La Sacra Scrittura Ignorata (Seconda Parte). Il Matto.

16 Dicembre 2024 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari amici e enmici di Stilum Curiae, il nostro Matto offre alla vostra attenzione queste riflessioni sulla manipolazione e il sostanziale tradimento della Sacra Scrittura. Buona lettura e condivisione.

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SACRA SCRITTURA IGNORATA (2)

 

Abramo e Sara in un’icona

 

Neanche a dirlo, anche il brano di Sacra Scrittura proposto qui appresso è assente dalle letture liturgiche pubbliche, come anche in altre occasioni religiose. Si tratta pertanto di un’epurazione voluta, allo scopo di non screditare la discutibilissima figura del Dio veterotestametario per farne emergere surrettiziamente un’altra, che si accordi con quella del Nuovo Testamento. Per non dire del pretenzioso “leggere il Vecchio testamento alla luce del Nuovo”, un escamotage pseudo-teologico tramite il quale si vuole assicurare l’incombenza veterotestamentaria sulla Nuova ed Eterna Alleanza.

 

Genesi 12, 10-20

 

Venne una carestia nel paese e Abram scese in Egitto per soggiornarvi, perché la carestia gravava sul paese.  Ma, quando fu sul punto di entrare in Egitto, disse alla moglie Sarai: «Vedi, io so che tu sei donna di aspetto avvenente. Quando gli Egiziani ti vedranno, penseranno: costei è sua moglie, e mi uccideranno, mentre lasceranno te in vita. Di’ dunque che tu sei mia sorella, perché io sia trattato bene per causa tua e io viva per riguardo a te». Appunto quando Abram arrivò in Egitto, gli Egiziani videro che la donna era molto avvenente. La osservarono gli ufficiali del faraone e ne fecero le lodi al faraone; così la donna fu presa e condotta nella casa del faraone. Per riguardo a lei, egli trattò bene Abram, che ricevette greggi e armenti e asini, schiavi e schiave, asine e cammelli. Ma il Signore colpì il faraone e la sua casa con grandi piaghe, per il fatto di Sarai, moglie di Abram. Allora il faraone convocò Abram e gli disse: «Che mi hai fatto? Perché non mi hai dichiarato che era tua moglie? Perché hai detto: È mia sorella, così che io me la sono presa in moglie? E ora eccoti tua moglie: prendila e vàttene!». Poi il faraone lo affidò ad alcuni uomini che lo accompagnarono fuori della frontiera insieme con la moglie e tutti i suoi averi.

* * *

A beneficio del cattolico duro e puro si rammenta che la Sacra Scrittura è Parola di Dio anche quando espone lo scabroso che viene tenuto nel cassetto, precludendo una visione del Cattolicesimo che risulterebbe molto diversa da quella di stampo israelita inculcata per secoli. E a chi si farà avanti con le sole punte delle scarpe ben lucidate buttando là il pappagallesco “la lettera uccide, lo spirito vivifica”, si chiede la cortesia di fornire l’interpretazione “spirituale” del brano (ma è certo, anzi certissimo che nessuno si farà avanti). Si chiede quindi, di nuovo, la cortesia di astenersi dal commentare glissando, senza entrare nel merito di quanto proposto.

 

Intanto ci fermiamo alla lettera che qualche importanza deve pur avere, altrimenti di quale “spirito che vivifica” si andrebbe fantasticamdo? E poi, se si tratta di eventi storici e non mitici, c’è poco fare: contra factum non valet argumentum.

 

E allora, come riferisce “la lettera che uccide”, la Sacra Scrittura, cioè la Parola di Dio, ci presenta un quadro tutt’altro che edificante: un Abramo pavidamente furbo e privo di dignità; l’acquiescenza impudica, per non dire di peggio, di Sara nell’accettare l’indecente baratto propostole dal marito; la malvagità e l’incongruenza del Dio ebraico che, invece di punire la spregiudicata coppia per aver architettato e messo in opera l’ignobile mercato, punisce il Faraone che non  aveva colpa alcuna, avendo preso in moglie una donna che credeva libera da legami matrimoniali; ed infine la magnanimità del Faraone stesso che, invece  di far gettare in carcere l’Ebreo con la moglie, che lo avevano turlupinato (ma vengono raffigurati con l’aureola della santità!) esponendolo alla furia dell’irascibile Dio ebraico, lascia ad Abramo tutte le sue ricchezze che gli aveva donato credendolo suo cognato, gli riconsegna la moglie e li fa scortare alla frontiera.

 

Come si vede, “la lettera che uccide”, ma che dovrebbe svegliare gli “spiriti” addormentati da venti secoli e passa di israelismo, ci presenta una vicenda che, almeno fino al punto in cui Faraone se la spassa con la moglie di Abramo, sembra una stuzzicante novella del Decamerone di messer Giovanni Boccaccio, e consente di trarre una morale niente affatto edificante, confermandoci, semmai, che il Dio degli Ebrei era sempre disposto a perdonare il lenocinio, la prostituzione, il raggiro e la truffa, scaricando naturalmente la sua collera sugli innocenti, purché si fosse fedeli e ubbidienti ai sui voleri. E Abramo lo era, e come! Proprio come Mosè e Giosuè (si veda il precedente articolo).

 

C’è da dire che anche il brano appena dissotterrato non può non destare il sospetto che la stesura del medesimo (e non solo) sia opera di uno o più israeliti “ispirati” che hanno approntato un Dio a loro immagine e somiglianza per giustificare la storia del “popolo eletto”.

 

Quindi  “Il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe” di cui nell’Esodo, e che Matteo mette in bocca a Gesù, non può – onestamente! – non lasciare perplessi, tanto più se si tiene anche conto di Isacco, non certamente un modello ideale di padre, visto che più di Giacobbe ama Esaù che gli procura la selvaggina di cui è goloso, e di Giacobbe stesso, altro personaggio non proprio morigerato che ha dodici figli da mogli e schiave, ricatta Esaù chiedendogli di cedergli il diritto di primogenitura in cambio di un piatto di lenticchie e, dulcis in fundo, su imbeccata dell’astuta (tanto per cambiare) Rebecca inganna il padre Isacco facendosi passare per Esaù ed ottenere il definitivo riconoscimento del diritto di primogenitura. Il tutto, ovviamente, con il beneplacito del turbolento e spietato Dio israelitico.

Non è da escludere, e c’è da auspicarlo, che il cambiamento tumultuoso e disintegrante in atto, costituisca il preludio alla liberazione dall’incombenza veterotestamentaria plurisecolare, per l’affermarsi del Mistico Asse Melchisedek-Cristo-Roma quale unica garanzia dell’universalità della Nuova ed Eterna Alleanza, visto che la Vecchia, evidentissimamente, non era eterna.

 

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SIMBOLI – Gesù con la kefiah, sconcerto nel mondo ebraico https://moked.it/blog/2024/12/09/simboli-gesu-con-la-kefiah-sconcerto-nel-mondo-ebraico/

 

 

Dal sito “pagine ebraiche – il portale dell’ebraismo italiano”

https://moked.it/blog/2024/12/09/simboli-gesu-con-la-kefiah-sconcerto-nel-mondo-ebraico/

Sconcerto e inquietudine nel mondo ebraico italiano per la scelta di papa Francesco di omaggiare in Vaticano un presepe proveniente da Betlemme in cui il bambin Gesù riposa in un drappo evocativo della kefiah palestinese. La “palestinizzazione” dell’ebreo Gesù non è una novità in ambito ecclesiastico.

[…]

«Secondo il rabbino capo di Genova Giuseppe Momigliano, assessore al culto dell’Ucei, rappresentare Gesù con la kefiah «è un altro passo per privarlo della sua identità storica di appartenenza».

[…]

«Sconcerto» è il termine usato da Marco Cassuto Morselli, il presidente della Federazione delle Amicizie Ebraico-Cristiane in Italia. Cassuto Morselli è colpito perché «la riscoperta dell’ebraicità di Gesù è una delle grandi novità del dialogo ebraico-cristiano» degli ultimi anni.

[…]

Cassuto Morselli ricorda che l’argomento era già stato sollevato all’interno dei Sussidi per una corretta presentazione dell’ebraismo, pubblicati nel 1985 dalla Pontificia Commissione per i rapporti religiosi con l’ebraismo. «Gesù è ebreo e lo è per sempre», si legge nel documento vaticano. Perché la Chiesa cattolica ha avvertito la necessità di affermare questo punto? Perché, viene spiegato nella scheda Cei-Ucei, «per secoli Gesù è stato degiudaizzato, grecizzato, latinizzato, europeizzato, destoricizzato e quindi in tempi recenti si è sentito il bisogno di farlo ritornare alle sue origini». Origini oggi messe di nuovo in discussione, nel segno della kefiah.

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Capito? Gli Ebrei, con la connivenza degli addetti ai lavori cattolici si sono appropriati di “Gesù ebreo”, una panzana secolare che non regge un secondo al solo considerare chi è il Padre di Gesù, ovvero lo Spirito Santo che certamente non è ebreo, e della Madre, ovvero l’Immacolata Concezione che mai può essere ebrea.

Molto strana, poi, questa pretesa degli Ebrei di accaparrarsi quel Gesù che i loro antenati hanno deciso di far crocifiggere, qui riecheggiando le parole del grande Pilato: “Dovrò crocifiggere il vostro re?”. Per non dire della subdola, ipocrita risposta: “Non abbiamo altro re che Cesare”.

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28 commenti

  • stefano raimondo ha detto:

    L’antropologa Ida Magli prevedeva (e auspicava) che in futuro la Chiesa Cattolica abbandonerà definitivamente il cosiddetto Antico Testamento. Io concordo con Ida Magli.

    PS – Saluto il mio amico Matto.

  • Mimma ha detto:

    Gentile e caro Matto
    Capisco il suo disagio perché è stato tante volte il mio, ma in gioventù, quando pretendevo di capire tutto , anche Dio!
    Mi chiedevo non non solo quel che Lei si chiede, ma anche come mai, tra tanti popoli di altissima civiltà, il Signore avesse scelto tra loro il più insignificante e arretrato, un non-popolo, per usare la definizione di Isaia.
    Ho dato una risposta a questa domanda?
    No.
    Ma, se considero l’apporto che ogni etnia ha dato finora al progresso dell’umanità, agli Ebrei devo attribuire la ” scoperta ” del Dio Vivente, Unico, Trascendente, Immortale, il cui trono ha alla base diritto e giustizia.
    Non saremmo quel che siamo senza i Fenici, i Sumerii Greci i Romani i Cinesi , gli Egizi e tutti gli altri fratelli.
    Ma non saremmo quello che siamo senza gli Ebrei, senza quwll’Abramo che in una notte stellata rispose di sì all’Onnipotente.
    Chi ci dice che Dio chiamò solo Abramo?
    Sappiamo però che solo Abramo rispose.
    Chi era costui?
    Un caldeo, un pagano, sposato con sua sorella, per giunta sterile, un peccatore come tutti gli uomini di tutti i tempi, che considerava le donne come merce di scambio, come anche oggi avviene .
    Non può il Matto, gentiluomo e animo fine dell’anno 2024, , giudicare un Abramo.
    Ma questo rozzo amorreo errante disse di sì al Padreterno e dà lì, con questo imperfwttissimo strumento, è cominciata la storia della salvezza di tutta l’umanità.
    Mi hanno insegnato che L’Altissimo è un Pedagogo pazient, si serve anche del male commesso dai suoi allievi per raggiungere i suoi incomprensibili fini e completare il suo progetto di amore.
    L’antico Testamento dunque non è solo la prova di questa pazienza, ma anche la storia umana di questo stoltissimo, caparbio e corrotto popolo che Lo aveva trovato,nonostante tutto.
    Quella che Lei, amico mio, ritiene Scrittura ignorata con malizia semplicemente ci interessa poco, in quanto tale, ma ci educa molto perché dimostra l’amore grande di Dio per tutti.
    Bisogna leggere tutto con quest’ottica.
    La violenza non è mai di Dio , ma degli uomini che la usano nel nome Suo.
    Non si spiegherebbero altrimenti tutti i passi in cui il Signore condanna la violenza e la punisce con rigore.
    Mi riesce difficile citarli tutti, perché sono moltissimi.
    Basterà il caso di David, punito ” per aver sparso sangue ” con una morte precoce, con la ribellione del figlio più amato e con altri tremendi castighi.
    La Chiesa, molto saggiamente, separa ciò che è storia strictu sensi di Israele da ciò che riguarda la storia della salvezza.
    Ecco perché non legge i passi da Lei citati.
    Ci mancherebbe!
    Ma allora perché li ha riconosciuti tutti?
    Ma perché gli Autori di quei libri, pur nella loro rozzezza spirituale, furono realmente ispirati da Dio.
    Come dimostrare ciò?
    Con il fatto che tutto ciò che hanno predetto i Profeti si è realizzato.
    Nella genealogia di Cristo sono presenti sia il piò re Ezechia, sial’empio Manasse, grandi donne e qualche prostituta.
    Così siamo all’oggi.
    Ma, in coscienza, Enrico carissimo, noi , edotti da duemila anni di Cristianesimo, siamo migliori di loro?
    Le guerre che abbiamo guerreggiato nel nome di Cristo non ci rendono simili a Giosuè?

    • il Matto ha detto:

      Gentile Mimma,

      la ringrazio per il suo contributo di cui prendo atto.

      E’ chiaro come il suo sguardo sull’argomento sia molto diverso dal mio. Non mi dilungo oltre poiché sarei costretto a ripetermi e finirei per tediarla.

      D’altronde, ognuno va per la sua strada.

      Un cordiale saluto ed un augurio di sereno Natale.

  • Adriana 1 ha detto:

    Caro Nippo,
    a farla breve: il testo CEI attuale si rifà al codice masoretico di Leningrado, in cui i Masoreti cercarono di adeguarsi al monoteismo postesilico, non all’enoteismo originario che comprendeva numerosi Elohim ( Kamosh-Milkom- Baal- Astarte- Dagon- Haddad- Asherah- di provenienza sumero-accadica ) ognuno con il suo precipuo carattere. ” L’Elohim di Abramo e l’Elohim di Nacor giudicheranno tra noi” ( Gen. 31, 53 );
    ” Così dice Yahwè, Elohim di Israele ” (Giosuè; 24, 2) ecc…
    Quanto al Talmud, tre piccole perle- di quelle più dolci- : “Il nome del Signore non viene profanato quando la bugia viene raccontata ad un non Ebreo” ( Babha Kama 113 b);
    ” Gli Ebrei possono giurare falsamente usando doppi significati o qualsiasi altro sotterfugio ” (Shabbout Hag 6 d).
    ” Lo spargere il sangue degli empi è un sacrificio accettabile dal Signore” ( Ialkut Simoni 245 c ).

  • Giovanni ha detto:

    La Genesi è un resoconto d’un lungo periodo storico nel quale vengono presentati anche vari difetti umani. Potrebbe essere una chiave di lettura .

    • il Matto ha detto:

      Beh, già quel “potrebbe” sa di ipotesi, e l’ipotesi, mi sembra, mal si adatta alla Sacra Scrittura che non viene ritenuta ipotetica.

      Il tema scottante, talmente scottante che ci si guarda bene dal trattarlo, è quello del Dio veterotestamentario bellicoso e sanguinario i cui ordini inqualificabili (per non dire di peggio) vengono eseguiti scrupolosamente da personaggi tutt’altro che santi, stando sempre a ciò che riferisce la Sacra Scrittura.

      In nessun caso si può leggere il Dio de Vecchio Testamento “alla luce” del Nuovo Testamento.

      Tra il Dio ebraico e il Dio cristiano la famosa “ermeneutica della continuità” è una forzatura lampante.

      • Giovanni ha detto:

        Vorrei rammentarle il Decalogo, non riconducibile a un Dio sanguinario, ma Giusto.

        • lL MATTO ha detto:

          Ha fatto bene a rammentare il Decalogo. Infatti c’è da chiedersi come si concilia il Dio che lo ha stabilito con il Dio che ha ordinato ai suoi ispirati di agire in assoluto contrasto col Decalogo stesso. Siamo di fronte a un Dio che si contraddice? Mi permetta di ricordarle che entrambe le facce contraddittorie del Dio veterotestamentaria fan parte della Sacra Scrittura, la quale non può essere interpretata epurandola dalla benché minima parola.

          • giovanni ha detto:

            Lei m’insegna che misericordia ( quindi perdono ) e giustizia procedono insieme. Se colui che si macchia col peccato ( chiunque di noi ) non chiede misericordia finira’ sotto la giustizia, non le pare ?

          • il Matto ha detto:

            Senza dubbio!

            Ma il motivo proposto dal mio articolo riguarda un tema diverso e che ho già ripetuto anche nei commenti.

            Cordialmente.

  • Giampiero ha detto:

    Insomma, una madre e un figlio che ci pioverebbero direttamente dal Cielo? ..🤔

    • il Matto ha detto:

      E da dove se no?

      E’ talmente lampante!

      Lo Spirito Santo non “piove” dal Cielo?
      E dove “piove” se non nell’Immacolata?

      Abbiamo ben presente cosa significa: “Tota pulchra es, Maria. Et macula originalis non est in Te”?

      Non c’è la macchia originale nell’Immacolata: pertanto Essa non è contaminata dal alcun elemento etnico-razziale (come avviene per qualsiasi essere umano di qualsivoglia etnia e razza).

      La sua Sposa, Dio-Spirito Santo se l’è preparata (o già ce l’aveva) in Cielo! Vergine prima e dopo il parto. Non una “donna del popolo” bensì Donna Celeste:

      «Fui generata quando non c’erano ancora abissi,
      quando ancora non c’erano sorgenti rigurgitanti d’acqua.
      Fui generata prima che i monti fossero fondati,
      prima che esistessero le colline,
      quando egli ancora non aveva fatto né la terra né i campi
      né le prime zolle della terra coltivabile.
      Quando egli disponeva i cieli io ero là».

      Impossibile penetrare il Mistero. Grandissimo equivoco il volerlo adattare in qualunque modo alle esigenze della logica umana.

      Un distinto saluto.

      • Adriana 1 ha detto:

        Caro il Matto,
        se la tua motivazione è esclusivamente il “mistero della Fede” che riconosci essere “irrazionale”, non vedo perchè tu non riconosca il “mistero della Fede” di Miserere mei- altrettanto irrazionale-.

      • Giampiero ha detto:

        Non riesco proprio a seguirla (almeno stavolta). La provenienza “dal Cielo” che lei attribuisce a Gesù e Maria si risolve così di fatto in una incarnazione fittizia del Verbo. Quanto si è realizzato in Gesù e Maria riguarda si una iniziativa “del Cielo”, ma attraverso un processo kenotico di quel Verbo divino attraverso il quale “la terrestrità e l’umanità dei Soggetti in causa è fuori discussione. Se così non fosse la salvezza apportata non avrebbe presa sulla nostra effettiva dimensione. Dunque, dal mio punto di vista, sia Cielo che terra (et et), così come il Cristo è vero Dio e VERO Uomo, e Maria è sia Vergine che Madre….
        Cmq trovo sempre stimolanti le sue “provocazioni”, soprattutto la sua rassegna di versetti e narrazioni bibliche lanciate come un sasso sullo stagno (su questo aspetto della rivelazione biblica mi ero già confrontato, forse in maniera un pò meno radicale di come abbia fatto lei..).
        Le auguro buone feste e a risentirci.

        • il Matto ha detto:

          Vorrà perdonarmi per quanto di matto (ed incomprensibile) sto per esporre.

          Incarnazione non fittizia ma tanto reale quanto inconcepibile da noi esseri umani iper materializzati nel corpo e nella mente. La preponderanza assoluta del celeste rispetto al terrestre nei corpi di Gesù e Maria non può essere messa in discussione senza rendere vana la Resurrezione e vani i loro Corpi di gloria. Il terrestre è una provvisorietà – illusoria – che viene trasmutata dal celeste, ed il celeste in Sé non risponde – sottolineo non risponde – ad alcuna caratteristica etnico-razziale. D’altronde il Verbo è universale, dunque assoluto, e l’Assoluto è il Libero per eccellenza, e perciò non soggiace ad alcun condizionamento umano.

          L’Uomo libero (con la maiuscola) è quello totalmente assorbito dal/nell’Assoluto, e quindi ha realizzato l’universalità di Gesù e Maria (processo che richiede ovviamente una prassi ben precisa).

          Un sentito grazie per il contributo, un sereno Natale a lei e alla prossima.

    • Adriana 1 ha detto:

      Ebbene, non esiste, forse, quel famoso passo del Genesi:
      ” Quando gli uomini cominciarono a moltiplicarsi sulla terra…i figli degli Elohim videro che le figlie degli uomini erano belle e ne presero per mogli quelle che vollero…”
      (Gen. 6, 1-2) e i figli di queste unioni furono gli Eroi dell’antichità…o, con altra denominazione: Semidei.

  • lL MATTO ha detto:

    Caro Miserere Mei, perdoni l’insistenza. Da parte mia, visto il tipo di Dio bellicoso e sanguinario che ci presenta la Sacra Scrittura IGNORATA veterotestamentaria, e visti i personaggi che ne hanno eseguito a puntino gli ordini, affermo che il “Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe” non può essere in alcun modo il mio Dio. Lei che ne pensa di Abramo, Sara, Isacco e Giacobbe? Non erano personaggi a dir poco inquietanti? E gli sterminatori Mosè e Giosuè li vogliamo dimenticare?

    • miserere mei ha detto:

      Caro Matto,
      la Sacra Scrittura è piena di fatti truculenti e di azioni spiacevoli. E’ terribile quel che fa Davide con Uria… inquieta anche la strage dei profeti di Baal dopo la disfida con Elia. Ovviamente anche gli episodi da te sottolineati non sfuggono a questo disagio.

      Tuttavia, lo ribadisco, l’antico testamento è tutto in funzione di Gesù come Verbo incarnato e redentore.
      Lo è sia considerando in senso figurato i vari misfatti che sono descritti, sia in senso pratico e reale nell’assommare peccato a peccato anche nelle vite dei patriarchi e dei profeti, da Adamo ad Abramo, da Mose’ a Davide, da Elia ai Maccabei…

      Gesù salva, perché non sono l’alleanza, la legge e i profeti a farlo. Ma salva il peccatore, perché lui ne ha bisogno… I giusti? Sono rarissimi… Non mancano, ma come giusti subiscono più persecuzione che ricevere stima. Basti pensare a come tratta Maria il Talmud e come Erode Antipa tratta il Battista.

      Però è tutto in funzione di Cristo. Ogni riga.
      Basta leggere tutto in questa luce, da cristiani.
      Gesù è l’unico Salvatore.
      Il cristianesimo non è una religione tra le tante.
      E’ Dio a salvare, facendosi uomo.
      L’uomo è servo inutile. C’è poco di cui vantarsi.

  • Adriana 1 ha detto:

    Malefico correttore automatico! !!! Naturalmente:
    Ismaele, non Samuele!

  • Adriana 1 ha detto:

    Caro Nippo,
    Per ben due volte Abraham fa questo scherzetto, ricavandone ogni volta ricompense opime, da vero gentiluomo collaudato! Dirò, a questo punto, che “menomale” che gli Islamici ritengono che sia stato Samuele ( il vero primogenito ), non Isacco a fare da capro del sacrificio…ed entrambi, facendo i dovuti calcoli, sarebbero stati sulla quarantina…A quei tempi si viveva a lungo. Merito del sangue mesopotamico del patriarca?

  • Adriana 1 ha detto:

    Caro Nippo,
    Per ben due volte Abraham fa questo scherzetto, ricavandone ogni volta ricompense opime, da vero gentiluomo collaudato! Dirò, a questo punto, che “menomale” che gli Islamici ritengono che sia stato Samuele ( il vero primogenito ), non Isacco a fare da capro del sacrificio…ed entrambi, facendo i dovuti calcoli, sarebbero stati sulla quarantina…A quei tempi si viveva a lungo. Merito del sangue mesopotamico del patriarca?

  • Adriana 1 ha detto:

    Caro Nippo,
    Per ben due volte Abraham fa questo scherzetto, ricavandone ogni volta ricompense opime, da vero gentiluomo collaudato! Dirò, a questo punto, che “menomale” che gli Islamici ritengono che sia stato Samuele ( il vero primogenito ), non Isacco a fare da capro del sacrificio…ed entrambi, facendo i dovuti calcoli, sarebbero stati sulla quarantina…A quei tempi si viveva a lungo. Merito del sangue mesopotamico del patriarca?

  • il Matto ha detto:

    Tanto per confermare, se mai cene fosse ancora bisogno, il potere coercitivo israelitico sulla Chiesa cattolica:
    è stata rimossa la kefiah (palestinese) dal presepe esposto in Vaticano.

    Ovviamente , sempre per ispirazione del “Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe”.

  • il Matto ha detto:

    Mi scusi, Miserere Mei, ma non sembra che lei sia entrato nel merito di quanto proposto nell’articolo.

    Lo faccia, per favore, e dica cosa ne pensa del “Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe” alla luce della Sacra Scrittura, cioè del “protovangelo” che è la Genesi.

    Perché questa ritrosia a ad aprire gli occhi sui brani poco edificanti della Sacra Scrittura?

    • miserere mei ha detto:

      A me sembrava in tema.
      Stiamo parlando della dura cervice.
      Purtroppo non confinabile in un solo ambito.

  • miserere mei ha detto:

    Il mio regno non è di questo mondo… L’ha detto Gesù.

    C’è chi di Dio se ne appropria e lo usa per primeggiare qui.

    Tutta la Bibbia parla di Gesù. Genesi è il protoevangelo.

    Gesù nasce a Betlemme in una famiglia della tribù di Giuda.

    Per chi ragiona in modo terreno sarà un problema: il Nazareno galileo che contraddirebbe Michea 5,1.
    Crocifisso infatti come nazareno, con l’iscrizione di Pilato che rende l’acronimo ebraico come YHWH!

    Indimenticabili le parole sulla grandeur del tempio, vanto dell’uomo che costruisce la casa a Dio: non ne resterà pietra su pietra. I vangeli sono stati scritti ben prima del 70 d.C., quindi una profezia compiuta.

    Di Gesù va anche colta l’ironia, specialmente verso chi lo mette alla prova, sfidandolo nella conoscenza di Dio, (proprio Lui, che è Dio).

    Paradigmatico Marco 12,28-34

    L’interlocutore si rivolge a Gesù come “maestro”, ma poi gli fa una domanda da primo anno di catechismo.

    Gesù risponde e quello gli fa il commento: “hai detto bene”! (chi l’avrebbe mai detto, allora lo sai…).

    Solo che commentando lo scriba dice una grossa scemenza: la risposta del catechismo “vale più di tutti i sacrifici”.

    Scemenza per tre motivi: 1-la risposta in sè è illogica (se amo Dio con “tutto”, con che cosa amo il prossimo?); 2-il comandamento che discende dalla Legge e dai Profeti (che parlano in nome di Dio senza esserlo) è “in vista di” qualcosa di più e non esaurisce la rivelazione; 3-il sacrificio di Cristo, allora imminente, infatti vale più della Legge e dei Profeti ai quali dà compimento.

    Gesù è molto ironico con lo scriba che gli dà i voti alti, perchè aveva risposto secondo l’antico: “non sei lontano dal Regno di Dio”.

    Appunto: “non sei lontano”, che è diverso dall’esserci.
    Per questo i lontani/ultimi supereranno i vicini/primi.
    Essere “servi inutili” toglie certezze a chi “fa” per Dio.