Mezzo Milione di Firme a Meloni: il Governo Lavori per un Cessate il Fuoco Immediato a Gaza.

13 Dicembre 2024 Pubblicato da 1 Commento

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, offriamo alla vostra attenzione due elementi relativi allo sterminio in corso a Gaza. Il primo è un post pubblicato dal prof.   Alessandro Orsini  su Facebook:

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Piazza Sfinita.
Italo Bocchino a Piazza Pulita ha spiegato che l’Italia ha un gravissimo problema con la libertà perché Corrado Formigli ha fatto due domande consecutive a Nadia Urbinati: “Mentre a me soltanto una!”. Bocchino, sebbene a Piazza Pulita sia più presente di Formigli, ha detto che il governo Meloni modificherà la struttura della società italiana affinché non capiti più che Formigli faccia una domanda a Bocchino e due domande a Nadia Urbinati.
Io suggerirei a Bocchino di farsi due domande sul fatto che la sua presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, è una crim [censura] politica coinvolta nel genocidio del popolo palestinese. Infatti, Giorgia Meloni ha dato a Netanyahu, a sterminio in corso, le seguenti armi: bombe, granate, siluri, mine, missili, cartucce ed altre munizioni, proiettili e loro parti, per un valore di 730.869,5 euro a dicembre 2023, quasi raddoppiati a 1.352.675 euro a gennaio 2024.
Due domande sul fatto che Giorgia Meloni, il 28 ottobre 2023, quando il san [censura] dei bambini palestinesi arrivava già fino alle ginocchia, si è rifiutata di votare in favore di una tregua umanitaria all’Onu per interrompere lo sterminio dei palestinesi a Gaza. In quell’occasione, Meloni ha dichiarato, per bocca dell’ambasciatore italiano all’Onu: “Sempre solidali con Israele”.
Due domande sul fatto che, il 19 maggio 2024, quando il procuratore capo della Corte penale internazionale, Karim Khan, ha chiesto un mandato d’arresto contro Netanyahu, Meloni, per bocca di Tajani, ha definito la richiesta “del tutto inaccettabile”.
Due domande sul fatto che Giorgia Meloni, il 19 settembre 2024, si è rifiutata di votare in favore di una risoluzione Onu che chiede a Israele di porre fine all’occupazione dei territori palestinesi in solidarietà con Netanyahu che, in quei luoghi, uccide i palestinesi tutti i giorni.
Due domande sul fatto che Giorgia Meloni, nell’ultimo MeD9 a Cipro, l’11 ottobre 2024, ha impedito l’inserimento di un brano contro la vendita di armi a Israele – richiesto da Macron e Sanchez – nella nota con cui Francia, Italia e Spagna hanno condannato l’attacco israeliano contro Unifil in Libano. Giorgia Meloni ha dichiarato di continuare a fornire assistenza militare a Netanyahu nel suo discorso del 15 ottobre 2024 alla Camera dei Deputati, sebbene Israele fronteggi un processo per genocidio all’Onu.

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Il secondo elemento è questo articolo de Il Fatto Quotidiano, che ringraziamo per la cortesia:

 

Diverse ong, tra cui Emergency, Oxfam ed Msf, hanno raccolto 500mila firme per chiedere al governo italiano di lavorare per un cessate il fuoco immediato a Gaza

Emergency, Oxfam Italia, Medici Senza Frontiere, Fermatevi! e i promotori dell’appello #StopCrimesInPalestine hanno raccolto 500mila firme per chiedere al governo italiano di lavorare per un cessate il fuoco immediato nella Striscia di Gaza.
“A oggi sono 340 gli operatori uccisi dal 7 ottobre, è il numero più alto di morti umanitari in un conflitto – dice Paolo Pezzati, portavoce per le crisi umanitarie di Oxfam Italia – numero che è destinato a salire perché stamattina c’è stato un altro scontro a fuoco, dove sono stati attaccati 100 camion di aiuti umanitari e ci sono almeno 20 morti.”
Le organizzazioni umanitarie e le associazioni chiedono, oltre al cessate il fuoco, il rilascio degli ostaggi, la fine dell’invio di armi e la sospensione dell’accordo di associazione tra Israele e Unione Europea. Dall’inizio del conflitto sono 44mila a 700 le persone che hanno perso la vita a causa dei bombardamenti, esplosioni e dei proiettili. “A questi vanno aggiunti tutti i morti indiretti, tutti quelli che non riescono ad accedere alle cure – dichiara Rossella Miccio, presidente di Emergency – il sistema sanitario di Gaza è completamente sfasciato. Israele decide il numero di operatori umanitari che possono entrare ogni settimana all’interno della Striscia, quindi questo limita in maniera importante la possibilità di prestare aiuto
Secondo Medici Senza Frontiere a Gaza oggi è operativa solo la metà dei 36 ospedali che si trovavano sul territorio, prima dell’inizio degli attacchi da parte di Israele. “Noi abbiamo chiesto di trasferire 8 bambini – aggiunge Monica Minardi, presidente di Msf – un numero basso, vi chiedo di pensare bene a questo numero. Abbiamo chiesto di trasferirli al nostro ospedale di chirurgia ricostruttiva ad Amman, ma le autorità israeliane ci hanno negato il permesso”.

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1 commento

  • giovanni ha detto:

    Mi rendo conto del lavoro fatto per raccogliere le firme di persone che credono possa farsi cio’ ma, perdonate la franchezza, dall’esame della situazione e con grande tristezza, mi pare possa applicarsi il famoso detto : dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur.

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