L’Amore Universale in Leonardo. Io Ho Quel che Ho Donato. Il Matto.

21 Gennaio 2025 Pubblicato da 4 Commenti

Marco Tosatti

Carissimi StilumCuriali, il nostro Matto offre alla vostra attenzione queste riflessioni su un’opera meravigliosa di Leonardo, e il suo significato. Buona lettura e condivisione.

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L’AMORE UNIVERSALE IN LEONARDO

 

Leonardo, Sant’Anna, la Vergine, il Bambino e l’Agnello

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Questa volta propongo un interessantissimo brano tratto da:

 

Fiorenza Palmerio Gancia, IL TERZO LUOGO – Il mio educatore Gabriele d’Annunzio.

 

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Il dipinto di Leonardo Sant’Anna, la Vergine, il bambino e l’agnello, conservato a Parigi al Museo del Louvre, rappresenta per me l’amore universale, quell’archè che per Leonardo sembra essere il principio di tutto. Quell’amore che forse Leonardo sempre desiderò! Leonardo era figlio illegittimo e credo che questo possa aver contribuito ed incrementato il suo desiderio di essere uomo libero, figlio del mondo, mosso da una necessità di amore e di affermare se stesso nell’universalità, attratto dalla necessità di espandersi in una coscienza universale che potesse permettergli maggiore conoscenza della realtà ed entrare in contatto con quell’amore universale che nulla possiede e tutto dà, a cui sembra voler aspirare e che, alla fine, sembra coincidere con Dio.

 

Esiste in questo dipinto di Leonardo uno stato d’amore puro trasmesso dai sorrisi beati delle due donne e dal bimbo  Gesù. Tutti i personaggi e anche l’agnello sono strettamente legati ed intrecciati, proprio come quell’intreccio vegetale d’amore divino nel pergolato  della Sala delle Asse e quegli intrecci dei nodi vinciani.

 

Questi quattro personaggi compongono un’unica figura visibilmente triangolare, come quella delle montagne, che dalle zolle della terra su cui appoggiano i piedi finisce nella punta rappresentata dal volto di Sant’Anna, la Grande Madre, la quale si leva verso l’alto, verso le montagne e verso il cielo che simboleggia una realtà superiore, quella di Dio. Le quattro figure compongono una sola figura triangolare elevata verso il Cielo. Sono totalamente unite in amore! Gesù Bambino è completamente nella Terra, Dio incarnato uomo, tiene l’agnello, simbolo del suo sacrificio per la salvezza dell’umanità. Le donne sembrano comprendere il senso di quello che avverrà, non dimostrano segni di tragedia ma al contrario una consapevole e beata accettazione della futura morte di Gesù in croce. Quell’atteggiamento di speranza e accettazione che anche  noi dovremmo in qualche modo assumere nei confronti della realtà. Amore e accettazione di quello che comunque nella vita è inevitabile e dal quale non possiamo fuggire.

 

Il paesaggio che rimanda, come è tipico di Leonardo, ad una natura che rappresenta proprio l’origine, sembra partecipare a questo stato completo di armonia e di amore. Anzi dal centro di questo grande intreccio d’amore sembra manifestarsi come un vortice il mondo con le sue montagne, la terra, gli alberi es il cielo. In una sola immagine sono racchiusi l’rigine della ita e il senso del vivere: la totalità del Tutto dipinta in una dimensione cosmica dove mi pare di sentire ancora il suono dell’otigine del mondo, l’amore da cui tutto nasce e la possibilità di ritornare anche noi alla nostra origine e di realizzare la nostra divinità prendendo ad esempio la figura del Banbino Gesù, il nostro Salvatore. Se volgiamo pensare all’amore universale niente di più di questo quadro lo rappresenta!

 

La vera conoscenza è legata ad uno stato di amore e può avvenire solo quando si ama, proprio come nel dipinto di Leonardo dove trionfa l’amore universale. Immerse in quella nuvola d’amore, le donne comprendono ed accettato ciò che accadrà.

 

Quando ritorniamo alla nostra vera essenza, sentiamo dentro libertà interiore, gioia e pace. Va via la paura, l’odio, l’antipatia e sorge uqello stato spontaneo di equanimità. Lasciando la visione egoistica l’uomo si traforma e la sua vita diventa divina! La bellezza, quella che per Leonardo noi dovremmo contemplare, è la ia per la conoscenza di Dio. Infatti, come dicono le Upanishad, abbracciando il Tutto, abbracciamo anche il Brahman, diventando sat-cit-ananda. Questa formula sanscrita che talvolta è usata per definire l’indefinibile Brahman ha un suo alto significato. Sat è la pura essenza, ciò che veramente è, Cit significa coscienza e Ananda beatitudine. Nelle Upanishad vi è l’imvito  a diventare tale. In ogni corpo è presente questo sat-cit-ananda o unico Sé, il sé cosmico. In questo stato di beatitudine conosciamo la vita e i più bei segreti. Secondo le Upanishad, quando l’Essere in sé è diventato tutte le forme che costituiscono il divenire, possiede la conoscenza perfetta e colui che conosce così l’unità con il Tutto non ri,ane né illuso né afflitto, ma dimora in uno stato di amore, raggiungendo quella gioia interiore definita ananda.

 

E così fa Leonardo nella sua pittura. Entrando in questo stato di unità, con il Tutto e i suoi personaggi, conosce Dio e lo ama, e noi oggi, se lo vogliamo, possiamo respirarlo nei suoi dipinti e comprendere l’importanza di dimorare in questo stato di unità e di amore che ci allontana dal nostro ego,m ci pone al cospetto di qualcosa di più grande di noi, donandoci uno sgaurdo più sacrale e amorevole nei confronti del mondo dove l’altro diventa uguale a me stesso.

 

Nel dipinto  abbiamo visto come tutto parte dall’amore centrale d quell’intreccio do unità e di amore tra i personaggi. Il punt focale da cui come un vortice si manifesta l’esistenza. La pittura per leonardo è un esercizio di filosofia dove cerca di cogliere non solo il visibile ma anche l’invisibile, non solo i corpi ma anche gli animi. La sua pittura è uno strumento di conoscenza. Attraverso i disegni e  gli schizzi nei suoi taccuini conosce le parti, ma l’insieme del Tutto viene messo nei suoi dipinti al fine di trovare l’origne crativa del Tutto, quella forza e quella mente che genera e tutto governa. La risposta che Leonardo trova in queste sue “preghiere dipinte” sempre essere la risposta di una sua frase:

 

Amor ogni cosa vince

(Leonardo da Vinci, Gli scritti)

 

L’amore vince tutto ed è questa la scritta che meglio si addice ai suoi dipinti e che potrebbe esser riportata al fond di molti di essi. L’amore è l’origine di tutto, quell’Amore, come dice Carlo Pedretti, che per Leonardo coincide con Dio. Quell’amore, come l’amore materno di Sant’Anna e della Vergine Maria e l’amore di gesù che tutto dona incondizionatamente in uno scambio di reciprocità visibile da quell’intreccio di corpi, quell’amore universale, che Dante ritrova alla fine della Commedia quando incontra Dio:

 

Amor che muove il sole e l’altre stelle”.

 

IO HO QUEL CHE HO DONATO

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4 commenti

  • Adriana 1 ha detto:

    Esiste anche il “demonico” cartone di Londra, alquanto inquietante, e…per fortuna.

  • Adriana 1 ha detto:

    Pittura celestiale e, al medesimo tempo, umanissima.
    Però, esiste anche il cartone ( a Londra ) sul medesimo argomento che risulta- al contrario- alquanto inquietante.
    ” Sii solo e sarai tutto tuo “, scrisse altresì Leonardo.

    • il Matto ha detto:

      “Sii solo e sarai tutto tuo”: splendido! Il mio matto sguardo ci vede l’inizio e il compimento della … Apofasi. Per autocontrollo mi trattengo dal dare via libera al mio pensiero.

      • Adriana 1 ha detto:

        Caro Il Matto,
        difficile, ma si può, si può seguire il monito di Leonardo e-contemporaneamente- esprimere se stesso come scrittore, auspicabilmente: grande! ” Grande scrittore è quello che intinge in inchiostro infernale la penna che strappa dall’ala di un Arcangelo. ” ( Gomez Davila ).
        ( Mi pare valga per tutti gli artisti…da Michelangelo a Mozart ).

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