Talenti Altrui, Cannibali e come Arrivarci….Benedetta De Vito.
20 Gennaio 2025
Lascia il tuo commentoMarco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, la nostra Benedetta De Vito, a cui auguriamo una pronta guarigione, offre alla vostra attenzione queste riflessioni dalla clausura del suo personale lockdown influenzale. Buona lettura e diffusione.
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Chiusa in casa per un lockdown personale dovuto a una influenza antipatica, seguita da noiosi problemi respiratori, mi sono trovata a guardare un film diretto da un regista indiano piuttosto famoso dal titolo: “Bussano alla porta”. Giunta, mio malgrado, a più di metà e dopo aver capito dove sarebbe andato a parare il regista (ovvero il sacrificio umano efficace contro le intemperanze della Natura, sì, sì, sì né più né meno del cannibalismo allo stato puro…), ho afferrato il telecomando per spegnere e mentre spegnevo non so per quale associazione inconscia ho ripensato a un racconto di Neera uscito nel suo “La sottana del diavolo” e raccontava – la scrittrice milanese discendente dei fratelli Zuccari, pittori – del gran ballo dei vizi dove reginetta era eletta l’invidia. Ma scusa Bene, che c’azzecca con Shamalan. Ci arrivo ci arrivo se avrete la cortesia di seguirmi un rigo più in basso dove stenderò il ragionamento, come i panni profumati appena stesi, sul filo del bucato.
Il passo, in fondo, è breve e, credo io, lo spartiacque tra il regno di Lucifero e quello del Signore. E prima, per capire ciò che non vogliamo, andiamo a visitar le tenebre del mentitore. Il signore delle mosche, il finto sole, che non può entrar nel cuore degli uomini (ma può bensì impietrirlo e ci riesce benissimo) insegna a chi lo segue, nel sibilo del ragionare che deriva spesso dalle delusioni, a guardare i talenti altrui e a disprezzarli mascherando così l’invidia.
Accende anche la gelosia nella mente di chi gli va dietro quando da parte di chi si ama si vede ammirato un altro che pare lumeggiare nell’attenzione dell’amato. Odiando il prossimo per i talenti che possiede, il cuore si fa duro e con la pietra e il ghiaccio, il passo successivo, un saltello appena, è il mors tua vita mea. Cioè il sacrificio umano. Ecco chiuso il cerchio.
E ora andiamo, in grande spolvero e gioia, a leggere ciò che ci insegna Gesù e quel che proprio oggi abbiamo letto nella lettera di San Paolo. Dio distribuisce a ciascuno dei talenti e quei talenti bisogna far fruttare, guai a guardare con occhio di Caino quelli altrui! San Paolo ci spiega poi che quei diversi carismi derivano tutti dallo Spirito Santo e quindi il desiderare i carismi altrui è grave peccato contro la Luce che dall’alto ci invia il Signore.
I cristiani, che amano i propri talenti, e apprezzano negli altri i doni del Signore non potranno mai odiare, vendicarsi, volere male a qualcuno per il talento che a loro manca perché, lo sanno, ne hanno sporte d’altri, in abbondanza e secondo la volontà di Dio.
Lo so, non sono filosofa e non sono teologa e immagino i commenti che si intrecceranno e dai e dai eppure proprio perché il pensiero massonico che tutti ci avvolge (da ogni dove, in pesante coltre che non lascia scampo) è animato proprio dalle cattive intenzioni e dalle pessime tentazioni di Lucifero, che invita a tornar cannibali nell’homo homini lupus, volevo dir la mia e indicar la strada maestra che conduce, con passo fermo, alla vera libertà. Che è prima di tutto amare il Signore e poi le sue creature con o senza i talenti che abbiamo anche noi.
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Tag: bdv, cannibali, de vito, talenti
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