Processo di Baku con Accuse Farsesche agli Armeni del Nagorno. Richiesta la Presenza di Osservatori Internazionali.
16 Gennaio 2025
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Marco Tosatti
Carissimi StilumCuriali, riceviamo e volentieri pubblichiamo questo comunicato del Consiglio per la Comunità Armena di Roma. Buona lettura e diffusione.
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PROCESSO DI BAKU: CHIEDIAMO L’INVIO DI OSSERVATORI INTERNAZIONALI
Il 17 gennaio si apre a Baku (Azerbaigian) il processo agli otto ex leader del Nagorno Karabakh/Artsakh. Tra di loro tre ex presidenti, un ministro degli Esteri, un ex ministro di Stato della Repubblica di Artsakh, l’ultimo presidente del parlamento, tutti catturati nel settembre 2023, durante l’aggressione azera che portò alla pulizia etnica finale degli armeni del Nagorno Karabakh.
Attualmente ci sono 23 prigionieri armeni internati illegalmente a Baku e ostaggi del regime di Aliev. Il processo, che inizierà il 17 gennaio, riguarda sedici di loro. Lungi dal rispondere
secondo gli standard del diritto internazionale, sarà una ennesima parodia della giustizia, davanti a una corte che non sarà né indipendente né imparziale.
I detenuti sono perseguiti penalmente sulla base di ridicole accuse politicamente e sostanzialmente infondate (genocidio, riduzione in schiavitù, sparizione forzata di persone, tortura, finanziamento del terrorismo, creazione di un’associazione criminale…) seguendo una tattica familiare all’Azerbaigian ovvero quella di rovesciare sugli armeni le nefandezze compiute negli anni dal regime azero.
Gli avvocati azeri loro assegnati esercitano i loro poteri sotto la pressione della procura a sua volta anche controllata dal potere; in Azerbaigian è vietato l’ingresso degli avvocati stranieri, gli imputati (che rischiano l’ergastolo) non hanno potuto prendere atto della voluminosa documentazione raccolta contro di loro perché scritta in lingua azera e senza possibilità di traduzione!
Gli imputati e gli altri prigionieri di guerra armeni sono solo ostaggi nelle mani del dittatore Aliyev.
Facciamo appello alle istituzioni italiane affinché, anche eventualmente d’intesa con l’Unione europea, invii osservatori internazionali a monitorare l’andamento dei processi farsa di Baku.
Facciamo appello ai media affinché diano quanto più spazio possibile a questi processi farsa
CONSIGLIO PER LA COMUNITA’ ARMENA DI ROMA
NOTA INFORMATIVA
Secondo le informazioni delle ONG per i diritti umani, confermate dal Comitato Internazionale della Croce Rossa, l’Azerbaigian detiene ancora almeno 23 prigionieri armeni, tra cui 9 prigionieri di guerra, 6 civili e 8 leader politici della Repubblica autodeterminata dell’Artsakh (Nagorno Karabakh), Alcuni di loro sono stati accusati di terrorismo e condannati tra i 15 e i 20 anni di carcere dopo processi farsa. in violazione del diritto internazionale e degli impegni assunti dall’Azerbaigian ai sensi della dichiarazione di cessate il fuoco del 10 novembre 2020.
Nel settembre 2020, per la seconda volta dalla fine dell’URSS, l’Azerbaigian ha lanciato una guerra su vasta scala nel Nagorno Karabakh, dopo 26 anni di conflitto congelato. A seguito di questa guerra di 44 giorni, il 9 novembre 2020 è stata firmata una dichiarazione tripartita di cessate il fuoco tra i presidenti dell’Azerbaigian, della Russia e del primo ministro armeno, in vista di un successivo accordo di pace. Questa dichiarazione prevedeva lo scambio di tutti i prigionieri di guerra tra l’Azerbaigian da un lato e l’Armenia e il Nagorno Karabakh dall’altro. Così, dall’inizio del 2021, tutti i prigionieri di guerra azeri sono stati restituiti dall’Armenia.
Il processo di restituzione di alcuni prigionieri di guerra con civili armeni catturati è stato effettuato in diverse ondate nel 2021, ma l’Azerbaigian ha deliberatamente interrotto il ritorno dei prigionieri rimanenti, rendendo il loro rilascio un oggetto di ricatto nelle sue relazioni con l’Armenia. Inoltre, dal 2021 l’esercito azero ha compiuto diverse incursioni nel territorio dell’Armenia stessa, prendendo ogni volta nuovi prigionieri.
Oltre ai 23 prigionieri confermati dall’Azerbaigian, ci sono ampie prove che indicano l’esistenza di almeno altre 80 persone catturate (video della loro cattura, testimonianze di ex prigionieri rilasciati…) di cui non si hanno ulteriori notizie, e di cui l’Azerbaigian nega l’esistenza. Il destino di questi “scomparsi con la forza” rimane incerto, poiché il Comitato Internazionale della Croce Rossa non ha informazioni su di loro e non è in grado di visitarli. Secondo Siranouch Sahakyan, avvocato delle famiglie dei prigionieri di guerra, l’Azerbaigian ha restituito all’Armenia quaranta corpi di soldati uccisi, anche se ci sono prove video della loro cattura. L’Azerbaigian non ha mai dato alcuna spiegazione per le uccisioni.
Il 15 giugno 2021, durante un viaggio in Nagorno Karabakh in compagnia del presidente turco Erdogan e di sua moglie, il presidente azero ha ammesso apertamente di “detenere ancora molti prigionieri di guerra armeni”, e di poterli utilizzare per costringere l’Armenia a fare concessioni non previste dall’accordo tripartito del novembre 2020.
In conformità con il diritto internazionale umanitario e il diritto dei conflitti armati, i soldati catturati prima e dopo il cessate il fuoco devono essere riconosciuti come prigionieri di guerra e beneficiare della protezione della Convenzione di Ginevra relativa al trattamento dei prigionieri di guerra del 12 agosto 1949 (“Convenzione di Ginevra III”).
LISTA DEI PRIGIONIERI (ACCERTATI)
– Allaverdyan Davit (37 anni), militare (data della cattura 29.09.23), a processo il 17.01.25.
– Babayan Davit (51), ex ministro Esteri e ministro di Stato (28.09.23), a processo il 17.01.25.
– Babayan Madat, (72), civile (29.09.23), a processo il 17.01.25.
– Balayan Levon (47), militare (29.09.23), a processo il 17.01.25.
– Beglaryan Rashid (52), civile (1.08.23), processato e condannato 12.07.24 a 15 anni.
– Beglaryan Vasili (32), militare (29.09.23), a processo il 17.01.25.
– Davtyan Davut, (31), civile (11.11.20), processato e condannato il 26.07.21 a 15 anni.
– Euljekjan Viken (45), civile (10.11.20), processato e condannato il 14.06.21 a 20 anni.
– Ghazaryan Erik (40), militare (29.09.23), a processo il 17.01.25.
– Ghukasyan Arkadi (67), ex presidente della repubblica (3.10.23), a processo il 17.01.25.
– Harutyunyan Araiyk (51), ex presidente della repubblica (3.10.23), a processo il 17.01.25
– Ishkhanyan Davit (56), ex presidente Assemblea nazionale, a processo il 17.01.25
– Khachatryan Vagif (69), civile (29.07.23), processato e condannato il 14.05.24 a 15 anni.
– Khosrovyan Aliosha (57), militare (31.10.20), processato e condannato il 2.08.21 a 20 anni.
– Manukyan Davit (53), ex ministro della Difesa (27.09.23), a processo il 17.01.25.
– Martirosyan Garik (53), militare (29.09.23), a processo il 17.01.25.
– Mkrtchyan Lyudvig (55), militare (31.01.20), processato e condannato il 2.08.21 a 20 anni
– Mnatsakanyan Levon (59), ex ministro della Difesa (29.09.213), a processo il 17.01.25
– Pashayan Melikset (54), militare (29.09.23), a processo il 17.01.25
– Sahakyan Bako (64), ex presidente della repubblica (3.10.23), a processo il 18.01.25
– Stepanyan Gurgen (38), militare (29.09.23), a processo il 18.01.25
– Sujyan Gevorg (35), civile (11.11.20), processato e condannato il 26.07.21 a 15 anni.
– Vardanyan Ruben (56), ex ministro di Stato ((27.09.23), a processo il 17.01.25
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Tag: armeni, azeri, baku, processo
Categoria: Generale