La Guerra è Brutta Brutta ma l’Uomo è Saggio Saggio… Bergoglio, Chiocci e Mastro Titta.

3 Novembre 2023 Pubblicato da 6 Commenti

Marco Tosatti

Carissimi StilumCuriali, il nostro Mastro Titta offre alla vostra attenzione queste considerazioni sul rapporto fra il Pontefice regnante e i media…buona lettura condivisione.

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MASTRO TITTA: LA GUERRA È BRUTTA BRUTTA MA L’UOMO È SAGGIO SAGGIO

 

L’altra sera mi ha chiamato un caro amico, un maestro di comunicazione e professore universitario, per dirmi: “Guarda che c’è il papa in tv, una cosa da bar con un certo Chiocci…ma chi è questo Chiocci?”.

 

Confesso di non aver avuto il fegato di guardare. Mi sono accontentato degli sprazzi di cronaca sull’ennesima apparizione televisiva di Sua Santità.

 

Intanto rilevo un aspetto di metodo non trascurabile. Il chiuso Ratzinger, l’indisponibile, il non negoziabile Ratzinger, tanto da cardinale quanto da papa si è confrontato con avversari di notevole intelletto e preparazione: Flores D’Arcais, Habermas, Küng, Odifreddi, Dawkins, Hitchens, Barcellona, Pera e molti altri. Quasi nessuno amichevole, per lo più in animoso dissenso. Alcuni, come Barcellona e Pera, più toccati dal gigante tedesco. Ma lui mai si è tirato indietro.

Bergoglio predilige invece l’intrattenimento catodico con Fazio, con l’enfant terrible (così lo ha battezzato lui stesso) benedicente amici gay oggi sposi – del resto ha benedetto animali e bar –, il civettuolo don Marco Pozza.

Insieme a Salvo Noè firma “La paura come dono” per potenziare la gioia di vivere e affrontare l’ansia, ciarpame da guru del wellness nel post-terrorismo pandemico: terrorizzandovi vi abbiamo fatto un favore, coccolini resilienti.

Senza dimenticare Thomas Leoncini, col quale dà alle stampe “Dio è giovane”, e altre imperdibili chiacchierate non meno dense di insegnamenti ameni. Riguarda se stesso nel documentario Francesco del regista omosessuale Afineevsky, e si commuove mano nella mano con l’autore.

Ora è il turno di Chiocci, unto dalla grazia catodica e tipografica che promana da Bergoglio. Di filosofi, se non grandi almeno apprezzabili, di statisti, poeti o intellettuali di qualsivoglia genere, per non parlare dei temi cruciali che attraversano il nostro tempo infausto, nessuna traccia. Eravamo quattro amici al bar, che volevano cambiare il mondo. Come dice l’amico.

Da quasi tutti questi confronti sono scaturiti supporti cartacei e multimediali. Leopardi metteva in guardia da quei libri per leggere i quali serve più tempo di quanto ne sia occorso a scriverli. Non so se avrebbe trovato parole adatte a descrivere l’impressionante scarsità di pensiero di Bergoglio, il quale è la carne che si fa verboso.

Bergoglio ha un istinto naturale per l’auto-epifania giornalistica, per il cicaleccio fru-fru. Fa a cazzotti con Stallone – “siamo cresciuti con i vostri film” dice, ricordando forse gli anni della propria formazione e le lunghe notti passate in videoteca – riceve vedove illustri che recano in dono bamboline sanguinarie, mentre al bambino orfano di un padre ateo, sempre in favore di taccuini e fotografi, spiegò che “tutti siamo figli di Dio, tutti, anche i non battezzati, sì, anche quelli che credono in altre religioni, o che hanno idoli. Anche i mafiosi sono figli di Dio”. Tutto così meravigliosamente light, gigione, spray, hakuna matata. Le interviste, i film su di lui, gli incontri e le simpatie casuali, i libri.

Discepolo in pectore degli indigeni di Rapa-Nui che per fabbricare i Moai tagliarono sino all’ultimo albero, se Bergoglio avesse veramente a cuore la salute della casa comune darebbe qualche giro di vite all’olocausto di cellulosa che sono le pubblicazioni riconducibili a lui.

Del resto la coerenza è la virtù degli sciocchi. E poi il brand Papa Francesco vende come Starbucks, Lego, Roberto Saviano. Cosa non si fa per titillare l’ego di un uomo terminale. Dopo il crepuscolo degli dei e il tramonto dell’Occidente, l’ora più buia è quella riservata a lui.

In attesa che esca un libro a firma Francesco su come rassodare i glutei attraverso il dialogo, l’impressione è che Bergoglio scelga  di confrontarsi con quelle figure che gli consentono di non fare figuracce. O almeno questo crede, dal momento che qualcosa deve pur credere.

Il risultato di cotanto brain-storming somiglia molto al timballo di melanzane e cioccolato fondente che mi venne servito come dessert in un ristorante siciliano: buono, ma non capisci perché.

Difatti Chiocci, dovendomi un anticipo di smentita, ad un certo punto annuncia una domanda che non si fa mai ad un papa. Una di quelle che fanno tremar le vene e i polsi all’ardito cronista. Tensione che si taglia a fette. “Santità, l’ultima volta che è stato al mare?”. Probabilmente i leoni nel Circo Massimo, trovandosi davanti martiri simili, sarebbero diventati vegani.

Vediamo il merito. Tre lacerti. Al termine del solito richiamo alla guerra brutta brutta, Bergoglio erutta: “Mi dice una persona che capisce di investimenti, che ho conosciuto in una riunione, mi diceva che oggi gli investimenti che danno più reddito sono le fabbriche delle armi”.

La butta lì, candido come una colomba. Non si capisce se questa persona che il papa ha conosciuto in una riunione abbia proposto di investire in armi, illustrando i magnifici rendimenti. Chiocci, ipnotizzato dal divagare papestre, non sussulta, non chiede, non approfondisce. Che il papa faccia riunioni con promotori finanziari esperti del settore bellico sarà mica una notizia.

Registriamo il fatto al livello di pettegolezzo. Come per il palazzo di Sloane Avenue e le piattaforme petrolifere in Angola, si presume: dicerie. Operazioni in perdita autorizzate dal papa medesimo che sono costate una sommetta parente a mezzo miliardo di euri, presi di peso dall’Obolo di San Pietro.

Hanno già rotto il porcellino salvadanaio di pòra nonna una volta, e non è andata benissimo. Sempre a livello di pettegolezzo, suggeriamo astenersi.

La lingua batte dove il dente duole. Continua Bergoglio sulla possibilità dell’escalation: “Sarebbe la fine di tante cose e di tante vite. Io penso che la saggezza umana fermi queste cose. Sì, c’è la possibilità ma… e a noi questa guerra ci tocca per quello che significa Israele, Palestina, la Terra Santa, Gerusalemme ma anche l’Ucraina ci tocca perché è vicina. Ma ci sono tante altre guerre che a noi non toccano: Kivu, lo Yemen, il Myanmar con i Rohingya che sono dei martiri. Il mondo è in guerra ma c’è l’industria delle armi dietro”. Quella che garantisce profitti astronomici.

O l’industria delle armi è gestita da marziani, oppure non è chiaro dove risieda la “saggezza umana” di cui parla il papa, e soprattutto come tanta innata saggezza si armonizzi con l’industria bellica.

È strano che un vicario di Cristo manifesti incrollabile fiducia nella saggezza umana, nella scienza medica, nei vaccini e nella transizione verde, o che s’intenda di armi per sentito dire. Il fatto che la guerra brutta brutta sarebbe “la fine di tante cose e di tante vite” ma tranquilli saremo salvati dalla “saggezza umana”, invita ad atti apotropaici pubblici.

Infatti ecco servito il ricordo personale della preghiera per la Siria: “Io ricordo un momento molto duro all’inizio del pontificato è stato quando scoppiò con tanta forza la guerra in Siria e ho fatto in piazza un atto di preghiera, dove pregavano cristiani e anche musulmani che hanno portato il tappeto per pregare”.

Sarebbe il caso di notare che i luoghi dove i musulmani pregano diventano ipso facto consacrati all’Islam, e possono essere rivendicati anche a distanza di molti secoli. Ma questo a Bergoglio non interessa: dei, idoli pagàni, picciotti e mamma santissima, è tutto la stessa minestra.

Ci salverà la saggezza umana. Chissà che non avanzino due oboli da investirci. Per spappolare anche quelli.

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6 commenti

  • luca antonio ha detto:

    “In attesa che esca un libro a firma Francesco su come rassodare i glutei attraverso il dialogo…”
    “”Santità, l’ultima volta che è stato al mare?”. Probabilmente i leoni nel Circo Massimo, trovandosi davanti martiri simili, sarebbero diventati vegani.”
    🤣🤣🤣 due perle favolose …ma tutto l’articolo e’ da incorniciare; l’acido muriatico a confonto e’ un colluttorio.

  • unaopinione ha detto:

    Se di interesse vorrei segnalare questi due indirizzi web:
    https://archive.ph/OK0kn cartina attuali combattimenti a Gaza;
    https://www.youtube.com/watch?v=XruYsAmKLyU testimonianza di un veterano tedesco della prima guerra mondiale (con titoli in inglese) Un tratto (3:53 fino a 4:17 – mia traduzione) “Per quale motivo, noi soldati ci accoltellavamo l´un altro, ci strangolavamo l´un altro, ci avventavamo l´uno contro l´altro come dei cani rabbiosi? Per quale motivo non avendo niente di personale contro di loro combattevamo fino alla fine e fino alla loro morte?”
    Mia risposta: chiedetelo a papa Francesco e a i suoi amici globalisti … qualcosa ne devono pur sapere (Proverbio: “Tutte le guerre sono guerre di banchieri”).

    • Davide Scarano ha detto:

      Mi permetta di aggiungere un paio di osservazioni circa la frase con cui termina il suo commento:
      1) Nel “buio” Medioevo in cui c’erano si i mercanti ma le Banche contavano pochino, le guerre c’erano ma vi erano delle regole di guerre più stringenti di quelli attuali, ad esempio era prevista la pausa per le feste più importanti. La guerra era si parte del vivere umano, però si innestava in un tessuto economico, sociale e culturale in cui al primo posto vi era “altro” dai voleri del potente di turno.
      2) E’ famosa la “tregua di Natale”, in cui i soldati divisi dalla trincee si unirono in canti e scambi di regali nel primo anno della prima guerra mondiale.
      In sintesi: abbiamo lasciato evaporare due millenni di civiltà cristiana per ritrovarsi ad ascoltare i discorsi di D’Alema e di Mattarella (rispettivamente presidente del Consiglio e Ministro della Difesa) che, sia pure in buona compagnia, utilizzarono i “bombardamenti umanitari” in Jugoslavia riportando la guerra in Europa dopo decenni di “guerra fredda”. Allora capivamo meno..

  • Roberto P. ha detto:

    Articolo spettacolare!!!

  • Acido_Prussico ha detto:

    “Andrò a Dubai. Penso di partire il 1° dicembre, fino al 3. Starò lì per tre giorni”.

    Ipse dixit l’Affabulatore al prono intervistatore.

    Andrà a Dubai, anagramma di tormentosi “dubia”.
    Parteciperà con la creme de la creme della Governance Mondial al Cop28 sul “Cambio climatico”. 140 Capi di Stato, 5000 professionali e 80000 delegati.

    Come esponente Religioso Cattolico esporrà i rischi del “Riscaldamento Permanente” dell’Inferno.

    Gli altri, Laici Esponenti dell’Ora Presente, avvertiranno sulla necessità di ridurre nell’atmosfera le emissioni umane dei gas.

    Quali emissioni di gas?
    Le eruzioni orali davanti ai microfoni?
    Oppure le emissioni di altri orifizi comunemente dette “flatulenze”?
    Sentiremo.

  • E.A. ha detto:

    Quelli di Bergoglio non sono infatti confronti, ma semplici atti di zerbinaggio, da parte di chi ha deciso di rendersi attore-protagonista della mostruosa farsa, e che in definitiva ha scelto dove collocarsi difronte ad una imminente e presumo ultima resa dei conti, che l’Umanita’ si appresta a saldare. Sconfortante il ruolo in platea, come pubblico pagante, dalle prime fila “riservate”, dei tanti e tanti cosiddetti e sedicenti Cattolici, che tra un fischietto di dissenso, qualche garbato e morigerato distinguo, si è accomodato indifferente o persino plaudente!

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