Sintetizzare Guareschi, che Fatica!…Giovanni Lazzaretti.
12 Novembre 2024
5 CommentiMarco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, il prof. Giovanni Lazzaretti, a cui va il nostro grazie, offre alla vostra attenzione queste riflessioni su un grande scrittore. Buona lettura e diffusione.
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Dedicazione della Basilica Lateranense
Samizdat dal paesello
«Quella strada va riparata, don Camillo»
SINTETIZZARE GUARESCHI, CHE FATICA
Ogni tanto sintetizzo Guareschi, e mi suona come una bestemmia.
Io i racconti di Guareschi li assaporo. Giro le pagine, so perfettamente cosa sto per rileggere per l’ennesima volta, ma il piacere resta intatto. Ed è intatta la pace che mi comunicano i racconti, quando mi capita una giornata un po’ agitata.
“La legge del ‘68”(1) mi piace molto.
Peppone e lo Smilzo vanno a vedere gli operai che stanno riparando il ponte sul Canaletto, danneggiato dalla piena. Fanno un po’ tardi e al ritorno prendono la scorciatoia della Stradaccia. A metà strada il loro furgone si impantana fino alla sala.
Viene fuori un contadino: «Ecco, tutti gli inverni è così, e ogni anno presentiamo un esposto al Sindaco. L’esposto di quest’anno è qui bell’e pronto».
Urla furibonde di Peppone una volta tornato in paese. Ma il Brusco, “ministro” dei lavori pubblici, una volta che Peppone ha finito di schiamazzare, gli dimostra che è tutto pronto per la Stradaccia. Mancano solamente (indovinate un po’?) i quattrini per materiali e mano d’opera. «In un bilancio strangolato come il nostro, due milioni non sono nespole».
I due milioni non saltano fuori. Ma un giorno, all’osteria, mentre Peppone & C. stanno parlando tra loro della Stradaccia interviene il vecchio Timossi. «Una volta, con la legge del ’68 si sistemava tutto».
E racconta che c’era questa legge del 1868 che tassava i proprietari non a soldi, ma a giornate di lavoro e alla messa a disposizione di bestie da tiro e carri. Chi non voleva dare le giornate di lavoro, poteva commutarle in moneta. «La Stradaccia venne aperta nel 1912 in questo modo, e ci ho sbadilato anch’io».
Peppone blocca il segretario comunale, e gli impone di trovare tutto il materiale sulla legge del 1868. Il segretario ci mette una settimana nelle soffitte del Comune, ma trova tutto: lavori fatti, precettazione dei proprietari, ore prestate e commutazioni in moneta. Con un faticoso viaggio a Roma viene anche a sapere che la legge non è mai stata abrogata, è solo caduta in disuso con la prima guerra mondiale.
Ruggito di gioia di Peppone. Precetta tutti i nuovi proprietari. E poiché non siamo più nel 1912, tutti quanti preferiscono commutare le ore di lavoro in moneta. Tra i proprietari c’è però anche don Camillo, per il beneficio parrocchiale. E don Camillo va a sfogarsi col Cristo.
«Don Camillo, perché ti arrovelli? Non è forse stabilito che bisogna dare a Dio ciò che è di Dio e a Cesare ciò che è di Cesare?»
«Sì, Signore: ma non è stabilito che si debba dare a Peppone ciò che è di Cesare. È giusto che io tolga quel denaro ai miei poveri per dare prestigio a lui e al suo dannato Partito?»
«È giusto che quella strada venga assestata, don Camillo. Perché, mentre tu cammini agevolmente all’asciutto, il tuo prossimo deve diguazzare nel fango? Non è giusto che tu aiuti il tuo prossimo sottraendo denaro ai poveri. È giusto che tu aiuti pagando di tasca tua.»
Don Camillo si chiede come potrà pagare di tasca sua, visto che non ha un centesimo. Ma non si tira indietro. «Pagheremo».
Lascio ai lettori il seguito sul come don Camillo pagherà.
SOFFERENZE UMANE NON CONTABILIZZATE
In quelle poche parole c’è scritto tutto l’essenziale.
Perché non si fa pulizia di fiumi, torrenti e canali? Perché non si costruiscono casse di espansione e tutte le opere idrauliche di protezione delle case degli uomini? Perché non si rafforzano gli argini? Perché non ci sono soldi, ovvio. «In un bilancio strangolato come il nostro…».
Il Cristo dice l’unica parola vera «È giusto che quella strada venga assestata, don Camillo».
Si parte da lì, da ciò che è giusto.
Dopo di che, stabilito ciò che è giusto, la moneta DEVE venire fuori obbligatoriamente.
Peppone trova la moneta con un colpo di fortuna, don Camillo la troverà con un’idea brillante.
Entrambi hanno ormai chiaro in testa che è GIUSTO che quella strada sia riparata.
«E il pareggio di bilancio?» direbbero Giorgia e Giorgetti.
Il pareggio di bilancio è una fregnaccia inventata dal neoliberismo.
Il pareggio di bilancio COMPRENSIVO DEGLI INTERESSI PASSIVI significa una cosa sola: «Pagherete in eterno la vostra tassa alla finanza internazionale».
Mi tornano in mente le due frasi di Federico Caffè che riportai tanto tempo fa(2).
«Al posto degli uomini abbiamo sostituito i numeri e alla compassione nei confronti delle sofferenze umane abbiamo sostituito l’assillo dei riequilibri contabili».
«Il capitalismo maturo, al pari di quello originario, poggia su sofferenze umane non contabilizzate, ma non per questo meno frustranti e degradanti».
IL FUTURO NERO E LA POSSIBILE SOLUZIONE
Quando saremo travolti dalla cosiddetta “intelligenza artificiale”, che butterà a mare una marea di lavoratori inutili, lavoratori che hanno il diritto naturale di lavorare e di mantenere la famiglia, noi ci troveremo nella solita situazione, ancora più enfatizzata.
- Argini da riparare (case terremotate da ricostruire, patrimonio artistico da restaurare, eccetera).
- Lavoratori disoccupati.
- Moneta mancante, unico oggetto che può unire il disoccupato ai lavori da fare.
Riparare un argine non rende nulla, se non statisticamente e a lungo termine. Non può quindi essere finanziato prendendo soldi a prestito da lor signori e tassando gli italiani del valore dei lavori + gli interessi.
È necessario aver chiaro ciò che è giusto, ossia che occorre agire sulle “sofferenze umane non contabilizzate”, e bisogna costruire la moneta che realizzi ciò che è giusto. Una moneta non a debito.
Quando dico che una possibile moneta si chiama “moneta fiscale” ed era già concettualmente impostata col Superbonus110 sembro una sorta di pazzo, visto che la bugia corrente indica il Superbonus110 come la più grande truffa perpetrata ai danni dello Stato.
- No, la più grande truffa ai danni dello Stato sono gli interessi passivi, grazie ai quali lo Stato toglie ai cittadini più di quanto offre.
- La più grande truffa sono i lavori non fatti per mancanza di moneta.
- La più grande truffa sono i lavoratori disoccupati che guardano, sconcertati, i lavori da fare. E loro a braccia conserte.
- La più grande truffa è il prevalere dei numeri sugli uomini e sulle loro sofferenze.
A Peppone e don Camillo le idee sono venute. Certo, è un racconto. Ma siamo stanchi di dirigenti che non provano nemmeno ad avere idee, e si limitano a raschiare il fondo del barile, o a dare bricioline a Tizio togliendole a Caio.
«L’importante è togliere i disoccupati dalle strade. Ci sarà tutta la moneta che serve.»
Invertite il processo. Fatevi guidare da ciò che è giusto. E le idee nOmismatiche verranno fuori. La moneta è ciò che connette il lavoratore disoccupato al lavoro da fare. Se pensate che la moneta sia altro, vi sbagliate. Quello è il suo unico scopo morale, la piena occupazione. Ogni altro uso è improprio, o tossico, o mortale.
Se poi vedete giornaloni e TV che deridono le vostre idee, ben vengano.
Sapendo chi guida il sistema mediatico, non può che essere così.
Giovanni Lazzaretti
giovanni.maria.lazzaretti@gmail.com
NOTE
- Volume “L’anno di don Camillo”, Rizzoli, 1986
- Taglio Laser n.395, 6 febbraio 2021, “Un Caffè per Draghi – Radici buone & frutti cattivi”
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Categoria: Generale
Guareschi era emiliano.
Domenica gli emiliano/romagnoli possono rompere la diga rossa che da decenni sigilla la loro regione.
Come profetai agevolmente alcuni giorni fa la netta vittoria di Trump in Usa, così sento che il vento ha fatto il suo giro in Emilia-Romagna e l’ora è propizia.
Purtroppo ci sono regioni italiane che non cambieranno mai! Da 80 anni a questa parte godono a farsi prendere in giro dai comunisti (che possono cambiare 100 nomi e sigle ma resteranno sempre gli stessi), tanto basta che gli dicano di essere antifascisti, antirazzisti, antixenofobi, antiomofobi, anti qua e anti là e tutto gli va bene! Pugno alzato e “bella ciao” a tutto spiano !In realtà, in una cosa sono anti: antiitaliani, questa è l’unica cosa vera sulla quale sono anti! A loro interessa solo portare avanti la loro satanica ideologia e tutto va bene! E la cosa peggiore è che gli abitanti di quelle regioni sono contenti. Contenti loro…
(continuo) naturalmente dietro la lavagna con le rotelle degna erede dei banchi che furono. Da quelle parti si ha la tendenza alla pedagogia del commissario politico stalinista. Non siete forse buonissimi e volete tutti il nostro bene?
Rispetto ma non sono d’ accordo. Caro Lazzaretti la bacchetta magica di Harry P. Io non ce l’ ho e neanche lei ,nessuno ce l’ ha. Aumentare le tasse con le braccia (si chiamavano corvée nel medioevo) o in pecunia non funziona. Mettere divieti neppure. ( Vedi il prox impoverimento quando gli italiani scopriranno di pagare mutui su case “carta straccia” o quasi).
Lei è professore ed io no, le fa legittimamente proposte ed io altrettanto legittimamente le boccio almeno fin che posso. Al prossimo governo con 55 Fuffe ( la rifondazione pentastellata ) sicuramente la ascolteranno e forse chi non sarà d’ accordo dovrà tacere pena il capelli d asino e il cartello al collo di “nemico del popolo”
per un approfondimento del libro Apocalisse di San Giovanni ho riguardato le interviste fatte a suo tempo al Professor Auriti. Tout se tient: la fondazione de Bank of England (1694) è stato l’astutissimo piano demoniaco che porta l’Umanità alla schiavitù prevista dai cap 9 in avanti (la Bestia che esce dall’Inferno); al finanziar-socialismo (la Bestia che reca in groppa la Prostituta) previsto anche in Occidente per i nostri Tempi, e così definito dal Card Mueller in un’intervista (glebalizzazione- direbbe Fusaro)! Da Medjugorje vengono in questi giorni richieste di preghiere per la Buona Riuscita di un “Piano” di nostra Signora.