Salve Regina. Omelia nella festa dell’Immacolata Concezione. Arcivescovo Carlo Maria Viganò.

8 Dicembre 2024 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, offriamo alla vostra attenzione l’omelia pronunciata dall’arcivescovo Carlo Maria Viganò in occasione della festa dell’Immacolata Concezione. Buona lettura e condivisione.

§§§

SALVE, REGINA

Omelia nell’Immacolata Concezione

della Beatissima e Semprevergine Maria

 

 

Salve, Regina. Con queste parole inizia una delle preghiere più dense di dottrina e di spiritualità, e allo stesso tempo più care al popolo cristiano. È il saluto semplice, composto, reverente, di una schiera infinita di anime che da ogni parte del mondo – e dalle pene purificatrici del Purgatorio – si leva alla Augusta Vergine Madre, Nostra Signora, che onoriamo quale Regina in virtù della Sua divina Maternità, dei meriti della Corredenzione e degli specialissimi privilegi di cui, in vista dell’Incarnazione, Ella è stata insignita dalla Santissima Trinità. A quelle voci si uniscono quelle delle Gerarchie angeliche e dei Santi, che dalla loro dimora di gloria celebrano Colei che, sopra tutte le creature, è stata scelta per essere il Tabernacolo dell’Altissimo, l’Arca dell’Eterna Alleanza in cui è custodita la pienezza della Legge, il Pane della Vita, lo scettro del nuovo Aronne, l’olio dell’Unzione regale e sacerdotale. Maria Santissima è anche Regina Crucis: la Sua Regalità, sul modello della Signoria di Cristo, è stata conquistata nella co-Passione e coronata nella Corredenzione, perché non vi può essere la gloria della vittoria senza prima salire il Calvario. Chi non riconosce Maria Santissima come Regina e Signora, non riconosce Gesù Cristo come Re, né può sperare di aver parte al banchetto del Sovrano chi non onora Sua Madre.

 

Mater misericordiæ. La Vergine Santissima è Madre della divina Misericordia incarnata; Madre di Colui che per misericordia il Padre ha voluto come nostro Redentore. Ella è Madre di misericordia perché Suo Figlio, Nostro Signore, L’ha voluta come Corredentrice e Mediatrice di tutte le Grazie. Alla Sua misericordiosa intercessione si affidano non solo i fedeli – che La invocano come Auxilium Christianorum – ma anche la Santa Chiesa, che La venera come propria Madre e Regina. In questa terribile eclissi che oscura la Sposa dell’Agnello e le sostituisce una contraffazione ereticale, invochiamo Colei che da sola ha sbaragliato tutte le eresie nel mondo intero – quæ sola cunctas hæreses interemisti in universo mundo, recita la Liturgia – perché ci dia forza e perseveranza, affretti il trionfo della Chiesa di Cristo e distrugga i piani infernali dell’Avversario e dei suoi servi, interni ed esterni. La crisi che travaglia il corpo ecclesiale potrà essere sanata solo quando la Gerarchia tornerà ai piedi della Madre di misericordia e della Regina Crucis.

Vita, dulcedo, et spes nostra: salve. La Beata Vergine Maria è nostra Vita: per mezzo di Lei il Figlio di Dio ha assunto la nostra natura umana, incarnandoSi nel Suo seno virginale e sedendo sul Trono immacolato della Sua Santissima Concezione, miracolo sublime della Augustissima Trinità. Ella è nostra dolcezza, perché in Lei troviamo al sommo grado l’esempio di quelle virtù che la nostra umanità corrotta dal peccato originale mai potrà eguagliare, prime fra tutte il Suo essere Madre di Dio, Madre di Cristo e Madre nostra in Lui. Il Suo amore di Madre, assieme alla Sua intemerata purezza virginale e alla Sua umiltà, rendono la Vergine Santissima la più odiata e temuta tra le creature da Satana, capace solo di dare morte al corpo e all’anima proprio perché incapace per orgoglio di amare Dio e di conformarsi alla Sua volontà. Con il Suo calcagno la Virgo Potens schiaccerà il capo dell’antico Serpente, così come Nostro Signore sterminerà l’Anticristo e la maledetta stirpe di Satana. L’apparente trionfo dei malvagi e il tradimento della Gerarchia conciliare e sinodale non devono privarci della pace interiore che ci viene dal consacrarci alla spes nostra.

 

Ad te clamamus, exsules filii Hevæ. Ad te suspiramus, gementes et flentes, in hac lacrimarum valle. Siamo figli dell’ira, nati nel peccato a causa della colpa dei nostri Progenitori, partoriti nel dolore per essere inclini al male, per soffrire, per morire, in quanto schiavi del mondo, della carne e del diavolo. Ma se a causa di una donna è caduto Adamo e con lui l’intera umanità; a causa della Donna dal capo coronato di stelle, nuova Eva, è venuto nel mondo il nuovo Adamo, Gesù Cristo, a redimerci mediante la propria Passione e Morte. Per questo, nel Salve Regina, siamo certi che riconoscendoci exsules filii Hevæ – figli di Eva cacciati dalla loro patria – possiamo confidare che Maria Santissima, Janua cœli, dischiuderà le porte della Gerusalemme celeste anche a noi, Suoi figli nell’ordine della Grazia. A Lei dunque si levano i nostri sospiri, i nostri lamenti strazianti, i nostri pianti: perché siamo in una valle che è di lacrime a causa della lontananza dalla Patria celeste, nella quale si compie ogni nostro anelito, ogni nostro desiderio in Dio. Guai a noi, semmai dovessimo considerare il nostro terreno peregrinare non come una fase provvisoria di passaggio verso l’eternità, ma come nostra meta: perché in quell’istante non ci riconosceremmo più exsules, vanificando la Redenzione del nostro Salvatore Gesù Cristo e la Corredenzione della Vergine Madre. Guai a noi se non ci riconoscessimo filii Hevæ, perché se non vi fosse alcuna colpa da espiare, nessuna offesa da riparare, non vi sarebbe nemmeno bisogno di un Redentore che ci riscatti, né di una Madre che dia alla luce l’Emmanuele. In un mondo venduto al Maligno che celebra la morte dell’anima e del corpo; in una chiesa contraffatta che segue il mondo nella sua dance macabre verso l’abisso, teniamo Maria Santissima come nostra stella, e invochiamo da Lei la Grazia della perseveranza finale.

 

Eja, ergo, Advocata nostra: illos tuos misericordes oculos ad nos converte. La Vergine Santissima è nostra Avvocata presso il Trono del Figlio, così come il Figlio (1Gv 2, 2) e lo Spirito Santo (Gv 14, 16) sono nostri divini Avvocati presso il Trono del Padre. È Lei, onnipotente per Grazia, che intercede in nostra difesa. E come il Padre ci rimette le colpe per i meriti infiniti del Suo Figlio, così il Cuore Sacratissimo del Figlio non rimane indurito dinanzi alla perorazione del Cuore Immacolato della Madre in nostro favore. E perché la nostra speranza non sia delusa, ci basta che Ella volga a noi il suo sguardo, quegli occhi di misericordia – misericordes oculos – occhi misericordiosi e desiderosi di dare misericordia. Non la falsa misericordia di chi nega la colpa e la necessità della conversione e della riparazione; non l’ipocrita simulacro di mercenari traditori e bugiardi, ma la vera Misericordia, che si fonda nella Giustizia e nella Carità.

 

Et Jesum, benedictum fructum ventris tui, nobis post hoc exsilium ostende. Il nostro doloroso esilio in questa terra di mezzo si concluderà con il passaggio nell’eternità, quando il tempo della Misericordia si esaurirà e sarà il tempo della Giustizia. Sarà in virtù della nostra devozione a Maria Santissima durante la nostra vita terrena che potremo alzare il nostro sguardo verso il Rex tremendæ majestatis, perché sui piatti della bilancia con cui l’Arcangelo San Michele pesa le anime vi saranno da una parte le nostre colpe, ma dall’altra il nostro amore per la Vergine Madre e Regina, e la Sua potente intercessione. Mater mea, fiducia mea! Non la fiducia illusoria di chi si crede salvo e pensa che Dio ci ami per come siamo, ma la speranza teologale che ci dà la certezza dell’aiuto divino nell’affrontare le prove e nel rialzarci quando cadiamo. Non la fiducia di chi sfida lo Spirito Santo e impugna la Verità rivelata, ma il filiale abbandono all’abbraccio della Mater misericordiæ, che ci presenterà dinanzi al Trono della Maestà divina protetti dal Suo manto. A Nostro Signore Gesù Cristo, Re e Pontefice, rinnoviamo la nostra professione di Fede, perché nell’eclissi temporanea della Sua gloria, ci rendiamo degni di assistere al Suo trionfo finale.

 

O clemens. O pia. O dulcis Virgo Maria. Tu, clemente: incline al perdono e che punisci con mitezza. Tu, pia: pietosa, fedele, devota. Tu, dolce Vergine Maria: dolce come il Tuo abbraccio nel quale si spegnerà la nostra vita terrena, dolce come l’esserTi accanto nella gloria della Santissima Trinità, dolce come il canto che la Santa Chiesa intona in Tuo onore, qui in terra e in cielo.

 

O Maria concepita senza peccato, pregate per noi che ricorriamo a Voi. E così sia.

 

+ Carlo Maria Viganò, Arcivescovo

 

 

8 Dicembre 2024

In Conceptione Immaculatæ Beatæ Mariæ Virginis.

§§§

Aiutate Stilum Curiae

IBAN: IT79N0200805319000400690898

BIC/SWIFT: UNCRITM1E35

ATTENZIONE:

L’IBAN INDICATO NELLA FOTO A DESTRA E’ OBSOLETO.

QUELLO GIUSTO E’:

IBAN: IT79N0200805319000400690898

Condividi i miei articoli:

Libri Marco Tosatti

Tag: ,

Categoria:

16 commenti

  • Lucia Buttaro ha detto:

    La Regina delle Vittorie, apprezza e benedice Viganò!
    Tuttavia, egli deve rientrare nell’ Ovile Santo, lasciando fare a Colei che è la sola deputata a schiacciare la testa del serpente antico,!
    Così sia

    • Mario ha detto:

      A schiacciare la testa del serpente ci pensa sicuramente la Madonna, ma anche a noi spetta una piccola parte, quella che ci è riservata e che se non viene svolta diventa peccato di omissione.
      Viganò è uno dei pochissimi ecclesiastici che non si tira indietro di fronte a nulla, pur di affermare la Verità. Bisognerebbe essergliene grati…

  • Lucia Buttaro ha detto:

    Veramente questa omelia è ispirata dallo Spirito Santo!
    La Regina delle Vittorie

  • Enrico Nippo ha detto:

    Chi sa spiegare perché l’iconografia presenta la Vergine che schiaccia il Serpente senza ucciderlo?

    • stilumcuriale emerito ha detto:

      Perchè il serpente le morderà il calcagno (Gn 3 , 15) . Se è morto come fa?

    • Federico ha detto:

      Il serpente rappresenta, come noto, il diavolo. Il diavolo è spirito quindi immortale: uccidere uno spirito (nel senso letterale del termine) è una contraddizione.

      • Patrizia ha detto:

        C’è un tema interessante: il diavolo è condannato già prima della comparsa dei progenitori; se il serpente lo rappresenta, dobbiamo piuttosto pensare che la condanna del diavolo sia avvenuta dopo?

      • Mimmo ha detto:

        …ma se è puro spirito, come fa a schiacciargli la testa?

  • Sereno Graffiante ha detto:

    Consiglio anche la diamantina omelia di Mons. Viganò in occasione della festa di Sant’Ambrogio Vescovo.

  • Virro ha detto:

    Si, questa omelia è come unguento che scende sulla nostra fede.
    Grazie

  • nicola ha detto:

    grazie.

  • stilumcuriale emerito ha detto:

    Sono estasiato. Parlassero così quelli che l’hanno scomunicato.
    Sul sito della Santa Sede c’è il filmato dell’Atto di Venerazione dell’Immacolata. Andate a vederlo e fate un confronto tra scomunicato e scomunicante. Il filmato dura oltre 35 minuti ma la consacrazione dura circa 3 minuti e vi si parla di tutto compresi i cantieri e i lavori in corso per il Giubileo prossimo venturo.

    • Catholicus ha detto:

      parallelo tra scomunicato e scomunicante, caro Emerito ? io applicherei una legge matematica, quella che dixce “mutando l’ordine dei fattori, il prodotto non cambia”, e la applicherei ai due personaggi da lei citati, lo scomunicato e lo scomunicante. A parer mio, e spero anche suo e del nostro mèntore dottor Marco Tosatti, due termini dovrebbero cambiare destinatario, in quanto lo scomunicante non può che divenire lo scomunicato (late sententia o in qualsiasi altro modo), mentre lo scomunicato meriterebbe di occupare il posto indegnamente ed abusivamente occupato dal biancovestito, cos’ giustizia sarebbe fatta e le cose tornerebbero al giusto posto. Ma ci penserà Nostro Dignore a ripareggiare i torti, a dare ad ognuno ciò che si merita, premio o castigo che sia, e su questo non nutro il benché minimo dubbio. Christus Vincit, ieri, oggi e sempre !

      • Patrizia ha detto:

        Quanti condizionali e che pensieri contorti. La verità è molto più semplice: gli scomunicati vanno all’inferno e finché sono scomunicati non possono celebrare Messa, né amministrare o ricevere sacramenti, pena commettere peccati gravissimi che rendono ancora più certa la cacciata nel fuoco eterno. Inutile dire che la scomunica è invalida perché inflitta da un papa illegittimo: questo sarebbe sedevacantismo e il sedevacantismo è un’eresia, quindi non è utile per aggirare quanto detto. Inutile appellarsi all’inidoneità alla carica di altri: questo non è un viatico per commettere peccati che corrompono la fede e l’unità della Chiesa (che comunque non verrà mai meno).
        Al buon ing. Amedeo direi che è tipico del diavolo “predicare bene e razzolare male”.

        • stilumcuriale emerito ha detto:

          Quindi chi predica male non può essere dalla parte del diavolo. Insomma, come ragionamento non è male..

        • Mario ha detto:

          Le consiglio di pensare e riflettere attentamente sulle eresie di bergy prima di mandare all’inferno Viganò. Per fortuna Dio non si chiama Patrizia, se no… poveri noi!!!