Media di Regime in Aiuto di Big Pharma. La Balla del Siero che Fa Bene al Cuore. Giornale d’Italia.

14 Maggio 2024 Pubblicato da 1 Commento

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, offriamo alla vostra attenzione questo breve articolo de Il Giornale d’Italia, che ringraziamo per la cortesia. Si commenta da solo, ma bisogna sottolineare l’impudenza di testate e colleghi sempre più LorServi di LorPadroni, impermeabili alla realtà che faticosamente si fa strada sotto la coltre di menzogne sparse negli ultimi anni, e ben dure a morire. Buona lettura e diffusione.

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Un certo numero di testate giornalistiche su cui aleggia l’ombra del potere farmaceutico, continuano imperterrite a supportare le follie di una disinformazione che se ne frega delle vite umane.

A poche ore dallo scandalo che sta travolgendo Astrazeneca, costretta ai risarcimenti e portata sul banco degli imputati in Inghilterra, con un colpo di coda la finanza farmaceutica cerca di uscire dal guado, mettendo in riga l’informazione globale.

Così, è stato un attimo trasformare una fake news in un messaggio di benessere e miracoli.

In pratica, alcune testate giornalistiche ci hanno messo niente a far passare il messaggio che il vaccino fa bene e allunga la vita, rileggendo a loro uso e consumo gli studi coreani, riportando pare pare le parole di chi ha lanciato il comunicato stampa senza neanche andare a verificare.

In soldoni, gli studi coreani sugli effetti avversi del vaccino sui cardiopatici, non hanno tenuto conto di chi ha ricevuto una sola dose, catalogando questi soggetti come non vaccinati, e arrivando alla folle conclusione che il vaccino fa bene al cuore e al sistema immunitario, il tutto prendendo in esame un arco temporale di 6 mesi!

Peccato che gli scienziati di mezzo globo abbiano ribadito, in tempi non sospetti, che gli effetti avversi di questo vaccino, che vaccino non è, per venire a galla possano richiedere un tempo anche di 24 mesi, non di 180 giorni.

Non c’é limite alla vergogna.

Di Aldo Luigi Mancusi

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1 commento

  • arrendersi all'evidenza ha detto:

    Alla fine del 2023 un dato statistico preoccupante riferiva di 395000 nuove diagnosi di tumore in Italia, con una crescita significativa di 20000 casi rispetto all’epoca precedente la pandemia.

    Nel resto del mondo le cose vanno anche peggio. Negare l’incremento dei decessi per tumore nell’era dell’esperimento mRNA è uno degli sport preferiti dei censori intenti ad impedire una seria indagine per correlare causa ed effetto.

    Intanto però chi fiuta già l’affare sta investendo molto sugli antitumorali ed anzi, una cura con preparati a base di mRNA diventerà una delle ancore di salvezza da far balenare davanti alle aspettative dei malcapitati.

    Chi segue gli articoli su S.C. ha già imparato perché ci sono molte ragioni per le quali l’mRNA inoculato ha a che fare con un aumento del rischio di sviluppare tumori. E’ anche già noto perché il tempo considerato non possa essere ridotto a poche settimane per escludere un nesso con le dosi del siero ed è del tutto intuitivo che la boosterazione, sommando i rischi, comporti un accumulo deleterio dato che è dose-dipendente l’effetto indesiderato.

    Tutto questo in assenza di un reale beneficio, dato che i rischi (non solo di sviluppare un tumore) per fronteggiare un’influenza altrimenti curabile non hanno proprio senso, imponendo indiscriminatamente il trattamento a una popolazione di individui dalle situazioni più disparate.

    Che ci siano segnali statistici con carattere di significatività indicativi di un aumento dei casi di tumore è nozione diffusa già dal 2021. A confondere ulteriormente è che i criteri di assegnazione del decesso con Covid hanno riassorbito molti deceduti di tumore nella conta dei morti attribuiti all’essere positivi a un tampone! Nel 2020-2022 sono scomparsi i morti per influenza, quelli per tumore, quelli di infarto… perchè sono tutti morti con Covid. Intanto però l’inoculazione sperimentale ha innescato i processi che fanno ammalare e alla fine in molti cominciano a capire.

    Tra l’altro si vede un impatto del tumore ad età inferiori a prima di spargere l’mRNA nei deltoidi.

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