La Maledizione del Pre-politico e la March for Life 2024. Mario Adinolfi.

22 Gennaio 2024 Pubblicato da 2 Commenti

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, offriamo alla vostra attenzione queste riflessioni di Mario Adinolfi originate dalla March for Life 2024 negli Stati Uniti, e collegate alla situazione italiana. Buona lettura e diffusione.

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LA MALEDIZIONE DEL “PRE-POLITICO”
di Mario Adinolfi
La March for Life 2024 ha visto sfilare nel gelo di Washington migliaia di attivisti contro l’aborto che hanno celebrato la vittoria di molti Stati americani (ad oggi sono 14, ma saranno presto di più) che hanno varato leggi a difesa del diritto alla vita dei nascituri dopo la cancellazione della sentenza Roe vs Wade con cui la Corte Suprema statunitense nel 1973 legittimò l’aborto fino alla 24esima settimana di gravidanza (il doppio del limite della legge 194 italiana del 1978 posto alla 12esima). Il movimento pro-life americano celebrava così un percorso durato mezzo secolo arrivato alla vittoria grazie all’elezione di Trump alla Casa Bianca nel 2016 e alla conseguente nomina di tre giudici della Corte Suprema apertamente pro-life. Grazie a loro la Roe vs Wade è stata ribaltata, grazie a loro una valanga di politici eletti dai pro-life ha cambiato le leggi negli Stati, così in tutti quegli Stati è stata registrata un’impennata delle nascite nel 2023 oltre all’abbattimento degli aborti che ad esempio in Texas in un anno sono passati da oltre 50mila ad appena 34.
Mi impressionavano i volti dei partecipanti alla marcia di Washington, moltissimi i giovani e le ragazze. Li ritrovi poi impegnati alle elezioni dove sono loro ad aver imposto i temi della vita come questione politica centrale. Non c’è eletto americano che non debba declinare oggi con chiarezza le sue opinioni su aborto, MAID, tematiche gender. Sono le principali caratteristiche che orientano gli elettori per scegliere dall’ultimo membro di un consiglio locale fino al presidente degli Stati Uniti. È così dal 2016.
Il movimento pro-life italiano nel 2016 tenne un family day al Circo Massimo con molti più partecipanti della March for Life americana, con tantissimi giovani. Poteva avviare un percorso per incidere davvero organizzandosi politicamente ma scelse di rifugiarsi in gran parte nel “pre-politico”. Che poi significa in sostanza non turbare gli equilibri con un protagonismo diretto, restare ognuno a coltivare micro-orticelli nutriti dal rapporto con le forze politiche esistenti, senza disturbare. Ricordo le accuse che piovvero su noi che scegliemmo invece di fondare il Popolo della Famiglia, ci dissero che era un errore “farsi contare” alle elezioni. In pratica, una dichiarazione di irrilevanza. Che è la maledizione del pre-politico. È comodo, non sporca, ma condanna a non contare nulla. Frutto della scelta “pre-politica” è che dal 2016 raduni come quelli del Circo Massimo non solo non si sono più tenuti, ma sono anche diventati impensabili. Quei family day ebbero successo perché erano assolutamente politici, combattevano infatti contro leggi sbagliate (Cirinnà) e i politici che le proponevano (Renzi ci ricorderemo). Ma la sconfitta dissolse tutto. Dopo il 2016 anche i pro-life americani persero la Casa Bianca, ma vinsero in molti Stati, imposero il tema del diritto alla vita nella politica del Paese e oggi si giocano le chances di tornare alla presidenza dopo aver conquistato legislazioni antiabortiste ovunque. La mobilitazione politica permanente ha fatto crescere con militanza nuova il movimento pro-life su ogni territorio, anche con energie giovani che oggi è bello veder sfilare sorridenti alla March for Life nel gelo di Washington.
In Italia la maledizione del comodo rifugio nel pre-politico dei pro-life che hanno avuto paura di farsi contare alle elezioni, dunque di contare tout court, ha prodotto un effetto squilibrato. I temi dell’aborto, del MAID, dell’ideologia gender non è che dopo il 2016 siano scomparsi dal dibattito politico, anzi, anche da noi sono diventati centrali. Ma sono diventati identitari per una parte sola: la sinistra, che nel 2023 si è unita in tutte le sue componenti solo per indicare Marco Cappato come proprio candidato al Senato. Sul resto sono divisi su tutto (e infatti perdono) ma su aborto, eutanasia, suicidio assistito, ideologia gender cantano con una voce sola. E la parte avversa, quella che i pro-life rifugiatisi nel pre-politico votano senza farsi contare per non avere noie e incassare qualche prebenda personale, come ha risposto su quei temi? Se rinunci a farti contare rinunci a contare, ti regalano pure un paio di candidature al parlamento in posizione non eleggibile come specchietto per le allodole, basta che non dai fastidio. Esito finale: per la sinistra quei temi sono identitari e guai a chi sgarra, la loro nuova ideologia sono “i nuovi diritti”; per la maggioranza che in Italia governa senza rivali e con un’opposizione spaccata in tre, quei temi sono un tabù e non si sognano proprio di dire mezza parola in proposito, terrorizzati dall’essere additati. Così votano come un sol uomo le mozioni parlamentari della sinistra a favore dell’aborto, sul MAID anzi si fanno proprio promotori delle leggi volute da Cappato (vedi caso Luca Zaia in Veneto). Questa è la maledizione del pre-politico. È comodo, non ti sporchi, ma se non ti fai contare non puoi contare. In più il movimento pro-life così non cresce, è rachitico e spesso decrepito, sui territori arretra e quasi sparisce. I politici lo sanno e dunque non si spendono mai in azioni concrete pro-life, anzi pure se non sono di sinistra tendono a fare l’occhiolino su questi temi alla sinistra assicurando che mai si permetteranno di fare quello che è stato fatto in America. Alle elezioni politiche “non toccherò la 194” era uno slogan dell’attuale premier e sul fine vita abbiamo visto come si è comportato il governatore veneto.
Spero di aver risposto con questo testo ai tantissimi che mi hanno scritto negli ultimi giorni sul caso Zaia. Un sacerdote veneto che stimo molto mi ha chiesto: “Ma ci fa o c’è?”. Un altro sacerdote in tv era incredulo e qui potete trovare le mie risposte https://youtu.be/RIBJ2hslbVk?si=udhEGqqPNktws311 ma non voglio costringervi a guardare mezz’ora di video. La sostanza della risposta sulle questioni pro-life e sul MAID (Medical Aid in Dying, sarà la Shoah del XXI secolo) è la maledizione del pre-politico, la scusa comoda del non voler fare politica in realtà premiando gratis dei politici disinteressati a questi temi perché cinici e abili nel calcolo algebrico: quanti voti attiro agendo da pro-life? Quanti ne perdo?
Finché non sarà politicamente conveniente sostenere con atti e leggi le istanze del diritto alla vita, prevarranno sempre gli organizzatissimi sostenitori ideologici dei “nuovi diritti”, rispetto ai quali i tiepidi politici dell’attuale maggioranza sono culturalmente subalterni e dunque non disposti a farsi additare per decisioni concrete che ribaltino il piano inclinato. Quindi le chiacchiere stanno a zero: o organizzarsi in una forza politicamente rilevante in grado di incidere sugli equilibri o restare nel pre-politico a lamentarsi sui social. Noi abbiamo scelto, si sa, la prima strada fin dal 2016 ma con varie scusanti siamo stati lasciati soli. In questo 2024 abbiamo concretizzato un percorso di aggregazione con altre forze, che si sostanzia anche in un comune lavoro sulla proposta di legge pro-life che è l’esatto opposto della legge Zaia-Cappato, in maniera che si possa politicamente scegliere cosa sostenere, nella concretezza di un atto legislativo. Sono le leggi che salvano le vite ed è l’impegno politico a rendere possibili quelle leggi. L’esempio dei sorrisi dei giovani americani che lottando città per città hanno visto nascere decine di migliaia di bambini che senza la loro lotta sarebbero stati soppressi, può guidarci nel 2024 ad una nostra vera e concreta azione politica per la vita per battere i cultori della morte.

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2 commenti

  • Mara ha detto:

    Italiani, sveglia! Soprattutto quelli che si dicono cattolici legati ai principi non negoziabili e che popolano questo ed altri canali di simile impostazione! Il 25 MAGGIO corrente anno si terrà a Roma la MARCIA PER LA VITA organizzata da Pro Vita e Famiglia. Si parte da Piazza Esedra vicino alla Stazione Termini. Scrolliamoci di dosso la pigrizia e AGIAMO, altrimenti saremo complici della deriva. Tertium non datur!

  • R.S. ha detto:

    Il cristianesimo è annuncio di pace, ma dai tre passi evangelici seguenti si capisce che il discorso non è ovvio né banale.

    a-Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.
    b-Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; non sono venuto a portare pace, ma una spada. Sono venuto infatti a separare il figlio dal padre, la figlia dalla madre, la nuora dalla suocera: e i nemici dell’uomo saranno quelli della sua casa.
    c-Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore.

    I primi due appartengono entrambi a San Matteo e non si contraddicono, il terzo a San Giovanni e spiega il perché.
    Il tutto è tanto più forte a motivo di questo celebre passo di San Paolo, nella prima lettera ai Tessalonicesi: E quando si dirà: “Pace e sicurezza”, allora d’improvviso li colpirà la rovina, come le doglie una donna incinta; e nessuno scamperà.

    La rivelazione di Dio in Cristo (Dio è Padre, Figlio e Spirito Santo e per conoscere il Padre è necessario, grazie allo Spirito Santo, l’indispensabile conoscenza del Figlio in Gesù, vero uomo e vero Dio, Verbo incarnato, crocifisso e risorto) nella sua dogmaticità in un certo senso è belligerante, perché predica una separazione (passo b) tramite la spada a doppio taglio che leggiamo nella lettera agli Ebrei e in Apocalisse.

    La spada (dello Spirito) costituisce una delle armi spirituali da utilizzare contro i dominatori di questo mondo di tenebra (Lettera agli Efesini) e non va confusa con la spada da rimettere nel fodero perché inutile (Gesù a Pietro) perché chi di quella ferisce, di quella perisce. Anche a Maria è anticipato che una spada le trafiggerà l’anima, anche se nessun arnese affilato l’ha mai lacerata nella carne.
    Insomma: non facciamola troppo facile, ma il cristianesimo la spada la usa e separa.

    Oggi il vangelo parla tra l’altro dell’unico peccato imperdonabile, quello contro lo Spirito Santo: la Chiesa l’ha identificato, tra l’altro, con l’impugnazione della verità conosciuta e l’ostinazione al peccato, senza trascurare le altre quattro modalità.

    Il discernimento richiede soprattutto di non sovrapporre banalmente l’ambito materiale e quello spirituale, i regni della terra e il Regno dei Cieli. Gli operatori di pace della beatitudine concorrono all’opera del Figlio di Dio, venuto a separare la luce dalle tenebre e a portare la pace, ma NON come la dà il mondo.

    Una guerra, piaccia o non piaccia, è necessaria: c’è già stata in Cielo e da là è stato precipitato via il ribelle alla volontà di Dio. Adesso sta sulla terra e fa di tutto per ingannarci, anche in tema di pace e soprattutto nella vera conoscenza di Cristo-Verità.

    Senza Verità, è ovvio, ogni pace sarà falsa, proprio come il progresso che promettono certe congreghe in grande spolvero che hanno già pianificato il futuro prossimo. Progettando proprio il tipo di pace “come là dà il mondo”.

    Purtroppo nella Chiesa molti sono assuefatti a confondersi nella confusione confondente che sventola l’arcobaleno.
    Talmente desiderosa di piacere alla gente che piace dal dispiacersi come pietra d’inciampo o sale della terra, mascherando l’umanità di Gesù (che pesa al principe del mondo tanto quanto la Sua divinità) fino a farne un’ideologia. All’inferno c’è troppa combustione e non fa bene all’qmbiente, per cui è stato abolito.

    L’aborto è un caposaldo delle politiche di salute riproduttiva e di contenimento delle nascite green.

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