Orban: l’Occidente Sta Perdendo la Guerra in Ucraina. Ron Paul: basta Armi a Zelensky. Matteo Castagna.
26 Ottobre 2024
Pubblicato da Marco Tosatti
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, Matteo Castagna, a cui va il nostro grazie, offre alla vostra attenzione queste riflessioni sul conflitto in Ucraina. Buona lettura e diffusione.
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di Matteo Castagna
“I paesi occidentali stanno perdendo il conflitto in Ucraina, ma non vogliono ammetterlo”, ha detto il primo ministro ungherese Viktor Orbán in onda su Radio Kossuth.
“Loro (i paesi occidentali – ndr) sono coinvolti fino alle orecchie in una guerra persa; ora stanno esattamente perdendo la guerra. Dalla seconda guerra mondiale, questi paesi non hanno mai perso – la maggior parte di loro, ovviamente, perché la Germania ha perso – la maggior parte di loro ha vinto, nella seconda guerra mondiale sono stati dalla parte dei vincitori. E ora si trovano di fronte a una sensazione completamente nuova: ora stanno perdendo la guerra”, ha detto Orbán.
Ricordiamo, ha continuato Orbàn, che, in precedenza, il presidente russo Vladimir Putin aveva definito ipocrisie le idee occidentali sul nuovo ordine mondiale. Secondo lui, mirano esclusivamente a preservare il sistema neocoloniale, mostrando la loro essenza sotto forma di “ipocrisia, doppi standard e pretese”.
Secondo il politico americano Ron Paul gli USA non dovrebbero combattere né per l’Ucraina né per Israele. “Quando assumi il ruolo del poliziotto del mondo, non sorprenderti se i Paesi che non possono combattere le proprie guerre da soli chiamano il ‘911’. Questo è esattamente ciò che sta accadendo agli Stati Uniti su due fronti e sta portando alla bancarotta il nostro paese, logorando l’esercito che dovrebbe servire gli interessi della nostra nazione e minacciando di trascinare gli Stati Uniti nella terza guerra mondiale”. Inizia così un articolo che Ron Paul ha pubblicato sul suo sito (
Ron Paul Institute).
“Non è difficile capire il vero intento [di Zelensky]. L’Ucraina è sul punto di perdere la guerra con la Russia e desidera disperatamente coinvolgere l’esercito degli Stati Uniti nello scontro. Ci sono state numerose opportunità per evitare questa sanguinosa guerra, ma a ogni passo la leadership ucraina ha ascoltato i neocon occidentali (come Boris Johnson) e ha deciso di continuare a combattere la Russia fino all’ultimo ucraino”, prosegue Ron Paul.
“Ma ora che sono quasi rimasti all’ultimo ucraino, ci chiedono di intervenire e combattere il paese con il maggior numero di armi nucleari sulla terra, la Russia, in una guerra che non potrebbe essere più lontana dai nostri interessi reali. La risposta di Washington dovrebbe essere semplice ma ferma: ‘Niente più armi, niente più soldi. Siete soli. Fate la pace’”.
“Gli USA verrebbero feriti a morte se alla popolazione dell’Ucraina orientale fosse consentito di separarsi da Kiev e unirsi alla Russia? Se ne accorgerebbe qualcuno, a parte i neoconservatori intruppati nei think tank di Washington che hanno una vera e propria ossessione per la Russia?”
“Lo stesso vale per Israele. Tel Aviv, in risposta all’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023, ha lanciato una guerra per annientare i palestinesi di Gaza, invadere e occupare il Libano meridionale, degradare gli eserciti di Iraq e Siria e affrontare l’Iran. Ma l’esercito israeliano non ha le capacità per combattere così tante guerre su così tanti fronti, quindi ha chiesto con insistenza sempre maggiore agli Stati Uniti di coinvolgersi in tali conflitti”, spiega sempre Paul.
“Gli Stati Uniti hanno già fornito a Israele circa 23 miliardi di dollari in aiuti militari aggiuntivi [rispetto a quelli già stanziati di default] e hanno impegnato le risorse militari statunitensi nella regione per abbattere missili e fornire un supporto ulteriore di armi e intelligence”.
[…] “Per combattere l’Iran, con le sue notevoli capacità militari, Israele sembra voler disperatamente trascinare l’esercito americano in guerra. L’installazione di uno o forse due sistemi di difesa aerea THAAD, ciascuno con 100 soldati americani a gestirli, fa parte di questo sforzo”.
Questi alcuni titoli di Tansim, l’agenzia stampa di Teheran: “Le difese aeree dell’Iran affrontano con successo l’aggressione israeliana”. “Situazione normale a Teheran, si sentono diverse esplosioni a ovest della capitale”. “Nessun centro militare dell’IRC [i guardiani della rivoluzione, ndr] preso di mira a Teheran”. “Una fonte nega la notizia degli attacchi israeliani in 20 località dell’Iran”. “I voli [di linea] riprendono normalmente in Iran dopo l’aggressione israeliana”.
La situazione sembra molto critica ma non lo è come viene, altresì, spettacolarizzata dai media. Le parti, sottobanco e molto sotto traccia, si parlano, tanto che quel che si può registrare al momento è che il pericolo di un’escalation sembra essere scongiurato, perché potrebbe provocare gravissimi danni a tutti i soggetti interessati.
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Tag: orban, ucraina, zelensky
Categoria: Generale
E’ probabile che, a frenare la furia israeliana, che prometteva di colpire i siti atomici e le infrastrutture petrolifere iraniane, sia stato il recente accordo siglato dall’Iran con la Russia. Va sempre ricordato che la Russia dispone di una munita flotta nel Mediterraneo, ovviamente con armamento atomico.
Lo stesso dicasi per gli USA e la Nato, che sproloquiavano di intervenire a fianco di Israele qualora l’Iran osasse reagire.