Gaza. Lo Sterminio (anche Culturale), le Menzogne e la Complicità del Media Italiani.
16 Dicembre 2024
Pubblicato da Marco Tosatti
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, mentre a Gaza continua lo sterminio (la notte scorsa un bombardamento su una scuola ha ucciso molti civili, fra cui donne e bambini, nella complicità degli Stati Uniti e dell’Europa, e dell’Italia, offriamo alla vostra attenzione alcuni elementi interessanti. Buona lettura e diffusione.
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Il primo è un editorale de La Notizia che ringraziamo per la cortesia.
Una vera e propria operazione di “lavaggio morale” condotta da alcuni giornali, e in primis dal Corriere della Sera, a favore di Israele. I maggiori giornali italiani non solo minimizzano nelle cronache i crimini quotidiani che vengono commessi a Gaza – sotto gli occhi di tutti noi in tempo reale, giacché siamo in epoca di internet, telefonini e video – ma nei loro editoriali mirano a creare una rete di giustificativi ideologico-filosofici che dovrebbero portare, secondo gli estensori, all’assoluzione morale di Israele, a prescindere da ogni considerazione giuridica. Ieri il Corriere ha pubblicato un editoriale di Ernesto Galli della Loggia in cui, in sintesi, si sostiene che, a ben guardare, le leggi internazionali non vietano solo i crimini di guerra ma di fatto vietano la guerra tout court, e perciò sono irrealistiche, dunque inapplicabili. Benché non lo dica espressamente, la conseguenza logica di un tale ragionamento è che Israele non sta commettendo alcun crimine: à la guerre comme à la guerre.
Dunque, Israele è già assolta dal Corriere. Invece la Russia, per aver fatto in Ucraina un millesimo di quello che ha fatto lo Stato ebraico a Gaza, in Cisgiordania e in Libano, è al bando: Putin è un macellaio e deve essere arrestato. In pratica esistono ormai due codici morali, uno bianco e uno nero, e i nostri maîtres à penser scelgono questo o quello a seconda delle convenienze.
Per citare solo un altro editoriale, il 29 novembre il Corriere ha pubblicato un articolo di Angelo Panebianco che metteva nel mirino nell’ordine: il Tribunale dell’Onu (Corte penale internazionale, Cpi) che ha messo sotto processo per genocidio il governo di Israele; lo stesso Segretario Generale dell’Onu; e l’altro tribunale dell’Aja, la Corte Internazionale di giustizia (Cig), che ha spiccato mandati di arresto per Netanyahu e per l’ex ministro della Difesa Gallant per crimini di guerra e contro l’umanità concretizzatisi, tra l’altro, con l’uccisione di almeno 18mila bambini palestinesi.
Non vale neppure la pena ricordare che, quando quello stesso Tribunale (Cig) emise un mandato di cattura per Putin per il “rapimento di bambini”, si levò un coro di applausi per la Corte e non si udì mezza parola a sfavore.
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Il secondo è questo articolo di Piccole Note con fonte Haaretz, il cui coraggio e la cui onestà nel coprire quanto sta accadendo, anche a fornte dei ricatti del governo israeliano, non saranno mai abbastanza sottolineati e lodati.
Una manifestazione che non si è tenuta, una violenza che non c’è stata…e i media che hanno diffuso la menzogna.
Due giorni dopo gli scontri tra arabi e israeliani ad Amsterdam in occasione della partita Ajax-Maccabi, che Netanyahu ha denunciato come un pogrom – ma che in realtà erano stati innescati dalle provocazioni degli ultras del Maccabi – un altro avvenimento era balzato agli onori della cronaca, confermando, in apparenza, l’allarme del premier israeliano riguardo un’asserita ondata di antisemitismo che starebbe dilagando in Europa.
Haaretz: “Non si è tenuta nessuna cerimonia commemorativa”
Questa la notizia sintetizzata da David Stavru Haaretz: “Il sito di notizie online Mako ha riferito che durante una cerimonia commemorativa del pogrom della Kristallnacht [la “notte dei cristalli” di infausta memoria nazista ndr] che si era tenuta a Stoccolma, la capitale della Svezia, degli ebrei erano stati aggrediti. [Mako] affermava che dei dimostranti anti-israeliani avevano insultato quanti partecipavano alla cerimonia, gli avevano sottratto le bandiere israeliane, le avevano strappate e gettate nel fiume”.
La notizia è dilagata su social e media, suscitando reazioni infiammate. “Nel mondo reale – spiega, però, Haaretz – ciò che è accaduto a Stoccolma è davvero preoccupante, ma per tutt’altre ragioni. Primo, non si è tenuta nessuna cerimonia commemorativa della Kristallnacht. Secondo, nessun ebreo è stato aggredito. Terzo, questa falsa informazione è stata diffusa da persone che contavano sui media per diffondere tale menzogna”.
Quanto avvenuto, infatti, era affatto diverso da tale narrazione. Si era svolta una manifestazione pro-Palestina, come tante se ne susseguono da oltre un anno a Stoccolma, spiega Haaretz, alla quale si era unito un ospite insolito.
Si trattava di una donna anziana in bicicletta che aveva attirato l’attenzione dei giornalisti presenti perché il suo veicolo a pedali esibiva una “bandiera israeliana (oltre alla bandiera finlandese e quella iraniana precedente alla Rivoluzione islamica)”.
Un provocatore, una bandiera
La donna “aveva un megafono con il quale diffondeva canzoni ebraiche come ‘Am Yisrael Chai‘ e slogan del tipo ‘Hamas ha assassinato tutti gli omosessuali di Gaza e altri in cui si diceva che ‘Hamas progettava di annientare tutti gli ebrei’”.
A prima vista poteva apparire un’attivista ebrea, scrive Haaretz, in realtà era “un’attivista di estrema destra. Infatti, sui social pubblica post che sono un mix di antisemitismo, negazionismo dell’Olocausto e teorie cospirative sul coronavirus, allarmi verso la conquista islamica dell’Europa e il potere distruttivo degli ebrei svedesi, che ‘vogliono distruggere i popoli nordici’ e sono ‘un cancro metastatico’”.
“La presenza della ciclista alla manifestazione avrebbe potuto scatenare un putiferio. Ma non è successo – aggiunge Haaretz. “Certo, ha suscitato un po’ di rabbia, ma gli organizzatori si sono adoperati per calmare gli animi”.
“Alla fine della manifestazione, un dimostrante ha afferrato la bandiera israeliana della donna, l’ha gettata da un ponte ed è stato arrestato sul posto. Il titolo che i media di destra hanno dato a questo incidente è stato: ‘Nel giorno in cui ricordiamo la Kristallnacht, un attivista palestinese ha rubato una bandiera israeliana e l’ha gettata in acqua’”.
“Ciò che è successo successivamente è affascinante. Le persone che pubblicavano post su diversi account X, Instagram e Facebook di vari paesi hanno iniziato ad aggiungere dettagli, limitati solo dalla loro immaginazione”. Da qui le fantasie sulle tante bandiere gettate in acqua, seguite poi da notizie che informavano come in acqua sarebbero stati gettati gli ebrei. Tali invenzioni sono poi “diventate notizie”, prosegue Haaretz, suscitando ondate di sdegno e rabbia. Vicenda in sé minima, ma istruttiva.
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E infine questo articolo di ROARS, Return on Academic Research and School che denuncia il genocidio culturale in corso a Gaza, dove oltre alle abitazioni (l’80%, secondo alcune fonti) vengono distrutte sistematicamente infrastrutture, edifici pubblici, e scuole.
Amnesty International ha pubblicato lo scorso 5 dicembre un rapporto che “documenta le azioni di Israele durante l’offensiva sulla Striscia di Gaza occupata dal 7 ottobre 2023. IL rapporto esamina l’uccisione di civili, il danneggiamento e la distruzione di infrastrutture civili, lo sfollamento forzato, l’ostruzione o la negazione di beni salvavita e di aiuti umanitari e la limitazione delle forniture di energia elettrica. Analizza le intenzioni di Israele attraverso questo modello di condotta e le dichiarazioni dei responsabili israeliani. Il rapporto conclude che Israele ha commesso un genocidio contro i palestinesi di Gaza.
In particolare, l’organizzazione per i diritti umani ha esaminato 102 dichiarazioni di funzionari governativi e militari israeliani, emesse tra il 7 ottobre 2023 e il 30 giugno 2024, che deumanizzavano la popolazione palestinese o chiedevano o giustificavano atti di genocidio o altri crimini nei suoi confronti. Di queste 102 dichiarazioni, Amnesty International ne ha identificate 22 fatte da alti funzionari incaricati della direzione dell’offensiva militare, che paiono aver chiesto o giustificato atti di genocidio, fornendo in questo modo prove dirette dell’intento genocida. Questo linguaggio è stato frequentemente replicato anche da soldati sul terreno, come evidenziato da contenuti audiovisivi verificati da Amnesty International in cui soldati israeliani chiedono di “radere al suolo” la Striscia di Gaza o di renderla inabitabile e celebrano la distruzione di case, moschee, scuole e università palestinesi.
La valutazione intermedia dei danni pubblicata dalla Banca Mondiale, dall’Unione Europea e dalle Nazioni Unite nel marzo 2024 ha indicato che “17 università e campus universitari, il 63% dei campus valutati [erano stati] distrutti o parzialmente danneggiati”. I soldati israeliani hanno vandalizzato alcune di queste e hanno pubblicato le immagini delle loro azioni sui social media.
Questa la sintesi del rapporto di Amnesty in Italiano.
Qui si può leggere il rapporto completo in inglese.
La foto è ripresa da questo post su X https://x.com/ytirawi/status/1793628894245118205 che è citato nella nota n. 908 del rapporto di Amnesty come attendibile.
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Tag: gaza, haaretz, moral washing, svezia, università
Categoria: Generale
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