La Diplomazia dei Ravioli e dei Funghi (talvolta Allucinogeni…) fra Pechino e Washington. Matteo Castagna.

27 Aprile 2024 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, Matteo Catsagna, che ringraziamo di cuore, offre alla vostra attenzione queste riflessioni sui rapporti USA Cina. Buona lettura e diffusione.

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di Matteo Castagna
The New York Times di oggi pubblica un articolo del giornalista Yan Zhuang, che dopo aver dato ironicamente significati geopolitici al cibo di Pechino, ha scritto che “quando mercoledì il Segretario di Stato Antony J. Blinken ha iniziato un viaggio attraverso la Cina, nell’ambito degli sforzi dell’amministrazione Biden atti a stabilizzare le relazioni tra i due paesi, alcuni sui social media cinesi si sono chiesti se avrebbe avuto tempo, durante la sua visita, per fermarsi e provare i famosi “xiaolongbao” (raviolii di zuppa) della città”.
Una raccomandazione a farlo è arrivata con una sorta di avvertimento politico: “Mangiare xiaolongbao è proprio come gestire le relazioni internazionali” –  ha scritto un commentatore su Weibo. “Se la tua attenzione diminuisce anche solo di poco, ti brucerai la bocca.”
“Quella sera, infatti – prosegue il NYT –  il signor Blinken visitò un rinomato ristorante di raviolii di zuppa. Non è chiaro quanto considerasse il simbolismo dei ravioli, ma concedendosi uno spuntino popolare e tradizionale, assistendo a una partita di basket, l’ottica suggeriva che c’era uno spirito più cordiale rispetto al viaggio che fece l’anno scorso. il pallone spia alla deriva attraverso gli Stati Uniti aveva accresciuto le tensioni”.

“Ma le abitudini alimentari di Blinken – prosegue Zhuang nel suo articolo – hanno suscitato molto meno interesse di quelle del segretario al Tesoro Janet Yellen. Nel corso di due viaggi, questo mese e l’anno scorso, i suoi pasti in Cina hanno attirato così tanta attenzione che il Global Times, gestito dallo Stato, l’ha considerato una forma di “diplomazia alimentare”.

L’anno scorso, la signora Yellen ha fatto notizia quando, in un ristorante di Pechino, che serve cucina della provincia dello Yunnan, ha mangiato funghi, che si sono rivelati leggermente tossici, e che potevano causare allucinazioni se non cucinati correttamente.

La signora Yellen in seguito disse di non essere consapevole delle potenziali proprietà allucinogene dei funghi quando li mangiò e di non aver avvertito effetti anomali. Tuttavia, la storia scatenò una breve mania per i funghi, in Cina.

Questo mese, durante un viaggio di quattro giorni in Cina, la signora Yellen ha visitato un famoso ristorante cantonese a Guangzhou e un ristorante del Sichuan a Pechino. I piatti che ha ordinato sono stati rapidamente pubblicati online, ottenendo un’ampia approvazione da parte dei commentatori, per la varietà e la convenienza dei piatti ordinati, per la sua abilità con le bacchette e per il fatto che lei e il suo team sedevano tra gli altri commensali invece che in una stanza privata.

I piatti ordinati dalla signora Yellen e dal suo team erano piatti classici delle rispettive regioni e non erano stati modificati secondo i gusti stranieri, secondo Fuchsia Dunlop, cuoca e scrittrice gastronomica, con sede a Londra, specializzata in cucina cinese.

Occasionalmente vengono scelte sedi specifiche per trasmettere un messaggio diplomatico, ha aggiunto la portavoce. Ha citato la visita della signora Yellen, questo mese, a un birrificio di Pechino, che utilizza luppolo americano, allo scopo di evidenziare l’importanza delle esportazioni agricole americane in Cina.

Nel 2009, secondo i media statali cinesi, al presidente Barack Obama è stata servita una bistecca di manzo in stile cinese e pesce al forno, e nel 2017, il presidente Trump ha mangiato piatti tra cui pollo kung pao e manzo disossato in umido in salsa di pomodoro. Entrambi i pasti sono terminati con gelato alla frutta, cosa altamente atipica per i piatti tradizionali cinesi.

Il menu di Obama conteneva “scelte molto sicure e conservatrici che sarebbero attraenti per gli stranieri”, ha detto, mentre il menu di Trump era “leggermente più contemporaneo e mostrava più tecniche di cucina cinesi”.

The New York Times conclude: “Questo cambiamento – ha detto la Dunlop – potrebbe riflettere il sentimento della Cina un po’ più fiducioso riguardo alla familiarità degli occidentali con il vero cibo cinese nel 2017, rispetto al 2009”, come a dire che i cinesi potrebbero preferire una Presidenza repubblicana, con implicito riferimento a Trump, rispetto ad una Democratica, ovvero Biden.

Il presidente cinese Xi Jinping ha, dunque, incontrato il segretario di Stato americano Antony Blinken. Lo ha riferito l’agenzia di stampa ufficiale Xinhua. Cina e Stati Uniti dovrebbero essere “partner, non rivali”, ha detto Xi a Blinken, aggiungendo che ci sono ancora una “serie di questioni” da risolvere nelle relazioni tra i due Paesi e “c’è ancora spazio per ulteriori sforzi”. La Cina, ha aggiunto, spera che gli Stati Uniti abbiano una “visione positiva” dello sviluppo del suo Paese. “Quando questo problema fondamentale sarà risolto… le relazioni potranno davvero stabilizzarsi, migliorare e andare avanti”, ha sottolineato.

Il capo della diplomazia cinese ha esortato ad affrontare i crescenti disaccordi per auspicare una “spirale discendente”.

“Ma allo stesso tempo, i fattori negativi nel rapporto continuano ad aumentare e a svilupparsi”, ha detto Wang. …”I legittimi diritti allo sviluppo della Cina sono stati irragionevolmente soppressi e i nostri interessi fondamentali si trovano ad affrontare sfide”.

“La Russia “avrebbe maggiori problemi” nella guerra contro l’Ucraina se non avesse il sostegno della Cina. Nei miei incontri qui a Pechino ho sollevato la questione di componenti e di beni con “doppio uso” spediti dalla Cina verso Mosca – ha detto il segretario di Stato americano Antony Blinken, in conferenza stampa, osservando che è una situazione incompatibile, considerando l’aggressione verso un Paese sovrano. Allo stesso modo, ha aggiunto il capo della diplomazia americana, Pechino “può aiutare a far calmare le tensioni in Medio Oriente”.

Blinken ha anche sottolineato che gli Usa mantengono “il rispetto della politica della ‘Unica Cina’ ” e sostengono la “stabilità delle relazioni nella Stretto di Taiwan”, aggiungendo di aver avvertito direttamente la Cina delle sue mosse assertive verso le Filippine. “Ho chiarito che mentre gli Stati Uniti continueranno ad allentare le tensioni, i nostri impegni di difesa nei confronti delle Filippine rimarranno ferrei”. Per questo, gli Usa hanno invitato Pechino ad evitare “azioni pericolose nel mar Cinese meridionale” negli incontri con la massima leadership mandarina.

Pur con il bon ton della miglior diplomazia, le posizioni delle due Superpotenze sembrano desiderare una partnership che, però, entrambe sanno di non poter ottenere, almeno in questa fase. Perché, tra un hamburger di buone intenzioni e un riso alla cantonese per la pace a Taiwan, incombono anche ettolitri di vodka russa e un’ insolitamente insipido mansaf palestinese, che non sembrerebbero abbinarsi troppo bene, soprattutto con ketchup e patatine fritte…

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1 commento

  • giovanni ha detto:

    Se riuscissero ad accordarsi, povera Russia… Il problema pero’ e’ che lo zio sam, a trazione sionista, ama regnare imponendo le proprie regole. Regole che usa contro gli altri e interpreta o addirittura cambia a piacimento, anche in corso d’opera, quando dovrebbe egli stesso rispettarle. Ai Cinesi questo non piace, amano commerciare certamente ma non si fidano del baro seduto al tavolo di gioco. Al momento considerano molto piu’ affidabile e di parola Putin.