Il siero protegge i fragili? Gli studi dicono di no. Arrendersi All’Evidenza.

3 Ottobre 2023 Pubblicato da 7 Commenti

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, il nostro Arrendersi All’Evidenza offre alla vostra attenzione questo articolo che porta nuovi elementi a carico della pericolosità, anche a lungo termine, dei cosiddetti vaccini. Sbalorditivo, a mio giudizio, che il nostro governo – evidentemente soggetto agli stessi legami dei precedenti – riparta con una campagna vaccinale,  anche se diretta agli ultra-sessantenni…che comunque secondo gli studi sono non meno a rischio delle conseguenze del siero. Buona lettura e diffusione.

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QUA E LA’ VENGONO PUBBLICATI STUDI CHE SMENTISCONO LA SICUREZZA DEI COSIDDETTI VACCINI A mRNA

(L’EFFICACIA E’ GIA’ STATA SCREDITATA DAI FATTI).  

Uno dei maggiori problemi degli pseudo-vaccini, che sono più propriamente delle terapie geniche sperimentali, consiste nell’attivare un processo (la produzione di proteina spike codificata dal RNA modificato) che una volta innescato (sorvolando sui noti effetti collaterali della proteina spike, infiammogena) perdurano molto più a lungo della ragione per cui vi si ricorre (l’infezione virale non è una malattia genetica). Altro problema è che accade in molti distretti anatomici dove il virus non sarebbe entrato.

Ribadita la premessa, è interessante il riscontro illustrato dallo studio recentemente pubblicato su npj Vaccines: https://www.nature.com/articles/s41541-023-00742-7 concernente proprio la persistenza di questo mRNA e i fattori associati con i problemi cardiaci dei vaccinati.

Lo studio riguarda 25 autopsie svolte su pazienti (20 vaccinati e 5 non vaccinati come “controllo”) deceduti per qualsiasi causa nei 30 giorni seguenti alla somministrazione del (cosiddetto) vaccino. Viene rilevata la presenza di mRNA (RNA modificato e non naturale!) nel cuore (3 casi) e nei linfonodi ascellari (8 casi): quindi dei 20 vaccinati in 9 casi non c’è traccia di mRNA; non è stata trovata traccia nemmeno in fegato, milza (ed è una sorpresa, visto che vi si accumulano i nanolipidi cationici che veicolano l’mRNA) e linfonodi mediastinici. Nei non vaccinati “controllo” non è stato rilevato mRNA.

E’ risaputo che la persistenza del mRNa inoculato nel sangue è maggiore di quanto si affermava (superiore ai 60 giorni come) e sappiamo della presenza della spike negli esosomi circolanti anche 4 mesi dopo l’inoculo, come si legge nell’introduzione dell’articolo dello studio.

Nei 3 decessi in cui nel cuore è stato trovato l’mRNA si riscontra anche un’infiltrazione cardiaca di macrofagi.

Gli autori dello studio tendono a minimizzare la portata dei riscontri in merito alla correlazione tra somministrazione e decessi; inoltre resta da capire perché il rilevamento di mRNA non accada in tutti gli organi e in tutti i soggetti allo stesso modo. Resta il fatto è che l’mRNA lì, nel cuore, non ci dovrebbe essere proprio e invece c’è. I tre casi suddetti sono forse imputabili a malattie pregresse non diagnosticate? Potrebbe, darsi, ma intanto il riscontro autoptico dice che l’inoculo del siero non è estraneo al danno cardiaco.Volendolo negare, qualsiasi avvelenamento potrebbe non essere considerato tale per la possibilità che la morte sia da imputarsi ad altre cause concomitanti.              

Piuttosto, l’effetto combinato di un rilascio ritardato ad opera di nanolipidi (LNP) e dell’infiammazione aspecifica che consegue ai cosiddetti vaccini può risultare fatale per una fetta di popolazione propensa a sviluppare eventi patologici, come è il caso soprattutto degli ultracinquantenni. Da valutare se vi sia un effettivo beneficio nel contrastare un malanno influenzale, a fronte di rischi che concorrono, tra l’altro, a indebolire l’immunità naturale.

Un altro studio https://correlation-canada.org/wp-content/uploads/2023/09/2023-09-17-Correlation-Covid-vaccine-mortality-Southern-Hemisphere-cor.pdf riguarda le nazioni equatoriali, dove l’assenza della stagionalità non incide nell’andamento della mortalità in eccesso, e dell’emisfero sud.

I ricercatori hanno usato i dati di mortalità generale di 17 nazioni: Argentina, Australia, Bolivia, Brasile, Cile, Colombia, Ecuador, Malaysia, Nuova Zelanda, Paraguay, Peru, Filippine, Singapore, Sud Africa, Suriname, Thailandia e Uruguay. Questi Stati assommano il 9,1% della popolazione mondiale, contano il 10,3% dei casi di Covid e i loro abitanti mediamente hanno ricevuto 1,9 iniezioni (somma di ogni produttore) procapite.

In tutte le nazioni si registra un eccesso della mortalità dopo l’inizio delle “vaccinazioni”. Nove delle diciassette nazioni non registrarono aumenti significativi di mortalità nel 2020, quando fu dichiarato lo stato di pandemia che giustificò la successiva politica vaccinale.  Invece nel gennaio-febbraio 2022, estate nell’emisfero sud, coincidente con il booster vaccinale, c’è stato un inedito incremento della mortalità: l’eccesso di mortalità nell’anno 2021-2022 è di 1,74 milioni di morti, uno ogni 800 iniezioni nelle 17 nazioni.

Il tasso di mortalità (vaccine dose fatality rate, VDFR) in eccesso cresce con l’età e tocca il 5% per gli ultra 90enni con 4 dosi. Quindi nessun beneficio (superiore al rischio di morire per Covid) nemmeno a quell’età. E’ davvero difficile che in tutte queste 17 nazioni possa esserci una causa differente dal vaccino per giustificare la mortalità in eccesso nel periodo considerato. Il sincronismo dell’accaduto in 17 nazioni di 4 continenti, sempre associato ai booster, porta a riconoscere la tossicità del siero.

In Perù e Cile la VDFR arriva fino a 1 morto ogni 5 dosi di vaccino per gli ultranovantenni.  Anche nella più attrezzata Australia il dato è allineato, anche se con un’incidenza letale inferiore.

SE gli inoculi proteggono dall’infezione e dalla sua trasmissione, come mai dopo la loro introduzione la mortalità aumenta invece di decrescere? E perché pare arrestarsi l’incremento dell’eccesso di mortalità quando la campagna vaccinale si arresta o prima che riparta con i booster (anche questo è documentato dai dati in 9 nazioni in 3 continenti)?

La campagna di iniezioni sembra che non salvi nessuno, ma ne uccide molti e ne ammala di più, tanto peggio quanto più si è anziani: sicuri che stiamo veramente proteggendo i fragili?  
AAE

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7 commenti

  • unaopinione ha detto:

    “All’inizio si disse salvifico questo schema, dotato di un’efficacia elevatissima (oltre il 90%) e privo di effetti collaterali, …”
    A proposito … a quanto pare questa è una cortesia di Elon Musk:
    https://rense.com/general97/eloncov.mp4
    ma ricordiamoci che se una madre sposa questa religione:
    https://www.reddit.com/r/conspiracy_commons/comments/ti9mgc/why_is_elon_musks_mom_making_this_funny_gesture/?rdt=39949
    il risultato potrebbe essere un Elon Musk (cosa voglio dire? Non bisogna abbassare la guardia … se i globalisti non riescono ad ottenere la fiducia in un modo poi è possible che provino ad ottenerla in un altro modo).

  • arrendersi all'evidenza ha detto:

    Biglietti gratis per la lotteria e premio agli artefici dei lotti.
    Il mondo della scienza diventa una riffa: alcuni organizzatori vincono, tutti gli altri giocano per sperare di non perdere.

  • arrendersi all'evidenza ha detto:

    Qualcuno ha sollevato dubbi sull’opportunità che un blog cattolico tratti di temi medici.
    Il Dr. Tosatti ha già risposto esaurientemente.

    Qui mi limito a sottolineare il beneficio per ciascuno di noi, quindi per il prossimo di ciascuno, nell’avere un approccio non fideistico verso i dogmi idolatrici della falsa scienza, riconoscendoli tali non per uno scetticismo snobistico, ma alla luce dei dati disponibili, spezzandoli per renderli commestibili a chi altrimenti starebbe lontano dal piatto. Qualche semplificazione è inevitabile, ma anche una buona catechesi deve poter rendere digeribile la Teologia al fedele meno addentro.
    E ha l’obbligo di non dire indigesta (o inutile) la Teologia!

    Esemplifico con l’ormai famoso mRNA (un esperimento) somministrato a chi ha firmato un “consenso informato” che per molti di fatto è stato estorto (anche questo è un tema caldo per un blog cattolico).

    Dunque l’mRNA (che codifica la sintesi della proteina spike del coronavirus) viene introdotto nel deltoide insieme a delle sostanze deputate a farlo passare dal muscolo al circolo sanguigno e linfatico e poi ad entrare nelle cellule dove, nei ribosomi, avviene la sintesi voluta.

    A questo punto la cellula produce un antigene (la proteina spike) attivando il sistema immunitario a riconoscerlo, produrre i relativi anticorpi e (in caso di infezione del virus che possiede una proteina analoga) combatterne la capacità di legarsi ai recettori (gli ACE) e così impedire al virus di entrare nelle cellule.

    All’inizio si disse salvifico questo schema, dotato di un’efficacia elevatissima (oltre il 90%) e privo di effetti collaterali, volto ad impedire il contagio di un’infezione altamente letale e priva di altre cure.

    Poi abbiamo visto che l’efficacia è lontanissima da quella vantata e che gli effetti collaterali ci sono e tanti.
    Promesse non mantenute o forse non erano nemmeno mantenibili, anche se utili per testare il green pass.
    Paradossalmente i vaccinati sembrano maggiormente esposti al contagio, come se avessero indebolito le proprie difese immunitarie.

    Non sottovaluterei nemmeno il fatto che l’mRNA contenuto nei sieri NON è la “solita” proteina o virus inattivato dei vaccini tradizionali: un esperimento che accende nell’organismo un sistema senza conoscere se e quando si spegnerà e che cosa provocherà (d’altro, oltre all’effetto promesso) nel mentre!

    Oggi sappiamo che, persistendo il loro stimolo anche per due mesi, “spremono” le prestazioni delle cellule T e delle cellule NK del sistema immunitario, fino ad esaurirle. Come se si attivasse l’allarme di una casa per un test e poi continuasse a suonare per due mesi, senza poterlo fermare! Ma il problema non è il fastidio di un rumore: è invece l’interferenza deleteria per sistemi deputati ad intercettare ad esempio i tumori (il p53) .

    Anche i nanolipidi cationici (LNP) necessari a trasportare l’informazione genetica sono stati un esperimento, trattandosi di sostanze non utilizzate nell’uomo e la cui produzione ha a che fare con nanotecnologie non esenti da potenziali residui ancora più insidiosi, tanto più che possono sfuggire alle analisi di controllo stabilite dalle Autorità per rilasciare un lotto (tutte cose scritte nero su bianco e richieste di ulteriori dati durante il periodo di “approvazione condizionale” d’emergenza. In molti lotti sono stati trovate contaminazioni non piccole e anche qui c’è che dubita che si tratti soltanto di casualità.

    Essendo gli LNP sostanze altamente stabili (poco biodegradabili) sono necessariamente persistenti (e li sappiamo potenzialmente infiammatori).

    Inoltre questi nanolipidi sono noti per poter portare il DNA o RNA anche dentro il nucleo delle cellule (il che è cosa ben più problematica del limitarsi a farlo nel citoplasma). Tanto più che ora sappiamo presenti (volutamente o meno) nei “vaccini” anche dei residui di DNA, che quindi entrano nei nuclei e possono interferire con il DNA naturalmente presente. A causa dei nanolipidi LNP anche la spike prodotta può entrare nel nucleo delle cellule.

    Ribadisco: non c’è solo l’accumulo preferenziale in certi organi (es. ovaie), ma la possibilità che nelle cellule di quegli organi vengano interessati non solo i ribosomi, producendo nel citoplasma una proteina non priva di effetti infiammatori, ma addirittura gli stessi nuclei!

    Ci sono poi altre stranezze, probabilmente non casuali, che sollevano ulteriori dubbi sui reali intendimenti dell’esperimento, visto che potrebbe evolvere verso i prioni, pericolosi per il sistema nervoso, o i fenomeni autoimmunitari in aggiunta agli ormai tristemente noti problemi cardiaci e circolatori.

    Se tutte le premesse dell’esperimento sono sospette (tempistiche della ricerca, formula, studi clinici, qualità dei lotti, presenza di contaminanti visibili, stabilità che richiede condizioni di conservazione estreme) e se le interazioni nel corpo sono ben più complesse dello schema semplice proposto come teoria, chi assicura che persino le proteine prodotte siano solo quelle dichiarate da una teoria incapace di reggere alla realtà?

    Si tratta di rischi ENORMI per la salute e per la vita.

    La vita è un dono da vivere nella realtà: se poi uno, che vede una mela, ci vedesse un cocomero, non è un atto di misericordia il preoccuparsi di un bisognoso?

  • Acido_Tossico ha detto:

    I giornali titolano che è stato assegnato il Nobel della medicina ai “padri” del vaccino anticovid.
    Anche se la procreazione è avvenuta in vitro, uno dei “padri” è una “femmina” (Katalin Karikò).
    Dunque la notizia va data onestamente:
    “Il premio Nobel della medicina è stato assegnato al Padre e alla Madre del vaccino anticovid”.

  • Adriana 1 ha detto:

    E mo’ hanno dato il Nobel a due tizi che hanno “ideato” il Pfitzer vaccino a RnMa, o meglio ” siero”. La tizia trionfante ha detto che il siero accelera i tumori e che questo è un bene…per le casse di Pfizer, immagino. Questo è un Nobel dato per motivi economici.

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