La Chiesa verso il Matrimonio Omosessuale. Settimana News, Andrea Grillo.

10 Gennaio 2024 Pubblicato da 26 Commenti

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, offriamo alla vostra attenzione questo articolo di Settimana News, che ringraziamo per la cortesia. Riporta quanto scrive Andrea Grillo, docente a Sant’Anselmo, a Roma, fa capire quale sia il reale obiettivo dei fan di Fiducia Supplicans: portare la Chiesa al riconoscimento del matrimonio fra persone dello stesso sesso. Buona lettura.

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Anche nell’ultimo, più recente e autorevole commento alla Dichiarazione Fiducia supplicans, firmato da Alberto Cozzi e pubblicato su Avvenire del 6 gennaio (si può leggere qui), una giusta valutazione del documento sul piano «pastorale» sembra lasciare nel non detto il ruolo che la benedizione svolge nella vita della Chiesa, proprio con la sua forma rituale. Negare la natura rituale della benedizione, in effetti, rimane un modo vecchio di pensare, che esige alcune puntualizzazioni. Forse proprio questa dichiarazione, che coglie con lucidità la sfida attuale, ma che la affronta con categorie un po’ forzate, mi pare possa essere la occasione per un chiarimento importante.

Da un lato, infatti, si è notato, fin dal primo apparire della Dichiarazione, che essa comportava un superamento esplicito e dichiarato del noto «Responsum» del 2021: qui vi è una discontinuità disciplinare importante, a cui non corrisponde però una altrettanto chiara esposizione teologica. I punti deboli sono tre:

a) la continua riaffermazione che la «dottrina resta immutata», il che è vero solo in parte;

b) una nozione di «benedizione non rituale e non liturgica», che appare piuttosto paradossale;

c) una ridefinizione necessaria dei soggetti che chiedono la benedizione (che non sono semplicemente peccatori che occorre imparare ad accogliere).

Provo a fermarmi su ognuno di questi punti critici:

Dottrina immutabile?

L’orizzonte della «dottrina sul matrimonio», che la Dichiarazione richiama fin dalla sua introduzione, fissa una nozione di benedizione che, nella storia del matrimonio cattolico, appare estremamente problematica.

In effetti lo specifico sviluppo moderno della dottrina cattolica del matrimonio ha estromesso la benedizione dalla sostanza del sacramento. A partire dal Decreto Tametsi (1563) la benedizione non svolge più una funzione sostanziale nel darsi del sacramento, che si fonda semplicemente sul consenso dei coniugi, ricevuto dal ministro ordinato secondo la forma canonica.

Questo, tuttavia, non riesce a far dimenticare alla Chiesa che per circa 1500 anni è stata proprio la benedizione a «congiungere» formalmente gli sposi, almeno sul piano sacramentale. Questa storia complessa ha introdotto nelle preoccupazioni dottrinali attuali, l’esigenza di una continua distinzione tra «benedizione liturgica» e «benedizione informale», che non ha di fatto precedenti storici.

Si comprende bene l’esigenza di «non abbandonare alla maledizione» tutte le unioni «senza regola», ma la predisposizione di uno strumento «non rituale» sembra mettere al riparo l’istituzione dalla responsabilità profetica di un riconoscimento effettivo e non clandestino. In questo modo, si riapre una dimensione «clandestina» delle unioni che Trento aveva cercato di superare.

Se capisco e apprezzo il fatto che questa Dichiarazione costituisca una discontinuità rispetto al «divieto di benedizione» precedente, non capisco perché si possa pensarla soltanto «senza regole previe», senza libri, senza rituali, forse anche senza spazio e senza tempo. Una dottrina della benedizione, come forma originaria del pregare cristiano e della benevolenza di Dio, chiede che anzitutto nel benedire ci sia spazio, tempo, uso del linguaggio verbale e non verbale.

Qui, a mio avviso, la preoccupazione di «salvaguardare la dottrina» confonde le benedizioni con i sacramenti e per questo le ridimensiona fino all’inverosimile di una puntualità senza pubblicità. La benedizione è atto che investe non solo il vescovo o il presbitero o il diacono, ma l’intera comunità, che lo si voglia o no.

Che cosa è una benedizione senza rito?

Proprio sull’«essenza della benedizione» mi pare che il magistero liturgico dell’ultimo secolo sia stato largamente ignorato o frainteso. Qui si trova ancora, nella Dichiarazione, l’eredità del fraintendimento presente nel Responsum del 2021: ossia quello di equiparare benedizione e sacramento.

La benedizione, storicamente, è stata compresa come «sacramentale», non come «sacramento»: ciò significa che discende da un’istituzione ecclesiale, non è istituita da Cristo; che è efficace ex opere operantis, non ex opere operato.

In origine, questa categoria è stata inventata all’inizio del XIII secolo, per dare dignità alla benedizione con cui veniva consacrato il vescovo. Non essendo pensato come sacramento, l’episcopato era un sacramentale! Per questo oggi potremmo essere molto meno preoccupati di assicurare la natura «non liturgica» e «non ritualizzata» della benedizione.

Questa esigenza rivela un disagio delle categorie fondamentali con cui pensiamo la tradizione. Proprio perché «profezia ecclesiale», riconoscere le diverse forme della «comunione di vita e di amore», senza negarne differenze e limiti, può e deve avere forme ritualizzate, anche se non sacramentali.

Dire benedizione implica un regime formale, verbale e rituale, che non si deve confondere con la «regolamentazione giuridica». Su questo ha ragione la Dichiarazione, che identifica bene la discontinuità, ma la elabora con categorie vecchie. Resta in qualche modo imbrigliata nella pretesa moderna, tipica del Decreto Tametsi, di un regolamento ecclesiale totalizzante, che copre contemporaneamente le forme del consenso, della benedizione e della regolamentazione matrimoniale.

“Liturgico” diventa da allora, soprattutto nel matrimonio, sinonimo di «ufficiale». E allora un prete che si identifica troppo con un «pubblico ufficiale» faticherà ad essere profeta, non nascostamente o brevemente, ma apertamente e con tutto il tempo necessario. Mentre il Responsum glielo vietava, ora la Dichiarazione glielo consente, e quasi glielo raccomanda, ma come in segreto e con tempistiche accelerate. «As soon as possible» (= il più presto possibile) non può essere la regola di una svolta pastorale, ma solo quella di una soluzione diplomatica e provvisoria.

Il disordine e le forme di vita

Le famiglie irregolari sono «disordinate». Secondo il Responsum, questa è la ragione per cui non possono essere benedette; per la Dichiarazione, questa è la ragione per cui possono essere benedette. Ma è questa definizione di «disordine» a non essere più adeguata.

Essa viene dalle tassonomie del peccato, che pensano le forme del male secondo grandi categorie. Essere «contro Dio» e «contro il prossimo» fa sì che non si possa benedire il bestemmiatore in quanto bestemmiatore, o il ladro in quanto ladro. Se il bene del matrimonio è la generazione, una unione che non può generare per natura, diventa «intrinsecamente malvagia».

Queste categorie classiche, che possono arrivare alla sequenza troppo rozza del Compendio del Catechismo della Chiesa cattolica, quando mette insieme masturbazione, stupro e omosessualità come vizi della castità, devono essere riviste, perché si possa benedire, nelle coppie cosiddette irregolari, una «comunione di vita e di amore» che merita il riconoscimento anche ecclesiale.

La pastorale, qui, richiede una nuova lettura della dottrina, che usi categorie aggiornate che non abbiamo ancora elaborato pienamente: non perché siano imposte dalla moda, ma perché possiamo onorare i fenomeni reali, offrendo veri chiarimenti.

Le coppie di divorziati risposati e le coppie omoaffettive non sono «intrinsecamente malvagie» perché non rispettano la legge oggettiva della «riserva della sessualità al matrimonio legittimo». Le dimensioni di peccato, che il limite delle storie personali intreccia inevitabilmente (l’ingiustizia verso la prima unione, l’incapacità di generazione biologica) sono limiti che devono essere riconosciuti, ma che non impediscono la forma di vita e di amore che è la «seconda unione» o l’«unione omoaffettiva».

Uscire dalla prospettiva che giudica queste forme di vita prima di tutto per ciò che negano e saper maturare una visione che sappia riconoscere ciò che in quelle comunioni di vita e di amore viene affermato, chiede alla Chiesa cattolica una dottrina aggiornata.

Lo scandalo dello scandalo

La tradizione è più ricca di quanto pensiamo a partire dal mondo moderno. La tradizione sa bene che la benedizione è il linguaggio più libero della Chiesa, che non deve essere previamente sottoposta al giudizio dogmatico, come se si trattasse sempre di «formule sacramentali».

La benedizione conserva la sua libertà se resta narrazione di vita, contestualizzazione spaziale e temporale, atto corporeo, profezia comunitaria, vera accoglienza. Per questo il criterio dello scandalo, che spesso viene utilizzato come norma normans delle benedizioni che hanno per oggetto «relazioni affettive e sessuali», deve ricordare che era scandaloso, per il medioevo e per l’età moderna, affermare che le nozze fossero «atto dei coniugi» e non «dei padri e delle famiglie».

La grande lotta che ha attraversato l’Europa a partire dalle teorie dei canonisti medievali è stata un vero «scandalo». La Chiesa ha saputo riconoscere che la volontà dei nubendi era superiore alla volontà delle famiglie di provenienza. Abbiamo saputo essere scandalosi e ne siamo stati orgogliosi e ancora potremmo e dovremmo esserlo.

Non dovremmo essere troppo preoccupati di uscire dalla società dell’onore, che colpevolizza ogni comportamento «omoaffettivo», temendo che quella «mancanza di generazione» sia una minaccia per la società. L’abominio contro natura e contro Dio è fondato su questa arcaica riduzione del matrimonio a «generazione», cosa di cui Gesù non dice assolutamente nulla.

Il «legame indissolubile» tra uomo e donna può emergere, forse inatteso, ma reale, nel legame tra uomo e uomo, tra donna e donna. Con il limite dell’assenza di generazione biologica, ma non senza fedeltà, non senza vincolo perenne, non senza fecondità sociale, contestuale e personale.

Paradossi e confusioni

Gli atti amministrativi possono essere puntuali, fuori dallo spazio e dal tempo. Le benedizioni sono narrazioni, che chiedono spazio e tempo. Per questo una assoluzione o una crismazione o un battesimo può durare 10 secondi, mentre una benedizione del crisma, dell’acqua o del pane e del calice richiedono tempo e spazio, gesti e memorie, immagini e commozioni.

La scissione tra amministrazione dei sacramenti e narrazioni benedicenti è uno dei nostri problemi più profondi. In realtà, ogni sacramento vive di benedizione: si benedice l’acqua, si benedice il crisma, si benedice il pane e il calice, si benedice l’olio degli infermi, si benedice il candidato al ministero e si benedicono gli sposi. Anche il penitente non è semplicemente assolto, ma entra nella benedizione del fare penitenza nel cuore, sulla bocca e nel corpo.

Una rilettura dei sacramenti in relazione al benedire è assai istruttiva. Evita soprattutto di capovolgere le prospettive e di cadere nella trappola di giudicare le benedizioni con il metro di un «atto amministrativo sacramentale» e non invece il sacramento alla luce della narrazione delle benedizioni di Dio.

La Dichiarazione Fiducia supplicans apre uno squarcio decisivo nella totalizzazione amministrativa della Chiesa: lascia uno spazio alla profezia. Che però non è e non può essere semplicemente uno «spazio aliturgico», perché è proprio la «liturgia di benedizione» lo spazio originario di questa vocazione pastorale. La pastorale più profetica non è al di qua o al di là della liturgia, ma proprio nel suo cuore più antico.

Prudenza profetica

Questo implica, tuttavia, una relazione complessa tra dottrina e pastorale: la pastorale non è semplicemente una «umanizzazione» della dottrina, ma è anche «fonte» di una revisione dottrinale. In questo, rispetto all’analisi di A. Cozzi, mi pare che la provenienza della Dichiarazione dal Dicastero della fede sia un segno importante.

Che possa esservi un cambiamento della dottrina sulla guerra o sulla pena, non sembra turbare nessuno. Sembra che invece, nel regolamento delle relazioni sessuali, ci dobbiamo impegnare a stare di fronte a 2000 anni di uniforme fedeltà.

Nessuno considera esagerata la condanna della guerra o della pena di morte, anche rispetto a culture belliciste o giustizialiste. Le differenze culturali hanno bisogno di coraggiosa e paziente pedagogia. Ma sul rispetto per l’omoaffettività si pretenderebbe, da alcuni, una totale sintonia dei vescovi con le tradizioni più intolleranti. Come se fosse compreso nel Vangelo il pregiudizio contro l’omosessualità. Come se le ataviche logiche dell’onore dovessero prevalere contro le logiche della dignità.

La differenza di trattamento delle questioni dipende dal fatto che i peccati di superbia e di ira sembrano irrilevanti, mentre il peccato sessuale si è ingigantito a dismisura, diventando quasi il peccato per antonomasia. Qui c’è una reale perdita di identità, presentata come resistenza e purezza. Qui, a me pare, dire «pastorale» implica un lavoro sulla dottrina che non può essere né sottaciuto né sottostimato.

Lavoro sulla dottrina non significa «cambiare dottrina», ma tradurre le forme dottrinali espresse nella «società dell’onore» nelle forme dottrinali «della società della dignità». Una Chiesa che non si senta disonorata dai divorziati risposati che la frequentano e dalle coppie omosessuali che la abitano evita di assumere, anche ufficialmente, quelle forme del nascondimento e del riserbo imbarazzato che sono lo strascico di una concezione totalizzante e totalitaria della società e della Chiesa. Ci vuole prudenza, questo è certo: ma essere prudenti in qualche caso significa frenare, in altri casi significa schiacciare decisamente sull’acceleratore.

  • Pubblicato l’8 Gennaio 2024 nel blogCome se non

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26 commenti

  • Luca antonio ha detto:

    Molto istruttivo, per tutti credo. Questa colata di viscide idiozie senza capo ne’ coda serve a fare capire , considerando il ruolo ricoperto dall’idiota, che il problema non e’ nato con Bergoglio. il cancro e’ il Concilio e la cancrena si e’ sviluppata mefitica incistando i punti chiave di gente come questa, e tutti, tutti, i papi, dal papa “buono” in poi, vi hanno collaborato anziché prendere la frusta e cacciare questi serpenti dal Tempio.
    Da notare la risposta del Grillo alla notazione del lettore : “Fa bene a precisare. Ma io credo che il mutamento non possa non riguardare anche la definizione dei comportamenti. Se non lo si farà si resterà nella ipocrisia di benedizioni clandestine.”
    Qui almeno il Grillo scopre le carte: si corre il rischio che la dichiarazione possa portare all’ ipocrisia di benedizioni clandestine qualora non si sia reso lecito il comportamento che quella benedizione vorrebbe in qualche modo aiutare ad evitare e/o mitigare attraverso la pastorale dell’accoglienza….logico no ?.

  • G. D. ha detto:

    Per sconfiggere Satana, che attraverso l’antipapa JMB e seguaci ha preso in mano il potere sulla Chiesa di Cristo per distruggerla, la Madonna chiede ai Suoi figli Prediletti solo tre cose:

    1️⃣ Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria.

    2️⃣ Fedeltà al legittimo papa stabilito da Cristo (Benedetto XVI).

    3️⃣ Fedeltà al Vangelo di Cristo e alla Sua Legge.

    DOVE sono i sacerdoti del Movimento Sacerdotale Mariano che obbediscono alla Madonna anziché agli uomini?

  • ANTONIO CALIFANO ha detto:

    La mia idea al momento e’ questa:non sara’ che il matrimonio gay e’ lo specchietto delle allodole e il vero obiettivo di fiducia supplians e’ abolire la benedizione sacramentale o almeno screditarla,come tutti gli altri sacramenti?
    Mi piacerebbe leggere un opinione al riguardo.

    • andrea viola ha detto:

      Secondo me lei ha perfettamente ragione, è scritto chiaramente nel responsum.

    • Federico ha detto:

      Dubbio assolutamente legittimo ma secondo me una cosa non esclude l’altra, nel senso che costoro possono ottenere entrambi i risultati. Ovvio che si schianteranno e falliranno miseramente nella loro follia di andare contro il Creatore ma intanto sta a tutti i cristiani non farsi trascinare negli abissi.

  • Don Ettore Barbieri ha detto:

    Questo articolo è la sintesi dell’eresia attuale in teologia morale: certamente, in qualunque relazione, anche tra mafiosi, vi possono essere elementi buoni, ma è il fondamento della relazione a non andare bene. L’omoaffettivitá non è nel disegno di Dio, ma è una conseguenza del peccato originale, che ha introdotto ogni disordine nel mondo. Il problema, perciò, non sta nel fatto che la sessualità degli omosessuali non sia generativa, perché anche tra gli sposi potrebbe esserci infecondità, ma nel fatto che è la tendenza stessa ad essere disordinata. Tutto il resto, la società dell’onore, il fatto che la Chiesa si sentirebbe disonorata ecc., sono tutte sciocchezze che non hanno nulla a che vedere con la questione. D’altronde, che cosa volete aspettarvi da questo teologo savonese, cresciuto in una diocesi di ultraprogressisti? Mi immagino la sua formazione umano- cristiana, negli anni 70/80: schitarrate, assemblee e discussioni interminabili, contestazione sistematica di tutto ciò che poteva avere un legame con la Tradizione, legittimazione dei rapporti prematrimoniali, del divorzio e magari dell’aborto… da questa cloaca (e l’Agesci di cui credo faccia parte il nostro ne è stata grande fucina in tutti quegli anni) sono venuti fuori preti, vescovi, teologi. Non potete immaginare quale sia la gioia di questi personaggi nel prendersi una rivincita su Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, nel vedere finalmente riconosciuta ufficialmente l’ideologia, la gnosi da cui provengono.
    Notate come l’autore parli di Gesù, del vangelo, nel quale, peraltro, ci sarebbero già elementi sufficienti per sconfessare tutto l’articolo, ma eviti tutto il resto del Nuovo Testamento, che, evidentemente, non vale nulla o quantomeno ha un valore veritativo molto inferiore ai Vangeli.
    Notate anche il paragone con la pena di morte e con la guerra, che sono del tutto incongruenti.Nel Nuovo Testamento non se ne parla affatto in modo diretto, mentre si parla in modo esplicito di omosessualità e di divorzio (quest’ultimo viene espresso in un modo talmente chiaro che solo un’astuzia luciferina può
    travisarne il contenuto).
    Qual è l’idea perversa che sta dietro a tutto questo? La negazione delle conseguenze del peccato originale, la riduzione della fede a dover corrispondere alle esigenze di un uomo decaduto e non il contrario, la liquidazione della croce come elemento imprescindibile della vita cristiana. Ma potete pensare che da quel brodo di coltura degli anni postconciliari, con i Frate Mitra e i Don Va a letto con chi vuol potesse uscire di meglio?

  • Franco Tamassia ha detto:

    Un consiglio a Stilum Curiae
    Pubblicare questo articolo senza ulteriori commetti (a parte la esplicita presentazione iniziale) dimostra grande stima per i lettori del Blog che del resto i pochi commenti dimostrano di meritare. Tuttavia consiglierei (benché richieda tempo) un commento, anche non troppo analitico, per segnalare errori logici e dottrinali. Per es. quando si dice che qualcosa non è scritto nei Vangeli o che Gesù non lo ha mai detto, si dimentica che il Depositum Fidei comprende tutti i libri del Nuovo testamento (Atti, Lettere apostoliche, Apocalissi).

  • Massimo ha detto:

    Ormai di fronte al pullulare di diaboliche farneticazioni per spiegare l’inspiegabile, non ci resta che pregare così:
    Sancte Michael Archangele, defende nos in proelio; contra nequitiam et insidias diaboli esto praesidium. Imperet illi Deus, supplices deprecamur: tuque, Princeps militiae caelestis, Satanam aliosque spiritus malignos, qui ad perditionem animarum pervagantur in mundo, divina virtute, in infernum detrude. Amen.

  • Terminus ha detto:

    Propos de Sœur Lucie de Fatima :
    La bataille finale entre Dieu et Satan portera sur le mariage et la famille
    https://fr.aleteia.org/2017/01/20/la-bataille-finale-entre-dieu-et-le-royaume-de-satan-portera-sur-le-mariage-et-la-famille/

    Propos du cardinal Carlo Caffarra :
    “Plusieurs réflexions m’ont traversé l’esprit à l’occasion de la motion votée par le Parlement européen. La première est celle-ci : c’est la fin. L’Europe est en train de mourir. Et peut-être même n’a-t-elle aucune envie de vivre, car il n’y a pas de civilisation qui ait survécu à la glorification de l’homosexualité. Je ne dis pas : à l’exercice de l’homosexualité. Je parle de la glorification de l’homosexualité
    https://www.evangelium-vitae.org/actualite/2850/homosexualit—il-n8217y-a-pas-de-civilisation-qui-ait-survcu–sa-glorification-.htm

  • Fantasma di Flambeau ha detto:

    -La benedizione conserva la sua libertà se resta narrazione di vita, contestualizzazione spaziale e temporale, atto corporeo, profezia comunitaria, vera accoglienza.- (Tecnicamente: spot/supercazzola con scappellamento in sagrestia.)
    -Il «legame indissolubile» tra uomo e donna può emergere, forse inatteso, ma reale, nel legame tra uomo e uomo, tra donna e donna.- (Esattamente come le rape possono donare il sangue.)
    -Sembra che invece, nel regolamento delle relazioni sessuali, ci dobbiamo impegnare a stare di fronte a 2000 anni di uniforme fedeltà.- (Vuoi mettere lo “Spirito” che da 60 anni parla a Essi nei momenti più intimi?)

    A vizio di lussuria fu sì rotta,
    che libito fé licito in sua legge,
    per tòrre il biasmo in che era condotta.

    Papessa Semiramide e le sue monsignorine. Il resto è offesa alla 5^ elementare e carta sprecata che fa piangere pachamama.
    Si possono avere, giustamente, opinioni diverse sulla “sessuofobia” tradizionale cattolica.
    Ma bisogna essere molto in malafede per negare che la sessualità è una giungla dominata dalla più feroce delle bestie feroci, l’Io, un campo minato dai saputi su cui sono sempre i più deboli a fare da carne da macello.

    https://it.wikipedia.org/wiki/Magia_sessuale#Ordo_Templi_Orientis
    «Ogni individuo ha il diritto assoluto di soddisfare il proprio istinto sessuale come è fisiologicamente più corretto per lui.»
    Servono esempi per spiegare cosa significa diritto «assoluto» di godimento sulla fisiologia/corpo altrui?
    https://eresie.com/it/Huska.htm
    https://www.lanazione.it/arezzo/cronaca/tutti-i-segreti-del-santone-ma-era-morto-nel-silenzio-9633bd8a
    https://it.wikipedia.org/wiki/Scandalo_Forteto
    -Per venti anni al Forteto non sono nati bambini perché i rapporti fra uomo e donna erano ritenuti impuri, mentre venivano promossi quelli omosessuali.-

    https://www.puntofamiglia.net/puntofamiglia/2024/01/10/la-massima-aspirazione-delle-donne-diventare-rita-levi-montalcini-non-madri-parola-di-elly-schlein/
    https://www.imolaoggi.it/2021/06/17/cingolani-pianeta-e-progettato-per-3-miliardi-di-persone/
    https://www.maurizioblondet.it/la-loro-guerra-al-nostro-cibo-avanza/
    Leggerissimo sospetto? Ma no. Andrà tutto bene: com’è vero che Lassù ci amano, Bergoglio è Papa e Tucho un mistico.

  • Dott. Mendonca Correia ha detto:

    Scrive Grillo che «lo specifico sviluppo moderno della dottrina cattolica del matrimonio ha estromesso la benedizione dalla sostanza del sacramento.» Di fatto, la Chiesa non ha mai accettato questa visione, già difesa nel XVI secolo da Melchior Cano.
    “Since the Church’s doctrine that the parties themselves are the ministers of the sacrament, was fully recognized, it can only have been intended as a solemn declaration by the priest that they were united in marriage by God Himself. A Strassburg rite contains a form which expresses this clearly, ‘Matrimonium per vos contractum ego confirmo, in nomine Patris’, etc. Cf. Scheuerl, ‘Entwicklung des Kirchlichen Eheschliessungerechts’, [1877,] p. 115.» (Joyce, G. H., ‘Christian Marriage’, 2 ed., Londra 1948, p. 202, nota 1.)

  • Don Fernando ha detto:

    Per l’autore sembra che meno male che c’è il mondo moderno, il quale è talmente sapiente e virtuoso da poter correggere la Metafisica, la Chiesa, la Rivelazione, la Trinità stessa, che in materia sono non solo ignoranti ma anche offensivi della dignità dei peccatori. Perché non fonda lui una Chiesa e Religione nuova? Rimane valido, però, l’avvertimento di Chesterton: per essere credibile dovrà morire in croce e poi risorgere il terzo giorno.

    • Maria ha detto:

      Beato lei che Grillo crede alla Risurrezione…
      Solo mi chiedo con quale criterio hanno selezionato questa gente per metterla in cattedra in una università religiosa.
      Un ragazzo pulito, di buona famiglia, entra in seminario e ne esce disorientato.
      Santa Maria Liberatrice, prega per noi!

    • Claudio Gazzoli ha detto:

      Grandissimo, don Fernando
      Claudio Gazzoli

  • Federico ha detto:

    Per questa congrega, San Giovanni Battista (il più grande tra i nati da donna secondo l’espressione di Nostro Signore) sarebbe dunque da considerare indietrista, visto che rinfacciava ad Erode la sua relazione adulterina. Anzi, questi soggetti pensano che quello che è capitato al precursore di Cristo per causa di Salomè e della madre adultera, in fondo in fondo, se l’è cercato con questo suo essere “rigido e musone”…
    Sono una banda che con il Cristianesimo c’entrano come il diavolo con l’acqua santa.

  • Enrico Nippo ha detto:

    Mamma mia!

    Che montagna di chiacchiere!!!

    La psicopatologia impazza!!!

  • Carlo ha detto:

    Ora capisco perché i bergogliani sono così fanatici del matrimonio dei preti.

  • Michele ha detto:

    Se non ricordo male questo signore in passato ha negato la transustaziazione. Basta questa gravissima eresia per farsi un’idea del personaggio.

  • Adriana 1 ha detto:

    “…la pastorale è anche fonte della dottrina “. Questo si è rivelato vero, nonostante l’ipocrita pretesa delle Gerarchie religiose che così non sia.
    Però, finchè l’Istituzione non riuscirà a portare a termine
    -compiutamente- una nuova, organica e assolutamente diversa narrazione, le mancheranno sempre le parole autorevoli e i gesti necessari per farsi intendere, ( come si è visto benissimo in questo “papocchio” di benedizione che più
    “ufficialmente clandestina” non si può ).

  • Grace ha detto:

    Articolo barbosississimo,infatti nonl l’ho letto che dà troppa importanza al nulla assoluto che è la setta di Bergoglio, e dimentica che la Chiesa di Gesù nel mondo non ne vuole sapere di questa porcheria.
    Sia lodato Gesù Cristo con Maria.

  • Grace ha detto:

    Già è sbagliato scrivere ‘la Chiesa ‘.
    Diciamo la Non Chiesa, la massoneria clericale, insomma tutto ma non la ‘Chiesa ‘.

  • Giovanni ha detto:

    Altro profluvio di fanfulle. Letteralmente buttato alle ortiche l’ Evangelico ” si, si. no , no, “

  • fra Giovanni Maria ha detto:

    Su tanta audacia dell’autore per disprezzare la verità mi viene in mente il salmo delle lodi odierne: “2Oracolo del peccato nel cuore del malvagio:
    non c’è paura di Dio davanti ai suoi occhi;
    3perché egli s’illude con se stesso, davanti ai suoi occhi,
    nel non trovare la sua colpa e odiarla.
    4Le sue parole sono cattiveria e inganno,
    rifiuta di capire, di compiere il bene.
    5Trama cattiveria nel suo letto,
    si ostina su vie non buone,
    non respinge il male. ” (salmo 36)

  • Carlo ha detto:

    Ma dove è finito il post sul libro mistico do Besame Tucho??

  • Tobia ha detto:

    Quasi illeggibile, ma tremendo. Istruttivo. Forse, purtroppo, profetico, in senso distopico…. Nostra Signora ci protegga, preghiamo!
    Tobia

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