Il Nuovo Abisso di Crudeltà Raggiunto a Gaza, e la Vergogna di Appartenere a Questo Occidente.
22 Luglio 2025
Lascia il tuo commentoAlla mia generazione è stato insegnato che il nazismo era il male più grande; e lo era…Oggi, uno Stato che affama milioni, spara ai bambini per divertimento, difeso da democrazie e dittatori allo stesso modo, è il nuovo abisso di crudeltà.
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, offriamo alla vostra attenzione alcuni elementi di giudizio su quanto sta compiendosi in Medio Oriente. E nel nostro Paese, che come altri in Europa, la Germania in particolare, appoggia quanto Israele sta compiendo, anche con misure repressive interne. In una complicità bipartisan che accomuna gli squallidi avanzi di quella che era una sinistra (leggi PD) al partito degli affari trasversali di sempre. Buona lettura e diffusione.
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Il primo è questo post pubblicato su Facebook da Elena Basile. In cui è difficile non riconoscersi.
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E poi c’è questo post su Instagram, agghiacciante perché dimostra a quale livello la complicità del governo di centrodestra possa giungere:
Alle 7 di mattina del 17 luglio la sezione antiterrorismo della Questura di Roma ha fatto irruzione a casa di Gabriele Rubini, conosciuto come chef Rubio. Hanno perquisito tutta la casa e sequestrato telefono, PC, tablet e chiavette USB.
🟥 La notizia è stata diffusa solo oggi, 21 luglio, dal giornalista Alberto Fazolo, che ha parlato per conto di Rubini, impossibilitato a comunicare.
🟥 L’accusa è di istigazione all’odio razziale, per due post su X in cui lo chef esprimeva forti critiche a Israele. In uno scriveva: «Morte al sionismo e alla colonia ebraica. Lunga vita alla Palestina e ai nativi semiti palestinesi».
🟥 Non è la prima volta che Rubio finisce nel mirino per le sue posizioni. Nel maggio 2024 è stato aggredito sotto casa da 6 persone armate di martelli e mattoni. Anche allora denunciò pubblicamente la violenza, mostrando il volto tumefatto in un video su X.
🟥 La perquisizione è durata quasi 13 ore. Dopo il blitz Rubini è stato portato al commissariato di Frascati per la copia dei dati dai dispositivi, che restano sotto sequestro. Fazolo rassicura: «Gabriele sta bene, ma per un po’ non potrà comunicare».
🟥 L’accusa si basa sull’articolo 604bis del Codice Penale: “istigazione alla violenza per motivi etnici e nazionali”, reato punibile con 6 mesi fino a 4 anni di carcere.
🟥 Fazolo denuncia una gestione anomala: non è la Polizia Postale a occuparsi del caso, ma l’antiterrorismo. A suo dire, si tratta dell’ennesimo episodio di repressione contro chi si espone in favore della Palestina.
🟥 Intanto nessun passo avanti per l’indagine sull’aggressione subita da Rubini lo scorso anno.
#chefrubio https://www.lindipendente.online/2025/07/21/lantiterrorismo-irrompe-a-casa-di-chef-rubio-per-i-suoi-post-contro-israele/
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VENDITA DI TORTE PER GAZA = ANTISEMITISMO?
Secondo il Coordinatore dell’UE per la lotta all’antisemitismo, sì.
Documenti trapelati rivelano che Katharina von Schnurbein ha detto agli ambasciatori dell’UE a Tel Aviv che le iniziative di raccolta fondi – come la vendita di cupcake – per i bambini affamati di Gaza potrebbero essere viste come “antisemitismo ambientale”.
Ha anche liquidato le richieste di sanzioni contro Israele come basate su “dicerie sugli ebrei”, contraddicendo direttamente le conclusioni dei servizi esteri di ONU, CIG e UE sui crimini di guerra di Israele.
Nel frattempo, le azioni di Israele a Gaza hanno ucciso oltre 57.000 persone.
Condividere il cibo è ora “odio”?
L’umanitarismo non è antisemitismo.
Condividete questo. Archiviatelo. Denunciatelo.
@carlislemanus
#Gaza #EUleaks #KatharinaVonSchnurbein
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Interessante anche questo post su Instagram:
Ogni giorno che passa, a Gaza, si aggiunge un nuovo capitolo a una delle tragedie più atroci del nostro tempo. Oggi, per la prima volta dall’inizio della guerra, l’esercito israeliano ha invaso via terra la città di Deir al Balah. Una zona che, finora, era stata risparmiata da soldati e carri armati, e in cui hanno trovato rifugio 100 mila gazawi. Come di consueto, l’ordine di evacuazione per la popolazione civile è arrivato solo il giorno prima, in un copione che si ripete da quasi due anni.
Sempre ieri, secondo fonti palestinesi, l’esercito israeliano avrebbe nuovamente aperto il fuoco contro due centri di distribuzione di aiuti umanitari nel sud della Striscia. Il bilancio di questo atroce crimine di guerra è quello di sempre: decine di morti, centinaia di feriti. L’IDF, al solito, ha dichiarato che si trattava soltanto di “colpi di avvertimento” sparati in aria.
A Gaza, oggi, si consuma un’operazione sistematica di annientamento, che non risparmia nulla: né i bambini, né i malati, né i corridoi umanitari. Ed è questo, forse, l’aspetto più agghiacciante: la consapevolezza con cui tutto accade. La lucida, spietata crudeltà del progetto sionista.
Quando i civili vengono lasciati morire di fame, fucilati freddamente mentre cercano del cibo, privati di ogni diritto di curarsi tramite la distruzione di ambulatori e ospedali, non è solo una violazione dei diritti umani, è una catastrofe genocidaria. In questo scenario, è difficile non pensare a tragedie che in occidente si credevano archiviate nei libri di storia.
Di fronte alle immagini che provengono dalla Striscia, infatti, il paragone con i crimini nazisti non è più così azzardato. Gaza rappresenta una ferita aperta per l’umanità, ma anche un monito: nessuno è immune al rischio di diventare carnefice.
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E infine – ma la lista potrebbe continuare – questo post di Inside Over. Da ricordare che Israele ha ucciso più di 230 giornalisti a Gaza, una cifra incredibilmente alta, che supera di gran lunga quella complessiva dei giornalisti morti in due guerre mondiali e altri conflitti. Israele non ama testimoni per i suoi crimini.
Avichay Adraee, portavoce dell’esercito israeliano (IDF) per il mondo arabo, ha pubblicato su X un post in cui prende apertamente di mira due giornalisti palestinesi attivi nella Striscia di Gaza, accusandoli di essere “sostenitori di Hamas”. Nel messaggio, Adraee scrive: “Lacrime di supporter di Hamas, strumenti della propaganda di Hamas”, riferendosi a un video diventato virale sui social e ripreso in Italia dal canale @briganti_official.
Nel filmato, si vede il giornalista palestinese Anas Al-Sharif crollare in lacrime mentre documenta le condizioni disumane della popolazione civile: uomini, donne e bambini che cadono a terra, stremati dalla fame, incapaci di sostenere il peso del proprio corpo. Una testimonianza straziante dell’impatto fisico e psicologico dell’assedio ininterrotto di Israele su Gaza.
Insieme ad Anas, l’altro giornalista citato nel post di Adraee è Saeed Ziad, anche lui rifugiato palestinese, nonché ricercatore in affari politici e strategici. Entrambi, da mesi raccontano ininterrottamente le atrocità che si consumano nella Striscia di Gaza, sfidando bombardamenti, attacchi mirati e il costante pericolo dei cecchini. La loro attività giornalistica è, di fatto, una delle poche finestre ancora aperte sul genocidio in corso.
Mentre documentano la catastrofe umanitaria a rischio della propria vita, le autorità israeliane li espongono direttamente agli attacchi dell’IDF, rendendo pubbliche le loro identità e associandoli a un’organizzazione con cui non hanno alcune legame dimostrabile.
Secondo gli ultimi dati disponibili, Israele ha ucciso più di 300 giornalisti negli ultimi due anni in vari contesti regionali: Gaza, Iran, Libano, Siria e Cisgiordania. Di questi, circa il 90% erano reporter palestinesi attivi nella Striscia di Gaza, spesso gli unici in grado di fornire testimonianze dirette e indipendenti su quanto accade sul terreno. La strategia di Israele è semplice quanto efficace: uccidere tutti i giornalisti per spegnere le loro voci e telecamere. E dove non può uccidere, arresta o scredita con menzogne.
#israel #idf #gazagenocide #israelispokeperson #journalistsarenotatarget
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Tag: albanese, Basile, gaza, giornalisti, idf, rubio
Categoria: Generale