La Democrazia è una Brutta Bestia. “Informazione” e Ipocrisia Gemelle Siamesi. Vincenzo Fedele.

18 Maggio 2024 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, Vincenzo Fedele, che ringraziamo di cuore, offre alla vostra attenzione queste riflessioni sulle penose condizioni in cui versa lo stato dell’informazione in Italia, televisiva ma non solo, e di conseguenza la miserevole condizione della nostra presunta democrazia. Buona lettura e condivisione.

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Punture di Vespa

Ieri sera, giovedì 16 maggio, sono rimasto quasi sconvolto.

In genere dopo il telegiornale della sera di RAI 1, cioè dopo aver ascoltato le veline di Stato, cambio subito per non sorbirmi anche Amadeus con i suoi pacchi ma soprattutto per evitare di imbattermi nell’inutile vespaio di 5 minuti che la RAI mi imporrebbe.

Ieri sera non ho fatto in tempo e poi, quasi ipnotizzato, me lo sono sorbito.

Chi se lo fosse perso faccia mea culpa e vada a recuperarlo a Rai Play o da qualsiasi altra parte.

Sono 5 minuti storici con Vespa che manda in onda filmati di decine di anni or sono con Travaglio e Luttazzi che sbertucciano Berlusconi senza contraddittorio in piena par condicio e senza diritto di replica. Tocca addirittura l’intoccabile Enzo Biagi, finora sugli altari per aver dovuto subire il sempre citato editto bulgaro del Cavaliere. Anche il Biagi nazionale, quindi, praticava la nobile arte del lanciare la pietra e nascondere la mano, per non dire altro e usare termini civili.

Santoro invece no. Santoro si può anche attaccare impunemente, visto che adesso spende qualche parola di buon senso per dire che Putin forse ha qualche ragione per non essere amico di Zelensky. Comunque vedere attaccato anche lui da Vespa fa sempre un certo effetto.

Imperdibile.

Il povero Vespa ha dovuto scegliere fior da fiore e concentrare in meno di 5 minuti un contenuto che, anche solo sfiorandolo con serietà, farebbe invidia all’Enciclopedia Treccani.

Ma ad uso e consumo di chi non segue Vespa e di chi cerca di stare lontano  dalla Schlein e dalla Meloni, vediamo di cosa stiamo parlando:

La Schlein, in una inusuale foga oratoria, aveva sfidato la Meloni ad un confronto diretto dove avrebbe mostrato i muscoli e dimostrato le scelte sbagliate del Governo e la fuffa della Giorgia nazionale.

Mal gliene colse.

Giorgia non aspettava altro ed accettò subito di partecipare alla singolar tenzone.

Avrebbe colto diversi piccioni mangiandosi anche la fava.

La Meloni viene da una vita all’opposizione, abituata ai contenziosi, ai colpi bassi degli avversari che l’hanno allenata da tempo a reazioni immediate per reagire a colpi che arrivano da dove non te lo aspetti. A sviluppare ironia ed autoironia sottile e tagliente mentre la Schlein è più avvezza a parlare per slogan, a leggere veline prefabbricate, a decidere poco affidandosi ad improbabili armocromiste (qualunque cosa voglia dire) che le scelgono anche abito e colori da esibire a favore di telecamere.

Visto il livello di dialettica la Meloni avrebbe distrutto la Schlein e squalificato le proposte PD; avrebbe magnificato le povere proposte del centrodestra che sarebbero assurte a panacea salvifica; avrebbe avuto il destro per mettere zizzania nel campo avverso che risultava già diviso dalla stessa accettazione del dibattito da parte della Meloni che, con questa mossa, riconosceva la Schlein come capo dell’opposizione a sua maestà, ignorando totalmente Conte che cercava di proporsi come alternativa.

Avrebbe seppellito le ipotesi di “campo largo” ed avrebbe garantito per altri dieci anni il governo al centrodestra.

Il guanto di sfida, dopo essere stato lanciato, non può più essere ritirato a meno di essere tacciati di codardia, tanto più dopo che la sfida viene accettata.

Occorreva quindi che si trovasse il modo per sfuggire al confronto senza dire che si è alla ricerca di mezzucci per evitarlo.

I fatti di cui stiamo parlando risalgono allo scorso anno. Se veramente si voleva il confronto si sarebbe trovato un periodo, lontano anche dalle elezioni regionali che si sono susseguite, per programmarlo e attuarlo senza il diktat della par condicio che cade come una mannaia dopo, come si usa ancora dire, la convocazione dei Comizi Elettorali.

Invece niente. Si aspetta di essere a ridosso delle elezioni per proporlo, sapendo che tutti gli altri avrebbero protestato, se non altro per passare da vittime di accantonamento.

Il capolavoro, a mio parere, è degli sherpa del PD che sono riusciti, senza esporsi, ad evitare gli scogli che avrebbero distrutto la sinistra barchetta, senza rinunciare e facendo anche la figura di coloro che sono molto dispiaciuti di non poter affrontare la Meloni per dire agli italiani come stanno le cose.

Se veramente ci fosse la voglia del confronto tra le due prime donne, magari con l’aiuto della popolarissima Vespa come arbitro e moderatore, potrebbero organizzare un incontro su un palco qualsiasi, anche alla bocciofila di vattelappesca di sotto, concordando tempi e modalità di domande e risposte. Basterebbe solo dirlo, senza coinvolgere altri e senza esclusive di sorta.

E’ vietato a due leader di partito incontrarsi in campagna elettorale e discutere apertamente del bene degli italiani?

Tutte le telecamere di tutte le televisioni sarebbero presenti trasmettendo il dibattito in diretta o in differita con ascolti alle stelle su tutti i canali. La stessa famosa bocciofila potrebbe poi ospitare analoghi dibattiti tra gli altri giganti della competizione. Che so: Lupi Vs Boselli, Conte Vs Santoro, Rizzo Vs Chicchessia in un tripudio di democrazia partecipativa. L’audience per costoro sarebbe minimale, ma chi se ne frega. Importante è che vinca la democrazia!

Non ci sarà alcun incontro e la mia modesta proposta rimane una provocazione buona solo a dimostrare quanto il Re sia nudo e quanto i giornalisti siano solo ……. Inqualificabili.

Il massimo sarebbe che adesso alla RAI subentrassero altri, Sky o La7 ma, state certi, non accadrà.

Ancora due parole sulle punture di Vespa.

Non dimenticherò mai quando, non ricordo in quale occasione ma comunque diversi anni fa, Vespa fece un’altra delle sue esternazioni rimembrando quando, in pieno referendum sulle centrali nucleari, lui voleva invitare a “Porta a Porta” esponenti dei due schieramenti contrapposti ma gli fu vietato di ospitare gente (evidentemente gentaglia) favorevole alla continuazione della produzione di energia tramite impianti nucleari. Lasciamo anche perdere che lo stesso referendum era da cancellare, visto che si svolgeva sull’onda del disastro di Chernobyl e, come appunto dichiarò Vespa anni dopo, la parte favorevole venne imbavagliata ed anche scienziati e tecnici esperti non poterono partecipare alla formazione di un convincimento informato.

Limitiamoci al solo aspetto informativo.

Non solo Vespa fece queste esternazioni con colpevole ritardo di anni, ma nessuno, ad iniziare da lui stesso, approfondì queste scandalose affermazioni. Nessuno gli chiese chi avrebbe voluto invitare e chi glielo impedì. Lui stesso non riprese mai l’argomento e mai lo approfondì.

Del resto la stessa par conditio è usata solo come arma”controildente” per demolire l’avversario.

Lo stesso meccanismo, moltiplicato per milioni di volte, è stato usato durante la crisi COVID, è usato per informare sulla guerra in Ucraina, sul massacro e genocidio di Gaza spacciato per guerra.

Ma questo non fa notizia.

Sarebbe fare informazione, invece di divulgare il pensiero unico.

Non solo è stato usato lo stesso meccanismo, ma si sono coniate apposite medaglie da appendere al petto per celebrare chi escludeva di più.

Mentana che faceva, e fa, un punto d’onore escludere dal dibattito chi avanzava dubbi su “tachipirina e vigile attesa” su chi segnalava che dal 2014 Zelensky bombardava i suoi stessi concittadini nel silenzio mondiale, su chi pretende di prestare orecchio anche alla Corte Internazionale dei Diritti dell’Uomo se giudica il genocidio a Gaza perpetrato da Israele.

Medaglie appuntate per onorificare chi trattava da sorci i pochi liberi che cercavano cure alternative all’assolutismo vaccinista, braccavano coloro che dovevano difendersi dagli elicotteri e dalle pantere della polizia mentre stavano isolati sulla spiaggia, coloro che volevano equiparare i dubbi USA sulle atomiche a Cuba (Kennedy – Khruscev) con quelle NATO piazzate alle porte di Mosca, i morti dei campi di concentramento hitleriani con le migliaia di bambini trucidati a Gaza.

Vespa è stato tra i più spietati in questi campi e lo è tuttora. Un “giornalista” dovrebbe fare delle domande e registrare le risposte, comprese eventuali assurdità. Gli approfondimenti si fanno con ulteriori domande, nel caso l’interlocutore non si sia spiegato bene, il giornalista non abbia capito o ritiene che occorra chiarire per una migliore comprensione da parte del pubblico. Le risposte si possono, e in molti casi si devono, commentare, ma separando i fatti dai commenti. Le interviste di Vespa sono sempre state di parte, compresi i campi che stiamo prendendo ad esempio.

A ogni risposta contraria alle sue aspettative, Vespa ha sempre replicato alzando il tono di voce, accalorandosi e cercando di mettere all’angolo o alla berlina il malcapitato di turno, interrompendolo, togliendogli la parola per darla a qualcuno della parte avversa. Su questo Enzo Biagi era un maestro. Non correva rischi. Si limitava a invitare e intervistare le persone che avrebbero suffragato il messaggio da veicolare. La scelta, di parte, la faceva sempre prima.

Che Vespa, comunque, conosca il suo mestiere è innegabile. Anche nella sua requisitoria ha saputo toccare tutti i punti giusti. E’ un fiume in piena di luoghi comuni: «Ci è stato proibito il confronto tra due donne che, per la prima volta nella storia italiana, sono al vertice nei rispettivi ruoli. È una vittoria della democrazia? Non ne sono convinto». Stigmatizza anche una «esasperazione della par condicio che non giova a nessuno». Non ne è convinto – che è molto diverso dall’essere convinti del contrario.

Traducendo dal politichese potremmo dire, limitandoci a questi punti: Si vieta il dibattito tra due donne; è poco democratico; si sacrifica sull’altare di regole antiquate una chiarezza che andrebbe a vantaggio degli elettori.

E’ importante che a partecipare sarebbero state due donne? Assolutamente no. Però fa fine citarlo e smuovere sentimenti che non hanno nulla a che fare con l’agone politico.

Se il dibattito fosse stato assegnato a La7, Sky, Mediaset o chiunque altro, Vespa avrebbe detto e fatto le stesse cose? Probabilmente sarebbe rimasto in silenzio compiaciuto dello stop alla concorrenza.

Prima di questo episodio qualcuno ricorda un qualche accenno di Vespa alla vetustà delle norme sulla par conditio ? Penso che non le sentiremo neanche in futuro, almeno fino a quando lui non subirà qualche altro stop del genere.

E’ davvero interessato a proporre agli elettori una chiarezza delle tesi degli schieramenti? Assolutamente no. Basta ricordare il suo volto paonazzo quando, alle scorse elezioni nazionali del 25 settembre, cercava di interrompere l’Avv. Francesco Toscano, che gli tenne testa, mentre esponeva le tesi del suo partito. Erano rivolte agli elettori (che comunque non l’hanno premiato), ma Vespa, abituato a pungere, si sentiva punto e non lo sopportava.

Come diceva il saggio: gli egoisti sono coloro che pensano per sé invece che per me. La democrazia, e tutto l’armamentario di corredo, è da invocare con ardore se tocca me, altrimenti va bene così  e può anche cadere il mondo, basta che mi diano il tempo di scansarmi.

E’ proprio vero che la democrazia è una brutta bestia e che l’ipocrisia è il segno distintivo di questi tempi tristi.

Vincenzo Fedele

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2 commenti

  • Emy ha detto:

    …io le manderei tutte e due a casa a fare la calza.

  • Paoletta ha detto:

    Lei ha ragione da vendere, però credo che malgrado i penosi tentativi per tutelare la Schlein, quest’ultima si prenderà comunque una sonora batosta.