Scambiatevi un Segno di Pace….ma Senza Esagerare, per Favore…Alleati dell’Eucarestia e del Vangelo.
14 Dicembre 2024
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, offriamo alla vostra attenzione questo articolo pubblicato dagli Alleati dell’Eucarestia e del Vangelo. Buona lettura e diffusione.
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Ma cosa dicono i documenti ufficiali della Chiesa su questo momento della celebrazione e qual è l’atteggiamento corretto da tenere durante lo scambio della pace?
Ce ne parla Mauro Bonaita, in questo articolo didattico e un po’ ironico, che gentilmente ci scrive da Reggio Emilia.
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Durante il periodo covid, uno dei tanti precetti umani che sono stati imposti ai fedeli, è stato il divieto del segno della pace: forse l’unico, tra l’ assurdità di tutti gli altri, che avremmo dovuto eseguire in modo veramente ligio!
Tuttavia, anche questo precetto, interpretato nel modo modernista è diventato occasione, per molti, di dare sfogo alla solita creatività liturgica, sempre fuori luogo.
Eccoci quindi che abbiamo assistito a: strani inchini da samurai, strizzate d’occhio con smorfia, toccate di gomito, lancio di baci a distanza, saluti muti a una o più mani e chi più si scompone, più inclusivo è…
Allegriiia! Peggio ci sarebbe solo il ritorno delle “catene umane” al Padre Nostro…
Il bello – si fa per dire – fu che la CEI ( Conferenza Episcopale Italiana) ci rassicurò sulla temporaneità del provvedimento di eliminazione e/o sostituzione del segno di Pace (si legga qui), ma poi le cose evidentemente sfuggirono di mano.
Questo momento della liturgia, che si incontra appena prima di ricevere l’Eucarestia era già, anche prima del covid, spesso occasione di varie scompostezze da parte dei fedeli, ma poi giungemmo, ed è ancora così, all’apoteosi del pessimo gusto…
Ma vediamo brevemente cosa dicono i documenti ecclesiali a proposito di questa fase liturgica, considerando in particolare: il “Nuovo ordinamento del Messale Romano” e la “Redemptionis Sacramentum”.
NUOVO ORDINAMENTO DEL MESSALE ROMANO
[82] “…conviene tuttavia che ciascuno dia la pace soltanto a chi gli sta più vicino, in modo sobrio”.
REDEMPTIONIS SACRAMENTUM
[72.] “…conviene che ciascuno dia la pace soltanto a coloro che gli stanno più vicino, in modo sobrio.
Il Sacerdote può dare la pace ai ministri, rimanendo tuttavia sempre nel presbiterio, per non disturbare la celebrazione.
Premettendo che la vera Pace è quella espressa nell’atto penitenziale, che si riferisce a Quella col Signore nostro Dio innanzitutto, Colui che dà la Pace non come la dà il mondo, questi metodi bizzarri, quindi indegni di relazionarsi, sviliscono il concetto e il valore stesso della Pace e insinuando ancora una volta quel falso senso di carità e di fratellanza umana che esalta l’uomo ed esclude Dio presente sull’Altare.
Non a caso, al punto [71] ancora della “Redemptionis Sacramentum” si chiarisce quanto segue:
[71.] Si mantenga l’uso del Rito romano di scambiare la pace prima della santa Comunione, come stabilito nel Rito della Messa. Secondo la tradizione del Rito romano, infatti, questo uso non ha connotazione né di riconciliazione, né di remissione dei peccati, ma piuttosto la funzione di manifestare pace, comunione e carità prima di ricevere la Santissima Eucaristia. È, invece, l’atto penitenziale da eseguire all’inizio della Messa, in particolare secondo la sua prima forma, ad avere carattere di riconciliazione tra i fratelli”.
Le cattive interpretazioni furono già oggetto di tentativi di correzione anche da parte della Congregazione per il Culto Divino e la disciplina dei Sacramenti con la lettera Circolare “L’Espressione rituale del dono della Pace nella Messa” (del 7.06.2014) che recita quanto segue:
“Se si prevede che esso non si svolgerà adeguatamente a motivo delle concrete circostanze o si ritiene pedagogicamente sensato non realizzarlo in determinate occasioni, si può omettere e talora deve essere omesso….”
Ed ancora:
c) (…) ad ogni modo, sarà necessario che nel momento dello scambio della pace si evitino definitivamente alcuni abusi
-l’introduzione di un “canto per la pace”, inesistente nel Rito romano.9
– lo spostamento dei fedeli dal loro posto per scambiarsi il segno della pace tra loro.
NO |
– si eviti l’allontanamento del sacerdote dall’altare per dare la pace a qualche fedele.
NO |
– si eviti che in alcune circostanze, come la solennità di Pasqua e di Natale, o durante le celebrazioni rituali, come il Battesimo, la Prima Comunione, la Confermazione, il Matrimonio, le sacre Ordinazioni, le Professioni religiose e le Esequie, lo scambio della pace sia occasione per esprimere congratulazioni, auguri o condoglianze tra i presenti”.
Un ulteriore chiarimento, infine, arriva anche da una rivelazione ricevuta da Maria Simma da parte delle anime del Purgatorio.
Al quesito espresso dall’ intervistatore che le chiese:
“Furono le anime a dirle che lo scambiarsi il segno di pace ed il darsi la mano durante il ‘Padre Nostro’ non va bene?”ella rispose: “Sì, furono loro”.
Concludendo direi – vista l’aria che tira – che l’atteggiamento migliore in questo momento della Messa sia quello di rimanere inginocchiati, a capo chino, come specificato con lode al punto [43] del NUOVO ORDINAMENTO DEL MESSALE ROMANO:
[43] Dove vi è la consuetudine che il popolo rimanga in ginocchio dall’acclamazione del Santo fino alla conclusione della Preghiera eucaristica e prima della Comunione, quando il sacerdote dice – Ecco l’Agnello di Dio -, tale uso può essere lodevolmente conservato”.
Gli Alleati dell’ Eucarestia proprio questo punto 43 del Nuovo Ordinamento del Messale Romano mettono in pratica ad ogni Messa, anche per evitare, che un giorno o l’altro, non si sa mai, qualche ipercreativo non si rivolga a noi con il saluto vulcaniano: “Lunga vita e prosperità”, alla Star Trek.
Dite che sia impossibile?
Mauro Bonaita, Reggio Emilia
14 dicembre 2024
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Tag: alleati, eucarestia, pace
Categoria: Generale
Questa cosa della pace proprio mi infastidisce tanto.
Se mi riesce mi metto in posti strategici per evitare.
Dove costretta mi limito a un “pace bene” rifiutando le mani, che ritornano ai vari proprietari stupiti e confusi dal rifiuto. Ma mi dico: dopo tutto quel che ci hanno fatto passare durante la pan_demia, 1 metro, 1 metro mezzo, caffè in piedi si, seduto no, prima e dopo delle 18, litri di amuchine varie persino in chiesa, acquasantiere (tuttora) vuote di acqua santa ma strabordanti di ciclamini vari ecc ecc. E dopo il “segno” di pace le signore si tuffano in borsetta alla ricerca della boccetta da spalmare vigorosamente tra le dita e offrire non sia mai ai donatori di pace?
Ecco io mi rifiuto. Non ci sto. Preferisco passare per orsa piuttosto che essere falsa. Basta commedie
Il y a en Belgique une paroisse où le prêtre a eu le courage de régler le problème tout simplement en supprimant cette comédie du geste de la paix. Mais cela n’empêche pas certains de continuer à faire le comique et de tourner ainsi en dérision la présence eucharistique du Seigneur Jésus-Christ.
Il n’y a plus que la manifestation de sa venue (Épitre 2Th 2/8) qui pourra remettre chaque personne et chaque chose à sa place
Buon senso terra terra:
Caro , mi guardo bene dallo scrivere ex professo di Teologia Eucaristica, domine non sum dignus, ma qualche parolina davvero basic la voglio spendere.
Una considerazione elementare è che per toccare le Sacre Particole bisognerebbe almeno avere le mani pulite; lasciamo in sottofondo le mani innocenti e il cuore puro, intendo proprio materialmente pulite. A casa mia (e di tutti, spero) quando andiamo a tavola prima ci laviamo le mani con acqua e sapone, non esiste che mangiamo avendo toccato i comandi dell’automobile, il pelo del cane, i bisogni fisiologici e lo sciacquone del gabinetto, il sacchetto della spazzatura portato al cassonetto, le mani sudaticce di destinatari di una convenzione sociale soprannominata pace… tutto ciò avviene senza battito di ciglia quando i fedeli si mettono in fila per ricevere la Comunione in mano.
Spero sempre che almeno il sacerdote celebrante si sia ricordato di lavarsi le mani. Ma in quante sacrestie c’è lavandino e sapone ? chissà ? Nel rito antiquior esisteva almeno simbolicamente la purificazione delle dita con ampollina e manutergio, la preservazione delle dita tenute sempre giunte dalla Consacrazione alla Comunione, la purificazione delle dita nel calice dopo la Comunione. Niente più di tutto questo, men che meno per i sacerdoti concelebranti. Rifletto poi su quanto avviene con la moltiplicazione (sine necessitate, errore metafisico) dei ministri straordinari dell’Eucarestia: laici che distribuiscono la Comunione. Prima e dopo, che cosa fanno delle loro mani ? chissà ?
Ci sono anche i nostalgici del covid, che si strusciano le mani non con acqua benedetta, ma con amuchina, disinfettante sì, ma appiccicosa. Niente di più logico che le Particole molto leggere lascino Particelle (anch’esse consacrate) appiccicate alle mani.
Io vedo il gruppo degli studenti professi cappuccini che riceve la Comunione; parecchi di loro la ricevono sulla lingua (bene, consolante), ma parecchi altri la ricevono in mano, e ciò dà luogo a una scena buffissima: alcuni di codesti giovani se ne tornano al banco, leccandosi accuratamente il palmo e le dita, proprio come ragazzini che hanno rubato la marmellata. Lodevole che abbiano, almeno loro, la preoccupazione di recuperare gli eventuali Frammenti, ma non sarebbe molto più semplice aprire devotamente la bocca ? Ed è comunque una preoccupazione che non appare nel resto dei fedeli e neanche nei su ricordati ministri straordinari.
Cordialità, Non Metuens Verbum.
Buon senso terra, terra fino ad un certo punto…
È proprio come dice
Molto simpatico il taglio usato in questa sua riflessione
13”Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il regno dei cieli davanti agli uomini; perché così voi non vi entrate, e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrarci. 14 15 Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che percorrete il mare e la terra per fare un solo proselito e, ottenutolo, lo rendete figlio della Geenna il doppio di voi.
16 Guai a voi, guide cieche, che dite: Se si giura per il tempio non vale, ma se si giura per l’oro del tempio si è obbligati. 17 Stolti e ciechi: che cosa è più grande, l’oro o il tempio che rende sacro l’oro? 18 E dite ancora: Se si giura per l’altare non vale, ma se si giura per l’offerta che vi sta sopra, si resta obbligati. 19 Ciechi! Che cosa è più grande, l’offerta o l’altare che rende sacra l’offerta? 20 Ebbene, chi giura per l’altare, giura per l’altare e per quanto vi sta sopra; 21 e chi giura per il tempio, giura per il tempio e per Colui che l’abita. 22 E chi giura per il cielo, giura per il trono di Dio e per Colui che vi è assiso.
23 Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima della menta, dell’anèto e del cumìno, e trasgredite le prescrizioni più gravi della legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. Queste cose bisognava praticare, senza omettere quelle. 24 Guide cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello!
25 Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pulite l’esterno del bicchiere e del piatto mentre all’interno sono pieni di rapina e d’intemperanza. 26 Fariseo cieco, pulisci prima l’interno del bicchiere, perché anche l’esterno diventi netto!
27 Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che rassomigliate a sepolcri imbiancati: essi all’esterno son belli a vedersi, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni putridume. 28 Così anche voi apparite giusti all’esterno davanti agli uomini, ma dentro siete pieni d’ipocrisia e d’iniquità.
29 Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che innalzate i sepolcri ai profeti e adornate le tombe dei giusti, 30 e dite: Se fossimo vissuti al tempo dei nostri padri, non ci saremmo associati a loro per versare il sangue dei profeti; 31 e così testimoniate, contro voi stessi, di essere figli degli uccisori dei profeti. 32 Ebbene, colmate la misura dei vostri padri!
33 Serpenti, razza di vipere, come potrete scampare dalla condanna della Geenna? 34 Perciò ecco, io vi mando profeti, sapienti e scribi; di questi alcuni ne ucciderete e crocifiggerete, altri ne flagellerete nelle vostre sinagoghe e li perseguiterete di città in città; 35 perché ricada su di voi tutto il sangue innocente versato sopra la terra, dal sangue del giusto Abele fino al sangue di Zaccaria, figlio di Barachìa, che avete ucciso tra il santuario e l’altare. 36 In verità vi dico: tutte queste cose ricadranno su questa generazione.
37 Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi quelli che ti sono inviati, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come una gallina raccoglie i pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto! 38 Ecco: LA VOSTRA CASA VI SARÀ LASCIATA DESERTA! 39 Vi dico infatti che non mi vedrete più finché non direte: BENEDETTO COLUI CHE VIENE NEL NOME DEL SIGNORE!”.
Confesso che la ricchezza e coerenza del vostri interventi è da applaudire. Nonostante ciò mi permetto di andare fuori tema, ammetto lo sfogo e Vi confesso una mia fissazione. Scusatemi ! Personalmente sono rimasta FERMA su 5 parole che, parecchio tempo addietro, mi hanno sconvolto ma non hanno destato gran stupore o richieste di ripensamento e scuse.” E’ UN ATTO DI AMORE” Indelebil Le ho stampate in testa. Le più malefiche nonchè convintamente pronunciate…quasi quasi come Il segno della morte sia con voi… vi accompagni -da ora in avanti- sino a che -in prospettiva- riescono a vincere sul valore della VITA, inutile e superflua, che vi ostinate a voler accettare come VERITA’ rivelata da un profeta bonario ma superato da migliori e più attuali compagni che sulla VIA del moderno cammino presto riscopriremo affratellati da comuni interessi condivisi. Ad ognuno le scoperte successive che, a discrezione, sono più o meno riconoscibili //Grazie per l’ attenzione//
Concordo con l’autore dell’articolo.
Vorrei far notare che secondo me vi è una grande differenza tra lo scambiarsi il’segno’ della pace rispetto alla nuova dicitura del ‘dono’ della pace.
A parte il fatto che non credo di riuscire a ricevere e dare pace, la ritengo una dicitura perfino blasfema: anche noi come Dio possiamo donare la pace!?