Supplica Filiale e Apprensiva a S.S. Leone XIV. Correggere Amoris Laetitia e Fiducia Supplicans.
18 Settembre 2025
21 Commenti
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, offriamo alla vostra attenzione questa iniziativa consegnata a Leone XIV il 16 settembre scorso. Buona lettura e diffusione.
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Supplica Filiale e Apprensiva a Sua Santità Leone XIV
Comunicato Stampa
Oggi 16 settembre è stata consegnata una “Supplica filiale e apprensiva a S.S. Leone XIV” che si pone sulla scia di un’analoga “Supplica a Sua Santità Papa Francesco sul futuro della famiglia” consegnata dieci anni fa, il 29 settembre 2015.
All’epoca, quella Supplica, firmata da oltre 800 mila persone, compresi 211 prelati fra cardinali e vescovi, implorava Papa Francesco di ribadire chiaramente il magistero cattolico perenne, in modo “da superare la crescente confusione fra i fedeli” e impedire “la relativizzazione dell’insegnamento di Gesù Cristo”. Questo perché circolavano voci secondo le quali sarebbe stata cambiata la dottrina della Chiesa in certe materie come la Comunione ai divorziati risposati e persino un nuovo giudizio morale dell’omosessualità.
A dieci anni di distanza, davanti alla sfrontata offensiva di chi chiede la legittimazione morale delle relazioni e delle unioni omosessuali – offensiva manifestatasi clamorosamente nel pellegrinaggio LGBT della Tenda di Gionata alla Porta Santa di San Pietro e in diversi eventi ad esso collegati -, un gruppo di 25 associazioni che ebbe un ruolo basilare nella promozione di quella iniziativa, si dirige oggi a Papa Leone per chiedergli rispettosamente di confermare e ribadire l’insegnamento perenne della Chiesa espresso nel Catechismo, ovvero che tali relazioni sono “obiettivamente e intrinsecamente disordinate”, ricordando che la Sacra Scrittura le qualifica come “gravi depravazioni”.
Questa Filiale e Apprensiva Supplica a Papa Leone si rende necessaria considerate anche le pressioni di un vasto numero di presuli e di teologi – citati nel testo – impegnati a modificare la dottrina della Chiesa non solo nel linguaggio, ma addirittura nella sostanza, valutando gli stessi atti peccaminosi come fatti positivi, sino a ritenerli un’immagine della donazione eucaristica di Cristo.
Davanti all’azione di questa potente “lobby” e tenendo conto delle recenti e stimolanti parole di Papa Leone sul dovere dei cattolici di essere coerenti alla verità cattolica anche nella vita pubblica, i firmatari invocano una Sua parola chiarificatrice per superare la confusione creatasi in innumerevoli fedeli dopo i recenti eventi a Roma di cui si è resa protagonista la comunità LGBT, ricordando che, se è legittimo cedere in punti secondari per ottenere l’unità, smette di esserlo se si deve sacrificare la verità.
I firmatari colgono l’occasione per sollecitare rispettosamente al Papa, oltre questa parola di riaffermazione del magistero perenne sull’attività omosessuale, anche misure che correggano tutto quanto, a causa dell’Esortazione Amoris Laetitia e della Dichiarazione Fiducia Supplicans, ha cagionato una forte confusione sia sull’insegnamento sia sulla pratica della morale cattolica.
Segue il testo della lettera.
Roma, 16 settembre 2025
Supplica filiale e apprensiva a S.S. Leone XIV
Beatissimo Padre,
Alla luce delle Vostre recenti e favorevoli manifestazioni in difesa della famiglia e della coerenza che i cattolici devono mantenere nella vita pubblica nel sostenere i principi della fede, le associazioni firmatarie — eredi del pensiero e dell’azione del grande leader brasiliano Plinio Corrêa de Oliveira — si rivolgono filialmente a Vostra Santità per manifestare le proprie apprensioni circa il futuro della famiglia.
Nel 2015 ci eravamo già rivolti a Papa Francesco, nel periodo tra i due Sinodi sulla famiglia, per denunciare l’alleanza di potenti organizzazioni, forze politiche e mezzi di comunicazione che promuovevano la cosiddetta “ideologia di genere”. Tale ideologia fungeva da sigillo per una rivoluzione sessuale che favoriva costumi contrari alla legge naturale e divina. Più grave ancora, constatavamo un generale disorientamento tra i cattolici, “causato dall’eventualità che in seno alla Chiesa si apra una breccia tale da permettere l’adulterio – in seguito all’accesso all’Eucaristia di coppie divorziate e risposate civilmente – e perfino una virtuale accettazione delle unioni omosessuali”. Di conseguenza, chiedevamo una parola chiarificatrice a Papa Francesco, per “superare la crescente confusione tra i fedeli” e impedire “la relativizzazione dell’insegnamento di Gesù Cristo”.
Con l’appoggio sussidiario di altre entità riunite nella coalizione “Supplica filiale a Sua Santità Papa Francesco sul futuro della famiglia”, raccogliemmo 858.202 firme consegnate alla Santa Sede la mattina del 29 settembre 2015, quasi esattamente dieci anni fa.
Tra le firme spiccavano quelle di 211 prelati (cardinali, arcivescovi e vescovi) e di un gran numero di sacerdoti e religiosi, oltre a numerose personalità civili di rilievo in Occidente e in altri paesi. Nel suo intervento al convegno Chiesa cattolica: dove vai?, tenutosi a Roma il 7 aprile 2018, il cardinale Walter Brandmüller citò la nostra petizione come una delle più evidenti manifestazioni del consensus fidei fidelium ad aver svolto un ruolo immunizzante per preservare la Chiesa dall’errore.
Con grande dolore nell’anima, dobbiamo constatare che, lungi dall’accogliere quella giusta richiesta del gregge, il predecessore di Vostra Santità alla Cattedra di Pietro aggravò ancor più la situazione. Da un lato, con l’abuso di ammettere i divorziati civilmente risposati alla comunione eucaristica — tramite la nota 351 di Amoris Laetitia e l’approvazione pontificia all’interpretazione dei vescovi della Regione Pastorale di Buenos Aires —; dall’altro, con dichiarazioni e gesti che legittimarono le unioni civili omosessuali, culminando con le “benedizioni pastorali” autorizzate nella Dichiarazione Fiducia Supplicans, del 18 dicembre 2023, firmata dal Prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede.
Da allora, la situazione ha continuato a peggiorare, soprattutto per quanto riguarda l’accettazione delle unioni e relazioni omosessuali. Si sono moltiplicate le dichiarazioni di alti prelati che chiedono un “aggiornamento” dell’insegnamento della Chiesa e una modifica del Catechismo nei paragrafi che affermano che l’inclinazione omosessuale è “oggettivamente disordinata”, che gli atti omosessuali sono “intrinsecamente disordinati” e che la Sacra Scrittura li presenta come “gravi depravazioni”.
Benché con linguaggio apparentemente moderato, vi sono già voci di prelati e teologi che chiedono di “storicizzare” le situazioni per evitare “pregiudizi moralistici”, aggiornando il linguaggio bimillenario della Chiesa e adattandolo ai tempi attuali. È quanto pensano, ad esempio, personalità come il vicepresidente dei vescovi italiani, mons. Francesco Savino, l’arcivescovo francese mons. Hervé Giraud e il cardinale Jean-Claude Hollerich, arcivescovo di Lussemburgo, il quale è arrivato ad affermare che l’insegnamento cattolico sull’omosessualità “è sbagliato”, poiché la sua base sociologica e scientifica non sarebbe più valida.
Allo stesso modo, suor Jeannine Gramick e padre James Martin desiderano sopprimere l’espressione “intrinsecamente disordinati”, proponendo formule alternative che tendono a rendere ammissibile ciò che non lo è e non potrà mai esserlo. Il Cammino Sinodale Tedesco segue la stessa direzione, chiedendo una revisione del Catechismo per adattarlo alle “scienze umane”, il che equivale a dire che il mondo moderno ha più autorità di Dio.
Purtroppo, c’è chi va ancora oltre, chiedendo non solo cambiamenti nelle parole, ma anche nella stessa pratica dell’insegnamento morale della Chiesa. Il cardinale Robert W. McElroy, ad esempio, nega che la materia dei peccati sessuali sia grave, aprendo così la strada alla legittimazione e normalizzazione dell’impurità. Afferma inoltre che l’“accoglienza radicale” degli omosessuali praticanti debba essere persino sacramentale, cioè che vivere oggettivamente contro il comandamento divino non costituirebbe ostacolo a ricevere l’assoluzione e l’Eucaristia. Il cardinale Timothy Radcliffe, dopo aver affermato che l’insegnamento cattolico è “sano e buono”, lo diluisce dicendo che bisogna intenderlo con “sfumature” e ha reiterato indirettamente quanto già affermato nel Pilling Report, e cioè che le relazioni omosessuali potrebbero essere comprese in chiave eucaristica, come immagine della “donazione di Cristo” nella comunione. Il teologo austriaco padre Ewald Volgger insiste sulla stessa linea dicendo che le unioni omosessuali sono un’immagine della sollecitudine divina per gli uomini, il che giustificherebbe che siano benedette. Il teologo svizzero Daniel Bogner colpisce direttamente il sacramento del matrimonio, sostenendo che sia necessario conferirgli una nuova comprensione, liberandolo dal suo “involucro di perfezione”, affinché le unioni irregolari e omosessuali non siano discriminate. Egli difende la necessità di porre fine alla “rigida fissazione sul sesso biologico e sull’eterosessualità dei coniugi”, poiché “la fertilità non deve essere intesa esclusivamente in termini di riproduzione biologica”.
Alla luce di tutto questo, Beatissimo Padre, non possiamo non concludere che, sotto il pretesto della misericordia e dell’adattamento alla scienza, esistono forze che — rendendola irriconoscibile — vogliono reinventare la fede cattolica secondo le passioni del mondo.
In questo contesto di offensiva aperta per forzare l’accettazione delle unioni omosessuali, è stato particolarmente scioccante vedere che, sotto il pretesto di ottenere indulgenze giubilari, si sia offerta, a gruppi che professano apertamente tali errori, un’occasione di grande visibilità. Si è permesso che entrassero in processione, portando una croce “arcobaleno”, nella Basilica di San Pietro. Ancora più grave: questa vera e propria sfilata di “orgoglio omosessuale” è stata preceduta da un’udienza concessa a padre James Martin, il quale, in seguito, ha attribuito a Vostra Santità parole di incoraggiamento per il suo attivismo in favore del movimento LGBT. Analogamente, mons. Francesco Savino, alla fine di un’omelia nella Chiesa del Gesù, ha dichiarato che Vostra Santità gli avrebbe detto: “Lei vada a celebrare il Giubileo organizzato dalla tenda di Gionata e delle altre organizzazioni che si occupano di fratelli e sorelle [omosessuali]”.
Siamo coscienti che alcuni di questi eventi scioccanti (e altri ancora in agenda) sono stati organizzati dagli organismi della Santa Sede durante il pontificato precedente e che Vostra Santità, forse nel desiderio di garantire l’unità della Chiesa, sembra voler modificare l’orientamento della Curia romana a poco a poco. Tuttavia, se è legittimo cedere su punti secondari in nome dell’unità, non sembra lecito farlo quando ciò implica il sacrificio della verità: vivere secondo verità non è solo dire ciò che è vero, ma anche praticarla davanti a molti testimoni, come insegna Sant’Agostino.
Una grande speranza sorse nei cuori di milioni di cattolici quando, nel Giubileo delle Famiglie, Vostra Santità citò l’enciclica Humanae Vitae e affermò che “il matrimonio non è un ideale, ma il canone del vero amore tra l’uomo e la donna”. Tale dichiarazione riecheggiava il discorso al corpo diplomatico, in cui ribadì che la famiglia è “fondata sull’unione stabile tra uomo e donna”. Ma questa speranza si converte in allarme di fronte al timore che, come nel pontificato precedente, gli atteggiamenti pastorali concreti continuino a smentire nella pratica ciò che si insegna nella teoria.
Questo timore ci porta a rinnovare la richiesta già fatta nel 2015, nella Supplica Filiale a Sua Santità Papa Francesco:
“In questa situazione, infatti, una parola chiarificatrice di Vostra Santità è l’unica via per superare la crescente confusione tra i fedeli. Essa impedirebbe la relativizzazione dell’insegnamento di Gesù Cristo e dissiperebbe le tenebre che si proietterebbero sul futuro dei nostri figli, se la fiaccola smettesse di illuminare il loro cammino. Questa parola, Santo Padre, ve la imploriamo con cuore devoto per tutto ciò che Voi siete e rappresentate. Siamo sicuri che la Vostra parola non potrà mai dissociare la pratica pastorale dall’insegnamento lasciato in eredità da Gesù Cristo e dai suoi vicari, perché ciò renderebbe più grave la confusione. Infatti, Gesù ci ha insegnato con assoluta chiarezza la coerenza che deve esistere tra la verità e la vita (cfr. Gv 14, 6-7), così come ci ha avvertito che l’unico modo di non soccombere è quello di porre in pratica la sua dottrina (cfr. Mt 7, 24-27).”
Osiamo inoltre aggiungere rispettosamente due richieste concrete, che rendano palese il riallineamento della pratica con l’insegnamento tradizionale della Chiesa:
- Imploriamo che sia annullato il rescritto di Papa Francesco che conferisce valore di magistero all’interpretazione eterodossa delle ambiguità di Amoris Laetitia, ribadendo in modo chiaro che i divorziati civilmente risposati, vivendo more uxorio, non possono ricevere l’assoluzione sacramentale né, in quanto peccatori pubblici, la Santa Comunione.
- Supplichiamo che sia revocata la Dichiarazione Fiducia Supplicanse riaffermato il divieto di concedere qualsiasi tipo di benedizione a coppie omosessuali, come stabilito nel Responsum della Congregazione per la Dottrina della Fede del 22 febbraio 2021, a proposito di un dubium sulle benedizioni alle unioni di persone dello stesso sesso.
Chiedendo la Vostra benedizione apostolica, assicuriamo le nostre preghiere alla Madonna del Buon Consiglio e a Sant’Agostino, affinché illuminino Vostra Santità in questo delicato inizio di pontificato, in cui – involontariamente – Vi trovate a dovervi confrontare con un’eredità di confusione e divisione difficile da sanare.
15 settembre 2025,
festività della Madonna Addolorata.
Instituto Plinio Corrêa de Oliveira (Brasil) | American Society for the Defense of Tradition, Family, and Property (USA) | Tradición y Acción por un Peru Mayor (Perú) |
Asociación Civil Fátima la Gran Esperanza (Argentina) |
Australian TFP Inc. (Australia) |
Canadian Society for the Defence of Christian Civilization (Canada)
|
Acción Familia por un Chile auténtico, cristiano y fuerte (Chile) |
Asociación Civitas Christiana (Colombia) |
Deutsche Gesellschaft zum Schutz von Tradition, Familie und Privateigentum e.V. (Deutschland)
|
Sociedad Ecuatoriana Tradición y Acción Pro Cultura Occidental (Ecuador) |
Tradición y Acción (España) |
Société française pour la défense de la Tradition, Famille, Propriété – TFP (France)
|
Hrvatsko Ddruštvo za Zaštitu Tradicije, Obitelji i Privatnog Vlasništva (Hrvatska)
|
Irish Society for Christian Civilisation (Ireland) |
Associazione Tradizione Famiglia Proprietà (Italia) |
Ufficio Tradizione Famiglia Proprietà (Roma) |
Stichting Civitas Christiana (Nederland) |
Österreichische Gesellschaft zum Schutz von Tradition, Familie und Privateigentum – TFP (Österreich)
|
Sociedad Paraguaya de Defensa de la Tradición, Família y Propriedad – TFP (Paraguay)
|
Philippine Crusade for the Defense of Christian Civilization (Philippines) |
Fundacja Instytut Edukacji Społecznej i Religijnej im. Ks. Piotra Skargi (Polska) |
Instituto Santo Condestável (Portugal) |
Nadacia Civitas Christiana (Slovensko) |
Family Action South Africa NPC (South Africa) |
Tradition, Family, Property Association (United Kingdom) |
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Categoria: Generale
Supplica bellissima, ma inutile. Cadrà nel vuoto. Chi vede in Leone un possibile restauratore della vera fede soffre di grave miopia, si illude e basta. L’agostiniano american-peruviano si è rivestito sì di bei paramenti, ha pure ripristinato l’ uso estivo di Castel Gandolfo, a breve andrà ad abitare nelle stanze papali, ma è tutto fumo negli occhi; in realtà è palesemente affezionatissimo al suo “venerato” predecessore.
Ha ragione chi ha definito il nuovo pontificato “un bergoglianesimo dal volto umano”.
Oltre a rivolgergli suppliche, da buoni cristiani bisogna pregare per lui.
Caro don P.P.,
strano, strano…ma questi imperativi di sottomettersi a “prudentissime” linee di condotta io li ho già letti da qualche parte…
” Veda, vostra paternità; son cose…da finirsi tra noi, da seppellirsi qui, cose che a rimestarle troppo…si fa peggio. Lei sa cosa segue: quest’urti, queste picche, principiano talvolta da una bagatella, e vanno avanti, vanno avanti…A voler trovare il fondo, o non se ne viene a capo, o vengon fuori cent’altri imbrogli. Sopire, troncare, padre molto reverendo: troncare, sopire. ” Grande!!! l’immortale stereotipo del Conte zio al Padre Superiore dei Cappuccini ( (Manzoni, -Promessi sposi-, cap. 19 ).
Sottoscrivo questa rispettosa “Supplica”, sobria e mite nei toni, centrata sulla chiarezza dei Comandamenti e della conseguente e inalterabile morale sessuale della Chiesa; Supplica più che giustificata alla luce di quanto avvenuto lo scorso 6 settembre, primo sabato del mese, nella Basilica di San Pietro, nell’anno giubilare corrente.
Noto con dolore che vanno moltiplicandosi gli attacchi contro Papa Leone, spesso caratterizzati da una certa impazienza. Mi sembrano strumentali e mirati non tanto alla ricerca del bene sincero, quanto piuttosto ad attaccare e sconfessare il Papa, quasi a delegittimarne fin dall’inizio l’autorità e l’azione pastorale C’è chi vorrebbe da lui gesti rapidi, decisioni nette, quasi una “rottura” immediata con tutto ciò che nel magistero del suo predecessore appare discutibile o ambiguo. È come se alcuni si aspettassero che basti un decreto per risolvere le difficoltà accumulate in anni di tensioni ecclesiali.
Questa impazienza, però, rischia di fraintendere sia la natura del magistero ordinario, sia lo stile proprio della Chiesa. Le parole e gli atti di un Papa, quando non si collocano sul piano dogmatico e infallibile, non obbligano i successori a mantenerli per sempre. La storia dimostra che i Pontefici hanno spesso corretto, chiarito, fatto decadere in forma indolore, o superato orientamenti pastorali e interpretazioni non definitive dei loro predecessori. Ma hanno sempre fatto questo con misura, evitando di trasformare la continuità del governo ecclesiale in una contrapposizione sterile.
Per questo Papa Leone non ha motivo di lasciarsi trascinare in polemiche o in atti affrettati. Il suo compito non è cancellare con un colpo di spugna, ma discernere, vagliare, rimettere al centro con pazienza ciò che appartiene alla verità perenne della fede. La Chiesa non vive di slogan o di impeti rivoluzionari, ma del lento e sapiente lavoro dello Spirito, che matura nel tempo i frutti del Vangelo.
Chi oggi lo incalza perché smentisca subito e in blocco il predecessore, rischia di chiedere al Papa ciò che non è nello stile cattolico: la Chiesa non si governa con scosse telluriche, ma con l’equilibrio che sa distinguere, correggere e confermare nella fede. Mi pare che Papa Leone mostrerebbe già di avere questa pazienza e questa prudenza, che sono virtù evangeliche prima ancora che qualità politiche.
Il vero servizio al Popolo di Dio non consiste nel demolire, ma nel ricostruire sulle fondamenta sicure della Tradizione. E questo richiede tempo, ascolto, preghiera, discernimento. È così che la Chiesa ha sempre superato le sue crisi: non con impazienza, ma con fedeltà e perseveranza.
San Giacomo ci ricorda: “La pazienza compia in voi un’opera perfetta” (Gc 1,4). Papa Leone sta camminando proprio su questa via, e il nostro compito di fedeli è sostenerlo, non incalzarlo.
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Quanto più lunghe sono le argomentazioni, tanto più perdono forza. Nella difesa della Fede c’è sempre molta timidezza (poca fede).
Non occorre modificare, ma abolire, così vedremo nuovi martiri e non ciarlatani.
Ma quali cose disordinate! sono empietà, abominazioni..
Scusate, se siamo cattolici non possiamo chiedere a un Papa di correggere il Magistero.
Se accettiamo Fracesco come Sommo Pontefice della Chiesa Cattolica non possiamo non obbedire.
E se Leone XIV non lo fa che cosa succede?
Francesco M.
“Con grande dolore nell’anima, dobbiamo constatare che, lungi dall’accogliere quella giusta richiesta del gregge, il predecessore di Vostra Santità alla Cattedra di Pietro aggravò ancor più la situazione”.
Prevost dovrebbe essere uno che rompe gli indugi sconfessando papa (?) Francesco, oppure, com’è più che probabile, ne continuerà il programma concedendo qualche zuccherino per tenersi buone alcune fazioni “anti”?
Ma davvero si pensa che Prevost dia una svolta in senso tradizionale alla Chiesa? Tra l’altro che dirà alla lobby lgbt “accolta” in san Pietro: “abbiate pazienza, c’è stato un malinteso”? Chiamerà “padre” James Martin per dirgli che deve starsene buono buono da parte?
Quanti diversamente abili sessualmente parlando all’ interno della chiesa………
E’ difficile che la “supplica” venga accolta….
Leone XIV ha chiarito che non modificherà la dottrina.
E tanto mi basta.
Questo pontefice è anni luce lontano da Bergoglio e ciò mi è di infinita consolazione.
Ma se Papa Francesco ha scritto un Magistero, Papa Leone XIV non può toccare neanche quello! Giusto?
Comunque la domanda nasce spontanea: dove era lei durante i 12 anni del regno Francescano? Non se ne accorto prima che qualcosa non andava?
Adesso taccia e obbedisca se è cattolico!
Francesco M.
E cosa dice la dottrina?
Caro Enrico,
i Vangeli non ne parlano. Ne parla il Levitico (20,13) “Il loro sangue ricadrà su di loro”, e ne parla Paolo (1 Corinzi, 6,9-10; Romani 1-26-27), dove gli “omo” meritano la morte. Sembra, però, che Paolo si riferisse agli “omo” aggressivi e dominanti, non a quelli succubi. Per quanto concerne il matrimonio “normale” Jeshua condanna il ripudio facile perchè lascia la donna senza sostentamento. Quanto al “sarete una sola carne”,- un solo marito con un’unica moglie-, bisogna ricordare che- a cominciare dai patriarchi_, abbiamo mariti con più mogli e numerose “sotto-mogli”, fino ad arrivare al record di Salomone- l’uomo più saggio e amato da Dio- che ne ebbe 1000 ( tra mogli e concubine ), appartenenti, inoltre, a etnie e religioni diverse,- nonostante le reiterate proibizioni di HYWH.- Tommaso d’Aquino sarà ferocissimo contro gli “omo”, così pure il papa Paolo V che a loro dedicò 2 Decretali (1566,1568) giudicandoli degni di morte.
Cara Adriana,
lei mette insieme tante cose, ma in modo confuso e spesso impreciso. Provo a rimettere un po’ d’ordine.
1. I Vangeli non trattano direttamente l’omosessualità, ma Gesù richiama con forza il disegno originario di Dio: «Maschio e femmina li creò… i due saranno una sola carne» (Mt 19,4-6). È questo il progetto: unione stabile, fedele e feconda tra uomo e donna.
2. Il Levitico parla chiaro (Lv 20,13), e San Paolo non lascia spazio ad attenuanti: in 1Cor 6,9-10 e Rm 1,26-27 non distingue affatto tra “attivi” e “succubi”. L’apostolo condanna i rapporti omosessuali come «atti contro natura», punto.
3. La Bibbia e Sodoma. Non si tratta solo di “sodomia” come atto isolato, né di “ospitalità negata”. Il Nuovo Testamento interpreta l’episodio come esempio di disordine sessuale: «Sodoma e Gomorra… si abbandonarono alla fornicazione e seguirono vizi contro natura, e stanno come monito subendo la pena del fuoco eterno» (Gd 7; cfr. 2Pt 2,6). Ridurre tutto a un “episodio di violenza” è una forzatura moderna.
4. La poligamia dei patriarchi non fu mai un modello approvato da Dio, ma tollerato per un tempo. Gesù stesso lo chiarisce: «Per la durezza del vostro cuore Mosè vi permise di ripudiare le vostre mogli, ma da principio non fu così» (Mt 19,8). E l’esempio di Salomone non è un vanto: fu proprio la sua moltitudine di mogli e concubine a trascinarlo nell’idolatria e nella rovina (1Re 11).
5. San Paolo e la “morte”. Lei cita che Paolo dice che gli omosessuali “meritano la morte” (Rm 1,32). È vero, ma attenzione: Paolo non scrive un codice penale, sta parlando di morte spirituale, cioè della perdita della vita eterna. Infatti in 1Cor 6,9-10 precisa che chi vive in certi peccati «non erediterà il Regno di Dio». Non è la pena capitale dello Stato, ma la conseguenza eterna del peccato.
6. La Tradizione — dai Padri a san Tommaso d’Aquino fino ai papi — ha sempre letto con coerenza questi testi: la sessualità trova senso solo nell’alleanza uomo-donna, aperta alla vita.
7. Quanto alla sua accusa di “ferocia” e al riferimento alle decretali papali: bisogna distinguere. È vero che in certi secoli furono comminate pene durissime, persino la morte, per alcuni peccati pubblici. Ma questo riguarda l’ordine penale e civile del tempo, non il cuore del Magistero. La Chiesa ha custodito la verità morale; i governi cristiani (e spesso i papi come capi di Stato) hanno adottato pene che riflettevano la mentalità giuridica di epoche molto più dure della nostra. Non va confuso il piano della dottrina con quello della disciplina penale.
In sintesi: non è crudeltà, ma fedeltà al disegno del Creatore. La verità morale è immutabile; le pene penali, invece, sono state contingenti e storicamente condizionate. Dio non è mai contro l’uomo: è per la sua vera gioia.
Lei giudica le persone dai fatti come i cristiani devono fare o …?
Aspetta e Spera
Spiacerà agli estensori della Supplica, ma…è opportuno ricordare che è dal 1973 che l’American Psychiatric Association (APA) ha rimosso l’omosessualità dalla lista delle patologie incluse nel Manuale Diagnostico e Statistico dei disturbi mentali (DSM).
Inoltre, è dal 1990 che l’OMS ha eliminato definitivamente l’omosessualità dalla classificazione internazionale delle malattie, (ICD).
Il “Mondo” scientifico ha, perciò, annullato ogni discriminazione tra omosessuali ed eterosessuali, eliminando perciò ogni discriminazione nei confronti dei primi. Come può- a sua volta- la Chiesa rifiutarne l’accoglienza? (Specie da quando il Concilio V.II ha sottolineato l’importanza del camminare in armonia con il mondo). Certamente è da tener presente che l’LBGTecc…è divenuto nel frattempo una vera forza politica che agisce come tale ( mettendo in atto tutte le sue forze “destruentes” la famiglia conosciuta come tradizionale). Forse a questa specifica conseguenza lo Spirito Santo ci avrà pensato, ma i suoi rappresentanti “ispirati” sicuramente no. Oppure…oppure bisogna accettare il principio che la Rivelazione- come un papiro- si srotoli nel tempo e che né la discriminazione, né i vecchi roghi degli omosessuali non corrispondano più alla vera fede.
Certo!
Hanno anche detto che non esiste più la differenza tra uomo e donna, allora che ci azzecca?
Si condanna il peccato non il peccatore…quello spetta a Dio.
Saluti
francesco m.
dagli Stati Uniti:
Dove possiamo firmare?
Grazie!
Ottima iniziativa. Che però dimentica i 5 dubia dei 4 cardinali (Brandmuller, Burke, Caffarra e Meisner) ad oggi rimasti senza risposta. Forse basterebbe dare una risposta conforme a Scrittura, Tradizione e Magistero (da ultimo Veritatis splendor) per fare piazza pulita di tutto il ciarpame contenuto nell’8^ capitolo di Amoris laetitia. Fiducia supplicans fa semplicemente abrogato.
Perchè?
Al Papa si obbedisce,punto e basta.
francesco m.