La Chiesa è Una. Ginepraio di Spaccature Interne. Desiderio delle Origini. Alleati dell’Eucarestia e del Vangelo (Parte II).

15 Novembre 2024 Pubblicato da 18 Commenti

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, offriamo alla vostra attenzione questo articolo pubblicato dal sito degli Alleati dell’Eucarestia e del Vangelo. Buona lettura e condivisione.

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LA CHIESA È UNA. Il ginepraio delle spaccature interne e quel desiderio di ritornare alle origini. Simone Boscali (seconda parte)
a cura di Veronica Cireneo 
Cari amici del blog degli Alleati dell’ Eucarestia, offriamo alla vostra attenzione questo secondo articolo sull’Unità della Chiesa a firma di Simone Boscali, che ci scrive da Bergamo. Trovate la prima parte a questo collegamentoBuona lettura e approfondimento…
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Qualcuno ricorderà il film, a mio avviso bellissimo: “L’ultimo samurai” (Edward Zick, 2003) in cui il protagonista, capitano Nathan Algren, interpretato da Tom Cruise, viene a contatto con la ribellione dei samurai contro l’imperatore giapponese Meiji. Con sua sorpresa Algren scoprirà, però, che i samurai non sono per nulla ribelli contro l’imperatore, sebbene ne combattano l’esercito, ma suoi fedeli servitori, ché col proprio gesto stanno cercando di ricondurlo alle radici del Sol Levante.

Questa premessa voleva introdurci con un po’ di colore a un problema che la Chiesa di Roma sta vivendo ormai da tempo: una crisi in cui varie fazioni di samurai, per così dire, stanno prendendo le armi non per combattere il proprio imperatore, quanto per indurlo a tornare alle vere origini del cattolicesimo.

Negli ultimi sessant’anni, dal grande fiume della Chiesa di Cristo, sono via via derivati diversi corsi d’acqua, qualcuno più grande, qualcun altro estremamente ridotto, quasi un rigagnolo, ognuno dei quali portatore delle varie visioni che hanno dolorosamente diviso, e continuano a dividere, la Casa Mistica del Signore.

E’ bene ricordare come queste diverse correnti che andremo tra poco a elencare non costituiscano di per sé scismi, eresie o fughe dalla Chiesa di Roma (o almeno, per qualcuna tra esse, non volontariamente), ma al contrario incarnino, ciascuna, la convinzione di costituire la vera Chiesa fondata da Nostro Signore Gesù Cristo.

Dopo il Concilio Ecumenico Vaticano II (1962-65) la massima parte dei fedeli ha seguito pacificamente il nuovo corso della Chiesa e questa tendenza continua a prevalere anche oggi.

Ma già da allora una minoranza ha sostenuto la posizione sedevacantista considerando come ultimo legittimo pontefice Pio XII e invalidi i suoi successori. Un nucleo numericamente molto ridotto sebbene rigoroso nella difesa della Tradizione e del catechismo, ma che, con la messa in discussione delle ordinazioni episcopali da parte di coloro che da allora non sarebbero più veri papi, porrebbe un serio problema di continuità e mera sopravvivenza della Chiesa visibile, anche in contraddizione col non praevalebunt.

All’interno della maggioranza che è rimasta fedele alla Chiesa, un gruppo ha comunque deciso di continuare a seguire la Tradizione continuando a vivere la propria fede come prima del Concilio, reinterpretando quest’ultimo in senso pastorale e ridimensionandone di contro la portata dottrinale, teologica e dogmatica. Sono coloro che, riconoscendo valida la successione di Pietro, vengono detti tradizionalisti. Si tratta del rigagnolo, per riprendere la metafora fluviale con cui abbiamo iniziato questa esposizione, in cui si riconosce chi vi scrive: un rigagnolo i cui navigatori hanno quale principale caratteristica dottrinale una sorta di benevola “bipolarità” per la quale da un lato riconoscono assolutamente la successione dei Vicari di Cristo, ma non hanno esitato a esprimere verso di loro ogni possibile correctio filialis, umili e costruttive critiche con le quali sperano, come farebbe un figlio che non potesse tacere di fronte agli errori dei genitori, di ricondurre l’intera Chiesa alla propria identità preconciliare.

In una sorta di limbo si pongono i sostenitori della tesi di Cassiciacum, condensata nel concetto di sedeprivazionismo, secondo la quale la successione dei pontefici dal CVII in poi sarebbe valida da un punto di vista per così dire amministrativo, burocratico, ragion per cui i fedeli possono ritenere validi gli atti papali dal contenuto non dottrinale, ma al contrario ogni norma, enciclica, dogma o proclamazione di santi, insomma ogni atto dal sapore spirituale sarebbe invece invalido. Non manca a questa posizione una dose di (sano) opportunismo, poiché ha il merito di salvare la capra della successione pontificia, e quindi la sopravvivenza della Chiesa visibile, e il cavolo della Tradizione preconciliare: unica prospettiva di fede riconosciuta, con conseguente giustifica alla disobbedienza agli errori dei consacrati, finanche del papa.

Va detto a questo punto che tanto nella Santa Messa sedevacantista quanto in quella sedeprivazionista viene omesso il nome del romano pontefice.

Gli ultimi anni hanno scavato dal grande fiume della Chiesa una nuova derivazione. A partire dalle incongruenze nella declaratio con la quale papa Benedetto XVI, l’11 febbraio 2013, non avrebbe tanto abdicato, ma si sarebbe posto in sede impedita, una nuova corrente nutrita soprattutto dai fedeli della maggioranza conciliare ha continuato a riconoscere proprio Benedetto come ultimo pontefice valido e giudicato di contro Jorge Mario Bergoglio un antipapa. Si tratta di una gruppo forse non molto numeroso, ma senz’altro visibile grazie al contributo tanto di laici, quanto di consacrati ora di maggiore spessore intellettuale, ora più semplicemente folkloristici.

Una precisazione necessaria vuole che tra questi fedeli vi sia un’ulteriore distinzione, che da una parte ci dà l’impressione di essere di fronte ad un’autentica scissione dell’atomo ecclesiastico, ma dall’altro merita una profonda riflessione, poiché se alcuni “sedeimpeditisti” ritengono valida solo la Santa Messa con il nome del papa omesso (e in comunione con Benedetto XVI sino al 31 dicembre 2022), molti altri, sulla scorta di più recenti riflessioni, considerano valide anche le funzioni in comunione con Bergoglio grazie al principio del Supplet Ecclesia.

Se quanto scritto sin qui venisse letto dal cattolico medio il quale, non è un giudizio ma una constatazione, ha una preparazione dottrinale del tutto nulla e una convinzione nella propria fede spesso sostenuta solo dall’inerzia, questa povera pecorella ne uscirebbe totalmente stordita e disorientata tanto più che le divisioni che abbiamo rapidamente presentate non riguardano la cristianità, ma la sola Chiesa cattolica postconciliare.

Come detto all’inizio, al pari dei samurai del capitano Algren, nessuno tra i pensieri elencati ha mai avuto la minima intenzione di uscire dal Corpo della Chiesa di Roma per creare un’altra confessione in odore di eresia o di scisma. E al di là delle intenzioni nessuno può lanciare una simile accusa contro alcuno di loro.

Semmai è vero che ciascuna corrente rivendica a sé l’autentica adesione alla dottrina cattolica lasciataci da Nostro Signore e imputando l’errore alle altre.

Lungi da me infarcire il momento di un molto poco credibile “volemose bene” o di un improbabile ecumenismo intra moenia col quale voler forzatamente considerare come cosa unica e indistinguibile tutte le identità cattoliche della nostra carrellata.

E’ evidente che una Santa Messa in comunione con papa Caio non possa essere equivalente ad una in comunione con Papa Sempronio, mentre entrambe saranno diverse da una Messa in cui non si riconosca alcun valido pontefice. Analogamente non possiamo pensare di trovare una sintesi hegeliana tra irremovibili posizioni preconciliari e le più deprimenti cadute di stile moderniste, semplicemente, pretendendo che ognuno dei punti di partenza opposti faccia un passo in direzione dell’altro.

Non di meno dobbiamo come cattolici ricordare tra tante e simili lacerazioni che la divisione è opera del diavolo e se vogliamo efficacemente contrastare la sua calunnia, prima ancora del logos dobbiamo sfoderare la spada dello spirito di comunione gli uni con gli altri.

Forse è un mio limite non capire la gravità insita nella varietà di posizioni che ho presentato, o forse il mio è davvero un eccesso di idealistica ingenuità, ma ciò che negli ultimi anni mi ha arrecato sofferenza è l’astio col quale i cattolici hanno iniziato a rivolgersi gli uni gli altri. Non i cattolici coi protestanti, coi musulmani o con gli atei, ma, giova ripeterlo, i cattolici tra di loro…

Eppure siamo nello spirito tutti egualmente cattolici e romani, nel momento in cui, nella pur grande differenza di sfumature, poggiamo egualmente sui medesimi pilastri la maggior parte del peso della nostra fede tanto da non farne crollare l’edificio: tutti condividiamo l’idea di una Chiesa di Roma ben rappresentata dalla nostra Corredentrice, la Santissima Vergine Maria alla Quale rendiamo egualmente devozione. Tutti riconosciamo un depositum fidei costruito in quasi duemila anni di gloriosa storia e santità.

Le spaccature che hanno caratterizzato gli ultimi 60 anni della Chiesa sono il segno che essa è finita nel mirino del maligno…

Poiché questo triste corso è stato ampiamente predetto dalle Scritture e dalle profezie diventa nostro ufficio più sacro non rendercene complici, ma al contrario favorire una spinta opposta che riedifichi la Chiesa quale Una, Santa, Cattolica e Apostolica.

Non spetta certo ai laici pretendere di riformare democraticamente dal basso l’edificio di Roma. Noi possiamo però farci pervadere dallo Spirito Santo e cominciare ad agire di conseguenza, quindi non limitandoci più a dichiararci cattolici, ma iniziando a fare ed essere cattolici così da imporre alle acque un nuovo e più giusto corso che le gerarchie ecclesiastiche dovrebbero necessariamente cogliere come luminoso segno dei tempi.

Faccio mia a questo punto un’esperienza di Grazia che un amico ha condiviso con me nei giorni scorsi e che testimonia proprio la grande potenza dello Spirito Santo in termini di riflessione e della sua capacità di ricondurci a un unico ovile salvandoci dai mille fossati, in cui eravamo caduti.

Il mio amico rifletteva sul fatto che il passato non può cambiare, ma lo Spirito, che è fuori dal tempo, può agire in noi e farci percepire il passato come se lo avessimo vissuto diversamente, lavando via i nostri precedenti errori e la sofferenza che di conseguenza portavamo dentro.

La mia impressione è infatti che in molti aderiscano a ciascuna delle posizioni prima esposte non tanto come risultante di un ragionamento e percorso di ricerca, ma solo in risposta a una propria pregressa sensibilità. Sembrerebbe che ognuno vada costantemente alla ricerca di argomenti a sostegno della propria tesi pre-confezionata, anziché formarsi un’idea in base ad argomenti studiati e vagliati con trasparenza.

Questo pregiudizio nei più dotti, da un lato, unito alla scarsa consapevolezza dei più impreparati dall’altro, ha generato crepe nella costruzione della Chiesa, crepe nelle quali il diavolo si è abilmente insinuato trasformandole in enormi spaccature e lacerazioni. E i due opposti, gruppi di fedeli che si ritengono tutti egualmente nel solco della correttezza dottrinale, sono così impossibilitati a capirsi come fossero in una novella Babele…

E nel momento in cui ogni altra facoltà ha fallito, lasciarsi guidare dallo Spirito Santo non appare più quindi una mera sparata retorica ed emotiva, ma un consiglio, una prescrizione dal valore estremamente pratico.  La capacità di capire questo, e di metterlo in pratica, sarebbe il primo segno distintivo del cristiano cattolico.

Ma viene l’ora, anzi è già venuta che i veri adoratori adoreranno il Padre in Spirito e Verità…” (San Giovanni 4:23). Laudetur Jesus Christus nunc et semper

Simone Boscali, Bergamo

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15 novembre

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18 commenti

  • Esdra ha detto:

    La Chiesa in ogni tempo ha avuto schieramenti al suo interno, già San Paolo ne menziona molti che rischiavano di creare vere spaccature nella Chiesa.
    10Vi esorto pertanto, fratelli, per il nome del Signore nostro Gesù Cristo, ad essere tutti unanimi nel parlare, perché non vi siano divisioni tra voi, ma siate in perfetta unione di pensiero e d’intenti. 11Mi è stato segnalato infatti a vostro riguardo, fratelli, dalla gente di Cloe, che vi sono discordie tra voi. 12Mi riferisco al fatto che ciascuno di voi dice: «Io sono di Paolo», «Io invece sono di Apollo», «E io di Cefa», «E io di Cristo!».

    13Cristo è stato forse diviso? Forse Paolo è stato crocifisso per voi, o è nel nome di Paolo che siete stati battezzati? A differenza di allora non c’è un’ autorità che unifichi i credenti. La Chiesa è decapitata sulla Terra non c’è la successione petrina né apostolica perchè l’autorità si è trasformata in potere autoreferenziale. Gesù Cristo ha istituito una chiesa gerarchica ma oggi Satana gestisce le menti della maggioranza di questa gerarchia. In effetti se Wojtyla fosse andato meno in giro a baciare aeroporti e avesse fatto pulizia di tanti maneggioni, eretici, pederasti, forse non ci troveremmo nella situazione in cui la Gerarchia fa persino ridere.
    Ma il cammino intrapreso dal CVII ha indebolito l’autorità, i Papi post conciliari hanno chiesto scusa a tizio e a caio, essere discepoli di Colui che Sono, Via Verità e Vita è stato vissuto con un senso di colpa, un atto di violenza verso chi è immerso nelle tenebre. Il mettersi in discussione ha sgretolato le difese immunitarie della Chiesa, abbiamo pensato di dover imparare dai buddisti, dagli Islamici, dagli animisti. Mancano i satanisti ma ci arriveremo, tranquilli

    • Adriana 1 ha detto:

      Caro Esdra,
      i Papi conciliari non hanno chiesto perdono a tizio e a caio, ed è un peccato, ma solo a Dio.

      • Esdra ha detto:

        l generoso ma sfortunato tentativo autocritico di Adriano VI, seguirono quattro secoli e mezzo di intransigente apologetica, che considerava ‘cedimento’ nei confronti degli eretici ogni ammissione di responsabilità storiche da parte di uomini di chiesa. Il riconoscimento delle responsabilità nella divisione tra cristiani si fa strada nei primi decenni di questo secolo nel movimento ecumenico: l’autocritica protestante influirà sul Vaticano II, che farà suo il pronunciamento di Paolo VI nel documento sull’ecumenismo.

  • il Matto ha detto:

    «Negli ultimi sessant’anni, dal grande fiume della Chiesa di Cristo sono via via derivati diversi corsi d’acqua […], ognuno dei quali portatore delle varie visioni che hanno dolorosamente diviso, e continuano a dividere, la Casa Mistica del Signore».

    Converrebbe tenere presente che la Casa Mistica del Signore è … mistica, e quindi trascende i “diversi corsi d’acqua”, ciascuno dei quali ha evidentemente smarrito (se mai l’ha avuta) la coscienza … mistica, seppellita sotto una montagna di regole dalla quale, come anche risulta dall’articolo, ogni compagine separazionista attinge quel che gli fa comodo per puntellare il proprio “corso”.

    «i samurai non sono per nulla ribelli contro l’imperatore, sebbene ne combattano l’esercito, ma suoi fedeli servitori, ché col proprio gesto stanno cercando di ricondurlo alle radici del Sol Levante».

    Il paragone non calza: i samurai erano uniti in favore dell’Imperatore, mentre i cattolici sono divisi in (s)favore di Cristo.

    Alla domanda di Veronica Cireneo: «Se Cristo ha detto “con Me o contro di Me”, cosa sono tutte queste divisioni?», c’è una sola risposta facile e terribile, di fronte alla quale è inutile fare gli struzzi:

    queste divisioni sono il risultato dello smarrimento della coscienza mistica, e del suo essere occupata da un coacervo chiassoso di regole e legalismo, dal quale, ancora una volta, ognuno trae le proprie giustificazioni.

    • Veronica Cireneo ha detto:

      Inutile fare gli struzzi? Appunto!
      La risposta è una: “si o no”

      • il Matto ha detto:

        Il fatto è che ogni singolo e ogni gruppo ha il suo sì e il suo no.

        • Veronica Cireneo ha detto:

          Certo, ma ad una certa età sarebbe opportuno comprendere che quello che conta per la propria salvezza o dannazione non è lo scibile o le convinzioni altrui, bensì solo ed unicamente le proprie.

          Al giudizio universale, dove ci vedremo tutti, non faranno una bella figura i Peter Pan spirituali…

          Si decida buon uomo.
          O non è in grado di assumersi le responsabilità di una scelta?

          Lasci stare gli altri! Si faccia gli affari propri.
          Nel senso piu sublime del termine, intendo.

          Le gioverà.

          • lL MATTO ha detto:

            Quindi vado avanti con le mie convinzioni e nessuno mi deve criticare come io non critico nessuno? Assolutamente d’accordo! Ma allora smettetela anche voi di criticare gli altri, carissimi.

          • Adriana 1 ha detto:

            Cara Veronica,
            “…quello che conta (per andare in Paradiso e non all’Inferno)…si faccia gli affari suoi (spirituali) “.
            Così parlò il ragioniere cattolico…ma neanche Fantozzi.

  • R.S. ha detto:

    Offro umilmente una mia lettura, da semplice laico.

    La Santa Chiesa è la Sposa di Cristo, suo Corpo Mistico.
    Solo nella Chiesa si ricevono i sacramenti, che tramite i pastori ordinati dispensano al gregge la Grazia divina.
    E’ questa Grazia e solo questa a partecipare ai fedeli la vita divina stessa: in questo senso il cristianesimo non è una religione come le altre. Cattolico però non significa banalmente “romano”, ma uno stare e un agire nei sentimenti di Cristo, secondo l’Intero, Dio rivelato dal Figlio, il Verbo Incarnato, nell’Essere Uno e Trino.

    Inevitabilmente in un frammento dell’infinita perfezione di Dio, sapendo che la particola, il frammento, rappresenta il mistero in cui l’Ostia, la vittima del sacrificio di salvezza, (tran)sostanzia Tutta la Presenza Reale di Cristo in ogni luogo in cui si adora, bisogna fare i conti con il peccato originale.

    Dio eterno viene a salvarci nel tempo della storia.
    Dio, Bene e Amore, si offre nelle pieghe della storia.
    La conoscenza del bene e del male è la conseguenza di una perdita della visione di Dio e del giardino del paradiso. La perdita della semplicità (senza pieghe) complica (con pieghe) l’esistenza di chi ha un corpo mortale e un’anima eterna, esponendo la creatura all’esperienza del dolore e del male, anche se il bene c’è.

    La Santa Chiesa non sfugge alla complicazione della storia, dello stare nel tempo, in esilio per ora dall’infinito di Dio. La Santa Chiesa celebra un Memoriale, perchè il passato informi e istruisca il nostro presente mentre affaccia l’Eterno Presente di Dio. Allora il passato si riempie di memoria, di sapienza, vivendo un presente che in un istante diventa passato e attendendo un futuro che pensiamo nel presente e che non esiste. Quando esiterà sarà presente e diventerà subito parte del passato… La storia è questa, mentre Dio è eterno e nel Memoriale eucaristico fa Presente il Suo Eterno Presente anche a noi, che siamo nel tempo.

    Adesso parliamo di noi, di storia. Anche molto recente.
    Nel 2005 avvenne un conclave in cui ci fu uno scontro drammatico. Alla fine fu eletto vicario di Cristo il cardinal Joseph Ratzinger, Papa Benedetto XVI.

    Nella Chiesa c’è chi fa teologia e pensa la sapienza di Dio attingendo dal sapere umano, talora fantasticando e immaginando nuove modalità di vivere la fede.
    Ma c’è chi banalmente vive il vizio, ricattabile e ricattatore, vittima e carnefice, nelle trame del peccato.
    C’è chi è ebbro di potere e sfrutta la fede e i vizi per trescare con i potenti, specialmente il Principe di questo mondo, tradendo Cristo e la missione, surrogandoli.

    Il conclave 2005 vide lo scontro tra i teologi del relativismo, idealisti e con qualche vizio, i puri di cuore che l Signore non ha mai fatto mancare e gli striscianti ebbri di potere, capaci di utilizzare sia la buona fede dei puri che le malefatte ricattabili dei viziosi.

    Un sistema di potere strisciante come il serpente antico, capace di astuzia, di depistaggi, di doppi e di tripli giochi. Non vinse, ma c’era. E ha continuato ad agire anche dopo che Benedetto XVI si misurò con quei lupi.

    Provvidenzialmente la storia sta svelando la mano di Dio, nello smascherare persino la capacità di manipolare la denuncia, trascinandola nel porto delle nebbie e nel deserto di insabbiamenti vasti più del Sahara, alzando polvere per rendere invisibile l’artefice del Male, per rovinare di volta in volta i viziosi, i viziati, gli eretici e gli ingannati, i ricattabili e i ricattati.

    Siamo però a fine corsa: non ci saranno più depistaggi sufficienti. Chi perse il conclave del 2005, ma mantenne potere, sta ora perdendo il paravento che ha scelto (senza accorgersi d’essere caduto nella trappola) per provare a scaricare ogni colpa sul capro espiatorio: tutte le sue schiere sono di fatto depotenziate dall’essere riconoscibili e così dissolte nel loro potere.

    Resterà il piccolo resto del sale della terra. Chi è già morto sta già davanti al Giudice Infallibile. Chi è ancora vivo vi andrà. Ma chi è vivo e pensa di farsi padrone di una storia non sua, ma di Cristo e dela Sposa, ha perso tutto. In un attimo. Spazzato via, nella sua ribellione.

    Inutile fare nomi: però una traccia c’è, nei maneggioni che conoscono il Sudamerica come il Vaticano, i soldi tedeschi e americani come le lobby più influenti. Inutile fare nomi. Basta riflettere su quelli dell’elenco dei partecipanti al conclave 2005. Non è difficile.

  • Rolando ha detto:

    La lettura dei quattro vangeli è la fonte delle divisioni tra cattolici.
    Oggi li si legge anche senza usufruire delle rispettive indulgenze!
    Per capire. Cristo ha detto : Con me o contro di me? Con variazioni sul tema.
    Ma per decidere, bisogna capire.
    Distinguere il romanzo dalla cruda realtà fattuale che nasconde.

  • Catholicus ha detto:

    … dopo cinquant’anni mons. Marcel Lefebvre è ancora attualissimo e la sua esortazione a resistere in faccia al clero modernista, ribelle e rivoluzionario, apertamente anticattolico, che ha in odio tutto ciò che la Chiesa ha fatto prima di Roncalli, Montini e del loro nefasto Conciliabolo : dottrina, liturgia, pastorale evangelizzatrice, definita spregiativamente proselitismo coercitivo (follia dettata da un odio ancestrale,)arte e architettura sacra, ecc. ” Fratelli tutti, tutti, tutti, dice Bergoglio, purché non siano cattolici, poiché questi ultimi li odia visceralmente! più chiaro di così non potrebbe essere, ma in tal modo rivela di essere un abusivo occupante la Sede petrina, messo lì solo per ingannare i fedeli e distruggere quel poco di cattolico che ancora rimaneva nella Chiesa dopo oltre 60 anni di guida modernista, più o meno palese, più o meno coercitiva…

    https://www.aldomariavalli.it/2024/11/15/novembre-1974-cinquantanni-fa-la-dichiarazione-di-monsignor-lefebvre-contro-la-roma-modernista-piu-attuale-che-mai/amp/

  • Gabriela ha detto:

    CATECHISMO MAGGIORE di S. Pio X :
    156. La VERA CHIESA si dice UNA, perché i suoi figli, di qualunque tempo e luogo, sono uniti fra loro nella medesima fede, nel MEDESIMO CULTO, nella medesima legge e nella *PARTECIPAZIONE DEI “MEDESIMI” SACRAMENTI SOTTO UN MEDESIMO CAPO VISIBILE, IL ROMANO PONTEFICE. ( ‼️)

    154. TUTTI coloro che NON riconoscono il Romano Pontefice (ultimo BXVI) per loro capo, NON appartengono alla Chiesa di Gesù Cristo‼️

    https://www.clerus.org/bibliaclerusonline/it/fiv.htm

    E chi afferma che l’antipapa Bergoglio è il Vicario di Cristo non solo bestemmia ma si dimostra scismatico = fuori della Chiesa di Gesù Cristo.

  • Cosma ha detto:

    Perche’ contestare il Concilio Vaticano Ii e non anche il Concilio Vaticano I ?
    Se si dovesse cancellare l’infallibilita’ pontificia non si potrebbero pero’ cancellare tutti i passi evangelici e biblici in cui si afferma che e’ Cristo il capo della Chiesa, la roccia su cui la Chiesa e’ fondata.
    A ciascun credente trarne le dovute conseguenze.

    • Annamaria ha detto:

      Beh, veramente c’è una bella differenza.
      Generalizzare non è mai sintomo di profondità ed introspezione…
      Per il resto…ma quanto potevano stare in pace e tranquilli i fedeli cattolici, in passato?
      Così non è per noi, ma se Gesù ci ha chiamati a vivere questi tempi, restiamoGli fedeli e non ci mancheranno le Grazie necessarie per farci santi, nonostante tutto.
      Viva Cristo Re

    • Rolando ha detto:

      Il II è la spina nel I. La punta di diamante che ha crepato irreparabilmente il cristallo infallibile.

      • Veronica Cireneo ha detto:

        Falso. O meglio: vero solo apparentemente.

        Tutto ciò che è Chiesa non crepa d non crolla.
        Per la potenza d fedeltà Stessa del Proprietario.

        Possono cadere strutture leggi, compagini, singoli, ma la Chiesa opera delle mani di Dio è immortale

        • il Matto ha detto:

          Quindi, esimia gentildonna, sta dicendo che quella che conta è la Chiesa mistica.

          Però, non è chiaro se si rende conto di quello che afferma:

          “possono cadere strutture, leggi, compagini, singoli”.

          Mi sa di no, visto l’attaccamento che il SUO gruppo ha nei confronti di … strutture, leggi, compagini (la SUA) e singoli (i SUOI).

          Herz hoch! 😉

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