Governare l’Italia nella Tempesta Mondiale, Cercasi Statista. Che non c’è…Piero Laporta.

2 Gennaio 2024 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, il generale Piero Laporta offre alla vostra attenzione queste considerazioni sullo scenario geopolitico all’alba del nuovo anno. Buona lettura e condivisione.

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Stampa e Tg fanno previsioni per il 2024. Noi ci limitiamo a un’analisi dello stato di fatto, guidati da tre millenarie leggi, più volte citate: 1) gli Stati nascono e muoiono con la guerra; 2) gli imperi crollano; 3) le cose cambiano, ma come Dio vuole.

L’Unione sovietica – un po’ più grande del Principato di Monaco, com’è noto – crollò la notte del Santo Natale (cattolico) 1991, senza sparare un colpo, vanificando la prima legge, elusa altre due volte (a dimostrazione che “le cose cambiano, ma come Dio vuole”) con la riunificazione tedesca e con la fine della Cecoslovacchia. Continueremo a essere così fortunati, come mai è accaduto nella storia? Nessuno può esserne sicuro, nessuno disperi.

Perché siamo in guerra? Per alzare il prezzo del petrolio e del gas naturale, nonché delle materie prime. Quali sono gli attuali rapporti di forza?

Nel 2012, l’ex Segretario di Stato, Henry Kissinger, intervistato da Jerusalem Post e Haaretz News, affermò: «Il sostegno per Israele negli Stati Uniti sta diminuendo e Israele cesserà di esistere nei prossimi dieci anni». Sono trascorsi dodici anni, sono scoppiate due guerre: in Ucraina e a Gaza. Gli Stati nascono e muoiono con la guerra. Teniamolo a mente.

La guerra in Ucraina iniziò il 24 febbraio 2022 quando la Russia invase il confinante. Gli Stati Uniti hanno finanziato l’Ucraina con 18,2 miliardi di dollari. La Casa Bianca ha chiesto al Congresso, che nicchia, ulteriori 6,4 miliardi di dollari, dei quali 3,5 miliardi di dollari per il Pentagono e altri 2,9 miliardi di dollari per assistenza alla sicurezza e aiuti umanitari. Comunque si concluda la disputa politica statunitense, essa è una frattura, fra le tante laceranti gli Stati Uniti, orizzontalmente (fra dominanti e dominati) e verticalmente, fra petrofinanzieri e produzione manifatturiera.

L’Unione europea, caudataria degli USA, ha dato 3,3 miliardi all’Ucraina e svuotato (per fortuna) i propri depositi di armi. Come l’Ucraina potrà ripagare l’enorme debito con gli USA e con la UE non ce lo chiediamo. Kiev ha dissipato 22 miliardi di dollari, sufficienti per una ciotola di riso a 66 miliardi di persone, ovvero sfamerebbero i 4 miliardi di poveri del Pianeta per un mese, oppure consentirebbero investimenti agricoli per arrestare la crescita dei prezzi degli alimentari e quindi combattere davvero la fame nel mondo.

Il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ha speso 800 miliardi di dollari per la guerra in Iraq, senza contare gli interessi sui fondi presi in prestito per finanziare le guerre. Le guerre in Iraq e in Siria hanno causato danni complessivi per 24mila miliardi di dollari.

Gli Stati Uniti finanziano da sempre Israele; dicono d’aver speso solo 260miliardi di dollari. La guerra in corso ancora non si sa quanto costerà.

Attenzione: il fronte opposto (Russia e Cina) non ha speso meno, mantiene tuttavia il segreto sulle cifre. È quindi inappropriato schierarli d’ufficio fra i “buoni”.

Superfluo fare la somma totale: è da capogiro, sicuramente oltre i 200 mila miliardi di dollari, fra Washington, Mosca e Pechino. Una tale somma sarebbe risolutiva per una quantità di problemi, non solo alimentari, dei paesi più poveri. Aborrono tuttavia tale soluzione. Perché?

L’Occidente è prigioniero del proprio progetto – oramai fallito – di governo mondiale, mentre non riesce a controllare Gaza.

Russia e Cina, viste le grottesche vulnerabilità dell’Occidente, ne approfittano e hanno qualche sassolino da togliersi.

Gli USA non per questo rinunciano alla politica imperiale. Joe Biden con un atto amministrativo ha pochi giorni fa ampliato la piattaforma continentale estesa (ECS) oltre le 200 miglia nautiche dalla costa, com’è invece sancito dall’UNCLOS (Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare), l’accordo internazionale per l’utilizzo degli oceani e dei mari, riconosciuto come quadro giuridico generale per le attività negli oceani e nei mari.

I fondali marini dell’Artico sono ricchi di gas, petrolio, metalli e minerali. “La piattaforma continentale degli Stati Uniti ha circa 50 minerali duri necessari per la New Economy. Contiene noduli ricchi di minerali strategici ed elementi di terre rare necessari per tutto, dall’energia verde ai semiconduttori che guidano l’intelligenza artificiale. L’annuncio degli Stati Uniti sulla piattaforma continentale estesa (ECS) evidenzia gli interessi strategici americani nella messa in sicurezza di questi minerali duri”, ha detto James Kraska, professore di diritto marittimo internazionale presso l’US Naval War College.

Gli Stati Uniti non sono parte dell’UNCLOS, non possono quindi chiedere alla Commissione onusiana di convalidare le proprie rivendicazioni marittime. Washington dovrà quindi risolvere le controversie con altri Stati con accordi bilaterali, dopo aver imposto un atto unilaterale. L’Artico è divenuto un’altra frontiera di conflitto: cercano lo scontro. Perché?

Osserva Marco Palombi nel suo interessante saggio “Tre Dottrine e un Perdente”[1]:«I tre concetti principali della dottrina (Monroe, NdA) – sfere di influenza separate per le Americhe e l’Europa, non colonizzazione e non intervento – sono stati espressi per definire una chiara rottura tra il Nuovo Mondo e i regni autocratici dell’Europa. L’amministrazione Monroe avvertiva in questo modo le potenze imperiali europee di non interferire negli affari dei nuovi stati indipendenti dell’America Latina o dei potenziali territori degli Stati Uniti.» Questa dottrina, unita alla “brinkmanship”[2] rese ridondanti le armi nucleari, paralizzandone l’impiego[3]. Oggi non è più così.

Gli Stati Uniti sanno che il loro impero può sopravvivere o scendendo a Patti con Cina e Russia oppure prendendo il controllo planetario. Joe Biden ha scelto la seconda strada; egli ha quindi accettato il confronto militare in Ucraina; egli ha determinato la fine dell’autonomia tedesca (e quindi dell’UE) che importava energia e materie dalla Russia. Joe Biden ha operato manu militari. Troppo tardi però gli USA si sono resi conto che la NATO non può combattere. Lo impedisce una questione politica: il collateralismo di Turchia e Russia. Lo impedisce l’insufficienza di soldati NATO pronti al combattimento. Lo impedisce la vastità del teatro da investire. Lo impedisce la strategia nucleare “sovietica”, ben definibile così perché consente a Mosca un ritorno ai giorni di Stalin, quando l’Unione Sovietica fu una minaccia atomica concreta per gli USA. Oggi la strategia Giorno del Giudizio[leggi qui], sottopone le metropoli costiere degli Stati Uniti alla minaccia d’uno tsunami, mediante siluri nucleari senza equipaggio e non intercettabili. L’incubo del Pentagono.

Putin, visto l’immobilismo della NATO, ha aperto il fronte di Gaza e nel golfo Persico, grazie all’Iran. Biden ha mandato le portaerei a mostrare i muscoli, come farebbe un giovanotto scemo per attirare l’attenzione delle ragazze sulla spiaggia. Tutto inutile. Il gruppo d’attacco della portaerei USS Gerald R. Ford lascerà il Mar Mediterraneo orientale nei “prossimi giorni”, tornando a Norfolk, in Virginia, riferisce ABC News. I costi di un minuto di navigazione di una squadra navale sono vertiginosi. Il futuro politico di Joe Biden è segnato e la profezia di Kissinger grava su Israele.

Il vaticinio aveva una spiegazione nel governo mondiale, come abbiamo visto indispensabile alla politica imperiale, che lo stesso Kissinger annunciò agli albori della sua carriera politica. La difficoltà d’annacquare il nazionalismo di Israele, Germania, Gran Bretagna, Francia e degli stessi Stati Uniti si risolve in un caos tragicamente grottesco: uomini, donne, giovani, vecchi e bambini inutilmente immolati a un progetto sgangherato.

Così il sionista Benjamin Netanyahu è caduto nella trappola dei servizi sovietici. L’assalto di Hamas e la cattura degli ostaggi ha tolto a Israele ogni capacità decisionale. A Gerusalemme è rimane solo la carta della guerra a oltranza: una sicura sconfitta politica, una precaria possibilità di limitato successo militare, senza via di scampo. Di certo la possibilità d’una nuova diaspora, la fine di Israele come Kissinger previde, mentre l’odio antiebraico è crescente, incontrollabile.

Quanti esultano sul fronte opposto per questi successi di Vladimir Putin dovrebbero riflettere.

Primo. La Cina, un miliardo e 300mila persone, condivide con la Russia 4mila chilometri di confine. Se Mosca schierasse un carro armato per chilometro, un filo di seta, necessiterebbe di 4mila carri armati che non ha. In altre parole, chiunque perda fra Putin e Biden, Xi Jinping ha vinto.

Secondo. Se la Nomenklatura sovietica scelse un cekista per il Cremlino, non si può escludere che, sfiancata la NATO – fra l’Ucraina, il Mediterraneo, l’Africa e il Golfo Persico – il dittatore sovietico getti la maschera e vada a un modello di dittatura cinese, con un’oligarchia dominante su una massa di dominati così come a Pechino, dov’è il dittatore più potente e longevo, Xi Jinping. D’altronde il modello russo è oggi poco distante da quello cinese.

Il paradosso è che la scristianizzazione dell’Occidente, grazie anche a un Vaticano governato da criminali genuflessi alla City, invece del kissingeriano nuovo ordine mondiale, potrebbe spalancare le porte a Pechino. È un possibile esito che non dovrebbe entusiasmare, mentre i cattolici cinesi sono perseguitati come nell’Impero romano.

Le dittature non sono tuttavia vocate a convivere. Fra Mosca e Pechino non sono rose e fiori. Marzo 2023. Due settimane prima della visita di Xi Jinping a Mosca, i cinesi pubblicarono la carta geografica dei confini con la Russia. I nomi dei territori occupati da Mosca nei due secoli precedenti scritti in cinese. Sono territori (p.e. Vladivostok e Sakhalin) sempre rivendicati da Pechino, come ben sapeva Henry Kissinger, che nel 1973 aprì le relazioni con Mao Tse Tung proponendogli di intercettare le comunicazioni sovietiche nelle zone contese del fiume Amur. Pechino accettò. I sovietici respingono da sempre le rivendicazioni territoriali cinesi, sebbene abbiano taciuto sulle carte geografiche scritte in cinese durante la visita a Mosca di Xi Jinping. Insomma, più che alleanza fra Mosca e Pechino, è complicità ai danni di anglosassoni scristianizzati e smidollati. Quanto durerà?

Qual è la strategia possibile per l’Italia? La strategia è l’arte di conservare la capacità di scelta, di decidere autonomamente.

L’Italia può fermare o influenzare il corso delle guerre in atto? No, nel modo più assoluto. Smettiamola allora di invocare la pace, come ci inducono i caproni del Vaticano. La pace conviene solo al più forte, al dominatore, come noi certamente non siamo.

Altro che pace. Dobbiamo attizzare la guerra affinché sionisti e musulmani si scannino fra di loro, affinché le grandi potenze s’azzannino irreparabilmente, attizzare la guerra senza lasciarci coinvolgere. Solo così possiamo risalire la china in fondo alla quale ci spinsero i grandi, grazie ai tradimenti di PCI, DC, PSI e PRI, anche uccidendo Aldo Moro. C’è un rischio?

Certamente, altrimenti non sarebbe una strategia di guerra. È tuttavia un rischio di gran lunga minore di quanto pagheremmo lasciandoci sottomettere da una parte che presumiamo apoditticamente vincitrice ma non lo è affatto. Russia e Cina sono due pentole a pressione, la cui reale condizione è molto meno sicura di quanto appaia. D’altronde se Russia e Cina andassero allo scontro diretto con l’Occidente, il loro primo obiettivo sarebbe la City di Londra, lasciando intatti i loro potenziali mercati di interscambio: Europa e Stati Uniti.

Donald Trump vuole gli Stati Uniti fuori dalla NATO proprio per gli USA lontani da uno scontro diretto con Mosca e Pechino a causa della City. Mentre la guerra fra le superpotenze non conviene a nessuna delle due parti, l’annientamento della Gran Bretagna non sposterebbe di un’acca gli equilibri politici, militari ed economici. Un po’ di morti, nulla tuttavia al confronto della montagna di cadaveri massacrati dopo la Seconda Guerra Mondiale.

L’Italia deve rimanere fuori da questo gioco, senza ostacolarlo anzi favorendolo a proprio vantaggio. Non ha scelta, sapendo che gli imperi crollano. Non è detto che crolli un solo impero, ma anche due e persino tre contemporaneamente. Per governare la nave in queste onde occorre quindi uno statista. Questo è il vero problema dell’Italia. Non disperiamo. A suo tempo Nostro Signore mandò una Giovanna d’Arco, una ragazzina di sedici anni, analfabeta, che convertì e guidò alla vittoria un esercito di rozzi tagliagole. Noi oggi abbiamo solo gli analfabeti, in tutti gli schieramenti, con rarissime eccezioni. Non disperiamo. Le cose cambiano, ma come Dio vuole. Poi Giovanna d’Arco finì sul rogo e, nonostante questo, è tuttora chiaro che Cristo Vince. www.pierolaporta.it

 

[1] Marco Palombi “Tre Dottrine e un Perdente” https://shorturl.at/juDKS

[2] Brinkmanship lo si può definire “bullismo geopolitico concordato”: la parte più forte del momento spinge l’avversario con le spalle al muro, dandogli infine la possibilità di ritirarsi onorevolmente, sì da evitare un conflitto su vasta scala o addirittura nucleare. Un esempio è la crisi di Cuba, vittoria degli USA. Un altro è la crisi di Berlino, vittoria dell’Unione Sovietica. Un altro esempio è la guerra di Yom Kippur, guerra finta coi morti veri, che convogliò guadagni sui produttori di petrolio arabi, statunitensi, sovietici e sulla City di Londra.

[3] Palombi cit.

Gen. D.g.(ris.) Piero Laporta

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18 commenti

  • Giovanni ha detto:

    Statista………merce rarissima da queste parti, non ne conoscono nemmeno l’etimologia .Dell’ Europa poi ché porta a spasso il suo cadavere, meglio tacere. Lo spettacolo generale è francamente desolante ( hanno perfino approvato l’uso della farina di Grillo più altri insetti ) così tanto per rimarcare, ancora una volta, l’indipendenza di giudizio sulla salute popolo Italiano. Cristo vince certamente, ma la via sarà lastricata di cadaveri e anime perdute, con immensa soddisfazione dei sulfurei estensori di agende nelle quali prevedono la mattanza dei mangiatori inutili.

    • piero laporta ha detto:

      Grazie. Non credo si possa sperare di uscire quatti quatti da una simile situazione senza che qualcuno ci lasci le penne. Tutto sta a spendere queste povere vite con oculatezza. Cristo Vince.

  • Fabio ha detto:

    Mil generale non crede che l’affermazione del modello multipolare per il quale si sta battendo la Russia potrebbe ridare all’Italia la sovranità?

    • piero laporta ha detto:

      Non mi pare prudente fare conto sulla sollecitudine di Putin per la sovranità italiana. Cristo Vince ma noi dobbiamo combattere.

  • piero laporta ha detto:

    Mai fatto parte di alcun servizio segreto. I traditori però li conosco uno per uno. Alla magistratura il compito di scovarli, suvvia.

  • Davide Scarano ha detto:

    Che dire? L’Italia ha probabilmente il governo più atlantista di sempre. Forse non può fare diversamente. Con il trattato di Maastricht l’Italia ha perso un altro pezzo di sovranità ed è divenuta un outlet, piena di offerte per chi ha l’intelligenza e le risorse per sapere acquistare (ex multis pensiamo al trattato tra Italia e Francia ed al destino di alcune aziende “simbolo” quali Fiat ed Alitalia). Con il probabile allargamento dei conflitti in corso vedremo chi tra i leader mondiali ha la stoffa dello statista e chi invece gioca per far perdere la propria squadra, avendo venduto la partita al “cornuto” per antonomasia, divenendo così indifferente al destino ed alle sofferenze del proprio popolo. Per il resto condivido l’invito a non disperare, anche se intuito ed esperienza insegnano che solo attraverso un periodo di disordine -quanto duro e doloroso da sopportare solo Dio lo sa- sarà possibile stabilire un nuovo ordine.

    • piero Laporta ha detto:

      Grazie. Questo governo è l’esito di mezzo secolo di malgoverno. Si barcamena e, tutto sommato, qualcosa porta a casa, poco ma sempre di più dei precedenti. Per questa ragione dobbiamo fare conto sulle guerre fra i grandi: solo così risaliremmo la china con minore costo possibile.

  • Dolores ha detto:

    Come sempre, il generale Laporta colpisce e fa centro

  • Paoletta ha detto:

    Buongiorno Generale, sempre bello leggere i suoi articoli. Volevo chiederle come mai Londra e’ nemica di Mosca e Pechino. Grazie

    • piero laporta ha detto:

      Grazie. La guerra dell’oppio e il barbaro colonialismo asiatico di Londra basterebbero. Londra, la City è la culla del nazismo (Bertrand Russel fu un feroce razzista). Churchill tentò fino all’ultimo di volgere il fronte contro l’Armata Rossa. Dopo il 1989 la City ha tentato ripetutamente di far esplodere la Russia per prenderne le ricchezze.
      La Gran Bretagna non è infine significativamente importante per l’economia di Mosca e Pechino: possono quindi schiacciarla come una zanzara.

  • Giuseppe ha detto:

    Egregio sig. Piero Laporta,

    leggo sempre con discreto interesse le sue analisi geopolitiche.

    Però, visto un suo precedente endorsement (poi grazie a Dio ritirato) a Mario Draghi,
    (quello dell’infame legge dei 100 € di multa a chi,di età sopra i 50 non assumeva un siero genico sperimentale, ( chiamato vaccino per il parco buoi),
    quello che diceva “ non ti vaccini ti ammali muori”, sarei molto cauto nell’invocare uno “statista” per l’Italia.

    Sappiamo infatti che l’uomo della “provvidenza” ha sempre portato esiti nefasti all’ Italia; inoltre noi siamo una colonia, ed i nostri governanti, anche i migliori,devono agire di conseguenza.

    Detto ciò però se uno si informa adeguatamente, gruppi di politici validi, pur con le premesse e i margini di cui sopra, che sappiano agire per il bene del Paese, li trova .

    Il Mes non ratificato ne è un esempio recente.

    Considerato poi che la dottrina Cattolica non mi sembra essere estranea alla sua cultura, mi viene in mente il passo della Bibbia, che lei senz’altro conoscerà, Geremia 17,5-8.

    PS Gli stati non muoiono con la guerra ma con la mancanza di valori della loro classe dirigente, laica e religiosa.

    • piero laporta ha detto:

      Grazie. Insisto. Mario Draghi è il più intelligente e preparato della compagnia. Un altro altrettanto valido fu Berlusconi. Ambedue però non sono cuor di leoni: alla prima minaccia hanno sbracato. Dopo di che mi sorge il sospetto che nessuno dei due poté accedere al Quirinale perché privi della tessera del “club Via Fani”. La politica non segue logiche lineari. Gli stati comunque nascono e muoiono con la guerra. Me ne citi uno solo, se può, che non sia fra le tre eccezioni menzionate da me. Cristo Vince.

  • Marco Matteucci ha detto:

    Don Ramon Guidetti, che a dispetto del suo nome è un sacerdote italiano, livornese di 48 anni, si è ufficialmente aggiunto ai 7 sacerdoti del Sodalizio Sacerdotale Mariano, guidato da Don Alessandro Maria Minutella.

    Tuttavia il fatto è stato ritenuto degno di nota soltanto dalla diocesi di Livorno la quale a tempo di fulmine a mano del suo vescovo Simone Giusti gli ha inferto una tremenda botta di misericordia papale, comminandogli una scomunica latae sententiae e l’allontanamento immediato dalla parrocchia di Guasticce che questo presbitero guidava dal 2017.

    Il parroco infatti, durante la celebrazione del 31 dicembre 2023 si sarebbe pubblicamente dichiarato in contrasto con papa Francesco e con la sua Chiesa. Affermazioni queste che gli sono costate questa pronta e terribile botta di misericordia papale e d’inclusione di “todos, todos, todos” promossa da Bergoglio.

    Mi tornano a mente le parole di un celebre, corregionale di questo sacerdote anch’egli a suo tempo generosamente misericordiato: “…EPPUR SI MUOVE!”.
    BUON A. D. 2024 A TUTTI … sempre che ci riusciate!

    • piero laporta ha detto:

      Della misericordia papale si può dire come Karl Kraus parlava della psicanalisi :” E’ la malattia che intende curare se stessa”. Moriranno pure Bergoglio e il vescovo di Livorno. Cristo Vince.

      • Marco Matteucci ha detto:

        La ringrazio caro generale, queste sue certezze sono unguento prezioso che lenisce le ferite di molti, senza cauterio né sale che invece tanti riversano e in abbondanza sulle piaghe vive del Popolo di Dio.
        BUON ANNO A LEI E A TUTTI I SUOI CARI.
        VIVA CRISTO RE!

  • AMB ha detto:

    caro Generale Laporta, Giovanna d’Arco finì sul rogo grazie al TRADIMENTO di suoi connazionali Borgognoni alleati degli inglesi . Anche in Italia il suoi sogno sarebbe impedito da parte di traditori , che hanno anche avuto incarichi di governo , o siedono in Parlamento. La esorto, se è d’accordo , visto che lei è anche stato membro dell’Intelligence , a fare la lista dei TRADITORI italiani al soldo di altri paesi o poteri. Questo sarebbe un atto degno di lei. Grazie.

    • piero laporta ha detto:

      Mai fatto parte di alcun servizio segreto. I traditori però li conosco uno per uno. Alla magistratura il compito di scovarli, suvvia.