc et semper

Veronica Cireneo 

30 dicembre 2024

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11 commenti

  • Mario ha detto:

    Correzione refusi precedente commento

    Sciocchezze melliflue da idolatri. Si va a Messa senza esitazione alcuna, giacché Cristo è presente nel Sacramento. Chi mette qualsiasi cosa al posto di Dio, a cui va il Primato su tutte le cose, papa compreso, è apostata. Coraggio a lei! Esca dall’ ingannevole fraintendimento, sennò son guai e… auguri

  • miserere mei ha detto:

    Una proposta ai parroci

    Utilizzare i confessionali
    Indossare la stola
    Stabilire orari fissi di presenza al confessionale
    Non limitarli a poche ore a ridosso delle sante messe
    Permettere il sacramento più volte durante la settimana
    Predicare con continuità gli effetti negativi dei peccati
    Raccomandare l’esame di coscienza quotidiana
    Richiamare i fedeli ad una confessione ben preparata
    Spiegare che in confessione vanno detti i propri peccati
    Non usare il confessionale per la direzione spirituale
    Prepararsi prima un proposito concreto
    Dare delle penitenze molto pratiche e concrete
    Favorire il raccoglimento di chi si confessa
    Ad esempio unire l’adorazione silenziosa del SS.mo Sacramento in attesa di entrare in confessionale
    Non essere frettolosi con il penitente.
    Ritornare sui consigli dati nella volta precedente.
    Chiedere al penitente di ripartire da lì
    Raccomandare una confessione frequente
    Collegare la misericordia al pentimento dei peccati

    • Veronica Cireneo ha detto:

      Miserere mei e nobis…

      Ottimo! Trovo solo un punto poco chiaro, che sembra una contraddizione.

      Se il confessionale come è giusto non è il luogo della direzione spirituale, come e perché la volta successiva, si dovrebbe ripartire da dove si era rimasti nella precedente?

      Non è molto chiaro! Possiamo approfondire?
      Grazie mille

      Veronica Cireneo

      • miserere mei ha detto:

        Volentieri cara Veronica.

        Perchè i consigli sono stati dati dopo aver confessato i peccati e dunque, se ascoltati, dovrebbero aver aiutato a non ricaderci (la confessione non è psicologia, ma un sacramento: vi agisce la grazia anche nei consigli del sacerdote e sarebbe sprecato se non si fa nemmeno lo sforzo di ricordarceli e verificare se li abbiamo considerati).

        Aggiungerei alla lista precedente:

        Confessarsi in ginocchio (salvo impedimento fisico)
        Annotarsi subito i consigli ricevuti in confessionale
        Imparare ad essere molto asciutti nell’accusarsi: d’accordo circostanziare se lo chiede il confessore (per accertare piena avvertenza e deliberato consenso), ma se si esagera a spiegare per colpa di chi si ha peccato, poi la confessione diventa il racconto dei peccati altrui.

  • Enrico Nippo ha detto:

    “Benedetto XVI rinunciò solo a una parte del ministero petrino e tenne il munus”.

    Affermazione dogmatica conseguente al romanzo “Il codice Ratziger”.

    • mimma ha detto:

      Logico separare confessione dei peccati e direzione spirituale.
      La prima richiede infatti pocontempo, la seconda, talvolta molto tempo.
      A me eè capitato spesso di non potermi confessare perché chi mi precedeva stava facendo direzione o conversazione, non saprei.
      Poiché in genere il tempo a disposizione dei preti è fissato a mezz’ora prima della Celebrazione, ne consegue che, a ridosso della Santa Messa, si resta esclusi dal Sacramento.

  • Fritz ha detto:

    C’è molta verità in questa testimonianza. La più sconvolgente è che la Confessione, in quanto sacramento, è stato abbandonata dai fedeli e dai preti.
    Ma tra le cose vere ce ne sono troppe di imperfette nell’articolo come sono imperfette e più gravi le intenzioni e le false dimenticanze degli Alleati che ce lo propongono.
    Si fa finta di dimenticare che proprio i preti hanno vilmente applicato le disposizioni CEI / Bergoglio. Hanno certamente abbandonato i confessionali per motivi Covid, pseudoigienici dal punto di vista scientifico, ma hanno tradito soprattutto i loro doveri, interrotto le Messe e tutti gli altri sacramenti. Hanno disertato le chiese, la salus animarum, l’assistenza spirituale ai moribondi e alla gente spaventata dal plagio pandemico: altro che disertato solo i confessionali!! La vera diserzione della confessione sta nel comportamento dei preti traditori: se non credono loro in un Dio che li ha chiamati, perchè dovrebbero crederci le persone che devono confessarsi da loro?
    Gli Alleati fanno i moralisti ma non dicono, fanno finta di non sapere, che anche la confessione in comunione con Bergoglio è gravemente illecita se non assolutamente nulla, come ogni altro sacramento con un antipapa. È scorretto tacerlo ed è una grave responsabilità che ricade su di loro. Sono cristiani di facciata; non basta amare a parole l’Eucarestia, far finta di scandalizzarsi quando si offende Cristo o denunciare chi l’offende se si tace sul primo fra tutti, Bergoglio e su quei consacrati che accettano con l’impostura comodi ma falsi sacramenti. Come al solito gli articoli degli Alleati sono un placet allo status quo e una voluta collaborazione coll’antichiesa.

    • Enrico Nippo ha detto:

      “Gli Alleati fanno i moralisti ma non dicono, fanno finta di non sapere, che anche la confessione in comunione con Bergoglio è gravemente illecita se non assolutamente nulla, come ogni altro sacramento con un antipapa”.

      Era quello che chiedevo qualche tempo addietro, ovvero di sapere quale fosse la posizione degli Alleati rispetto a papa/non papa Francesco.

      Quindi gli Alleati sono “una cum”? Confesso che, per mia insufficienza, ancora non mi è chiaro.

  • R.S. ha detto:

    Il 31 dicembre 2024 saranno due anni esatti che la Chiesa cattolica è priva del papa Benedetto XVI.
    Inutile ripetere qui ciò che Padre Farè e don Cornet hanno efficacemente esposto per esprimere fondatissimi dubbi sull’accaduto del 2013 e la liceità del conclave del marzo di quell’anno.

    Molte delle loro ricerche attingono agli studi proposti da don Minutella e dal Dr. Cionci.

    Risparmierò qui al lettore una disquisizione sui distinguo tra queste posizioni, come anche tra quelle esistenti tra coloro che legittimano il papato di Francesco pur dicendone tutto il male possibile (mons. Viganò e il tradizionalismo “una-cum”) fino a parlare di eresia e invocando la cacciata di Bergoglio.

    La Chiesa è la sposa di Cristo e pertanto resta immacolata anche dentro la grande confusione regnante attorno al Vicario di Cristo e alla delegittimazione deliberata o intrinseca del papato.
    I potentati terreni che odiano visceralmente il Signore Gesù stanno cavalcando la confusione generando scandalo tra i fedeli e portandoli ad abbandonare la barca, privandosi così della Grazia santificante dei sacramenti, ovvero la sola possibilità di fronteggiare il male con mezzi divini.

    Se anche l’agire pastorale della Chiesa sinodale proposto dall’attuale pontificato (legittimo o illegittimo che sia) mira a depotenziare la Sposa delle prerogative soprannaturali, possiamo ben comprendere la soddisfazione del principe di questo mondo nel trovare anime più manipolabili e prive di difese.

    La Chiesa Cattolica è priva da due anni di un pontefice che predicò tutt’altro, odiato dal mondo esattamente come il Signore di cui fu Vicario quale umile operaio della vigna. Tra il 2013 e il 2022, dopo aver rinunciato parzialmente al ministero (e mai al munus) non restò inoperoso “ben consapevole che questo ministero, per la sua essenza spirituale, deve essere compiuto non solo con le opere e con le parole, ma non meno soffrendo e pregando”.

    E’ meglio ribadirlo: Benedetto XVI rinunciò solo a una parte del ministero petrino e tenne il munus.
    Che cosa può configurare una circostanza così anomala, tanto che erano mille anni che non si vedeva (dai tempi di Benedetto VIII) come afferma nel testo di “Ultime conversazioni” il libro-intervista di Peter Seewald uscito nel 2016? E perché non ha parlato più chiaramente dell’accaduto?

    La risposta, ai sensi del diritto canonico, è una sola e si chiama SEDE IMPEDITA.

    Che al conclave convocato nel 2013 sia succeduto un pontificato come quello bergogliano, considerato da molti un disastro, non fa alcuna differenza rispetto ad un eventuale pontificato trionfale per la Chiesa: sarebbe comunque stato un papa illegittimo della Chiesa Sposa e pertanto tuttora santa e immacolata.

    Una Sposa che priva di un Vicario di Cristo mantiene un’immacolatezza, la pienezza della grazia sacramentale e la garanzia delle promesse divine, in primis il poter schiacciare il capo del serpente che la insidia in un momento storico associabile ai paragrafi 675, 676 e 677 del catechismo e che allude a ciò che è trapelato dell’inedito del terzo segreto di Fatima e da altre esperienze mariane degli ultimi due secoli.

    Nella declaratio di Benedetto XVI affiora molto di più di quello che, manipolata, le si è voluto far dire.

    Quanti sono i cardinali viventi che hanno oggi meno di 80 anni e sono di nomina anteriore al 2013? Non si tratta di una mera curiosità, poiché la situazione di Bergoglio non sprizza salute né dal punto di vista del fisico, né da quello della solidità canonica. Il mainstream, al soldo di chi odia pervicacemente Cristo, sta già cercando di pilotare il sentire comune verso un discredito generale dei signori cardinali che verosimilmente vedranno una divisione tra quelli nominati prima e dopo il 2013.

    Gli ante Bergoglio con meno di 80 anni sono una trentina scarsa.

    Canonicamente toccherà a loro riportare in carreggiata la barca, sapendo benissimo quel che è successo e perché. Sapendo bene che avranno il mondo addosso e che il problema non è Jorge Mario Bergoglio, bensì chi l’ha messo lì e potrebbe anche decidere che adesso sia meglio farne a meno.

    Canonicamente la via è impervia. Ma c’è il Signore, ci sono le sue promesse e c’è Maria.
    Direi che, tecnicamente, per il serpente è sconfitta assicurata. Ma passa dalla Via Crucis.
    La Chiesa con il Suo Sposo, la corredentrice con il Redentore.

    • Fritz ha detto:

      Piano pano e nel tempo, sicuramente con le preghiere di alcuni tuoi lettori, caro R. S. sei arrivato alla verità. Non era difficile giungervi come ora ben sai, ma tutto giocava sulla tua buona volontà e sull’onestà intellettuale, che non sono state mai carenti in te.
      Ti invito a considerare che la via ordinaria alla Grazia Santificante, sono i Sacramenti che nascono nella Comunione Ecclesiale, come più volte indicato in passato da ex commentatrici spesso censurate su questo blog. A parte la diatriba, utile solo ai teologi, fra
      Sacramenti illeciti o nulli, una cosa è certa: è sempre illecito accostarsi a Messe bergogliane poichè non sono mai fruttuose e offendono la Chiesa.
      Ma sei una persona che se non può accettare un nutrimento che non può nutrire, neanche vuole offendere il cuore di Cristo con un oltraggio e quindi è nella tua natura decidersi con fede fra un cibo purtroppo vuoto e digiuno pieno di amore.
      Finchè la tua buonafede ti farà accostare a tali abusi transeat, ma cessando questa, se l’amore per il Signore trabocchera in te, non permetterai alla tua anima di offenderLo. Se non troverai preti che celebrano in Sede Vacante chiedi la Grazia Santificante con la Comunione Spirituale. Coraggio!

      • Mario ha detto:

        Sciocchezze melliflue da idolatri. Si va a Messa senza esitazione alcuna, giacché Cristo e presente nel sacramento.

        Chi mette qualsiasi cosa al posto di Dio s cui va il Primato su tutte le cose, papa compreso, è spostata.

        Coraggio a lei. Esca dall’ ingannevole fraintendimento e suguri

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