Israele ha Distrutto Metà delle Fonti di Acqua a Gaza. Deliberatamente. FanPage, BBC Verify.

10 Maggio 2024 Pubblicato da 6 Commenti

Marco Tosatti

Carissimi StilumCuriali, offriamo alla vostra attenzione questo articolo pubblicato da FanPage.it, che ringraziamo per la cortesia, e che trova la sua fonte principale in BBC Verify. Il sospetto che Israele voglia rendere inabitabile la Striscia di Gaza, e non solo combattere Hamas appare sempre più fondato. Buona lettura e condivisione.

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Israele ha deliberatamente distrutto centinaia di infrastrutture idriche della Striscia di Gaza
La distruzione di impianti di approvvigionamento idrico e di depurazione avviene nonostante il dovere da parte di Israele di proteggere le infrastrutture critiche, come stabilito dalle leggi di guerra.
A cura di Davide Falcioni
Israele ha deliberatamente distrutto centinaia di infrastrutture idriche della Striscia di Gaza contribuendo a compromettere la disponibilità di acqua per la popolazione palestinese. A rivelarlo un’analisi di BBC Verify, team di giornalismo investigativo dell’emittente britannica che ha esaminato foto satellitari scattate prima e dopo il 7 ottobre del 2023. La mancanza di acqua pulita e i flussi di liquami non trattati costituiscono – secondo le più autorevoli agenzie umanitarie – una seria minaccia per la salute di milioni di persone che vivono nell’enclave sotto assedio. La distruzione di impianti di approvvigionamento idrico e di depurazione avviene nonostante il dovere da parte di Israele di proteggere le infrastrutture critiche, come stabilito dalle leggi di guerra. Interpellate dalla BBC, le Forze di Difesa Israeliane hanno dichiarato che Hamas sfrutta cinicamente le infrastrutture civili per scopi terroristici.

Distrutte oltre 300 strutture per la distribuzione e la pulizia dell’acqua

Il danneggiamento delle infrastrutture idriche degli ultimi sette mesi avviene in un luogo, la Striscia di Gaza, in cui anche ben prima del 7 ottobre del 2023 la disponibilità di acqua pulita era limitata: l’enclave palestinese è infatti un territorio che deve fare affidamento su un complesso sistema di pozzi trivellati e impianti di desalinizzazione.

Ebbene, secondo l’analisi della BBC più della metà di queste strutture vitali (complessivamente 600) sono state danneggiate o distrutte da quando Israele ha lanciato la sua rappresaglia. “Abbiamo anche scoperto che quattro dei sei impianti di trattamento delle acque reflue – cruciali per prevenire l’accumulo di liquami e la diffusione di malattie – sono stati compromessi. Gli altri due hanno chiuso i battenti per mancanza di carburante o altri rifornimenti”.

 

L’impianto di desalinizzazione dell’Unicef funziona solo al 30%
La maggior parte dei siti distrutti o danneggiati si trovano nel nord di Gaza o nell’area intorno alla città meridionale di Khan Younis. Dove non sono arrivate le bombe i danni sono causati dalla carenza di energia. L’impianto di desalinizzazione dell’Unicef ​​a Deir al-Balah – uno dei tre grandi impianti di acqua marina a Gaza – ad esempio può funzionare solo al 30% della sua capacità a causa della mancanza di carburante; Muhammad Atallah, membro del Centro Palestinese per i Diritti Umani, ha aggiunto che la stragrande maggioranza delle pompe per le acque reflue non funzionano e che di conseguenza le strade ne sono inondate.

Distrutto il principale magazzino per la manutenzione delle infrastrutture idriche

Come se non bastasse tra i siti danneggiati da Israele vi è anche un magazzino chiave per la manutenzione delle infrastrutture idriche. L’edificio, sito nel quartiere di al-Mawasi, è stato preso di mira da un attacco missilistico il 21 gennaio. Secondo il CMWU quattro persone sono morte e altre 20 sono rimaste ferite.

Monther Shoblaq, direttore generale del CMWU (la Coastal Municipalities Water Utility è l’organizzazione responsabile dei servizi idrici e sanitari nella Striscia di Gaza) ha spiegato alla BBC che tale magazzino, che fungeva da deposito sia per il CMWU che per l’Unicef, conteneva più di 2mila articoli utilizzati per la manutenzione ed era il cuore dei servizi idrici e igienico-sanitari a Gaza. La sua distruzione ha gravemente limitato la capacità del CMWU di riparare e mantenere strutture vitali come le condutture dell’acqua.

MSF: “Tassi di malattie diarroiche sono diventati catastroficamente alti”

Naturalmente la distruzione di infrastrutture idriche non compromette “solo” l’accesso all’acqua potabile ma costituisce un problema drammatico di carattere igienico-sanitario. Natalie Roberts, direttrice esecutiva di Medici Senza Frontiere nel Regno Unito, ha confermato non a caso che le conseguenze dei raid sulla salute della popolazione palestinese sono state “disastrose”. “I tassi di malattie diarroiche sono diventati catastroficamente alti”, ha detto, aggiungendo che in casi molto gravi tali patologie possono uccidere i bambini piccoli e le persone vulnerabili. Secondo MSF, i tassi di epatite A, riscontrati nell’acqua contaminata e particolarmente pericolosi per le donne incinte, sono elevati e si registra un picco di infezioni a Rafah, dove c’è il rischio di un’epidemia di colera.

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6 commenti

  • Lorenzo ha detto:

    Purtroppo, Israele può fare tutto quello che vuole impunemente. Del resto, nessuno soccorre la Palestina, le proteste in favore della Palestina vengono represse dai governi democratici (sic) dell’Occidente. Se poi si pensa che il genocidio israeliano è sostenuto e applaudito pure dai cattolici conservatori (=modernisti moderati, falsi cattolici tradizionali, al servizio del deep state USA), allora direi che dobbiamo riporre le nostre speranze unicamente in Gesù e Maria. Questa, del resto, deve essere la regola.
    Viva Gesù nostro amore. E Maria nostra speranza.

  • Fausto Mangiavini ha detto:

    Continuate a difendere Hamas e i musulmani; spero che sappiate che quando prenderanno Gerusalemme (la prenderanno, statene certi) verranno a prendere noi; li abbiamo fermati a Poitiers, poi a Lepanto e infine a Vienna. Questa volta non li fermeremo, finché ci sarà gente come voi che li difende

    • Marco Tosatti ha detto:

      Gentilissimo, fra “difendere i musulmani” qualsiasi cosa questo significhi e informare su fatti gravissimi c’è una gigantesca differenza. Il problema non è se prendono Gerusalemme, il problema è che non difendiamo né confini né cultura. Qui, da noi. E questo non ha, nessun rapporto con lo sterminio a Gaza.

    • Adriana 1 ha detto:

      “…questa volta non li fermeremo…”può darsi, forse… ma quello che invece è sicuro è il fatto che, continuando a pensarla così, non fermeremo nessuno
      dei “filantropici” e “dichiarati” progettini di un certo Occidente che vuole annientare la gente “inutile” ( a cominciare da quella dell’ Europa -lei, io…- ) partendo da una situazione più vicina a noi, più mirata ed imminente.
      https://www.maurizioblondet.it/la-versione-di-larry/
      Larry Fink, il potente Presidente e direttore esecutivo di Black Rock.

  • nuccioviglietti ha detto:

    Forse che temeva fossero avvelenate?… amorevoli!…!!…https://ilgattomattoquotidiano.wordpress.com/

  • creazionista ha detto:

    Sempre più indiffamabili gli assassini di Ustica tanto cari alla gang della pescivendola

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