Rigido, Rigido…ma lo Furono Tutti i Santi (ormai Scappati dal Vaticano…). Benedetta De Vito.
12 Novembre 2024
7 CommentiMarco Tosatti
Carissimi StilumCuriali, la nostra Benedetta De Vito offre alla vostra attenzione queste riflessioni sui meriti della rigidità, che al pontefice regnante sembra dispiacere così tanto…buona lettura e condivisione.
§§§
Rigido, rigido, rigido. Usando questo aggettivo come una cingomma, lo facevo rotolare intorno alla lingua, girare tra i molari, passare sopra gli incisivi, poi patapunfete, una punturetta sui canini e giù, di nuovo sulla lingua. Rigido, mi dicevo, sì, una parola che Bergoglio usa in solo senso dispregiativo, come fosse una coda nera che spunti sul fondoschiena e che bisogna eliminare, cancellare, forse anche tagliare.
Rigido, mi dicevo, sì, una persona rigida è in piedi, eretta, diritta, retta. Come Sant’Expedito davanti ai suoi carnefici pagani, che lo volevano traditore di nostro Signore. E come farlo? Ma certo, facendolo piegare, inchinare agli idoli, bruciare gli incensi. Da rigido a flesso, da rigido a molle. Da assoluto a relativo.
Rigido, mi dicevo dunque, tornando a masticare l’aggettivo, galoppando sulle colline verdi della Verità, è dunque tutto fuorché parola negativa, se si considera che i Santi tutti furono rigidi e tetragoni alle blandizie del mondo.
Rigido fa il paio con altri temini che mi ripeto sempre, quando la tentazione di piegarmi al mondo mi sorride. Nel sibilo verde, il tradimento. Il diavolo minimizza il peccato, offre il suo molliccio e putrido relativismo, le meraviglie luccicanti della strada larga che conduce alla Geenna…
Sì sì, sono lì lì sul precipizio, ingolosita dal finto baluginar di lumini, e poi, m’arriva l’ancora, la Parola che salva e che viene dal mio dolce Gesù: saldo, stabile, sicuro, sì sì, no no, al calduccio, dormendo, nella nave in tempesta con Lui. Così allacciata al mio Rosario, eccomi di nuovo lungo la via stretta. Ma continuo, pur silente: “Tu sei il mio cammino stabile, guidi il mio passo fermo” e cose così ripetute tra me e me in giaculatoria. Sì, insomma, ripeto gli aggettivi per illuminare il mio passo certo che segue il Signore. Un passo deciso, retto e anche sì, rigido nel sì sì no no che è bianco o nero, rigido appunto. E non mi importa se mia suocera mi chiama storcendo il naso “una cesariola” che sarebbe padovano per beghina. Io me ne vanto!
E subito la schiera dei Santi, fuggita oramai da tempo da San Pietro, applaude. San Teodoro non si piegò, rimase rigido. Ma restò morbido, dolcissimo perché la rigidità della Legge è la nostra gioia e profuma di amore. Noi vogliamo piacere a Lui non al mondo ed ecco perché la nostra rigidità e tenera! Rigidità nel Signore vuole dire vivere nella Sua grazia. Ecco sì, difficile per una come me che non è teologa (anzi non è nulla) trovar le parole… Loro, tutti i Santi, sono stati tutti quanti rigidi nel seguire l’Eterna legge di Dio, scritta nel cuore di ogni uomo, e che il Diavolaccio, l’eterno tentatore, vuole sovvertire, distorcere abbassando l’uomo a suo schiavo e a schiavo delle sue tentazioni. Il diavolo divide e sovverte, crea gli impostori, mostra un agnello che in realtà è un lupo.
Schiavi di Satana, gli uomini diventano molli, incapaci di distinguere il bianco dal nero, bramosi di inseguire altri come loro lungo le vie arcobaleno del male. Sono tutti un so e ni. E’ un trucco! Un Satantrucco! E i sacerdoti che nel confessionale dicono che va bene tutto, anche praticare l’omosessualità, perché il Signore non è rigido ma misericordioso, mentono e spero tanto che non ne siano consapevoli. E quindi adesso posso dirlo: io sono rigida (dolcemente rigida), e cammino (con tutte le difficoltà di una comune peccatrice) lungo la via stretta, seguendo il Crocifisso.
§§§
IBAN: IT79N0 200805319000400690898
BIC/SWIFT: UNCRITM1E35
Condividi i miei articoli:
Categoria: Generale
Dieci, cento, mille Benedetta de Vito per arginare la marea montante del clero eretico ed apostata, dal vertice alla base. Ce ne fossero di anime candide, semplici e cristalline come la sua, dove la Verità tutta intera si specchia e risplende. Benedetta for ever, dunque ! JHS
Signora de Vio la ringrazio per lo stimolo spirituale. Come dovremmo essere rigidi rispetto al mondo così come il bell’esempio di Expedito, e di ” converso” dovremmo essere umili di fronte a Nostro Signore Gesù Cristo abbassandoci ed umiliandoci come tante volte ci dice la Sacra Scrittura e come spesso è ignorato nella catechesi oggi.
Sicuramente Lui non ci dimenticherebbe ma invece sicuramente ci esalterebbe ma non per nostra gloria ma per la Sua.
Rigido, flessibile, fragile, elastico, resiliente, solido, liquido…. sono tutti termini relativi ai materiali e mutuati dalla moderna psicologia per applicarli alla mente e allo spirito umano. Si tratta di una analogia imperfetta e imprecisa che serve solo a confondere le idee al grande pubblico ignorante. Non sempre la rigidità è una qualità positiva in una persona. Quando la rigidità diventa chiusura mentale, visione stereotipa della realtà anziché un pregio diventa un difetto. La rigidità che viene esaltata in questo articolo è in realtà qualcosa di diverso dalla rigidità intesa nel senso comune e, forse, il termine più corretto sarebbe stato “fedelta” al credo cattolico e alla sua conseguente morale
Sono d’accordo. In effetti in questo scritto si sovrappongono due usi/significati del termine “rigidità” affatto diversi e si contrappone ad una rigidità intesa come atteggiamento ottuso una rigidità intesa come fedeltà. Grazie.
Costui è molle con i pervertiti, con i corrotti e con i nemici di Cristo; è però rigido e inflessibile con i cristiani che seguono gli insegnamenti bimillenari della Chiesa. Credo sia scomunicato latae sententiae per una molteplicità di ragioni, ed è per questo che professa pubblicamente teorie palesemente eretiche o anticristiane; ovvio che in mezzo ci inserisce anche qualche verità, qua e là, per rendere meno riconoscibile la polpetta avvelenata. Ma è evidente ormai a tanti che un vicario di Nostro Signore non può essere così.
Certo caro Federico che non può essere così, tant’è che ha volutamente cancellare il termine Vicario di Cristo dall’elenco dei suoi titoli (usurpati e dei quali non è minimamente degno); però se accettiamo come postulato, come dato di fatto che siamo di fronte ad un commediante estraneo alla Chiesa di Cristo e messo lì per demolirla completamente (almeno quel poco di cattolico che ne rimane dopo oltre 60 anni di dominio incontrastato di gerarchie e papi modernisti), allora tutti i tasselli vanni al loro posto, e non ci si meraviglia più di niente. Il dovere dell’ora presente, per noi che vogliamo rimanere cattolici ad onta di tutte le diavolerie escogitate dai modernisti per spingerci verso Portae Inferi facendoci credere di andare verso il Paradiso, questo dovere, dicevo, è resistere, resistere ed ancora , come proclamava il giudice Borrelli quando il Presidente Berlusconi voleva fare la riforma della Giustizia (ma la nostra è una ben diversa resistenza, niente a che vedere con la politica).
Veramente non ha cancellato il titolo “Vicario di Cristo”, ma lo ha spostato tra i titoli storici. In effetti lo è, dato che si è iniziato a utilizzarlo in modo costante solo nel secondo millennio d.C. Non è neppure un titolo esclusivo perché tutti i vescovi sono “vicari di Cristo”. Cerchiamo di essere precisi per favore, perché per parlare di usurpazione occorre quanto meno dimostrare di avere competenza. Grazie.