Il voto europeo e i partitini, ini, ini….Vincenzo Fedele.
17 Giugno 2024
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, Vincenzo Fedele, a cui va il nostro grazie, offre alla vostra attenzione questa riflessione sulle recenti elezioni europee. Buona lettura e condivisione.
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Il voto europeo e i partitini
Dopo i commenti quasi a caldo sulla bassa affluenza alle urne penso sia bene analizzare quanto accaduto a fronte del voto perché credo che non tutto sia come lo raccontano.
Cerco di analizzare i fatti, mettendo da parte le mie preferenze personali, che magari dirò nel seguito.
La prima riflessione riguarda proprio la bassa affluenza alle urne, di cui non si parla neanche più, a riprova che la presunta “protesta” di disertare le urne non lascia traccia tangibile dietro di se.
Neanche i 5 Stelle, gli unici che ne avevano accennato, ne parlano più sperando così di far dimenticare in fretta il crollo dei loro consensi.
I presunti vincitori sono la Meloni, la Schlein e gli AVS.
Lega e Forza Italia hanno pareggiato.
Tutti gli altri sono tra i perdenti, fra cui anche i partitini a cui sono dedicate queste riflessioni.
Non è per caso che ho indicato Meloni e Schlein tra i vincitori e non i loro partiti, Fratelli d’Italia e PD.
Il successo della Meloni è un successo personale e le sue preferenze hanno superato quelle di Salvini nel 2019. Eppure la percentuale raggiunta allora dalla Lega era stata ben superiore a quella raggiunta adesso da FdI ed anche la percentuale dei votanti era più alta.
Il trascinamento dalla simpatia personale al consenso politico è evidente.
Questo, però, è anche il limite del suo partito. Oltre alla leader ed a Crosetto c’è quasi il vuoto. Un partito cresciuto troppo in fretta ma che in due anni non ha saputo ampliare le proprie strutture oltre quelle, capillari ma numericamente limitate, degli anni trascorsi ereditate a loro volta da Alleanza Nazionale e dal vecchio MSI.
Non sto parlando di mancanza di uomini validi nel partito. I vari Foti, La Russa, Donzelli, Fitto, Malan e molti altri sono validi collaboratori, ma in realtà Giorgia è isolata al comando.
Tutti gli altri arrancano al suo seguito e lo sviluppo territoriale del partito non si consolida.
Sto parlando di rapporti su cui costruire il futuro, non del consenso acquisito.
Nonostante gli sforzi di Urso (Ex ILVA; Stellantis, ecc.) o di Lollobrigida (Agricoltura), si concretizza poco. Qualche valida figura emergente, come ad esempio l’Assessore regionale Marrone in Piemonte, è una rara rondine non sufficiente a far primavera.
In una consultazione “sui generis” come quella europea può essere pagante, ma sarà un limite da valutare in consultazioni che interesseranno il territorio e le strutture locali anche con l’occhio alle riorganizzazioni di Lega e Forza Italia.
Discorso quasi opposto per la leader dell’altro “polo”.
La Schlein più che appassionare fa scappare gli elettori anche se i pennivendoli la danno vincitrice.
Quì la struttura, e il crollo dei 5 Stelle, ha sopperito alla mancanza di idee, immagine e proposte.
I media asserviti ci descrivono una figura vincente della Schlein, ma serve solo a coprire la pochezza che regge le sorti del PD. Anche le basi sono erose. Il sindacato ha sempre supportato le lotte della sinistra, adesso è il sindacato a guidare il partito, su battaglie di retroguardia.
Se la priorità è il salario minimo, buono solo come slogan, c’è da chiedersi a cosa servono i sindacati che firmano contratti nazionali al ribasso e non coprono neanche l’inflazione.
Andare per slogan può essere premiante solo sul breve termine.
Le liste sono state imbottite di persone operative miste a persone d’immagine. Annunziata, Tarquini, De Caro, Strada, Bonaccini, ecc.
Il Sindaco di Bari, De Caro, al centro di indagini che hanno coinvolto oltre 130 persone, è stato portato a simbolo di un buon modo di operare.
Questo, se vogliamo, è il vero potere dietro le quinte, ma nessuno lo mette in risalto.
Sfruttare la magistratura quando conviene andando anche contro la magistratura quando serve.
Demonizzare Toti in Liguria per mettere in difficoltà il centrodestra e santificare De Caro in Puglia.
Il PD, questo è un altro slogan, ha recuperato 1 milione di voti sul Fratelli d’Italia.
Ammesso che sia vero, il Movimento 5 stelle ne ha perso 2, di milioni di voti, quindi è solo una lotta intestina al “campo largo” ed a somma negativa.
Certo il PD ha riconquistato la guida della sinistra, ma a costo del deserto creato intorno, che è la miglior garanzia di vittoria futura per il centrodestra.
Sul movimento 5 Stelle c’è poco da dire. Quando si perde di credibilità anche posizioni corrette e condivisibili, quali l’opposizione all’invio di armi in Ucraina, possono limitare le perdite, ma mai aumentare i consensi.
Non è neanche il caso di spendere altro tempo e parole su di loro.
I danni che hanno fatto sono, comunque, incalcolabili e ne soffriremo anche dopo la loro dissoluzione. Non ultimo la disaffezione alla Politica (con la maiuscola).
In alto (FdI, PD, Lega, FI, ecc.) c’è il compromesso con il potere ed il ricatto internazionale.
In basso c’è la miopia oltre il compromesso e forse l’incompetenza unita all’avidità personale.
Il potenziale elettore si convince che è meglio stare lontani da questa gente.
Inutile commentare anche il “trionfo” di AVS. Bonino e Fratoianni hanno avuto il loro momento di gloria caduto dal cielo. Il loro vessillo è stata Ilaria Salis, affiancato da un improbabile Mimmo Lucano col suo “modello Riace”. A quel livello infimo sono destinati a ritornare dopo questi fuochi d’artificio.
Possiamo solo compiacerci della debacle di Renzi, Bonino e Calenda ed anche qui mi sembra inutile andare oltre al compiacimento e perdere tempo a fare commenti.
I morti seppelliscano i morti anche se sperano sempre in una improbabile resurrezione laica.
E veniamo, infine, a quella che, per me, è la vera analisi: la performance dei partitini ini ini, che, come previsto, non hanno raggiunto il quorum del 4%.
Purtroppo i motivi sono tanti e sono anche arci noti.
Provo ad elencarne qualcuno iniziando da quelli esterni per passare a quelli interni.
Di noi tutti che ci declassiamo a comparse, mentre dovremmo essere gli attori principali, anche se non protagonisti, ne parlerò a parte.
Fattori esterni:
Il potere cerca di preservare se stesso e c’è stato un silenzio quasi assoluto dei media che hanno oscurato i programmi e in molti casi anche i nomi dei movimenti che si sono proposti.
E’ il soggetto che si propone come rottura che deve rompere l’accerchiamento e su questo non c’è stata alcuna iniziativa dirompente o innovativa.
Il numero elevato di firme necessarie, a fronte del poco tempo a disposizione, ha aggiunto altra benzina sul fuoco anche quando, a tempo quasi scaduto, il Governo ha abbassato il numero di firme necessarie alla presentazione delle liste.
Si è avuta la netta impressione che la magnanime e finta apertura del Potere alle nuove formazioni, abbattendo il numero di firme necessarie, fosse funzionale solo ad allargare il numero di competitor e dividere la protesta in mille rivoli, tutti ininfluenti e con possibilità nulle di superare il 4%.
Il “fuoco amico” e i media compiacenti hanno contribuito a decapitare un movimento che poteva iniziare una destabilizzazione che invece non c’è stata.
La stessa pubblicità all’astensionismo ha inciso solo sul nuovo che tentava di nascere, senza penalizzare i partiti istituzionali e asserviti alle lobby di turno.
La terribile esperienza della parabola negativa dei 5 Stelle ha anche contribuito a fare ombra al nuovo che si stava proponendo.
Anche la conversione della Meloni, che ai tempi del COVID era fra le poche voci che si battevano contro Conte e contro Draghi ed ora sembra quasi appoggiare Speranza, dando modo a Schillaci di pubblicizzare sieri e vaccinazioni, senza aprire indagini sulla conduzione criminale della crisi, ha portato disaffezione anche verso coloro che, all’epoca, si erano battuti come leoni contro le iniquità di vaccinazioni e green pass.
I sacrifici e le lotte personali sono state fatte dimenticare sull’onda del “tanto sono tutti uguali”.
Noi pure, quasi complici, siamo andati a caccia di motivi che ci confortassero nella nostra indifferenza, invece di valorizzare quello che gli altri avevano interesse a mettere in ombra.
Fattori interni:
I personalismi l’hanno fatta, ancora una volta, da padroni.
Anche chi ha rinunciato al proprio nome non ha saputo rinunciare al personalismo.
Un esempio per tutti: LIBERTA’.
Già solo guardando il simbolo, il pensiero va ad un tiro al bersaglio da luna park.
Cerchi dentro cerchi affiancati da cerchi.
Nessuno che abbia voluto rinunciare alla propria citazione personalistica ed al proprio simbolo particolare dentro un simbolo comune.
Sapendo quanto il Potere sia subdolo, tutti hanno avuto il terrore degli infiltrati e predisposto filtri per selezionare i nuovi ingressi. In realtà emarginando linfa vitale.
Tutti si sono ammalati di protagonismo zappettando il proprio orticello più che condividere modi e tecniche di coltivazione per un vantaggio comune.
Democrazia Sovrana e popolare, Il gruppo di Marco Rizzo e Francesco Toscano, veniva da epurazioni interne e non indolori (Azione civile, Fronte per la Sovranità Popolare).
Anche Santoro ha cercato di basarsi sulla notorietà dl proprio nome per imporre una proposta ideologica anche se basata su riscontri reali. In questo caso, forse, l’annacquamento dell’ideologia estremistica per allargare il consenso ha avuto l’effetto opposto.
In ogni caso, quando si cerca di allontanarsi da se stessi per piacere agli altri, si arriva sempre a effetti deleteri, quando non si sconfina nel comico o nel tragico.
Tutti hanno pensato di essere il sale della terra con la verità in tasca (guardando il fenomeno in positivo), o al proprio tornaconto alla propria fama e forse alle proprie tasche (guardandolo in negativo).
La necessità di raccogliere le firme per presentare le liste ha provocato altri problemi.
Si poteva fare di necessità, (la raccolta firme), virtù per far conoscere le varie sigle e i programmi alternativi, ma c’è stata una guerra tra poveri con gazebo affiancati che davano l’impressione di essere l’uno contro l’altro invece che uniti contro il Potere.
C’è stato anche un deficit nella redazione dei programmi proposti.
I partiti devono aggregare per il consenso e non limitarsi a cavalcare il dissenso.
Queste unioni non aprono alla speranza. Non aprono il cuore a nulla, tanto meno al futuro.
Aver mantenuto la schiena dritta nella crisi (COVID, guerra, green pass, Euro o altro) poteva essere un’ottima carta da giocare come credibilità personale e di gruppo se fosse stata affiancata da proposte di più largo respiro e riferite ad un quadro praticabile e concreto.
In molti casi si sono dedicate le poche energie a gettare discredito sugli altri mini gruppi concorrenti invece di concentrarsi nella lotta al nemico comune.
La triste esperienza del 25 settembre di due anni fa non è servita a nulla.
L’impreparazione che c’è stata allora si è ripetuta pari pari adesso.
In due anni ci doveva essere un vero dialogo tra i diversi attori. Una disponibilità a chiarirsi e collaborare per proporsi e radicarsi sul territorio.
Era necessario un contatto continuo con gli Ordini professionali più penalizzati e interessati dalla crisi (medici, infermieri, avvocati,ecc.) per smuovere gli incerti e renderli parte attiva.
Agricoltori, tassisti, artigiani, trasportatori, tutte le categorie professionali penalizzate e in cerca di una rappresentanza.
Formare gruppi anche nelle Parrocchie in contrasto al piattume imperante o, se impossibile, partecipare a gruppi esistenti per piantare dall’interno i semi del dubbio. Poco di tutto questo è stato fatto e quel poco è stato fatto più per parlar male del gruppo potenzialmente concorrente che non per divulgare al meglio le proprie proposte.
Anche l’uso dei media e dei social è stato gestito malissimo mentre avrebbe dovuto essere privilegiato, visti i pochi mezzi a disposizione.
Nessun serio appeal è stato messo in campo per recuperare l’astensionismo che ha favorito lo status quo.
I personalismi e la voglia di protagonismo hanno oscurato anche la serietà delle lotte pregresse condotte da persone splendide quando era difficile farle, in tempi non sospetti, senza tornaconti personali e pagando di persona.
Accennavo, nell’articolo sul non voto, all’anomalia spagnola di cui nessuno parla.
In Spagna c’è stata la sorpresa di un nuovo gruppo a destra di VOX e che, in poche settimane e venendo quasi dal nulla, ha avuto tre seggi al Parlamento europeo.
Il leader si chiama Luis Perez Fernandez, noto come Alvise. Personaggio un po’ equivoco rincorso da molte procure per denunce di falsa informazione, bufale, insulti e diffamazione di giornalisti e politici. Pratica un populismo estremo proponendo l’impossibile, ma è andato oltre il 4% eleggendo tre parlamentari europei.
Il suo simbolo è uno scoiattolino con la maschera degli hacker di Anonymus, che è la maschera di Guy Fawkes, il rivoluzionario cattolico della Congiura delle Polveri nell’Inghilterra del XVII secolo, giustiziato per continuare la persecuzione dei cattolici da parte della corona inglese e ricordato nell’ottimo film “V per Vendetta”..
Lo cito, pur con tutte le riserve, come esempio di possibilità e idee per uscire dal ghetto, non certo come esempio di chiarezza e trasparenza. E’ la versione spagnola dei nostri “Vaffa” con un programma populista e massimalista di 300 pagine che nessuno ha mai visto.
Non si costruisce certo così una vera alternativa al Potere dominante, ma è da studiare per sfruttarne le idee, soprattutto in un mondo condizionato dai media e dai social, per picconare il Potere.
Noi elettori
Penso, infine, che dovremmo noi stessi interrogarci per chiederci come difenderci e anche per prepararci alle future incombenze, già attuali, ed il problema non è semplice.
Sarà bene dare al problema lo spazio necessario, quindi parlarne a parte.
Vincenzo Fedele
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Concordo con l’analisi. Credo anch’io che il partito del primo ministro non abbia una classe dirigente adeguata e, ancor piu’ , sia privo di una base culturale e di un progetto alternativo, diverso da un freno alle peggiori derive ideologiche
ll generale Vannacci ha salvato la Lega e , in contrapposizione alla signora Salis, Avs.
Mi si permetta di raccontare la mia esperienza che, forse, può essere utile per comprendere il comportamento di qualche elettore.
Sono stata indecisa tra l’astensione e il voto , alle elezioni europee.
Nel mio paese si votava anche per il comune: vivendo nel cuore del granducato rosso la scelta è facile: non si vota, necessariamente, a favore, ma contro il partito egemone da sempre, sperando che , prima o poi, si sviluppi un’opposizione.
Per le elezioni europee, è stato tutto più difficile. Mi sono informata, andata ad incontri organizzati da associazioni cattoliche ove sono stati indicati i criteri di scelta e presentato il manifesto di pro vita, ho controllato chi, fra i candidati nella mia circoscrizione, l’avesse firmato, poi ,ho votato, poco convintamente, un partito minore, dando la preferenza ad una firmataria del manifesto.
Bene formazione ed informazione, ma, a mio parere, ci vorrebbe un passo in più: incontri dal vivo con i candidati selezionati, possibilità di porre domande , senza filtri e di comprendere quale sia lo spazio di manovra, cosa, concretamente , si possa fare.
Comprendo chi si è astenuto e ritengo si debba distinguere: C’è un ‘astensione originata da ragioni morali, fondata sulla convinzione che i giochi siano fatti che le elezioni servano a poco o a nulla che l’unione europea , per certi aspetti, sia illegittima. Ce ne è un ‘altra, frutto della disillusione. Movimento 5 stelle e, sopratutto la lega , alle ultime elezioni europee avevano suscitato speranze di un cambiamento positivo . La lega , addirittura, si presentava con la scritta no euro. Al netto degli enormi condizionamenti e dei ricatti finanziari ch cosa e ne e’ stato di quelle speranze o, meglio, illusioni? E’ meglio tacere del movimento 5 stelle( cui mai avrei potuto dare la mia fiducia), ma come si è comportata la lega , con i suoi governatori e la maggior parte dei suoi esponenti negli anni del covid? Quale è ‘ la sua posizione di fronte alls rivoluzione antropologica, nei confronti della legge naturale?
Come ho detto, ho votato un partito” minore” che non ha raggiunto il quorum. ” . E’ vero : queste formazioni sono cadute nella trappola del governo, i loro esponenti si comportano come i capponi di Renzo, si becchettano tra loro, non si fanno conoscere, non riescono ad aggregare l’area del dissenso e quella piu’ ampia, del malessere ;più grave, però, secondo me, e’ altro: individuati problemi, dovrebbero indicare le soluzioni e quali siano gli obiettivi, ma ,sopratutto, come raggiungerli, quale il costo, quali i condizionamenti ed i ricatti e se l”Italia, stante la sua struttura demografica possa sopportarli
@NuccioViglietti. Giustissimo! E per sintetizzare ulteriormente direi ormai tra “ forze anticristiche “ e “Forze del Bene “ , a livello planetario! Ecco allora il fondamentale ed imprescindibile Ricorso al Signore, affinché anche sulla Terra sia fatta la Sua Volontà come in Cielo!!! Continuare a pensare di vincere qualsiasi battaglia o la guerra, facendo a meno di Lui, o trascurando “le cose del Padre”, ed ignorando ciò che Gli Appartiene ( da Sempre e per Sempre), non condurrà da nessuna parte, solo alla disfatta totale! E sempre per rimanere sul pianeta Terra, il Regno del Signore è qui rappresentato dalla Sua Santa Chiesa, che alla pari di una qualsiasi altra Istituzione o forma di Governo, è stata depredata, saccheggiata, e illegittimamente Occupata… e questa non è astrazione teologica o spirituale, ma ( purtroppo) realtà fattuale e tangibile!!! Prima se ne prenderà atto e “ci si muoverà “ in questo senso, prima si collaborerà al ripristino dell’Ordine Voluto dal Creatore, e prima interverrà il Signore Stesso a Guidare e Condurre, per Mezzo di Maria, ogni “nostra” battaglia comprensiva di Vittoria!
Chiediamo scusa ma siamo costretti reintervenire causa brutta piega presa da articolo di pur ottimo Vincenzo Fedele. No possiamo e no dovremmo continuare pervicacemente facendo gioco di oligarchie occidentali… a ragionare in termini di destra e di sinistra… vera lotta cruciale ormai da tempo e sempre più consapevolmente tra… globalisti ed antiglobalizzazione… tra europeisti e contrari a cloaca UE… tra guerrafondai ad aeternum NATO e favorevoli a scioglimento (possibilmente in acido!) di NATO… resto tutto resto viene dopo… solo dopo. Chi no comprende questo continuerà votare a destra ed a manca ottenendo sempre eguali risposte politiche!…!!…https://ilgattomattoquotidiano.wordpress.com/
Tragedia autentica di questo paese (ma in realtà di tutto occidentale universo)… è che qualcuno ancora crede votando Meloni (una che in due anni manco ha soppresso multa di cento euro per “mancata inoculazione”)… di andare contro PD e 5stelle!…!!…https://ilgattomattoquotidiano.wordpress.com/
previo a tutte le analisi, pur fondate, è il fatto che le elezioni sono sempre truccate, a prescindere.
Le leggi elettorali sono confezionate su misura di quelli che ne fruiscono , con buona pace del permanente conflitto di interessi.
La mitica soglia del 4%,(ma 4% di che ?), è una conventio ad excludendum fissata dai poteri, non ha nulla di intrinseco.
La norma fondamentale, che nessuno approverà mai, è che tutte le percentuali si devono calcolare sul totale degli elettori, e non soltanto sui votanti; e che i seggi vengono assegnati solo sulle percentuali reali, non attribuendo a NESSUNO i seggi corrispondenti alla percentuale di elettori non votanti. Allora sì che l’astensione avrebbe un significato ! Ma che lo dico a fare ?
Al Dott Fedele…:
C’e’ un partito ben strutturato in Italia che ha invece deciso di non partecipare alle elezioni poiche’ ripudia UE,EURO,NATO. Lo conosce?
Si chiama Forza del Popolo…
Per Giuseppe:
Scusi l’ignoranza: come può un partito promuovere una propria agenda non presentandosi alle urne?
Per “Non metuens verbum”: anche se passasse la sua proposta cambierebbe poco: Fratelli d’Italia sarebbe ancora il primo partito, seguito dal PD.
In sintesi: l’astensione non è e non può essere alternativa a qualsiasi governo ed inoltre: “scrivere pensieri su tastiera non basta, così come leggerne, anche se animati dalla migliore buona volontà”. Vale anche per me, ovviamente. Stante così le cose, cioè stante l’inerzia del piano inclinato nel quale da alcuni decenni l’Occidente avanza, verrà inevitabilmente “il tempo delle scelte” nel quale chi non abbiamo scelto ci chiederà di fare, anche con mezzi coercitivi, simili o peggiori di quelli già visti durante il green pass, ciò che non vogliamo. Allora si vedrà quali sono le vere priorità di ciascuno, se saranno quelle del cielo oppure quelle della terra.
La vera carenza dei cosiddetti partitini, oltre alle lacune elencate da Fedele, è che nessuno ha indicato nel proprio programma l’unica cosa che poteva sbloccare gli astensionisti: l’opposizione ai disegni della cupola globalista che domina l’occidente. Probabilmente, perché nessuno di loro, tranne forse Marco Rizzo, è realmente intenzionato a sottrarsi a quel dominio.