La Realtà e le Notizie. Menzogne, Omissioni e Impudicizia Intellettuale di Giornali e Televisioni. Vincenzo Fedele.
24 Gennaio 2025
Lascia il tuo commentoMarco Tosatti
Carissimi StilumCuriali, Vincenzo Fedele, che ringraziamo di cuore, offre alla vostra attenzione queste riflessioni su come i media mainstream hanno presentato i primi giorni di Donald Trump da Presidente. Buona lettura e condivisione.
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La realtà e le notizie
E’ esilarante, se non fosse tragico, rivisitare i commenti dei media all’insediamento dei Trump e, ancora di più, alle prime disposizioni emanate.
Le priorità, alla cerimonia di insediamento, erano il look delle Signore e l’accostamento cromatico dei Mister. La cravatta rossa repubblicana di Tizio, il tailleur di tizia e via discorrendo così sulle cose che influenzano le future sorti del mondo.
Il ricevimento all’interno, il primo da Ronald Reagan, era dovuto alle rigidità di Gennaio dove, a causa del riscaldamento climatico, in genere fa freddo. Del timore di attentati, soprattutto del timore di “lupi solitari” o “cani sciolti” non controllabili, nessun riferimento.
Caccia alla Meloni di cui, non essendo un corazziere, a cercarla si intravede la bionda chioma al fondo della sala insieme a Milei. Nessun riferimento al rappresentante cinese, il vice Presidente, in rappresentanza di Xi Jingping ufficialmente invitato. Nessun riferimento neanche a Zelensky che, pur avendo fatto carte false per essere invitato, è dovuto rimanere a casa in maglione e mimetica.
Inizia il discorso di insediamento che enumera gli aspetti che già conosciamo
Il discorso, che propone uno stravolgimento del mondo, è commentato in modo indecente, su RAI 1, da una improbabile Stefania Battistini che, reduce dalle medaglie conquistate sui campi ucraini con il casco d’ordinanza anche nelle cucine interrate delle vecchiette, è promossa a spaesata commentatrice di fatti che non conosce e per cui è palesemente impreparata. Almeno è affiancata dal collega Oliviero Bergamini che ne mastica un po’ di più.
Per avere un commento neutro su RAI 1 occorrerà attendere la serata inoltrata, con XXI Secolo e Francesco Giorgino ed i suoi ospiti, almeno neutri e competenti.
Sulle altre reti la controffensiva iniziando ora, dopo lo shock termico dovuto senza dubbio al freddo del luogo.
Su LA 7 Giovanni Floris, con Di Martedì, si esibisce con i suoi ospiti nell’elenco dei disastri prossimi venturi che la scelleratezza trumpiana ci garantirà. Mi limito ad elencare i più eclatanti problemi che propone, finora ignorati quando non magnificati, tralasciando quasi tutti i punti reali:
Giannini ci ricorda che Trump aumenterà la produzione di gas per venderlo a noi a prezzo 10 volte superiore a quello russo con notevoli problemi per famiglie e industrie. Fino a ieri, e da tre anni a questa parte, il costo era arrivato ad oltre 20 volte, ma si richiedeva la “resilienza” a noi cittadini senza tentare mai di eliminare le cause, cioè la fine delle forniture russe non l’aumento della produzione USA, con Draghi che ci invitava a scegliere tra pace e condizionatore.
Trump è attorniato da miliardari che sono i nuovi gerarchi di una tecnocrazia invadente. Sono gli stessi che fino a ieri (per Musk sino a febbraio dello scorso anno) erano magnificati perché appoggiavano e finanziavano Biden e i democratici, ma non fa fine ricordarlo.
Neanche una parola sulla fine delle censure sui media, che avevano bloccato lo stesso Trump. Quindi nessuna riflessione in merito, a parte qualche accenno a Tik Tok strumento terribile dello spionaggio cinese in mano agli adolescenti.
Neanche una parola sulla grazia di Biden a Antony Fauci, il prestidigitatore del COVID 19 che finora non è imputato di nulla, quindi non avrebbe alcun motivo per essere graziato di qualcosa di cui non è accusato. Eppure, dopo aver taciuto sulla grazia garantita al proprio figlio per droga, sesso, porto d’armi abusivo ed oscuri affari in Ucraina sfruttando il nome di tanto padre, anche la grazia preventiva di Biden a Fauci viene coperta e dimenticata. Non sia mai detto che ci sia qualcosa di illegale sul COVID che tanto bene ha fatto a Big Pharma.
Per noi europei il problema neanche si pone. Infatti non viene mai citata la cara signora Von der Pfizer, imputata in Belgio per la gestione oscura e scandalosa dei vaccini e moglie disinteressata di tanto marito ai vertici della casa farmaceutica. Non verrà neanche processata avendo trovato il modo di fermare tutto. Non c’è bisogno di grazia alcuna.
Peccato che, fra tutte le grazie concesse, Biden abbia dimenticato quella verso se stesso che, quindi, in futuro potrebbe essere perseguito per molti aspetti interessanti.
Sempre da Floris imperdibili anche i siparietti di Alan Friedman, soprattutto quello con l’ex senatore di Fratelli d’Italia, Achille Totaro. Ad un certo punto Floris ha dovuto addirittura eliminare l’audio, ma non prima di alcuni scambi piccanti con Friedman che si lamenta della Meloni a Palazzo Chigi come del ritorno di Trump alla Casa Bianca e Totaro che lo invita a tranquillizzarsi: “la vedo un pò depresso per questi aspetti che la stanno inquietando”. Friedman conferma la forte preoccupazione per le democrazie ma rassicura : “Non sto male, sono un giornalista. Non sono depresso e non ho alcun problema. Chi è lei? Non la conosco!”
In fondo, in assenza di argomenti, una versione odierna del vecchio e caro “lei non sa chi sono io”.
Stremato da tanto sfoggio ho cercato di vedere da un’altra parte L’aria che tirava, ma anche li ho visto facce piene di sgomento tra i convocati. A Roma direbbero “No ja fanno”. La depressione dei rosiconi è palpabile e pericolosa. Meglio attrezzarsi perché il peggio, al solito, deve ancora arrivare.
I giornali e giornaloni non sono stati da meno ma se siete sopravvissuti al COVID evito di farvi morire dalle risate.
Sarebbero da stigmatizzare almeno due dei campioni mondiali delle facce di bronzo nostrane, Mieli e Galli della Loggia, ma visto che i loro sproloqui sono finalizzati a maggior gloria della casa d’Israele, ne parleremo quando sarà il momento.
Sfiora la comicità il titolo de Il Giornale, che non dovrebbe essere tra gli estremisti unidirezionali: “Trump minaccia Putin: Chiuda la guerra o sanzioni e dazi. E manda truppe al confine con il Messico”. Inutile dire che anche i telegiornali hanno inviato lo stesso messaggio.
Oltre all’ironia involontaria, non si vede dove sia la minaccia. Anche rimanendo al solo titolo potremmo tradurlo in lingua italiana con: non cambia nulla, continua come adesso, visto che le sanzioni ti hanno rafforzato. Noi mandiamo le truppe al confine col Messico ed elimineremo gli aiuti all’Ucraina.
E’ dal 2014, cioè dal colpo di Stato in Ucraina, che la Russia è soggetta a sanzioni e questa è stata la molla che ha obbligato Putin a sviluppare una propria industria manifatturiera e con essa un florido sviluppo economico.
Noi europei siamo i soli che abbiamo sofferto per le sanzioni e continueremo a soffrirne le conseguenze. Eppure ci vengono vendute come minacce terribili. Putin è seriamente preoccupato mentre forse sarebbe bene che iniziassimo a preoccuparci noi europei.
Apprendiamo anche che il piano di Trump per l’Europa, prima ancora che dazi e divieti, prevede una riduzione dell’ombrello NATO con 20 mila soldati in meno in Europa ed un contributo finanziario per pagare la presenza USA a nostra difesa. Se a questo si aggiunge la richiesta di aumentare al 5 % la spesa per la NATO a carico dei paesi europei, che adesso non riescono a devolvere neanche il 2%, oltre al disimpegno degli USA dall’Europa si sentono già le note del De Profundis per la stessa Alleanza atlantica.
Queste riflessioni non volevano essere una specie di mini rassegna stampa su castronerie, dimenticanze, menzogne e travisamenti dei media nostrani. Solo un promemoria a conferma di due aspetti: ancora non si sono ripresi dallo shock delle elezioni di Novembre e si stanno preparando a continuare sulla falsariga seguita finora alzando ulteriormente i toni visto che le battaglie vere stanno per iniziare.
Da domani cominceremo a parlare di cose serie, ma tenendo sempre presenti questi aspetti perché l’opinione pubblica, che cerca di informarsi e pensa di sapere, giudica solo su quello che viene divulgato e, a reti quasi unificate, viene propagandata questa visione deformata e strumentale della realtà che viene spacciata come veritiera e indiscutibile.
Vincenzo Fedele
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Tag: fedele, giornali, trump, tv
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