L’Opprimente Stanchezza di Bergoglio, Horror Vacui fra Democrazia e Migranti. Mastro Titta.
23 Settembre 2024
2 CommentiMarco Tosatti
MASTRO TITTA: BERGOGLIO E LA DEMOCRAZIA
In un passaggio disarticolato della prefazione di un libro Bergoglio, citando se stesso, ripete: “Benché [i migranti, ndr] diano fastidio, benché alcuni «pensatori» non sappiano come classificarli, bisogna avere il coraggio di riconoscere che senza di loro la democrazia si atrofizza, diventa un nominalismo, una formalità, perde rappresentatività, va disincarnandosi perché lascia fuori il popolo nella sua lotta quotidiana per la dignità, nella costruzione del suo destino”.
Trovo sia una piccola perla del suk che alberga nella mente di questo signore. Passi che in un momento di ebbrezza lirica chiunque può produrre un “prop”, come mio figlio chiama l’esito peristaltico di materia organica sapientemente miscelata ad aria, e d’acchito trovarlo perfino geniale: infortunio comune alle intelligenze simulate. Ma che uno a distanza di tempo, invece di domandarsi “cosa casto ho scritto”, permanga nell’infatuazione delle proprie ideucole e decida addirittura di riprenderle, è sintomo di una mente tozza come un feto.
Simili preposizioni, a parte il dileggio per i “pensatori”, sono il parto di una mente agonizzante. Chi sarebbero i “pensatori” incapaci di classificare i “migranti” come tali? Cosa c’entrano i migranti con l’atrofia democratica? In che modo detta democrazia perderebbe rappresentatività, diventando “nominalismo”? Con “nominalismo” Bergoglio intende flatus vocis? Che significa che il popolo resta fuori dalla “costruzione” del “proprio destino”? Con “destino” Bergoglio intende la cassa da morto? In effetti non m sono pochi gli inviti sparsi di Bergoglio ad un ritorno alla terra nel senso di concime: vaccinarsi come atto d’amore, elogio sperticato di relazioni sterili come quelle omosessuali, non fate figli come conigli, cura della casa comune, biodiversità eccetera. Oppure è un appello surrettizio a concedere il diritto di voto ai migranti?
Propendo per l’ultima opzione. Solo che il viatico bergogliano ad una democrazia vitale e moderna (in senso liberal progressista) è talmente contorto e sgangherato da echeggiare sinistro. In termini molto piatti: Bergoglio deve dire cose che non vuol dire – perché non gli convengono più, perché è annoiato a morte – dunque lo fa malerrimo.
Non parliamo di questioni di fede, men che meno cattolica, cose di cui a Francisco Primero nulla cale. Parliamo dell’incapacità, o se preferite insofferenza, di predicare ciò che gli sta a cuore.
C’è un’opprimente stanchezza in quest’uomo, un horror vacui crescente che sta prendendo campo. Osservando con distacco e una forma embrionale di pietà, le parole e i gesti di questo infelice, queste appaiono davvero come i lamenti di un ubriaco che di notte parla ai lampioni.
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Tag: bergoglio, democrazia, titta
Categoria: Generale
Concordo.
Ma credo che ormai Bergoglio sia maltollerato anche dai suoi sottoposti (tranne quelli che ottengono privilegi immeritati) che aspettano solo il … ricambio.
In fondo penso che abbia già fatto il suo discorso di commiato, quando ha affermato nel recente viaggio in Indonesia, che ‘tutte le religioni sono un cammino verso Dio’; affermando con ciò: l’inutilità della Chiesa Cattolica, dei suoi martiri per la fede, dei suoi Santi, della sua attività apostolica-missionaria, dei Suoi Sacramenti, del Suo Magistero … Per cui:
‘Muoia Sansone con tutti i filistei!’
tutto vero…ma i suoi diretti sottoposti non hanno mai nulla da dire in proposito, o si allineano sulle posizioni del suddetto?