CL e il trionfo del clericalismo. La solitudine di leader di se stessi. Mastro Titta.

28 Agosto 2023 Pubblicato da 6 Commenti

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, il nostro Mastro Titta offre alla vostra attenzione queste riflessioni sul Meeting di CL, concluso di recente, e più in generale sullo stato di quella realtà ecclesiale. Buona lettura, e condivisione.

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MASTRO TITTA: CL E IL TRIONFO DEL CLERICALISMO. LA SOLITUDINE DEI LEADER DI SE STESSI

 

Una premessa e tre fatti. La premessa è che i fatti sono tutti legati a Comunione e Liberazione – si è appena concluso il Meeting di Rimini – ma vorrei menarli ad una conclusione più generale riguardo lo stato del cattolicesimo.

Primo fatto. Un amico trascorre una giornata al Meeting coi figli. Incrocia Davide Prosperi, attuale presidente della Fraternità di Cl, che passeggia da solo, ignorato dai non pochi presenti. Osserva l’amico: “Una volta nessun leader del movimento avrebbe mai girato da solo. Non facevano un metro senza essere fermati da qualcuno, e spesso molte persone insieme”.

Secondo fatto. Marco Ascione, del Corriere della Sera, scrive un libro inchiesta su CL, interrogandosi sul perché i 16 anni di don Carròn alla guida del movimento siano stati cancellati, come dichiara lui stesso in un’intervista a La Verità. Domanda legittima.

Terzo fatto. Il professore di religione Andrea Davoli – 52 anni, membro dei Memores Domini, l’associazione laicale legata a Cl i cui membri fanno professione di verginità – ammette la relazione sessuale con una studentessa quattordicenne, iniziata durante gli esercizi spirituali di Gioventù Studentesca e sveltamente bollata come stupro.

Cosa lega questi fatti? Due cause. La prima, l’abbandono del gregge da parte della maggioranza dei pastori. Una spaventosa voragine non solo dottrinale, ma spirituale e morale.

L’esito, se così pare, di frescacce come la “fragilità” dell’uomo che fa il paio con la “misericordia infinita”. O come l’idea che “la Chiesa di certo non vuole la mia infelicità”, come disse la moglie di un altro amico separandosi dal marito.

Fragilità, misericordia e felicità (e altre parole come “accoglienza”, “amicizia”, “unità”, “essere come si è”, “Dio scrive dritto sulle righe storte” e via dicendo) sono parole-esca acchiappa-gonzi.

Il professore di 52 anni che concupisce o si fa concupire dalla ragazzina attingerà a questo bagaglio zuccheroso e nauseabondo per rifarsi la reputazione distrutta. Ascoltare, comprendere, assolvere è la nuova trinità di Camelot, per citare James Ellroy. Siamo cristalli sotto macine di mulino, non vale nemmeno la pena combattere – la tesi di Carròn spiegata bene.

Il problema non è Davoli ma una percezione vacua di cosa sia il peccato, cosa sia una vocazione, cosa significhi e quale scopo abbia il tentativo imperfetto di vivere in grazia di Dio.

Gli è che la maggior parte dei laici cattolici seguirebbe il proprio cuore, o organi limitrofi, esattamente come Davoli. In balìa dei venti del sentimento, convinti che qualsiasi concetto sbrindellato e imparaticcio tu metta insieme è “esperienza cristiana” o addirittura “magistero della Chiesa”. E se la vita ti porta altrove come una piena del fiume, è perché Dio vuole così per il tuo bene. In queste secrezioni mentali colpisce l’assenza del mistero che investe tanto l’esistenza quanto il divino da cui essa trae origine.

La confusione fra sapienza e ispirazione, cioè persone che scambiano i micro trolls che gli saltano in testa col cattolicesimo, è in voga da decenni. Sta soltanto tracimando caduti gli ultimi argini contro il male che ama se stesso (love is love).

Si possono invitare Mattarella e la presidente della Corte Costituzionale Sciarra al Meeting, ma se non è chiaro che uno Stato e delle istituzioni degne poggiano sull’edificio spirituale del singolo uomo presto o tardi, dopo avercelo condotto per mano, anche loro seguiranno il popolo nella rovina.

La causa prima di questo sfacelo, in un paese storicamente cattolico, è che la Chiesa – dal papa all’ultimo dei catechisti – non educa più. Addirittura esibisce esegesi nuove di pacca, come fa padre Antonio Spadaro esaminando il Cristo spietato condotto a miti consigli, rieducato e umanizzato dalla donna cananea.

Uno stupro della verità del testo evangelico di cui però in pochi parlano, salvo poi scandalizzarsi degli appetiti di un educatore cattolico per discenti minorenni. Eppure il nesso fra le due cose dovrebbe essere chiaro anche a un morto.

Perché i cattolici non educano più? Le ragioni sono molte. Mi limito a segnalare un sentimento comune che si colloca alla base dell’abiura della funzione educativa fondamentale di qualsiasi società: la noia. Una noia mortale. Nel caso in esame noia di Gesù Cristo, della Chiesa, degli uomini.

Dal momento che il papa nomina amici suoi abortisti filo-LGBTQ in Vaticano – Zaffaroni non è il primo e non sarà l’ultimo: aveva cominciato premiando l’ultras abortista Ploumen con la Medaglia di San Gregorio – è lampante che l’ultimo dei cattolici si senta autorizzato a violare i principi più elementari: se “amico filo-gay” batte “abortista” e sei il papa, non vedo perché il noumeno “quattordicenne in fiore” dovrebbe mitigarsi davanti ad una quisquilia come la professione di castità fatta a Dio, specie se sei appena un professore di provincia di anni 52.

Tipicamente è il mostro morale non educato e ignorante come una scarpa che sbuffa di fronte alle definizioni, alle regole, ai principi, al canone. Il mostro morale che ferito “non ha tempo di sanguinare”: aborre il pensiero e i rigori che esige. Ha la vita da vivere e se deve riflettere, riflette se stesso e le proprie voglie come allo specchio. Spappola i concetti e poi li rimette insieme, papposamente.

Sono tutti sintomi di una noia pestifera, figlia di una crassa ignoranza e di coscienze torpide, nelle quali il gusto della conoscenza e del rigore che vi si accompagna è ormai estinto. Passi non credere in Dio, ma l’essere giunti a credere che Gesù Cristo sia morto per indigestione da peperonata ha reso il cristianesimo talmente ridicolo e banale da non attrarre più nemmeno le mosche.

 

Poiché questa noia invincibile ha preso campo, per mantenere in piedi la baracca, accanto a omelie sbullonate su Gesù bacchettone non resta che l’esercizio bruto del potere clericale. Dal momento che non esiste più una lingua comune né cose di cui parlare, restano i rapporti di forza di marxiana memoria. Il più forte corca di botte il più debole.

 

Il clericalismo che tanto spiace al papa è, nella sua versione chiodata,  la cifra del suo pontificato. Carròn è caduto in disgrazia agli occhi del Sommo? Damnatio memoriae. Deve sparire dalla circolazione, il suo nome cancellato dalle iscrizioni, i busti marmorei sfigurati a martellate. Questa risposta forse non soddisfa Ascione, e forse è tagliata con l’accetta, non di meno è plausibile.

 

In camera caritatis, mi piacerebbe sapere se l’opera di Ascione è davvero genuina, visto il botta e risposta fra Antonio Polito e Rodolfo Casadei: ormai, vedi Vannacci prossimo a candidarsi con la Lega, quasi tutti i libri servono ad altro e ad altri, tranne quelli che nessuno legge).

Il prodotto algebrico di diseducazione e clericalismo è Prosperi che cammina da solo in mezzo ad altre solitudini. Sciolta Cl nell’acido, fatte nuove regole e provveduto alla formazione- rieducazione del popolo alle sorprese dello Spirito, trovato anche il nuovo leader sorridente e positivo che tutto va bene madama la marchesa, magari il popolino ti giustifica pure sul piano dell’argomentazione e dell’intenzione, ma poi ti scansa come la peste.

Ti evita a prescindere dalle tue qualità e difetti. Ti evita perché oscuramente avverte che sei il sottoprodotto vetroso della fusione. Sei a malapena “il leader di te stesso”, come promettono i guru motivazionali che a soli 1000 euro a seminario ti cambiano la vita. Svanito l’incanto, uno guarda da vicino e scopre che siamo fratelli tutti ma figli di nessuno.

Il popolino magari non se lo spiega lucidamente, ma avverte che in queste beghe di pollaio Cristo non c’entra nulla. E piano piano nemmeno le galline c’entrano più, nel pollaio.

La gente è tarda, ma capisce che le cose esistono sulla carta. Si accorge che i movimenti ecclesiali come Cl e l’Opus Dei – altra realtà attenzionata dal Sommo Pontefice – non hanno più nulla da dire. Sia perché non ce l’hanno di loro, sia perché vengono silenziati dalla Madre Chiesa.

Così i laici cattolici, con una torsione di spaventosa meschinità, sono tornati a non contare una ceppa. Si dirà: ma Prosperi è un laico. Appunto. Come tale non ha argomenti contro gli Efori che gli ingiungono di onorare le Carnee.

A Francesco interessa esclusivamente ciò che contraddice il cattolicesimo. L’onore di dimostrare il contrario spetta a chi lo difende e lo apprezza perché “il papa è il papa”, “ubi Petrus ibi ecclesia” e via dicendo.

La Chiesa non è più la casa dei cattolici. Non serve più: c’è la casa comune da costruire. Come sbraita il sergente Hartman in Full Metal Jacket: “Qui vige la democrazia: non conta niente nessuno”. Certo non contano Carròn, Prosperi o l’infelice Davoli. Non conta nemmeno Bergoglio, nonostante le apparenze contrarie.

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6 commenti

  • Giorgio ha detto:

    “ Svanito l’incanto, uno guarda da vicino e scopre che siamo fratelli tutti ma figli di nessuno”. Geniale.

  • Mimma ha detto:

    Se vuole il mio debol parere, i movimenti ecclesiali, quasi tutti di matrice sessantottina, hanno contribuito allo sfascio della Chiesa.
    Laici poco preparati ma arroganti, preti operai o insegnanti , giovani nella maggior parte dei casi e perciò contaminati dalla cultura progressista malgrado loro , inorgogliti dalla temperie giovanilista, osannati e viziati, malformati in seminari corrotti se chierici, convintissimi di poter o dover cambiare la Chiesa ” modernizzandola ” , oggi raccolgono ciò che hanno seminato.
    Purtroppo coinvolgendo nella raccolta tutti , anche quanti
    come me , si sono tenuti alla larga da loro .
    La maggior parte dei cattolici ormai, di conseguenza, già segue, caro Mastro Titta, non ” seguirebbe” i propri istinti, in barba ai Dieci Comandi, facendosi scudo non solo di questi ” illustri ” esempi ma soprattutto dei lasciapassare del Portinaio della Chiesa in uscita, occhiuto solo coi quattro gatti fedeli a Cristo e le monache sante, ma cieco totale coi malfattori impenitenti.
    Gliene racconto una, fresca.
    Vado a confessarmi da un Minimo, l’urgenza non mi offriva altro.
    Avevo mormorato contro il mio parroco che dava con disinvoltura Gesù Eucaristico a una suocera e a una nuora in aperta , pubblica, inimicizia tra loro , esibita con liti in piazza e nelle vie del paese, oltre che nella chiesa stessa, dove non si guardavano nemmeno, durante la celebrazione.
    Al momento della Comunione però, in fila entrambe, come nulla fosse, la nuora catechista e la suocera in lacrime.
    A qualcuno che aveva già fatto notare la cosa, il prete aveva risposto che la sua mediazione era stata infruttuosa e inutile , essendo le due donne irremovibili dalle reciproche posizioni di ostilità.
    Gli avevo dato perciò dell’incapace e pavido, perchésecondo me non aveva usato l’unico mezzo utile per convincerle entrambe: negare loro la Comunione, finché non si fossero riconciliate, secondo il consiglio evangelico ” se hai un conto sospeso con il fratello, lascia l’offerta …”
    Non secondo il mio parere.
    Bene.
    Sa come è finita a Me?
    Il Minimo mi ha chiamata farisea ipocrita, perché nonavevo avuto, Io, il coraggio di andare dalle due donne a rimproverarle.
    Io , che le conosco appena…
    Inoltre mi ha addebitato come peccato l’essermi scandalizzata, perché, mi ha detto, i veri seguaci di Gesù non si scandalizzano mai davanti al peccato altrui.
    Devo essere rimasta, letteralmente, con la bocca aperta, perché il santo frate ha rincarato : ” ha capito, signora ?”
    Non solo avevo la faccia da ebete, ma il poveretto non sapeva che stavo peccando in confessione, dato che
    l’avevo mandato mentalmente ai corvi.
    Ho dovuto cercare un altro prete per confessarmi di nuovo.

  • Francesco Taddei ha detto:

    Da tempo non frequento più CL e trovo molto triste lo scadimento in atto. Alcune cose(molte) del suo articolo le condivido. Ci sono poi altre cose che non vanno ma che nessuno vuole vedere. Ma vent’anni fa le persone che frequentavano cl erano tre volte tanto. Eppure questo non li induce a nessuna riflessione.

  • FABIO TORREMBINI ha detto:

    spunti condivisibili, ma la cosa che mi lascia perplesso è il mostro in prima pagina! Perchè continuare a sottolineare nome e cognome del memores che avrebbe o ha avuto un rapporto con un’adolescente, perchè? La settimana scorsa il mostro era già su tutti i giornali, figuriamoci, perchè anche qui non esiste un minimo di pietà, di misericordia e di rispetto sia per il peccatore che per la ragazzina? Cosa si pensa, che ai tempi di Don Giussani certe cose non succedessero? Devo iniziare il racconto?? Se la nuova chiesa dovesse nascere da un siile atteggiamento censorio andiamo bene…

  • Cristina ha detto:

    Una mia amica informata sosteneva che CL fosse una setta para-comunista.A Rimini hanno invitato tutti purché fossero gente di potere,hanno applaudito mogli invisibili sotto lenzuola nere di ministri islamici.Adesso tutto è alla luce del sole e lo spettacolo della verità dei cuori è bruttissimo,ma la verità è sempre meglio della menzogna.L’unico problema è la fede e la vera fede è quella di San Paolo.Solo Dio tocca i cuori .

    • Francesco ha detto:

      La verità crudele? Ogni elezione (anche quella del sindaco) si da indicazione di voto per chi appoggia il loro disegno politico(sussidiarietà): appalti per le imprese cdo. (Lupi in cambio ha votato a favore della legge Cirinnà, credo proprio su consiglio di Vittadini). Mi manda in bestia che venga militarizzato il voto.

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