Gaza e Cisgiordania. Qualche Elemento sulla Situazione.
19 Gennaio 2025
Lascia il tuo commentoMarco Tosatti
Carissimi StilumCuriali, offriamo alla vostra attenzione qualche elemento relativo a Gaza e alla Cisgiordania, occupata dall’esercito israeliano e sottoposta da decenni a un regime militare e all’occupazione illegale da parte di coloni. Buona lettura e condivisione.
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Il primo è questo post pubblicato su Instagram, che parla di una prigioniera del regime militare di Israele nei Territori Occupati (e che dovrebbero essere abbandonati, secondo quanto ha votato l’Assemblea dellONU, nel giro di pochi mesi).
Tra i prigionieri da rilasciare nella prima fase della tregua dovrebbe esserci Khalida Jabbar, parlamentare e dirigente del Fronte popolare per la liberazione della Palestina (Fplp, sinistra) arrestata un anno fa mesi fa da Isrl assieme ad altre migliaia di palestinesi della Cisgiordania e posta in detenzione amministrativa (senza processo).
Lo denunciano la famiglia e i suoi sostenitori, sottolineando che Jarrar, 61 anni, è ammalata e ha bisogno di cure.
In passato Jarrar ha trascorso, in varie fasi, sei anni nelle carceri di Israele, in gran parte senza processo, ma la sua attuale prigionia è la più dura e difficile di tutte a causa delle severe misure punitive per i prigionieri politici palestinesi decise dal ministro israeliano per la Sicurezza, Itamar Ben-Gvir, come ritorsione per il sequestro di cittadini israeliani da parte di Hamas lo scorso 7 ottobre.
È in totale isolamento in una cella di 2,5 x 1,5 metri senza finestre, senza ventilatore. C’è solo un letto di cemento con sopra un materasso sottile.
Nelle sue varie detenzioni precedenti ha trovato nell’istruzione delle detenute una forma di resistenza e di emancipazione, riuscendo a superare tutti gli impedimenti che il sistema israeliano crea per ostacolare il suo progetto: “Alla fine, abbiamo fatto più che creare speranza dalla disperazione. Ci siamo anche evoluti nella nostra narrazione, nel modo in cui percepiamo noi stessi, la prigione e le guardie carcerarie. Abbiamo sconfitto ogni persistente senso di inferiorità e trasformato i muri della prigione in un’opportunità. Quando ho visto i bei sorrisi sui volti dei miei studenti che hanno completato la loro istruzione superiore in prigione, ho sentito che la mia missione era stata compiuta.
La speranza in prigione è come un fiore che cresce da una pietra. Per noi palestinesi, l’istruzione è la nostra arma più grande. Con essa, saremo sempre vittoriosi.”
“Il carcere è l’arte di esplorare le possibilità; è una scuola che ti allena a risolvere le sfide quotidiane utilizzando i mezzi più semplici e creativi, che si tratti di preparare il cibo, di riparare vecchi vestiti o di trovare un terreno comune affinché possiamo tutti resistere e sopravvive.
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Il secondo è questo post pubblicato da VoceEbraicaPerLa Pace, che ringraziamo per la cortesia, e che offre una misura del grado di impunità e di violenza con cui agiscono i coloni sionisti nei Territori Occupati e a Gerusalemme.
Oggi, un gruppo di coloni israeliani ha fatto irruzione in casa di una delle nostre editor a Gerusalemme e ha distrutto tutto.Hanno molestato i suoi familiari e i suoi figli..attaccano sotto la protezione della polizia israeliana.

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Il terzo elemento è questo post pubblicato su Instagram:
Un’organizzazione israeliana per i diritti umani ha denunciato le torture subite dai bambini da parte del governo israeliano, tra cui casi in cui alcuni sono stati tenuti in gabbie all’aperto durante l’inverno.
Il Comitato pubblico contro la tortura in Israele (PCATI) ha pubblicato un rapporto che descrive in dettaglio gli abusi sui bambini accusati di reati minori. Il rapporto mette in evidenza pratiche come “l’ingabbiamento pubblico”, le minacce, la violenza sessuale e i processi militari condotti senza rappresentanza legale.
I risultati sono stati presentati durante un’audizione della Commissione per le petizioni pubbliche del governo. Il PCATI ha sottolineato l’urgente necessità di riforme legali per prevenire tali abusi.
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E infine questo post di TheGazaVoice:
Il dottor Nabhan, un medico devoto, è rimasto fermo accanto ai suoi pazienti nel nord di Gaza, fornendo cure a coloro che erano oppressi dall’occupazione fino ai suoi ultimi momenti. È stato ucciso oggi insieme a suo padre in un attacco aereo a Jabalia.
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Tag: cisgiordania, gaza, prigionieir, torture
Categoria: Generale