Vecchio e Nuovo Gioachimismo. Passione ed Eclissi della Chiesa Attuale. Don Curzio Nitoglia.
24 Ottobre 2024
Marco Tosatti
Carissimi StilumCuriali, Cinzia Notaro offre alla vostra attenzione questa intervista a don Curzio Nitoglia, a cui va il nostro grazie, su un fenomeno antico e attuale. Buona lettura e condivisione.
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Nel corso dei secoli durante le varie crisi dogmatico/morali della Chiesa (e l’attuale è uno di questi) nel suo Corpo (“in capite et in membris”) e non nel suo elemento divino, la tentazione anti-petrina, conciliarista, episcopalista, pneumatica, millenarista e gioachimita di voler rimpiazzare la Chiesa gerarchica nel suo lato umano e manchevole, con una “chiesa” ideale fondata sui profeti, sugli spirituali, sugli iniziati, sui soli santi, riappare costantemente”.
Così don Curzio Nitoglia che ci parla de il “Vecchio e il Nuovo Gioachimismo”.
D. Ci sono controversie nella Chiesa difficili da spiegare e che potrebbero portare maggiore confusione?
R. Rispondo con quanto scrisse s. Ignazio da Loyola ( Obras Completas, Madrid, BAC, 1982, pp. 289-290) : “In questioni teologiche difficili e non definite, occorre dare il proprio parere con umiltà e pace, conformandosi all’istruzione e capacità degli ascoltatori, insistendo maggiormente sulla pratica della Chiesa, esortando a seguire i buoni costumi, invece di lasciarsi coinvolgere da controversie che non hanno una conclusione certa e che sono quindi pericolose sia per chi le spiega e sia per chi le ascolta“.
D. Dove San Tommaso d’Aquino confuta gli errori millenaristi di Gioacchino e della sua scuola?
R. Nella Somma Teologica dimostra che la Nuova Alleanza durerà sino alla fine del mondo (S. Th., I-II, q. 106, a. 4). Infatti, la Nuova Alleanza è succeduta alla Vecchia, come il più perfetto al meno perfetto. Ora, nello stato della vita umana in questo mondo, nulla può essere più perfetto di Cristo e della Nuova Legge, poiché qualcosa è perfetto in quanto si avvicina al suo fine. Cristo c’ introduce – grazie alla sua Incarnazione e morte – in Cielo. Quindi, non vi può essere – su questa terra – nulla di più perfetto di Gesù e della sua Chiesa.Per quanto riguarda lo Spirito Santo, come perfezionatore dell’opera della Redenzione di Gesù Cristo, esso è inviato proprio da Cristo per confessare Cristo stesso, che ha promesso formalmente ai suoi Apostoli: “Lo Spirito Santo che Io vi manderò, procedendo dal Padre, renderà testimonianza di Me“. Il Paraclito non è l’iniziatore di una terza era, ma testimonia e spiega Cristo agli uomini e li rafforza per poterlo imitare. Dopo l’Antica e la Nuova Legge, su questa terra non vi sarà una terza Alleanza, ma il terzo stato sarà quello dell’eternità sempre felice del Cielo o sempre infelice in Inferno.
D. Dove sbaglia Gioacchino ?
R. Erra nel trasportare la realtà ultramondana o eterna su questa terra. Infatti, lo Spirito Santo ha spiegato agli Apostoli, (il giorno di Pentecoste), tutta la verità che Cristo aveva predicato e che loro non avevano ancora capito appieno. Il Paraclito non deve insegnare una nuovissima Legge o un altro Vangelo più spirituale di quello di Cristo, ma deve solo illuminare e dar forza per ben conoscere e ben vivere la dottrina cristiana del Nuovo Testamento, che ha perfezionato quella mosaica (S. Th., I-II, q. 106, a. 4). Inoltre, la Vecchia Legge, non fu solo del Padre, ma anche del Figlio (raffigurato e prefigurato da Mosè), come pure la Nuova Legge non fu solo del Figlio, ma anche dello Spirito promesso e inviato da Cristo ai suoi Apostoli. La Legge di Cristo è la Grazia dello Spirito Santo, che illumina, vivifica e irrobustisce per poter osservare la Legge divina. Come, già nell’Antico Testamento, era lo Spirito Santo a illuminare e corroborare i Patriarchi e i Profeti, i quali pur vivendo sotto la Vecchia Legge, avevano già lo spirito della Nuova e la vivevano eroicamente, mediante la grazia dello Spirito Santo (per attribuzione).
D. A cosa si riferisce Gesù quando dice ai discepoli che il “Regno di Dio è vicino”?
R.San Tommaso specifica che non si riferisce solo alla distruzione di Gerusalemme, come termine definitivo della Vecchia Alleanza e inizio formale della Nuova, ma anche alla fine del mondo (S. Th., I-II, q. 6, a. 4, ad 4; III, q. 34, a. 1, ad 1; III, q. 7, a. 4, ad 3-4). Infatti, il Vangelo di Cristo è la “Buona Novella”del Regno (ancora imperfetto), della “Chiesa militante” su questa terra e del Regno (oramai e per sempre perfetto) della “Chiesa trionfante”nei Cieli. Inoltre, nel Commento a Matteo sul discorso escatologico di Gesù (XXIV, 36), l’Angelico postilla: “Qualcuno potrebbe credere che questo discorso di Cristo, riguardi solo la fine di Gerusalemme […];,però sarebbe un grosso errore riferire tutto quanto è stato detto solo alla distruzione della Città santa …e quindi la spiegazione è diversa […] cioè che tutti gli uomini e i fedeli in Cristo siano una sola generazione e che il genere umano e la fede cristiana durerà sino alla fine del mondo” (Expos. In Matth. c. XXIV, 34). L’ Angelico, si basa su tale testo per confutare l’errore gioachimita, secondo il quale la Nuova alleanza o la Chiesa di Cristo non durerà sino alla fine di tempi; egli riprende l’insegnamento patristico (specialmente di S. Giovanni Crisostomo e di S. Gregorio Magno) e lo sviluppa anche nella Somma Teologica (I-II, q. 106, a. 4, sed contra). Perciò, il Cristianesimo durerà sino alla fine del mondo, non ci sarà bisogno di una “Terza Alleanza pneumatica e universale”, ma la Chiesa di Cristo è il Regno del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo (con buona pace di Gioacchino e seguaci), non occorre sognare il rimpiazzamento del cristianesimo, basta solo viverlo sempre più intensamente.
D. Oggi la Chiesa vive una situazione analoga alla Passione di Cristo, in cui “La divinità si nasconde e lascia soffrire la santissima umanità di Gesù” (S. Ignazio, Esercizi Spirituali, n°196) ?
R. Verissimo !!! Già s. Tommaso d’Aquino (Adoro Te devote) aveva scritto “In cruce latebat (…) deitas”, sulla Croce la divinità di Cristo era nascosta, eclissata, non si vedeva. Anzi Egli lasciava soffrire crudelissimamente la sua umanità, tanto da essere “più simile a un verme che a un uomo” (Isaia). Padre Luis de la Palma sottolinea : “Supera ogni nostra comprensione il fatto che il Figlio sia stato abbandonato” (La Passione del Signore, Milano, Ares, 1996, p. 192).Nella Somma Teologica, l’Aquinate spiega che “la Divinità, miracolosamente, permise all’umanità di Cristo di provare angoscia per l’abbandono (apparente) da parte di Dio; pur essendo essa unita ipostaticamente alla Persona divina del Verbo e godendo la visione beatifica. Ciò fu permesso perché attraverso molte tribolazioni occorre entrare nel Regno dei Cieli “(III, q. 45, a. 2, in corpore). Sempre nella Somma leggiamo: “Fu per miracolo che la divinità non ridondava sull’umanità di Cristo” (III, q. 14, a. 1 ad 2um), “affinché potesse compiere il mistero della nostra redenzione soffrendo”(III, q. 54, a. 2, ad 3um). Gesù Cristo stesso ha richiamato la nostra attenzione su tale mistero quando ha gridato sulla croce: “Dio mio perché mi hai abbandonato?”. La risposta al “perché”non è stata immediata, ci si è dovuti accontentare, durante la Passione, del “fatto”. Così oggi nella Passione della Chiesa si nasconde il suo elemento divino e appare solo quello umano nella maniera più brutta o “vermiforme”. Questo è un mistero che deriva da quello dell’Unione Ipostatica e dal duplice elemento (divino e umano) della Chiesa (che è Cristo continuato nella storia).
D. Gesù aveva predetto agli Apostoli quest’eclissi : “Voi tutti vi scandalizzerete per causa mia, in questa notte. Poiché sta scritto: Percuoterò il Pastore e il gregge si disperderà” (Giovedì Santo).
R. Nostro Signore ci esorta però assieme agli Apostoli: “Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e in Me”. Egli esplicita: “Vi ho detto queste cose perché non abbiate a scandalizzarvi (…). Quando giungerà la loro ora, ricordatevi che ve ne ho parlato”.
D. L’ora della “Sinagoga di satana” (Apoc., II, 9) e del potere infernale è qualcosa di preternaturale, che quasi si tocca con mano oggi come durante la Passione di Gesù?
R. Difatti dice: “Verrà l’ ora, anzi è già venuta, in cui vi disperderete ciascuno per conto proprio e mi lascerete solo”. Il Sabato Santo, solo Maria SS. aveva conservato pienamente la fede nella divinità e resurrezione di Cristo. “Sola, la Madonna attendeva (…). Sola nella sua fede (…) credeva senza il minimo dubbio che Gesù sarebbe risorto (…). Sia gli Apostoli che i discepoli non credevano (pienamente, non avendo il coraggio di professare pubblicamente la loro fede, precisano i teologi, nda] alla Risurrezione (…). Maria ricordò che, l’indomani sarebbe risorto. Ma, essi non riuscivano a crederci (perfettamente)(…). Maria era l’unica luce accesa sulla terra (…). Il rifugio dei peccatori che non riuscivano a credere (perfettamente)” (L. De La Palma, La Passione…, pp. 243-246). Gabriele Roschini (Vita di Maria, Roma, Fides, 1959) scrive che la Maddalena “tentennava” e che le apparizioni fatte agli Apostoli erano ordinate a “corroborare la loro fede” (p. 276 e 282) poiché “la debolezza della loro fede costituiva la forza della loro testimonianza” (p. 283) e P. C. Landucci (Maria Santissima nel Vangelo, Roma, Paoline, 1945), parla di “fede debole e barcollante” degli Apostoli, cui Gesù apparve per “rafforzare la loro fede” (pp. 436-437). Onde non si può affermare che gli Apostoli avessero perso totalmente la fede. Quando Cristo apparirà agli Apostoli dopo la sua Risurrezione non li condannerà ma dirà loro “non abbiate paura, sono Io, la pace sia con voi”.
D. Così oggi non dobbiamo presumere di vederci più chiaro degli Apostoli. Anche oggi, come allora, i cattolici fedeli sono dispersi ciascuno per proprio conto?
R .Certamente. E’ il mistero che sorpassa la ragione umana, senza essere contro di essa: il “come”, il “perché “. Durante la Passione di Cristo e della Chiesa c’è qualcosa di sovrumano e misterioso che ci sorpassa. Anche oggi Cristo potrebbe mandarci dodici legioni di angeli, ma così deve avvenire. Il perché ci sfugge, lo possiamo intravedere nel chiaro-oscuro della fede, ma non plus ultra. Padre Reginaldo Garrigou-Lagrange spiega che gli Apostoli “proprio nel momento in cui il Maestro loro, stava compiendo la redenzione, non videro che il lato umano delle cose” (Gesù che ci redime, Roma, Città Nuova, 1963, p. 337) e si scandalizzarono, come predetto.
D. Quindi i colpi che riceve la Chiesa da secoli, sono mortali?
R. Il grande teologo domenicano continua: “Questo mistero della passione e risurrezione continua in un certo senso, nella Chiesa. Gesù la fa a sua immagine e, se permette per essa terribili prove, le concede di risuscitare, in un certo modo, più gloriosa, dopo i colpi mortali che i suoi avversari le infliggono” (Ibidem, p. 353). Sembra morire, ma risorge ogni volta più bella “senza ruga né macchia”, basta attendere e non rimpiazzarla con un “manichino” thucista il quale è un “rattoppo peggiore del buco”. Nessuno nega l’esistenza del “buco”, ma se si vede dall’interno il “rattoppo” si capisce che è più sfondato del “buco”, una sorta di “bue che dice cornuto all’asino”.
D. Come uscire dalla crisi delle variazioni sostanziali nella Chiesa col Concilio Vaticano II ?
R. Condivido la risposta data nel 1987 dal filosofo, filologo, teologo italiano Romano Amerio :”Si può intravedere solo il principio remoto della soluzione: la Divina Provvidenza, quello prossimo lo sorpassa”.
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Infatti, caro Nippo.
L’espressione è scorretta non solo linguisticamente, a mio avviso, ma anche teologicamente.
Il Nuovo Testamento non supera l’Antico, né L’Antico é inferiore al Nuovo.
Ciascuno dei Due è, nella sua funzione e nel suo valore, perfetto.
Soltanto, il primo annuncia il secondo, in quanto contiene, promette e mostra ” in figura ” ciò che nel secondo diventa realtà, storia, promessa mantenuta, figura incarnata.
Tutto L’Antico Testamento infatti è annuncio e attesa del Messia.
Tutto il Nuovo è realizzazione puntuale e conferma delle profezie, delle figure e dell’annuncio
Tanto é vero che David è spesso chiamato Messia, in una identificazione persino nominale che al profano resta incomprensibile.
Se si riflette sulla vita del profeta Geremia, poi, non è difficile neanche per un neofita, vedere in lui il prototipo, la figura, di Gesù Cristo .
Così per Adamo, Mosè, Isacco, Giuseppe…
La Storia stessa del popolo d’Israele è preparazione alla venuta del Figlio di Dio, con le sue fasi di amore ardente per Il Signore alternate a periodi di abbandono e tradimento e quindi di punizioni esemplari, di purificazione per esser degno di accogliere Cui che doveva venire da Cielo in terra.
Gli evangelisti spesso usano il topos” perché si adempisse la Scrittura ” chiosando fatti salienti della vita è della passione di Gesù, il che conferma quanto andiamo dicendo.
Quando ero bambina, ossia prima dell’ultimo Concilio, era consigliata molta cautela nella lettura dell’ Antico Testamento che si riservava a un pubblico di fedeli colto e maturo nella fede.
Ila consegna a Mosè dei Dieci Comandi e pochi altri passi si ritenevano sufficienti per la formazione catechistica primaria.
Basta conoscere Gesù , ci dicevano , Il Quale è venuto a compiere le promesse e a perfezionare i Comandi del Padre.
Del resto, a che serve conoscere il Dio Trino e Uno?
A salvarsi l’anima. Non a sfoggiare sapere.
Molto piacere di risentirla 😊
“Infatti, la Nuova Alleanza è succeduta alla Vecchia, come il più perfetto al meno perfetto”.
Come può il perfetto, cioè il compiuto, l’intero, essere soggetto al “più” o al “meno”?
Come può il perfetto “progredire”?
“Quello che saremo non è ancora stato rivelato” assime “qui ed ora guardiamo rifratti, ma un giorno sarà faccia a faccia”.
Se poni il discorso e la pragmatica sull’Essere dei pagani debilitati, hai tale stallo e cruccio. Se rendi a te stessi che saranno loro 3 a conoscere te e non tu Loro, ebbene avrai la risposta giacché l’intimità agapica si dimostrerà palese come realtà omnipervadente ed appagativa nel suo rapportarsi comune e sociale, singolare e concettuato, corporativistico servizio.
Cellule solidali degli eletti innocenti nel sangue e nel corpo del Figlio.
La relazione con Loro che dà? Perfezione possibile, possibilità perfettiva.
DIO aspetta e organizza il meglio e vieppiù fino all’ultimo fuoco del respiro. Rispondere sta a noi.
E quel che si approfondisce ed ostina rimane privato e dichiarato fra i santi corporalmente uniti a Loro, figli sposi e padri che uniti generano da madri, e figlie e sposate BEATITUDINE.
Il perfetto è succeduto dal miglior possibile perfetto nella pienezza dei tempi quando il luogo fu atto a deporLo, il Figlio redentore concepito di Spirito nella trama del Padre.
Diede la Madre, diede adunque una sorella figlia e Sposa Regina.
Ha giurato finalisticamente a priorizzante i fondamenti realizzativi di nient’altro che Comunione Spirituale, DIO, il Pleroma.
Più perfetto? Più possibile? E’ totalmente immutabile ed inavvizzevole, ma ugualmente identitario nel suo progressivo disvelarsi a noi, dei per grazia, prometeici assaltatori oppositivi dopo confermazione unta ed immersione alitata, dunque legittimi nell’hybris ribelle qualora si aubudisca.
DIO esige violenza e maniacale paura e degenerazione che riconosca che Essere DIO è ovvio assioma, ma la relazione infratrinitaria è detratta.
Noi siamo gli ebrei, i talmudisti sono nuovi e novelli rinnegati, i primi.
Semplicemente LA RINGRZIO