Il Capo Porteño Porta al Suicidio. Jorge Marcì contro Milei. Bernardino Montejano.
29 Gennaio 2025
Lascia il tuo commentoMarco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, il prof. Bernardino Montejano, che ringraziamo di cuore, offre alla vostra attenzione queste considerazioni sul sindaco di Buenos Aires, Jorge Macrì, nella sua polemica con Milei. Buona lettura e diffusione.
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IL CAPO PORTEÑO PORTA AL SUICIDIO
Il capo del governo della CABA, Città Apostata di Buenos Aires, in occasione della polemica con il presidente Milei, ci appare nudo. Il suo pensiero coincide culturalmente, con la “cultura della morte” ed è solidale con la politica dei Kirchner, di suo cugino Mauricio, di Alberto Fernández e che oggi brilla nella Provincia di Buenos Aires, grazie a Kicillof.
Il quotidiano “La Prensa” pubblica oggi una nota che si riferisce al discorso di Milei a Davos e si intitola: “Jorge Macri: “Le sue parole sono una brutale ingiustizia” e si conclude con una dichiarazione sentimentale del nostro capo del governo: “Amo la diversità che rappresenta la città di Buenos Aires e amo tutte le diversità”.
Dopo questa manifestazione d’amore, non c’è dubbio che abbiamo un capo “diverso”. Il Dizionario della Grande Accademia Spagnola definisce il termine nel suo primo significato, come “di natura, specie diversa” e nel Grande Dizionario dei Sinonimi e Contrari di Espasa compaiono come termini analoghi: dissimili, disuguali, diversi, diversi.
Siccome alcuni ci criticano per il ricorso ai dizionari, rispondiamo che, per capirsi in ogni conversazione, è essenziale usare le parole in modo appropriato e distinguere quando usiamo termini univoci, equivoci o analoghi, quando li usiamo in senso ampio o ristretto senso e i diversi tipi di analogie.
Il contrario genera confusione ed era in Grecia il campo dei sofisti; oggi i suoi eredi sono la maggioranza dei comunicatori sociali, giornalisti, politici, vescovi e Jorge Macri, il nostro capo del governo, determinato trascinatore della città verso il baratro demografico.
Questo leader adora quella che il nostro ammirato amico Danilo Castellano chiama “libertà negativa” che non necessita di alcun fondamento, è autosufficiente, è autosufficiente.
Questo irresponsabile afferma: “Nel concetto di libertà c’è la libertà di esprimersi, di volersi mostrare, di fare scelte di vita” (nota citata). Il suo concetto è falso e fuorviante, perché separa la libertà dal dovere, perché devo esprimermi bene, correttamente, devo mostrarmi bene, per quello che sono, devo scegliere bene, secondo la legge naturale e la legge divina positiva.
Devo esprimermi bene, affinché «attraverso le mie parole gli uomini vadano alle cose», come ha scritto Juan Ramón Jiménez; Devo mostrarmi bene, secondo veridicità, senza simulazioni né ipocrisie; Devo scegliere bene nella vita di tutti i giorni, nella battaglia, tra il bene e il male in cui si incrociano acciai invisibili e in cui, come scrive Leopoldo Marechal, “basta il peso ladro di una bustina di zucchero perché un angelo pianga e rida”. un demone” (“La Patria”, Cuadernos del Amigo, Buenos Aires, 1960, 2, 16).
Non ci capiamo, leader diversi, sul concetto di libertà, che per noi è un mezzo subordinato alla verità e al bene; quando per te è fine a se stesso.
Sant’Agostino scrive e insegna che «la prima libertà consiste nell’essere esenti da delitti come l’omicidio, l’adulterio, la fornicazione, il furto, la frode, il sacrilegio e peccati come questi».
Imparare che la prima libertà non è quella del crimine, che esiste la regola d’oro come criterio morale: “tratta gli altri come vorresti essere trattato” la cui versione negativa esprime “non fare agli altri ciò che non vuoi che sia fatto a te” .” “tu” ed è presente da Confucio al Vangelo.
Papa Giovanni Paolo II ha pubblicato l’enciclica Veritas Splendor sulla verità morale, quella che non ti interessa, nella quale scrive che esiste «un nesso tra il bene morale e il pieno compimento del proprio destino» (San Pablo, Buenos Aires, 1993, P.
Lì critica alcune correnti del pensiero moderno che sono arrivate “a esaltare la libertà al punto di considerarla un assoluto che sarebbe fonte di valori” (paragrafo 32).
Poco dopo denuncia la scomparsa dell’esigenza di verità, con la quale «si è pervenuta ad una concezione radicalmente soggettivista del giudizio morale… tale visione coincide con un’etica individualistica, per la quale ciascuno si trova di fronte alla propria verità, diversa da quella la verità degli altri… l’individualismo… porta alla negazione dell’idea stessa di natura umana”.
Critica poi le «tendenze di pensiero che sono arrivate a negare… che la legge naturale ha Dio come autore, e che l’uomo, attraverso la sua ragione, partecipa della legge eterna» (paragrafo 36).
La questione fondamentale è che «la cultura contemporanea ha in gran parte perso questo legame essenziale tra Verità-Buono-Libertà… perché l’uomo non è più convinto che solo nella verità può raggiungere la salvezza e affida alla libertà, sradicata da ogni oggettività, il compito di decidere cosa è bene e cosa è male” (paragrafo 84).”
Questa autonomia antropocentrica porta alla “confusione del bene e del male, che rende impossibile preservare l’ordine morale degli individui e delle comunità” (paragrafo 93).
Questo è ciò che accade tra noi e così il capo del governo punta ai Kirchner al servizio e al culto della diversità, come risulta dalla nota titolata: “Milei ha respinto le critiche al suo discorso di Davos e ha preso di mira Jorge Macri”, pubblicata su “La Nazione” oggi. Secondo lei, il nostro diverso autista ha detto: “La città è caratterizzata da un’ampia diversità che fa parte del suo patrimonio. Anche se il kirchnerismo cerca di farlo proprio, è una menzogna ed è qualcosa che nulla ci porterà via”.
Accusa Milei di “prendere un caso e trasformarlo” e che era tremendamente ingiusto equiparare gli omosessuali ai pedofili. Il capo non dispone di informazioni perché la pedofilia ha collegamenti con il comportamento omosessuale. L’Istituto di Filosofia Pratica ha affrontato la questione nel suo comunicato “Sulla libertà sessuale e la pedofilia”, del 17 maggio 2010, pubblicato in “Dodici anni di dichiarazioni che non necessitano di chiarimenti” (Infip, Buenos Aires, 2017, p. 107 e ss. segg.).
Vi si cita Gay Report , il quale riporta: “le statistiche mostrano che il 23% degli omosessuali e il 6% delle lesbiche hanno avuto rapporti sessuali con minorenni”.
Inoltre, dovresti conoscere il partito olandese “Carità, Libertà e Diversità”, che rivendicava la libertà della pornografia infantile, dei rapporti tra adulti e bambini e dell’ammissione della bestialità. Ha dovuto essere sciolto nel 2010, a causa della mancata raccolta delle firme necessarie per le elezioni.
Dio ci salvi da questo boss che, con le sue idee perverse, ci porta alla morte della nostra Città.
Buenos Aires, 27 gennaio 2025.
Bernardino Montejano
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